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SCENA II
ОглавлениеMarcello, Anselmo, Clemente
ANSELMO (dall'uscio)
Clemente. (Clemente entra).
MARCELLO (a Clemente)
Che ordini vi ha dato il vostro padrone?
CLEMENTE
Mi ha ordinato di venir qui e di non muovermi fino a nuovo avviso.
MARCELLO
Qui?
CLEMENTE
Dal signor cavaliere di Lerici.
MARCELLO
Vi ha dato il mio recapito?
CLEMENTE
No, signore, non occorreva. Noi altri in diplomazia conosciamo sempre il recapito dei signori che hanno relazione coi nostri padroni.
MARCELLO
E non vi ha detto altro?
CLEMENTE
Altro. Il mio padrone però sembra persuaso che il Signor Cavaliere conosca la ragione della mia venuta.
MARCELLO
Ne so quanto voi, cioè niente affatto.
CLEMENTE
Con licenza del Signor Cavaliere io credo di saperne qualche cosa.
MARCELLO
Ebbene parlate.
CLEMENTE
In presenza di un domestico…
ANSELMO
Guarda!
MARCELLO
Siete molto circospetto!
CLEMENTE
Noi altri…
MARCELLO
… in diplomazia, ho capito, avete imparato a diffidare delle persone di servizio; e a quanto posso giudicare non avete torto. (ad Anselmo) Va di là.
ANSELMO
Sissignore. (via).
MARCELLO
Dunque?
CLEMENTE
Prometto che parlo per induzioni mie.
MARCELLO
Avanti.
CLEMENTE (sottovoce)
Si tratta di una donna.
MARCELLO
Di una donna! E come?
CLEMENTE
Le mie informazioni non vanno oltre.
MARCELLO
Sono poche. E da che argomentate che si tratti di una donna?
CLEMENTE
Da che il mio padrone mi ha dato del tu invece che del voi.
MARCELLO
Mio caro, l'abitudine diplomatica vi ha reso incomprensibile.
CLEMENTE
Il mio padrone mi chiama col voi per ordinarmi tutto ciò che riguarda le relazioni internazionali o l'esercizio delle mie funzioni, ma quando mi fa l'onore di iniziarmi ai suoi intimi piaceri, allora adopera il tu, come per fare appello al mio cuore, anzichè al sentimento del dovere.
MARCELLO
È sperabile che il vostro padrone verrà a chiarirmi la cosa; per ora andate di là in anticamera e intavolate il meno che potete di relazioni internazionali col mio domestico. (campanello all'interno) Ah!
CLEMENTE
Il Signor Cavaliere non può dubitare della mia discrezione.