Читать книгу Luna Calante - Ines Johnson - Страница 5
Capitolo Due
ОглавлениеLa sveglia di Rory suonò indicando l'arrivo di un nuovo giorno. Fuori dalla finestra del secondo piano, sentì gli usignoli cinguettare in coro. I grilli facevano vibrare le loro zampette posteriori in cerca di una compagna.
Con un solo occhio aperto, scrutò fuori dalla finestra per vedere la luna nel cielo. La presenza della divinità celeste influenzava gli istinti di base degli abitanti della terra. Rory allungò la mano e colpì ripetutamente la sveglia, finché il suo stridore cessò. Il rumore mise a tacere gli uccelli sul davanzale. Lo sfregamento dei grilli cessò mentre probabilmente si allontanavano.
Seguì il silenzio, ma i raggi luminosi della luna non si affievolirono. Nel profondo del suo cuore, Rory voleva maledire la Dea. Sapeva, però, che le sue maledizioni sarebbero cadute nel vuoto. La Dea non si preoccupava di ascoltare le sue preghiere da molti anni.
Rory si girò su un fianco e si alzò. Fece oscillare una gamba fuori dal letto. Poi, usando entrambe le mani, sollevò l'altra dal materasso e la portò sul pavimento. Con un sollevamento e una spinta, mise il suo grosso corpo in posizione verticale fino a stare in piedi. Mentre si alzava perse l’equilibrio, ma allungò la mano verso la parete laterale per stabilizzarsi.
Un'imprecazione gli sfuggì dalle labbra.
Fece un passo sulla gamba buona. Ma quella zoppa era rigida, e vacillò. Imperterrito, Rory fece un altro passo e ottenne lo stesso risultato. Allungò la mano per prendere il suo bastone. Appoggiando il peso su di esso, riuscì a raggiungere l’armadio.
Sbirciando all'interno, cercò il suo guardaroba quotidiano: jeans strappati e una maglietta. Si infilò l'ultima parte della sua uniforme, il grembiule, e se lo legò intorno alla vita. In meno di un'ora sarebbe stato coperto di sangue e budella.
Passando davanti allo specchio, si passò le mani tra i capelli spettinati. Nel frattempo, i suoi occhi cercavano di non soffermarsi troppo sul riflesso allo specchio. Non ci riuscirono.
Una bestia selvaggia lo fissava nel riflesso. I suoi occhi scuri erano resi ancora più neri dalle borse sotto di essi. I suoi capelli arruffati e lunghi non riuscivano comunque a coprire quell’immagine, anche se le lunghe ciocche ci provavano. Rory premette i palmi delle mani sulle guance dove cresceva la sua barba incolta nel tentativo di lisciarla, ma quella sfuggiva al tentativo, uscendo in ogni direzione. Rinunciò, allontanandosi dallo specchio e dirigendosi al piano di sotto.
Nel lavandino c'era un blocco di ghiaccio dove lingue grandi come i suoi piedi si erano scongelate durante il giorno mentre lui dormiva. Due carcasse fresche erano state consegnate e appese al centro della sua area di lavoro. Rory prese la sega e iniziò a lavorare sui quarti posteriori della carcassa.
Quel manzo era stato ben allevato, ben nutrito e ben curato dalla prima all'ultima sua ora. Rory avrebbe onorato una creatura così ben fatta mentre la tagliava a pezzi.
Il suono della carne e dei tendini che venivano strappati riempì la stanza. Il rumore del metallo che colpiva le ossa gli ronzava nelle orecchie; era il suo suono preferito. Rory separò i quarti posteriori dai fianchi, dalle costole e dagli stinchi. Ben presto, il primo manzo fu smembrato e messo nel banco all’entrata del negozio.
Tornando nel retrobottega, prese una lama da quindici centimetri e cominciò a lavorare per tagliare i filetti per i suoi clienti. Fece scivolare la lama lungo la parte larga della carne, tirando il tessuto e tagliando lungo la venatura.
Le piccole cicatrici e i cheloidi che aveva su tutte le mani e le dita si flettevano e sembravano avvicinarsi mentre lavorava. Le ferite e le cicatrici da battaglia erano il risultato di anni di caccia e macellazione. Aveva imparato tutto quello che sapeva da suo padre; l'arte della caccia e la sua abilità con la lama. Il talento era nella linea di sangue dei Garcia. Anche se l'abilità aveva decisamente saltato alcuni membri della sua famiglia.
Rory si scosse. Non passava un giorno senza che pensasse a suo fratello, la ragione per cui era ridotto così in quel momento. Cioè solo, nel retro di una macelleria, con un piede maciullato. Non era più fuori nei boschi, ad annusare una preda da portare a casa per nutrire il corpo caldo della donna che amava. Infilò il coltello in profondità nella carcassa e sentì un rantolo acuto.
Si voltò per vedere Shelly, la sua assistente al banco nella macelleria. I capelli lisci le scivolavano lungo i lati del viso rotondo. Aveva le sembianze di un gufo: occhi grandi, naso lungo e una bocca minuscola con labbra così sottili da sembrare una sola linea. Shelly aveva anche l'abitudine di vestirsi con dei volant che ricordavano a Rory le piume di un uccello. Si spaventava facilmente e, quando il suo corpo tremava, sembrava che avesse le piume arruffate.
"Sì?" chiese Rory.
Sapeva che il suo tono era burbero, ma sapeva anche che Shelly aveva un debole per lui. Manteneva un atteggiamento acido per scoraggiarla. Non era difficile; i suoi giorni erano tutti amari dall'incidente che lo aveva lasciato mezzo uomo.
Quando Shelly non rispose, si voltò di nuovo verso di lei. Guardando più da vicino la donna, si accigliò. C'erano macchie rosse sul suo viso e occhiaie intorno agli occhi.
"Sei stata coinvolta in una rissa?" chiese.
"No." Il suo tono era indignato, ma poi le sue labbra sottili si incurvarono in quello che Rory immaginò fosse un sorriso. "Mi sono rifatta il trucco. Un po' di fard sulle guance per darmi una sana luminosità e l'eyeliner per far risaltare i miei occhi. Ti piace?"
"Sembra che ti sia trovata nel bel mezzo di una scazzottata," le rispose. "E che tu abbia avuto la peggio."
Shelly si infastidì. Le sue guance si afflosciarono e la sua bocca si spalancò, il che riportò il suo aspetto a quello che sembrava avere normalmente.
Rory si voltò verso la carcassa fresca e preparò la sua lama. "Qualche ordine speciale?"
Shelly tirò fuori il blocco che usava per prendere gli ordini al bancone. La maggior parte dei macellai stavano nel davanti del locale per offrire un miglior servizio al cliente. Erano lì per rispondere alle loro domande e dare suggerimenti.
Rory non aveva la pazienza o il contegno per farlo. Nemmeno prima che l'incidente avesse rallentato i suoi movimenti e smorzato il suo spirito. Preferiva tagliare la carne, caricare le casse con i tagli preferiti e prendere le richieste per qualsiasi altra cosa.
La maggior parte dei suoi clienti ordinava tagli di costata, straccetti e filetti. C'era sempre richiesta di filet mignon. Ma alcuni clienti erano un po' smaliziati, andando controcorrente e offrendo a Rory la possibilità di flettere la sua mannaia ordinando un particolare taglio del collo, una lombata e uno spinacino.
"June Collinson ti chiede di "denudare" completamente i suoi tagli." Il tono di Shelly diventava più scontroso a ogni ordinazione. “Clary Bignam ti chiede di "lasciare l'osso" nella sua carne. Tracy Alman chiede che leghi il suo ordine di carne 'molto stretto'."
Rory si mise al lavoro per soddisfare le richieste. Non prestò attenzione alle strambe osservazioni. Non era stupido. Sapeva che quelle donne - lupe, umane e fae - erano tutte interessate a dargli un morso. Le donne gli erano sempre andate dietro. Era un lupo alfa, dopo tutto.
Solo che non gli interessava più essere preso.
C'era solo una donna a cui aveva dato la caccia. Solo una donna a cui aveva voluto offrire la sua carne. L'aveva avuta tra i suoi artigli, ma dopo essere stato ferito, lei lo aveva respinto. Quello gli aveva fatto più male della ferita al piede.
Rory non poteva nemmeno vantarsi di essere stato ferito da un orso o da un leone di montagna mentre era a caccia. Sebbene quello avesse fatto al momento dell'incidente, la bestia che lo aveva abbattuto era stato il suo debole e vile imbecille fratellino.
Rory guardò la carcassa che stava affettando per scoprire che aveva rovinato il taglio. Sospirò. Almeno era meglio che tagliare un pezzo di Jordan. Leggermente meglio.
Alzò lo sguardo al suono del trambusto del pomeriggio. Le donne umane erano in fila, appena uscite dal loro lavoro giornaliero e venute al negozio per l'ingrediente principale dei loro pasti serali.
La maggior parte delle donne non stava guardando i tagli proposti. Le loro teste erano piegate verso il retro per dare un'occhiata a lui. A parte gli sguardi, sapeva che l'idea della sua ferita non faceva che suscitare il loro interesse. A molte di esse piaceva credere che sarebbero state loro ad avere il tocco giusto per guarire l'animale ferito che era in lui.
Rory non era ferito. Rory era ferino. E così non prestava attenzione agli occhi desiderosi, truccati e carichi di mascara che lo cercavano. Come ogni lupo respinto, il suo cuore era rimasto con la donna che sapeva essere la sua unica vera compagna.
E così si rimise al lavoro, ignorando il dolore al piede e quello al cuore. Il campanello sopra la porta suonò di nuovo. Non fu lo squillo a catturare l'attenzione di Rory, ma la richiesta che risuonò un attimo dopo.
"Mi dispiace, signora, ma non può andare là dietro."
Rory sentì la voce di Shelly avvicinarsi, stridente come al solito. Alzò lo sguardo e notò che sembrava essere più alta perché lei era avvicinata maggiormente a lui .
Shelly cercò di riparare il suo piccolo corpo quando un'altra donna le girò attorno. Quella donna sembrava più vecchia. Ma probabilmente non era così vecchia come appariva. Il modo in cui si vestiva, il modo in cui si atteggiava, la faceva sembrare così. Era una di quelle donne che sembrava non curarsi del suo aspetto e che si vestiva per nascondere la sua sensualità. Una di quelle intellettuali che pensavano che il cervello fosse più importante della bellezza.
"Scusami," disse la donna.
Rory sapeva che stava parlando con lui. Non era interessato a qualsiasi cosa lei stesse vendendo. Sapeva che il modo migliore per liberarsi dei visitatori indesiderati era semplicemente ignorarli.
"Scusami," ripeté lei. "Sei Rory?"
Rory tenne la testa bassa. Tagliò la carne, grossolanamente, in modo che il sangue schizzasse. Ma quella donna non dedico neanche uno sguardo alle interiora sparse.
"Se vuole ordinare qualcosa, parli con me." Shelly cercò di intromettersi tra Rory e quella nuova donna. "Solo io parlo con lui."
"Non sono qui per la carne. Mi chiamo Rhetta. Sono la fidanzata di tuo fratello."
La mano di Rory era stata pronta a colpire la carcassa. Invece, il suo sguardo si alzò per incontrare quello della donna e il suo coltello si schiantò a terra.