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PREFAZIONE DELL'AUTORE

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Non è mio intendimento di trattenere il lettore con estendermi sulla varietà, o sulla importanza del soggetto, che ho preso a trattare; il merito della scelta non servirebbe che a rendere più manifesta e meno scusabile la debolezza dell'esecuzione. Ma nondimeno, parendomi necessario di far conoscere al Pubblico l'Opera che gli presento, credo conveniente l'esporre con brevità la natura e i confini del mio disegno generale.

La memorabile serie di rivoluzioni, che nel corso di quasi tredici secoli indebolirono a poco a poco, e finalmente distrussero il saldo edifizio dell'umana grandezza, può giustamente dividersi nei tre seguenti periodi.

I. Il primo di questi, principiando dal secolo di Traiano e degli Antonini, quando la Monarchia Romana, già arrivata al sommo della forza e della maturità, cominciò a pendere verso la sua rovina, si estende fino alla distruzione dell'Impero d'Occidente per opera dei Barbari della Germania e dalla Scizia, rozzi antenati delle più civili nazioni dell'Europa moderna. Questa straordinaria rivoluzione che soggettò Roma al dominio di un Gotico conquistatore, si compì verso il principio del sesto secolo.

II. Il secondo periodo della decadenza e rovina di Roma può dirsi cominciare dal Regno di Giustiniano, le leggi e le vittorie del quale rendettero all'Impero d'Oriente uno splendor passeggiero: questo periodo comprende l'invasione dei Longobardi nell'Italia; la conquista delle province Asiatiche e Affricane fatta dagli Arabi, i quali avevano abbracciato la religione di Maometto; la ribellione del Popolo romano contro i deboli Principi di Costantinopoli; e l'elevazione di Carlo Magno, che nell'anno 800 stabilì il secondo Impero d'Occidente, o sia l'Impero Germanico.

III. L'ultimo ed il più lungo di questi periodi è composto quasi di sette secoli e mezzo, dal risorgimento dell'Impero Occidentale fino alla presa di Costantinopoli fatta dai Turchi, ed all'estinzione di una degenerata stirpe di Principi, i quali continuarono ad assumere i titoli di Cesare e di Augusto, anche di poi che i loro dominj furono ristretti dentro i limiti di una sola città, nella quale non restava da gran tempo vestigio alcuno della lingua e dei costumi degli antichi Romani. Dovendo riferire gli avvenimenti di questo periodo, non si può a meno di non internarsi nella Storia generale delle Crociate, in quanto esse contribuirono alla rovina dell'Impero greco. Le molte ricerche che ho dovuto fare sullo stato di Roma, durante l'oscurità e la confusione dei secoli di mezzo, mi fecero differire più che non l'avrei creduto il compimento del mio lavoro, che da principio non erami sembrato tanto lungo come lo sperimentai in appresso.

Ch'io abbia eseguito il vasto disegno immaginato, non ardisco lusingarmene: n'ebbi però l'intenzione, ed il Pubblico imparziale potrà giudicarne leggendo la mia Opera.

Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 1

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