Читать книгу Invecchiato per un Omicidio - Fiona Grace, Фиона Грейс - Страница 5
CAPITOLO DUE
ОглавлениеOlivia si fermò brevemente nella hall del Villa 49 e si crogiolò nella luce soffusa, ascoltando il mormorio delle voci e apprezzando gli aromi che le arrivavano dai tavoli vicini.
Note di aglio arrostito, timo e rosmarino. Fragranze delicate che si libravano da ricche salse a base di carne e vino. L'inconfondibile profumo di pane fresco, appena sfornato.
Per la prima volta in quella lunga e faticosa giornata, si sentiva in pace. Chiuse gli occhi e immaginò di essere sotto l'ombra di un ulivo in una rustica trattoria toscana, lontano dallo stress del lavoro e da quelle riunioni sempre più frequenti, lontano dallo squillare incessante del telefono.
Poteva persino scordarsi della conversazione spiacevole che da lì a poco avrebbe dovuto avere con Matt.
"Buonasera, signora. Benvenuta al Villa 49. Ha una prenotazione?"
Il tono educato del cameriere la riportò alla realtà.
"Si, dovrebbe essere a nome di Matthew Glenn."
"Prego."
Il cameriere le fece strada attraverso il ristorante.
Il tavolo all'angolo della sala era ancora vuoto. Olivia rimase momentaneamente sorpresa. Matt era sempre puntuale, e lei era arrivata con cinque minuti di ritardo. Si aspettava di trovarlo ad attenderla al tavolo.
Che ci vuoi fare, il traffico di Chicago era imprevedibile.
Diede un'occhiata veloce al telefono. Altri due messaggi di congratulazioni da due sue colleghe. Con ciascuno una fitta di senso di colpa. Poi, un altro messaggio, della sua assistente, Bianca.
"James dice che devo andare a un meeting urgente domattina, sai di cosa si tratta? Ho fatto qualcosa di male?"
Olivia si immaginò la sua giovane e magra assistente che si mordeva ansiosamente le unghie in attesa di una risposta. Aveva fatto di tutto per aiutarla ad abbandonare quella sgradevole abitudine. L'aveva pesino portata dall'estetista, ma, manicure o no Bianca aveva continuato a mangiarsi le unghie. Alla fine, Olivia aveva deciso di lasciar perdere. C'erano vizi peggiori, dopotutto. Un'altra sua assistente si era rivolta alle ciambelle per trovare sollievo dallo stress e, invece, in soli tre mesi aveva trovato dieci chili in più sulla bilancia.
Oliva rispose. "No tranquilla, tutto a posto! È una riunione di gruppo, probabilmente saranno solo accertamenti e qualche update."
Concluse il messaggio con uno smiley e lo inviò. Poi rivolse la sua attenzione alla carta dei vini.
Scorrendo la lista, Oliva sentì tornare la felicità. Amava i vini italiani e il ristorante aveva un'ottima selezione di vini toscani. Alcuni non li aveva mai visti né sentiti, ma era incantata dalla musicalità dei loro nomi. Nella sua mente si delineò l'immagine di colline verdi baciate dal sole, con filari di vite a perdita d'occhio, interrotti da qualche occasionale ulivo.
Sapendo che Matt preferiva il rosso, si concentrò su quella parte del menu.
I suoi occhi si posarono subito sul Tignanello. Ricco, corposo e tannico, con un avvolgente aroma di ciliegie in confettura, da uve Sangiovese selezionate. Il prezzo rifletteva la qualità del vino, ma quella era un'occasione speciale ed era sicura che Matt non avrebbe avuto problemi a spendere un po' di più.
Era entusiasta di cenare finalmente insieme.
Le settimane precedenti erano state un inferno per entrambi e Matt era stato spesso fuori casa. Tra loro erano ormai soliti scherzare riguardo al fatto che Leigh, l'assistente personale di Matt, con cui spesso viaggiava per lavoro, trascorresse con lui molto più tempo di quanto non facesse Olivia.
"Hei, Liv. Scusa per il ritardo."
Alzò lo sguardo e vide Matt che si affannava per raggiungere il tavolo, attraversando il ristorante ormai pieno. Indossava un completo Armani color carbone di fattura impeccabile e i suoi capelli neri, appena velati di grigio, erano pettinati alla perfezione. Era alto e bello, in ottima forma, ed era un uomo di successo. Anche dopo quattro anni, Olivia faceva fatica a credere che stessero insieme.
Non l'avrebbe mai ammesso a nessuno ma, a volte, stare con un uomo del genere era per lei fonte di insicurezza. In quelle occasioni, si confortava pensando che fosse una cosa positiva. Dopotutto, la faceva stare sulle spine, e le dava la motivazione per curare la propria immagine e per impegnarsi nella carriera.
"Ciao, Matt," lo salutò lei con un sorriso. " Sono contenta di vederti. Che bella sorpresa che tu sia tornato in città. Adoro il tuo taglio di capelli."
Cercò di coprirsi le gambe spingendosi il vestito aderente lungo i fianchi, sperando che l'avrebbe aiutata ad occultare lo strappo nei collant.
Con suo grande sollievo, Matt la salutò con un bacio sulla guancia e si sedette senza fare commenti.
Olivia ordinò un Tignanello e, mentre aspettavano che arrivasse, diede inizio alla difficile conversazione per la quale si era fatta forza.
"Immagino sarà per te uno shock, ma sono davvero infelice."
Le sopracciglia di Matt si inarcarono visibilmente.
"Sul serio?"
Olivia fece un respiro profondo. Tempo di sfogarsi.
"È il lavoro. Il problema è il mio lavoro."
Matt sbatté rapidamente le palpebre, come se non si fosse aspettato di sentire nulla del genere.
"Cosa intendi?" chiese con prudenza.
"Mi sento come se avessi venduto la mia anima. La mia vita ha preso una strada che non mi sarei mai aspettata—e non lo sopporto."
I Vini della Valle andavano contro tutti i valori in cui credeva. Era questa la verità, e il motivo per cui sentiva di essersi svenduta.
Alla sua prima degustazione di Vini della Valle, aveva bevuto solo due piccoli bicchieri, ma la mattina dopo si era svegliata con un mal di testa feroce e martellante, che le era durato per tutto il giorno.
Due piccoli bicchieri non avrebbero dovuto avere un effetto così tossico. Così cominciò a indagare, curiosa di scoprire cosa ci fosse esattamente in quei vini.
Non era stato facile, ma Olivia era una persona paziente e perseverante, e affrontava di buon grado le sfide più difficili. Dopo una serie interminabile di ricerche online, prudenti telefonate, incontri faccia a faccia e discussioni su temi confidenziali aveva scoperto la verità.
"Ho fatto delle ricerche sulla compagnia, sono terribili. Danno un'immagine distorta di loro stessi. È praticamente frode e tutti se la bevono per colpa della mia campagna pubblicitaria."
Matt aveva un'espressione corrucciata.
"Sì però, Liv, è a questo che servono le campagne pubblicitarie."
"No!" protestò lei. "Stavolta è diverso. Non è solo vino scadente, è spazzatura."
"In che senso?"
"Non c'è nessun vigneto a conduzione familiare. Tutta l'uva viene da coltivazioni industriali ed è raccolta a macchina. E sono disposti a usare qualsiasi uva, più economica è, meglio è. Non si può nemmeno visitare la cantina."
"Come mai?" chiese Matt.
"Perché non c'è nessuna cantina," confessò Olivia.
"C'è solo un gigantesco stabilimento di produzione, dove producono del succo d'uva alcolico adulterato con aromi chimici e additivi in polvere. Hanno fatto delle ricerche per individuare le preferenze della maggior parte dei consumatori, e i loro chimici hanno creato un profilo gustativo adatto al mercato usando degli additivi. Ecco cosa sono davvero i Vini della Valle."
Matt la ascoltava dubbioso.
"Usano tonnellate di solfiti, per prolungare la conservazione e per far sì che ogni bottiglia abbia lo stesso sapore. Non so se siano stati i solfiti, ma, quando ho bevuto quel vino, sono stata malissimo."
"Continuo a non vedere il problema. Sarà anche vino pessimo ma che importa? La gente se ne accorgerà assaggiandolo." ribatté Matt.
Olivia si lasciò scappare un sospiro di frustrazione.
"Il problema è che tutti i negozi si riforniscono di Vini della Valle e ciò significa che c'è meno spazio sugli scaffali per altri vini. La mia campagna sta pregiudicando gente che il vino lo ama davvero e che lo produce come si deve. Sento di aver danneggiato degli onesti viticoltori e dei produttori di vino che non se lo meritavano."
Olivia rabbrividì al pensiero dell'ormai famoso slogan che aveva creato per quei vini: "Il Vino di oggi, Il Vino della Valle"
"Ho creato il mio slogan personale," disse a Matt "Vini della Valle, col rosso mal di testa e col bianco dormi male."
Si aspettava una risata, che però non arrivò.
Forse, il suo interlocutore stava cominciando a rendersi conto della serietà della situazione.
"Matt, sto pensando di abbandonare la campagna pubblicitaria", disse lei.
"Non posso continuare a lavorare per una compagnia che rappresenta un marchio nel quale non credo e che partecipa alla distruzione di aziende nelle quali invece credo. Sono a tanto così da mollare tutto."
Alzò la mano, l'indice e il pollice pressati insieme, come a voler indicare, seppur scherzosamente, l'esaurimento della sua pazienza.
Era solita scherzare in quel modo con Matt, ma nemmeno stavolta riuscì ad incitare una risata.
"Temo di avere anche io delle cattive notizie," fu invece la sua risposta.
Olivia lo fissò ad occhi spalancati.
Cos'era successo? Aveva perso il lavoro? Si era ammalato uno dei suoi genitori?
Qualunque cosa fosse, Olivia si rese conto che doveva essere quello il motivo per cui Matt l'aveva invitata a cena.
Pensava che avrebbe voluto congratularsi con lei. Evidentemente, il motivo era un altro, e lei aveva egoisticamente monopolizzato la conversazione senza chiedersi come si sentisse lui.
"Mi dispiace, Matt. Di che si tratta?" gli chiese.
"Immagino sarà per te uno shock."
Olivia sbattè le palpebre, confusa dal fatto che Matt avesse usato le sue stesse parole. Cosa diavolo stava succedendo?
In un momento di follia, si chiese se anche Matt fosse insoddisfatto del suo lavoro così come lei lo era del suo. E se si fosse stancato di essere un fund manager e avesse avuto bisogno di un cambiamento? Cominciò a volare con la fantasia, immaginando un nuovo inizio insieme, in un'altra città. O magari una fuga d'amore di un anno, in un rigenerante paradiso esotico, su una bella isola. Che avventura che sarebbe stata, avrebbero potuto rilassarsi insieme e godere della rispettiva compagnia.
Olivia non aveva mai mostrato particolare interesse riguardo ad un ipotetico matrimonio o all'avere figli e sapeva che per Matt era lo stesso. Eppure, una parte di lei bramava il lusso che sarebbe stato concedersi un anno ininterrotto con lui, lontano dall'assalto incessante degli appuntamenti di lavoro, delle conferenze e delle lunghe giornate passate in ufficio. Su un'isoletta, sarebbe stato possibile.
Venne il momento di tornare alla realtà, Matt amava il suo lavoro e non aveva mai dato il minimo segno di esserne infelice. Oltretutto, era un uomo di città, che aveva trovato il suo equilibrio nella frenetica vita urbana. No, doveva essere qualcos'altro, ma cosa?
"Cos'è che sarà uno shock?" chiese lei con una punta di apprensione.
"Non funziona."
"Cosa non funziona?" chiese lei, con un tono ansioso.
"Il nostro rapporto." Aveva sulla faccia uno dei suoi soliti sorrisi dispiaciuti, con gli occhi a fessura e il capo chino. "Tra noi non funziona, mi dispiace tanto. Vorrei che fosse andata diversamente, ma le cose stanno così. Non c'è un modo facile per dirlo ma… È finita."