Istoria civile del Regno di Napoli, v. 5
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Giannone Pietro. Istoria civile del Regno di Napoli, v. 5
LIBRO DECIMOTTAVO
CAPITOLO I. Corrado di Alemagna cala in Italia: giunge per l'Adriatico in Puglia, ed abbatte i Conti d'Aquino: Capua se gli rende, e Napoli vien presa per assalto e saccheggiata
§. I. Primo invito d'Innocenzio fatto al fratello del Re d'Inghilterra alla conquista del Regno
CAPITOLO II. Corrado insospettito di Manfredi lo spoglia d'ogni autorità e de' suoi Stati; avvelena il suo minor fratello Errico; ed egli poco da poi se ne muore da consimil morte; onde Manfredi assume di nuovo il Baliato del Regno
CAPITOLO III. Spedizione d'Innocenzio IV sopra il Regno
§. I. Innocenzio abbandona il Re d'Inghilterra, ed invita il fratello del Re di Francia alla conquista del Regno: se ne muore in Napoli, e svaniscono i suoi disegni
CAPITOLO IV. Spedizione d'Alessandro IV sopra il regno, e nuovi inviti fatti da lui al Conte di Provenza, ed al Re d'Inghilterra
LIBRO DECIMONONO
CAPITOLO I. Spedizione d'Urbano IV contro Manfredi; ed inviti fatti in Francia per la conquista del Regno
§. I. Invito d'Urbano fatto a Carlo d'Angiò per la conquista del Regno
CAPITOLO II. Spedizione di Clemente IV e conquiste di Carlo d'Angiò, da lui investito del Regno di Puglia e di Sicilia
§. I. Coronazione di Carlo in Roma
CAPITOLO III. Re Manfredi riceve con intrepidezza e valore il nemico: ferocemente si viene a battaglia, nella quale, tradito da' suoi, rimane infelicemente ucciso
CAPITOLO IV. Re Carlo entrato nel Regno comincia a reggerlo con crudeltà e rigori; onde il suo governo è abborrito, e gli animi si rivoltano, ed invitano alla conquista Corradino
§. I. Invito di Corradino in Italia; e mal successo della sua spedizione
§. II. Infelice morte del Re Corradino, in cui s'estinse il legnaggio de' Svevi
CAPITOLO V. Politia ecclesiastica dal decimoterzo secolo insino al Regno degli Angioini
§. I. Della compilazione delle decretali; e loro uso ed autorità
§. II. Elezione de' Vescovi, e provisione intorno a' beneficj
§. III. Della conoscenza nelle Cause
§. IV. Tribunale dell'Inquisizione
§. V. Monaci e beni temporali
LIBRO VENTESIMO
CAPITOLO I. Cagioni onde Napoli divenisse capo del Regno, e Sede regia
§. I. Edificj
§. II. Ristoramento degli Studj
CAPITOLO II. Carlo si rende tributario il Regno di Tunisi; e per la cessione di Maria figliuola del Principe d'Antiochia diviene Re di Gerusalemme
§. I. Carlo per la cessione di Maria figliuola del Principe d'Antiochia diviene Re di Gerusalemme
CAPITOLO III. Nuova Nobiltà franzese introdotta da Carlo I in Napoli; e nuovi Ordini di Cavalieri
§. I. Cavalieri armati da Carlo in Napoli
§. II. Particolari Ordini di Cavalleria
CAPITOLO IV. Seggi di Napoli riordinati ed illustrati da Carlo
§. I. Parlamenti generali cominciati a convocarsi in Napoli
CAPITOLO V. Divisione del Regno di Sicilia da quello di Puglia, per lo famoso Vespro Siciliano
CAPITOLO VI. Uffiziali della Corona divisi. Il Tribunale della Gran Corte stabilito in Napoli, e della Corte del Vicario
§. I. Del Tribunale della Gran Corte stabilito in Napoli
§. II. Della Corte del Vicario
CAPITOLO VII. Carlo Principe di Salerno governa il Regno come Vicario, mentre il padre è in Roma, e va poi a battersi in Bordeos con Pietro Re d'Aragona
CAPITOLO VIII. Prigionia del Principe di Salerno, e morte del Re Carlo suo padre
CAPITOLO IX. Delle nuove leggi introdotte da Carlo I e dagli altri Re angioini suoi successori, che chiamiamo Capitoli del Regno
§. I. Capitoli del Re Carlo I
§. II. Capitoli del Principe di Salerno promulgati in tempo del suo Vicariato, mentre Re Carlo suo padre era assente
§. III. Capitoli del Re Carlo II
§. IV. Capitoli del Re Roberto
§. V. Capitoli di Carlo Duca di Calabria Vicario del Regno
LIBRO VENTESIMOPRIMO
CAPITOLO I. De' Capitoli di Papa Onorio IV, e qual uso ed autorità ebbero nel Regno
Capitula Papae Honorii
CAPITOLO II. Negoziati fatti in Inghilterra, e ad Oleron in Bearn, per la scarcerazione del Principe Carlo; sua incoronazione e tregua fatta col Re Giacomo di Sicilia
CAPITOLO III. Coronazione di Carlo Martello in Re d'Ungheria. Pace conchiusa tra il Re Carlo, ed il Re d'Aragona; ed incoronazione di Federico in Re di Sicilia
CAPITOLO IV. Guerra rinovata in Sicilia. Morte di Carlo Martello Re d'Ungheria; e pace conchiusa col Re Federico
CAPITOLO V. Napoli amplificata da Carlo II e resa più magnifica per edificii, per lustro della sua Casa regale, e per altre opere di pietà illustri e memorabili, adoperate da lui non meno quivi, che nell'altre città del Regno
§. I. Della Chiesa di S. Niccolò di Bari
§. II. Della chiesa di S. Maria di Lucera
§. III. Della chiesa d'Altamura
CAPITOLO VI. Della Casa del Re: suo splendore e magnificenza; e de' suoi Uffiziali
§. I. Degli Ufficiali della Casa del Re
De' Grandi Ufficiali
De' Minori Ufficiali
§. II. Del Maestro della Cappella del Re, che ora chiamiamo Cappellano Maggiore
CAPITOLO VII. Delle Consuetudini della città di Napoli e di Bari, e d'alcune altre città del Regno
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Morto Federico, prese immantenente il governo di questi Regni Manfredi suo figliuolo, lasciato dal padre per l'assenza di Corrado, ch'era in Alemagna, Balio e Governadore de' medesimi con assoluto potere ed autorità. Manfredi fu un Principe, in cui s'univano tutte le doti e virtù paterne, e lo Scrittor Anonimo delle sue gesta, dice essere stato chiamato Manfredi, perch'egli era la mano e la mente di Federico. Egli nudrito nella Camera imperiale, e careggiato, e tenuto in pregio dal padre più degli altri figliuoli, crebbe colle medesime idee; ed avrebbe certamente emulato la gloria e la grandezza paterna, se la sorte l'avesse fatto nascere suo figliuol primogenito, e di legittimo matrimonio; ma preferendo l'ordine della successione Corrado primo nato, al quale fu conforme il paterno testamento, Federico non potè far altro, che ammetterlo alla successione in mancanza di Corrado, e d'Errico senza figliuoli, e durante l'assenza del primo, lo creò Balio in Italia e nel Regno di Sicilia.
Nel raccontar le vicende di questo Principe, e' suoi generosi fatti, mi valerò dell'Anonimo Scrittor contemporaneo, la di cui Cronaca si legge ora impressa ne' volumi dell'Ughello[1], e la autorità sua è riputata grandissima, non pure da Agostino Inveges, dal Tutini, e da altri più moderni Scrittori, ma anche da Oderico Rainaldo ne' suoi Ecclesiastici Annali. Narra adunque questo Scrittore, che gli andamenti, e le virtù di Manfredi furono cotanto conformi a quelle del padre, che ancorchè la morte de' Principi soglia negli Stati sovente esser cagione di gravissimi turbamenti, nulladimanco per la prudenza di Manfredi non fu veduto interrompimento alcuno, come se un medesimo spirito governasse: non si vide nè alla Corte, nè tra gli Ufficiali mutazione; ed avendo fatto gridare il nome del Re Corrado nel regno di Puglia, mandò Errico suo fratel minore a governar in sua vece la Sicilia e la Calabria[2], perchè i Siciliani e' Calabresi, veduta la regal persona di Errico, si contenessero nell'ubbidienza, e lo riputassero come l'istessa persona di Federico.
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XXV. Che debba tener pronti mille Cavalieri oltramontani, apparecchiati per Terra Santa o altro affare della fede.
Queste sono quelle convenzioni, delle quali spesso Marino di Caramanico, Andrea d'Isernia e gli altri nostri Scrittori fanno memoria, quando trattano de' pesi, che nell'investitura data a Carlo furono da Papa Clemente aggiunti.
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