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L'arbor gentil che forte amai molt'anni,

mentre i bei rami non m'ebber a sdegno

fiorir faceva il mio debile ingegno

a la sua ombra, et crescer negli affanni.

Poi che, securo me di tali inganni,

fece di dolce sé spietato legno,

i' rivolsi i pensier' tutti ad un segno,

che parlan sempre de' lor tristi danni.

Che porà dir chi per amor sospira,

s'altra speranza le mie rime nove

gli avessir data, et per costei la perde?

Né poeta ne colga mai, né Giove

la privilegi, et al Sol venga in ira,

tal che si secchi ogni sua foglia verde.

Francesco Petrarca: Canzoniere

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