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SCENA IV

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Marcello, Fabrizio

FABRIZIO

La presenza del mio domestico ti ha messo al fatto di tutto.

MARCELLO

Il tuo domestico parla in un modo tanto…

FABRIZIO

Solenne, non è vero? Ti dirò, è un bravissimo ragazzo, ma va così orgoglioso di servire un diplomatico che si tiene per poco meno di un ministro.

MARCELLO

Ciò non mi spiega…

FABRIZIO

Ti spiego subito. È inteso per oggi.

MARCELLO (non capisce)

Per oggi?

FABRIZIO

Sì, dalle tre alle sei, sei e mezza, mettiamo alle sette; anzi, tu hai un pendolo qui?

MARCELLO

Eccolo.

FABRIZIO

Ebbene se non te ne fa nulla lo metto in ritardo (eseguisce), è un'idea che mi è venuta per strada; caso mai essa gettasse gli occhi sul quadrante, che non affrettasse la partenza col pretesto che è tardi. Tu vai al Club?

MARCELLO

Io no.

FABRIZIO

Passeggi, fai delle visite?

MARCELLO

No.

FABRIZIO

Bene, farai quel che ti piace, questo non mi riguarda. Ora do un'occhiata in giro per orientarmi. Dove hai messo i fiori?

MARCELLO

Che fiori?

FABRIZIO

Non li hanno portati?

MARCELLO

Senti. È uno scherzo o una scommessa che hai fatto di venir qui a prenderti gioco di me?

FABRIZIO

Io no.

MARCELLO

Allora impazzisci.

FABRIZIO

Non credo.

MARCELLO

O impazzisco io, perchè non intendo nulla nè di quello che dici, nè della venuta del tuo domestico, nè della tua, nè de' tuoi modi, ed è un'ora che mi tieni sulla gruccia.

FABRIZIO

Se ti ho detto che è fissato per oggi!

MARCELLO (impazientito)

Che cosa?

FABRIZIO

Il giorno che mi fai padrone posticcio della tua casa, e tu sgomberi come hai promesso.

MARCELLO

Io ho promesso!?

FABRIZIO

Ieri l'altro.

MARCELLO

Ho promesso!?

FABRIZIO

Oh bada, non fai più in tempo a disdirti. C'è di mezzo una terza persona, una donna, la quale sarà qui alle tre e non deve trovarci nè te nè il tuo domestico.

MARCELLO

Una donna in casa mia!

FABRIZIO

Non sarà la prima.

MARCELLO

Sarebbe la prima di certo se ci venisse, ma non ce la voglio a nessun costo. Ora mi rammento il tuo discorso dell'altro ieri; mi hai detto che poteva nascere occasione ti occorresse il mio quartiere, e io ti ho risposto un: no, grosso tanto.

FABRIZIO

In principio, ma poi…

MARCELLO

Ma poi seccato, scusa, dai tuoi discorsi che non finivano più e dovendo uscire, ho conchiuso con un: basta vedremo. Parole testuali.

FABRIZIO

Ebbene è bell'e visto.

MARCELLO

Ah no, mio caro. Io ho sempre rispettato la mia casa, come il mio luogo di studio, di raccoglimento, e non c'è treccia nè finta nè vera di cocotte che possa vantarsi di averla appestata di muschio.

FABRIZIO

Prima di tutto il muschio non usa più, in secondo luogo le cocotte non si profumano le treccie, ma la biancheria, e finalmente quella che aspetto non è una cocotte.

MARCELLO

Sì, conosco le tue duchesse!

FABRIZIO

Non tutte le donne possono essere nell'almanacco di Gotha, ma se sei disposto a fare un'eccezione per le duchesse…

MARCELLO

Pare impossibile che alla tua età…!

FABRIZIO

All'età mia, bisogna affrettarsi a godere. D'altronde la mia età par grave a te che sai i miei anni, ma per le donne sono un giovinetto. Porto la barba intera perchè le si possano attribuire e sembrare apparenti i guasti reali che devo alla imminente quarantina. E sai tu quanto mi costi questa barba che vedi? Il mio ministro, che è un pedante, non mi vuol proporre a segretario d'ambasciata perchè pretende che un diplomatico non deve portar peli sul viso. Vedi bene che se le donne fanno qualche cosa per me, non è senza grave mio sacrificio. E difatti, il giorno che una donna mi farà accorgere dell'età mia, non me lo dovrà dire una seconda volta; uscendo da lei andrò diritto dal barbiere; mi vedrai raso come una zucca; lascierò le bugie d'amore per quelle della politica e le ambascie per le ambasciate. Ridi? Sei vinto.

MARCELLO

No no, non posso, ho da fare.

FABRIZIO

Sì dei versi.

MARCELLO

Che ne sai tu?

FABRIZIO

Li ho visti l'altro giorno sul tuo scrittoio e ne ho anche letti, discorrendo. Aspetta, mi ricordavo il primo… come dice?..

MARCELLO

Non sei discretissimo.

FABRIZIO

Oh dei versi non sono una lettera; nessuno mette i suoi secreti in rima. Erano versi d'amore; bella cosa! ne ho ordinati tanti a pagamento quando credevo che le donne si conquistassero con un sonetto.

MARCELLO

Insomma sono fermamente deciso a non uscir di casa.

FABRIZIO

E allora come faccio io?

MARCELLO

Aggiustati.

FABRIZIO

Non posso condurla ad un albergo! Una donna per bene!

MARCELLO

Se accetta di venirti a trovare…

FABRIZIO

In casa mia.

MARCELLO

Ah le hai detto…?

FABRIZIO

Che questa casa mi appartiene naturalmente.

MARCELLO

E tu ne sballi di queste?

FABRIZIO

Colle donne soltanto. La bugia è il pane quotidiano dell'amore.

MARCELLO

E se scoprisse?

FABRIZIO

Prima di venire è difficile che parli di me con nessuno, dopo non me ne importa.

MARCELLO

Ma perchè avendo in città tanti amici gaudenti come te e padroni di case più acconcie che non la mia a questa sorta d'improvvisate, vieni precisamente a cercar me che un'avventura simile imbarazza e disgusta in modo che non puoi concepire?

FABRIZIO

Perchè quelli vivono in piazza e tu in un romitorio, perchè il più discreto di quelli strombazzerebbe ai quattro venti la cosa, mentre tu che ne arrossisci, la terrai celata come una vergogna, perchè la loro casa spande un tanfo di vizio che metterebbe sull'avviso la persona che aspetto e la armerebbe alla difesa, mentre la tua così seria ed austera le inspirerà confidenza, e perchè finalmente il loro recapito è troppo noto e non potrei darlo per mio, mentre di te scommetto che nemmeno la donna che ami sa dove stai di casa.

MARCELLO

Infatti!

FABRIZIO

Ah c'è dunque una donna che tu ami?

MARCELLO

Perchè no?

FABRIZIO

Una vera donna, viva, in carne ed ossa?

MARCELLO

Perchè no?

FABRIZIO

Stranissimo. E di che parlate insieme?

MARCELLO

Di tutto.

FABRIZIO

Fuorchè d'amore, ci scommetto.

MARCELLO

Pur troppo!

FABRIZIO

L'avrei giurato. E il divertimento dura…?

MARCELLO

Perchè mi interroghi?

FABRIZIO

Per sapere. Tu sei un fenomeno; non raro ma sempre curioso. D'altronde cogli uomini sono galantuomo e chissà che non ti possa dare un buon consiglio. Dunque il divertimento dura?

MARCELLO

Da due anni.

FABRIZIO

È giovane? È bella?

MARCELLO

L'amo.

FABRIZIO

Hai ragione; questo dice tutto. È mondana?

MARCELLO

È elegante.

FABRIZIO

Ha marito?

MARCELLO

È vedova.

FABRIZIO

E ti ama?

MARCELLO

Non lo so.

FABRIZIO

Le vai per casa?

MARCELLO

Quando sono sicuro di non trovar gente.

FABRIZIO

Come fai a saperlo?

MARCELLO

Me lo dice.

FABRIZIO

Ah dunque le piace stare con te?

MARCELLO

Lo credo, mi stima assai.

FABRIZIO

Le parli di poesia, di filosofia, dei tuoi studi, dei tuoi libri, delle tue raccolte artistiche…

MARCELLO

No. Evito di parlare di me per paura di tradirmi.

FABRIZIO

Sarebbe un onesto tradimento che volterebbe in meglio le cose.

MARCELLO

Credo di aver trovato la via di uscirne.

FABRIZIO

La più corta sarebbe quella di parlarle.

MARCELLO

È la vostra sete di facili piaceri che ci fa timidi; se non ne aveste profanato il linguaggio, noi oseremmo parlare di quell'amore che voi avete fatto parere sempre bugiardo.

FABRIZIO

È la vostra timidità che rende così facili i nostri piaceri. In amore, chi si rimane alla poesia fa la zampa del gatto che cava per altri le castagne dal fuoco. Voialtri taciturni riuscite tanto più facilmente a sconvolgere l'animo delle donne quanto meno incutete loro paura. Ma quel veleno che andate loro inoculando nel sangue, non vi reca già la vostra immagine, non si chiama già l'amore di voi, si chiama l'amore semplicemente; un'essenza che sta da sè, che rende il cuore ed i sensi combustibili in sommo grado. Nella mia lunga carriera amatoria ho sperimentato per vero questo che a molti parrebbe un paradosso: che cioè il momento più proficuo per conquistare una donna è quando questa sta per innamorarsi di un altro. Coi vostri silenzi, cogli guardi, colla discretezza stimolante, colle ruvidezze rilevatrici, coll'ardore che irradiate intorno, voi portate il delizioso frutto d'amore a un tale grado di maturità che un soffio di vento lo spiccherebbe dal ramo, e non avete il coraggio di dare la scossa al tronco. Allora capita un goloso come me, vede il frutto proibito sospeso a un filo, dà una scrollatina alla pianta e para la mano. Sic vos non vobis nidificatis aves.

MARCELLO

E la conclusione?

FABRIZIO

La conclusione è questa: che prima ti ho fatto ridere, poi ti ho fatto dire il tuo secreto, e poi ti ho fatto un discorso, e che tutto ciò merita in ricambio il favore che ti richiedo.

MARCELLO

Guarda, fra l'altre cose aspetto una lettera importantissima, la quale può decidere della mia sorte.

FABRIZIO

Ah briccone! Le hai scritto?

MARCELLO

No. Una lettera di mia sorella.

FABRIZIO

E deve arrivare?

MARCELLO

Verso le tre.

FABRIZIO

Ebbene se arriva prima, tu sei qui a riceverla, se dopo, apposti il tuo domestico in istrada e te la fai portare al Club. È inteso? Fammi questo piacere.

MARCELLO

Vada! Ma potevi almeno avvertirmi stamattina.

FABRIZIO

Sono venuto, e non c'era nessuno e la cosa s'è combinata ieri sera. È una donna che amo da cinque anni di un amore intermittente; l'incontro ogni estate alla stagione de' bagni, ma sai, gli amori ai bagni sono tele di ragni, un soffio li sfonda. Quest'anno ho preso la mia licenza in primavera apposta per coglierla qui. Dopo poche visite, mi accorgo che ha cambiato natura; gli altri anni amava ridere e scherzare, quest'anno la trovo lunatica, distratta, nervosa in una parola. Ne trassi buon augurio e fu allora che ti ho fatto quella domanda in aria, più per premunirmi che altro.

MARCELLO

E che bisogno hai di vederla in casa mia, dacchè puoi andare da lei?

FABRIZIO

Ho bisogno di far presto, che non mi scada la licenza. Venendo qui essa fa un primo passo che tira seco il secondo; rimanendo a casa, non c'è ragione che mi sia più benigna oggi di ieri.

MARCELLO

Ho capito.

FABRIZIO

Ieri sera la trovo ad un ballo. In un crocchio di signore, dov'era anche lei, cade il discorso sulle collezioni artistiche di quadri e d'incisioni, ed essa se ne mostra amantissima. Allora rammentandomi di certe stampe che mi avevi fatto comprare a Berlino per la tua raccolta, appena solo con lei mi do per raccoglitore, un raccoglitore misterioso e geloso, locchè serviva a giustificare il mio prudente riserbo. Sono persuaso che essa non se ne intende meglio di me, ma me ne intendo così poco che meno ne discorro più ci guadagno. Le dissi che possedevo tesori, che venisse a vederli. Essa accetta senza esitare. Le do il tuo recapito e si rimane che sarebbe venuta oggi alle tre.

La zampa del gatto

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