Principi della conoscenza dell'interno e dell'esterno.

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Approcci alla psicologia da un punto filosofico secondo una descrizione che abbraccia la fisica, ovvero l'essere organo e il partire da un organo della conoscenza secondo una analisi anche quantica del funzionamento cerebrale, ovvero in quanto implicita al testo e non esplicitata

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Domenico Petrilli. Principi della conoscenza dell'interno e dell'esterno.

Prefazione

Introduzione

ETERNO RITORNO , SUO COLLEGAMENTO CON LA REALTA’ MATERIALE, E LE DIFFICOLTA’ DI UNA RICOSTRUZIONE DELLA ATTIVITA’ RAZIONALE PURA

Sul necessario legarsi di sensi , materia e ragione

I processi della volizione

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Principi della conoscenza dell’interno e dell’esterno.

Autore: Domenico Petrilli

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primordiale, conservativo, ma non solo e da cui si determinano ,attraverso la caratteristica dell’attività razionale di sviluppare analogie, le correlative elaborazioni razionali che si ricollegano schematicamente a tali due sensazioni. Da tale capacità della ragione di determinare analogie nella percezione del sostrato materiale, ovvero analogie delle sensazioni spiacevoli e piacevoli , eros e conservazione, dolore-trauma e piacere- eros , si coglie poi quel particolare modo di essere dell’errore che deriva dalla falsificazione della ragione ossia in un suo fallire in tale attività di schematismo nel procedimento analogico che dalla ragione appunto origina, o meglio kantianamente la analogia segna il trapasso dall’intelletto alla ragione. Altro è l’errore derivante dalla attività conseguenziale della ragione che va messo in relazione alla ragione del trascendere, che è un non essere nell’essere, ovvero una negazione dell’essere teologicamente e ciò in senso idealistico. Si sottolinea che lo sviluppo delle analogie da parte della ragione è attinente e coglie non solo la netta separazione dello stato piacevole e dello stato doloroso ma anche una commistione di stati la cui definizione deriva dalla chiusura temporale che struttura il tempo di percezione che si radica nel contatto ovvero nella durata del contatto che è la percezione stessa con le variabili delle alternazioni dei sensi, ma anche tempo di percezione che si radica nel movimento del corpo-oggetto da cui la percezione deriva e attraverso il cui movimento del corpo-oggetto della percezione si struttura determinando non solo commistioni ma anche differenti gradi intensivi di piacere e dolore, ovvero trattandosi comunque di movimento che si interseca con la durata del contatto. La diversificazione delle sensazioni è infinita e il determinarsi e ricorre delle stesse condizioni spazio-temporali è pressocchè impossibile, come teorizza Eraclito. L’opera del ragionare si fonda come accade con la diversificazione della materia sulla diversificazione delle idee e quindi poggia sul fatto che sia l’idea sia la materia presuppongono la distinzione, ovvero in tal senso l’idealismo è un riflesso della materia, ovvero materialismo dialettico, tranne che per quanto riguarda gli oggetti del trascendere ed essendovi il trascendere materialistico, e da ciò riceve numericamente la sua elevazione a potenza, l’idealismo. Ma una ulteriore conferma della fondamentalità della distinzione deriva dal porsi a mezza via tra diversificazione della materia e diversificazione delle idee, la diversificazione della sensazione o della rappresentazione di essa(si ricordino anche le tesi di Eraclito relative al fatto che non ci si può gettare due volte nello stesso torrente e se ne esaminino le questioni in termini di ripetitività di azioni a livello idealistico in una analisi di influenzamento operato dall’ambiente che è anche ricostruito in termini di strutturazione dell’affettività del soggetto e comprendete meglio il fraseggio di Eraclitoecc.) che struttura l’operare idealistico della ragione. Ma la ragione forse non è solo idealistica ma anche numerica. Il numero come proporzione racchiude la materialità. Con ciò forse si deve affermare la necessità della distinzione non solo a livello empirico ma trascendentale. Può ingenerare confusione il fatto che essa operi a più livelli. Tali livelli vanno necessariamente scissi per quanto si presentino congiunti in modo imprescindibile tra loro. La distinzione opera:

Tale piacere, tornando a parlare del piacere , deve essere considerato strutturale alla scissione del Sé emozionale in quanto rappresenta il piacere iniziale. L’intensità del piacere vibra in base alla proporzione di sentimento di ciò che l’essere o ente e all’essere o ente promana attraverso la sensazione e in tale senso va interpretata la schiusura heideggeriana in quanto tale esistenziale. In tale gioco consiste l’aritmia del piacere anche inconscio mentre a livello di coscienza come espressione di soddisfacimento inconscio della libido che prorompe alla coscienza si deve ricordare la ripetitività dell’idea e relativa associazione.

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