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Capitolo 5: Galene, a 0.6 volte la normale velocità umana

"Fa' che non sia morto, fa' che non sia morto" Gal annaspò con le chiavi per accedere al suo appartamento. Corse sul balcone e si guardò attorno in cerca di Simba. Sì, aveva chiamato il suo gatto arancione Simba. Il micio miagolò e la raggiunse, strusciandosi sulle scarpe di lei.

"Oh, eccoti. Scusa se mi sono dimenticata di darti da mangiare stamattina, Simba. Non ho sentito la sveglia, e poi non avevo tempo di vestirmi, e c'era traffico, come al solito..."

Il gatto l'ignorò. Fortunatamente era ancora dotato dei suoi istinti, e si era fatto praticamente selvatico, dandosi alla caccia di uccelli e ratti per mangiare. Altrimenti sarebbe morto di fame molto tempo prima.

Per un momento fissò i suoi vasi di fiori. Più precisamente, la donna guardò i vasi con all'interno della terra secca e delle piante morte. Voleva avere dei bei fiori ma...

Galene gettò le chiavi e la borsa sul tavolo della cucina e si abbandonò su una sedia. Il frigorifero tecnologico le mandò un messaggio sul cellulare comunicandole tutte le cose che avrebbe dovuto comprare e portare a casa.

"Wow, grazie per avermelo ricordato in tempo".

Allungò lentamente la gamba ed aprì il frigorifero con il piede. Si diede un buffetto sulla fronte. Si era dimenticata di comprare il latte, di nuovo. E la pasta. E tutto ciò che assomigliava a cibo. Controllò l'orario, le otto di sera. I negozi erano già chiusi.

Diamine. La giornata era volata.

Le era sfuggita dalle dita.

Reggeva ancora in mano il sacchetto dei croccantini di Simba, quindi diede un'alzata di spalle ed assaggiò qualsiasi cosa fosse.

Huh. Sapeva di pesce. Niente male.

Rallenta

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