Istoria civile del Regno di Napoli, v. 4
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Giannone Pietro. Istoria civile del Regno di Napoli, v. 4
LIBRO DUODECIMO
§. I. L'Imperador Federico I, fa lega con Emanuele Comneno Imperadore d'Oriente, e move guerra col Papa al Re Guglielmo
§. II. Articoli di pace stabiliti con Papa Adriano, ed investitura data dal medesimo al Re Guglielmo: e pace indi seguita coll'Imperadore Emanuele
CAPITOLO I. L'Imperador Federico sdegnato col Papa della pace fatta con Guglielmo cala di nuovo in Italia: tiene una Dieta in Roncaglia, e restituisce in Italia le regalie
CAPITOLO II. I Baroni del Regno di Puglia cospirano contro Maione: Matteo Bonello l'uccide: e s'ordisce nuova congiura contro il Re Guglielmo per torgli il Regno, e darlo a Ruggiero suo figliuolo di nove anni
CAPITOLO III. Il Re Guglielmo posto in libertà ripiglia il governo del Regno: morte di Ruggiero suo primogenito; e nuovi tumulti in Palermo ed in Puglia, che finalmente si quietano per la morte del Bonello e degli altri congiurati
CAPITOLO IV. Papa Alessandro III riconosciuto da tutti per vero Pontefice, morto l'Antipapa Vittore, ritorna in Roma; ed il Re Guglielmo, dopo aver sedati nuovi tumulti accaduti nel suo palazzo, se ne muore in Palermo l'anno 1166
CAPITOLO V. Leggi del Re Guglielmo I
LIBRO DECIMOTERZO
CAPITOLO I. Nozze del Re Guglielmo II con Giovanna figliuola d'Errico II Re d'Inghilterra. Sconfitta data dai Milanesi all'esercito dell'Imperador Federico; e pace indi conchiusa dal medesimo con Papa Alessandro III
§. I. Dominio del Mare Adriatico
§. II. I Veneziani sono stati Soggetti degli Imperadori d'Oriente e d'Occidente
CAPITOLO II. Spedizione de' Siciliani in Grecia: nozze tra Costanza ed Errico Re di Germania; e morte del Re Guglielmo e sue leggi
§. I. Leggi del Re Guglielmo II
CAPITOLO III. Della compilazione de' libri feudali; e loro Commentatori
§. I. Dell'uso ed autorità di questi libri nelle nostre province
§. II. Autori che illustrarono i libri feudali
§. III. Costituzioni imperiali attenenti a' Feudi e legge di Federico I
LIBRO DECIMOQUARTO
CAPITOLO I. Guglielmo III Re di Sicilia succede al padre Tancredi. L'Imperador Errico gli muove guerra, gli toglie il Regno e lo fa suo prigione
CAPITOLO II. L'Imperadrice Costanza prende il Governo del Regno. Sua morte; e fine del regal legnaggio de' Normanni
CAPITOLO III. Politia ecclesiastica di queste nostre province per tutto il duodecimo secolo, insino al Regno de' Svevi
§. I. Nuove collezioni de' canoni, e del decreto di Graziano
§. II. Elezione di Vescovi ed Abati
LIBRO DECIMOQUINTO
CAPITOLO I. Spedizione di Gualtieri Conte di Brena sopra il Reame di Sicilia per le pretensioni di sua moglie Albinia
§. I. Cuma distrutta, e la sua Chiesa unita a quella di Napoli
CAPITOLO II. Papa Innocenzio naviga in Sicilia: conchiude le nozze di Federico con Costanza figliuola d'Alfonso II Re d'Aragona; e difende il Regno dall'invasione d'Ottone IV Imperadore
CAPITOLO III. Il Re Federico vien eletto Imperadore da' Principi della Germania. Va in Alemagna, ed in Aquisgrana è coronato: ed Innocenzio intima un general Concilio in Laterano
CAPITOLO IV. Origine dell'Inquisizione contra gli Eretici; e morte di Papa Innocenzio III
LIBRO DECIMOSESTO
§. I. Delle fazioni Guelfe e Ghibelline
§. II. Della Corte capuana
CAPITOLO I. Prime origini delle discordie tra l'Imperadore Federico II, con Papa Onorio III
CAPITOLO II. Unione della Corona di Gerusalemme a quella di Sicilia
§. I. Trasmigrazione de' Saraceni di Sicilia in Lucera di Puglia, e de' Pagani
CAPITOLO III. Degli Studj generali istituiti da Federico in Napoli
CAPITOLO IV. De' Giureconsulti, che fiorirono fra noi a questi tempi
CAPITOLO V. Onorio III sollecita l'Imperador Federico per l'espedizione di Terra Santa, ma è prevenuto dalla morte
CAPITOLO VI. Spedizione di Federico per Terra Santa
CAPITOLO VII. Spedizione di Gregorio IX sopra il Regno di Puglia
CAPITOLO VIII. Delle Costituzioni del Regno
§. I. Dell'uso ed autorità di queste Costituzioni durante il Regno de' Svevi; e de' loro Spositori
LIBRO DECIMOSETTIMO
CAPITOLO I. Errico Re di Alemagna si ribella contro l'Imperadore Federico suo padre: vinto, s'umilia; e Federico move guerra a' Lombardi in Italia, al che s'oppone Papa Gregorio, da chi finalmente ne fu di nuovo scomunicato
CAPITOLO II. Si rompe aperta guerra tra Federico e Papa Gregorio, il quale in mille guise oltraggiato dall'Imperadore, se ne muore di dolor d'animo
CAPITOLO III. Sinibaldo Fieschi è eletto Pontefice sotto nome d'Innocenzio IV, il quale non meno, che il suo predecessore Gregorio, prosiegue con Federico la Guerra; ed intima il Concilio a Lione di Francia
§. I. Istoria del Concilio di Lione, e della deposizione di Federico
§. II. Infelice fine di Pietro delle Vigne
CAPITOLO IV. Federico prosiegue la guerra contra i Lombardi nell'istesso tempo, che Corrado suo figliuolo è travagliato in Alemagna da Errico di Turingia, e da Guglielmo Conte d'Olanda. Muore in Fiorentino, e gli succede Corrado
CAPITOLO V. Disposizione e novero delle province, delle quali ora si compone il Regno
§. I. Terra di Lavoro
§. II. Principato citra. §. III. Principato ultra
§. IV. Basilicata
§. V. Calabria citra. §. VI. Calabria ultra
§. VII. Terra di Bari. §. VIII. Terra di Otranto
§. IX. Capitanata
§. X. Contado di Molise
§. XI. Abruzzo ultra. §. XII. Abruzzo citra
CAPITOLO VI. Corti generali, e Fiere istituite da Federico in queste nostre province: suoi figliuoli, che rimasero; e suo testamento
Testamento di Federico II
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Il Regno di Guglielmo I non tanto per le forze d'esterior nemico, quanto per l'interne rivoluzioni dei suoi Baroni, fu tutto perturbato e sconvolto, e si rese memorabile più per le congiure e sedizioni contro la sua persona, e de' maggiori personaggi della sua Corte, che per guerre e battaglie. Cagione di tanti mali fu l'aver voluto questo Principe dispregiare le azioni dell'ottimo padre, e permettere che lo stato della Corte, con tanta industria da colui riformato in meglio, andasse in ruina, avendo egli que' personaggi, che Ruggiero avea tenuti per suoi famigliari, parte condennati in esilio, e parte imprigionati. Ma assai più che conveniva, avendo innalzato Majone di Bari a' primi onori del Regno, e fattolo suo Grand'Ammiraglio, pose anche in sua mano tutto il governo del Regno: e gli fu sì caro, che dove agli altri era cupo ed austero, a costui solo era aperto e trattabile: di che offesi i principali Baroni s'alienarono da lui in maniera, che gli posero sossopra il Regno, come di qui a poco diremo.
Egli, morto il padre, ancorchè poco men, che quattro anni avesse regnato in sua compagnia, fece tosto convocare tutti i Prelati e Baroni del Regno, e si fece di nuovo solennemente incoronare in Palermo nel giorno di Pasqua di quest'istesso anno 1154. E non guari dopo tanta celebrità, succederono le pompe e le feste per la nascita di Guglielmo suo secondo figliuolo, natogli in questo medesimo anno dalla Regina Margherita sua moglie, figliuola che fu di Garzia II Re di Navarra; poichè Ruggiero suo primogenito era nato già in vita dell'avolo[1]. Così nella Casa regale non v'erano altri Principi del sangue, che Ruggiero e Guglielmo II ancor lattanti. Costanza loro zia, postuma di Ruggiero, ancor era bambina. Tancredi e Guglielmo figliuoli di Ruggiero Duca di Puglia ancor giovanetti, erano per ragion di Stato tenuti carcerati e custoditi nel regal palazzo in Palermo: restò adunque solo Guglielmo in età di 34 anni, senz'appoggio di parenti al governo, non meno de' Regni di Puglia e di Sicilia, che dell'altre province e città della Grecia e dell'Affrica.
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Ed in cotal guisa terminarono questi successi, che variamente scritti da' moderni Istorici, e particolarmente da alcuni Siciliani, a' quali l'istesso Agostino Inveges da Palermo non potè prestar fede alcuna, aveano di mille favole riempiuto i lor volumi. Noi intorno a ciò non potevamo aver miglior testimonio, che Romualdo Arcivescovo di Salerno della regal schiatta de' Normanni, e Prelato di grande stima, il quale come Ambasciador del Re Guglielmo personalmente intervenne a tutto, e che nella sua Cronaca lo tramandò alla notizia de' posteri, al quale più che ad ogni altro Scrittore deve prestarsi indubitata fede.
Favola dunque è tutto ciò, che si narra d'esser Alessandro gito a Vinegia sotto mentito abito di peregrino, e quel ch'è più degno di riso, che quivi per molto tempo si fosse trattenuto, e nascosto con far il mestiere di cuoco. Favola parimente dee riputarsi ciò, che scrissero delle parole dette da Alessandro quando Federico fu ad inchinarsegli, e le risposte da costui date al medesimo. La pugna navale, che si figurò tra l'armata de' Vinegiani con quella finta di Federico, che non avea allora armata di mare, e quel ch'è più, di avervi preposto per capitano Ottone suo figliuolo, che secondo il Sigonio, non potea aver più che cinque anni, e mille altri sognati avvenimenti, infelicemente sostenuti da Cornelio Francipane in quella allegazione, che si vede ora impressa nel sesto tomo dell'opere del P. Paolo Servita.
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