Читать книгу Luna Calante - Ines Johnson - Страница 6
Capitolo Tre
ОглавлениеRhetta aveva vissuto tutta la vita nella Valle di Sonora. Andava spesso in città per curare e addestrare i cani della comunità di umani che viveva lì, prima che arrivasse un veterinario in città. I mutaforma non sentivano il bisogno di portare gli animali selvatici nelle loro case come animali domestici. Gli unici animali che entravano in casa finivano in cucina e venivano cotti con qualche condimento.
Gli umani si erano fatti strada nella Valle di Sonora negli ultimi anni. Portavano con sé animali al guinzaglio e avevano bisogno di aiuto per la cura dei loro animali domestici. Quando Jordan Garcia aveva aperto la sua clinica veterinaria due anni prima, Rhetta aveva iniziato a lavorare con lui durante il giorno come consulente. E poi, man mano che si erano conosciuti meglio, lei aveva iniziato a frequentarlo di notte sulla base di un interesse più personale.
La macelleria esisteva da poco di più. Dato che quello era stato un paese di lupi per così tanto tempo, non c'era stato nemmeno bisogno di un macellaio. Almeno fino a quando gli umani si erano trasferiti e avevano avuto bisogno di aiuto per selezionare i tagli scelti delle loro carni.
Rhetta era passata davanti alla macelleria molte volte, ma essendo cresciuta in una fattoria, non aveva avuto occasione di entrarci. Soprattutto non quando aveva visto tutte le donne umane, vestite come se stessero andando a una Festa della Luna a fine giornata, in fila fuori dalla porta. In quel momento, all'interno del negozio per la prima volta, ne capiva il motivo.
Attraverso il divisorio di vetro che separava i clienti dalle carcasse di carne, Rhetta vide lo spettacolo assoluto di un lupo maschio con un coltello da macellaio in mano. Quel maschio era impressionante, doveva ammetterlo. Ma non di suo gusto.
I suoi lineamenti erano troppo marcati. Le labbra gli donavano un’espressione crudele che, anche mentre lavorava, sembrava gravitare naturalmente verso un sorrisetto compiaciuto. Come se sapesse che le donne lo stavano guardando. Come se sapesse di avere la loro attenzione, ma non si degnasse di darne loro in cambio.
Bastardo presuntuoso.
Rhetta non riusciva a sopportare uomini del genere. Non la stupiva che Jordan non le avesse mai parlato di suo fratello. Chiaramente, se ne vergognava.
Il caro defunto marito di Rhetta era stato un bell'uomo. Aveva attirato l'attenzione di molte donne, ma aveva avuto occhi solo per una. Sfortunatamente, quella donna non era stata Rhetta.
Ma Moriah, l'amore della vita di suo marito, che lo aveva respinto. Dal canto suo, Moriah aveva fatto il suo interesse e si era sistemata con l'uomo più ricco della città. Rhetta si era trovata a prendere Charles dopo tutto quello. Lui le aveva chiesto la mano quando aveva capito che non poteva vivere senza di lei, ma non l'aveva mai guardata come aveva fatto con Moriah.
Charles era morto con il nome di Moriah sulle labbra. Rhetta non si lamentava di quel fatto. Sapeva, all’epoca, cosa stava facendo sposando un uomo che non l'avrebbe mai amata quanto lei aveva amato lui. Ma in quel momento era stata la sua unica opzione.
Era stata di fronte a tutti i lupi della valle e nessuno di loro si era avvicinato a lei come avrebbe fatto un compagno predestinato. Così aveva fatto la cosa più pratica, sposando qualcuno che forse non l'amava, ma che sicuramente aveva bisogno di lei. Proprio come stava facendo in quel momento con Jordan.
La sua attenzione tornò al fratello di Jordan. Beh, non c'era momento migliore del presente per finire quello che aveva iniziato. Doveva essere a casa in poche ore per dare la notizia alla sua famiglia.
Era stata lontana da casa tutto il giorno cercando di trovare il modo migliore per dire loro che era fidanzata. Sapeva che non sarebbero stati entusiasti delle nozze imminenti. Così come sapeva che anche il fratello di Jordan non lo sarebbe stato. Ma Rhetta aveva preferito fare pratica prima su di lui, poi sul branco di lupi che l'aspettava sulla soglia di casa sua.
Mentre tornava ad avvicinarsi alla porta da cui intravedeva l'alfa, fu fermata da una piccola donna.
"Sono qui per vedere il signor Garcia," disse Rhetta mentre aggirava la donna.
A quanto pareva, la donna compensava con la rapidità ciò che le mancava in altezza. Rapidamente aggirò Rhetta mettendo il suo corpo tra di lei e l'uomo in questione.
"Dovete ordinare dal menu," le disse.
Rhetta la guardò senza attenzione. Guardò sopra la sua spalla le donne in fila. Tutti i loro occhi erano puntati sul macellaio. Rhetta spostò di nuovo lo sguardo verso la piccola donna simile a un uccello che le sbarrava la strada. Poi si concentrò sul macellaio in fondo che le ignorava tutte.
Un normale lupo maschio, un lupo maschio non accoppiato, si sarebbe pavoneggiato di fronte a tanta attenzione. Dal momento che il macellaio rimaneva impassibile, Rhetta pensò che probabilmente fosse già accoppiato. Poteva esserlo con quella donna civetta appollaiata sotto di lei. Anche se i lupi si accoppiavano per la vita, sia i maschi che le femmine potevano comunque provare gelosia. Rhetta aveva i suoi genitori come esempio.
"Non devo fare un’ordinazione," disse Rhetta. "Ho degli affari da sbrigare con il signor Garcia."
"Allora può riferire i suoi affari a me. Sono la sua assistente."
La donna disse la parola ‘assistente’ come se avesse una certa importanza. Rhetta notò che la donna non disse la parola compagna. Rhetta poteva dire che quella donna non significasse nulla per quell'uomo. Proprio come poteva dire che nessuna delle donne in fila, desiderose di un briciolo della sua attenzione, significassero qualcosa per lui. Le dispiaceva per la ragazza, ma aveva una promessa da mantenere.
Rhetta fece un altro passo intorno alla ragazza e rientrò nella stanza.
"Non può farlo," insistette l'assistente. "Se vuole ordinare qualcosa parli con me. Solo io parlo con lui."
L'uomo incise l’animale, schizzando sangue sul grembiule. Un po' finì a terra vicino alle scarpe di Rhetta. Il fratello di Jordan alzò lo sguardo dalla carcassa. Alzò un sopracciglio come se pensasse che lei sarebbe stata schizzinosa. Aveva ben altro da fare. Lei diede un'occhiata alla carcassa. Aveva visto ben di peggio che l'interno del corpo di un animale.
"Sei Rory?" chiese.
Lui non rispose. Alzò ancora di più quel sopracciglio.
Rhetta trattenne il proprio ghigno. Non era lì per farsi nemico quell'uomo. Voleva convincerlo a venire al matrimonio, come il suo futuro marito sperava che potesse fare. Così, si avvicinò all'uomo e gli tese la mano, sapendo chiaramente che se lui le avesse offerto la sua, sarebbe stata insanguinata.
Sembrava uno scambio equo, dato che presto sarebbero stati una famiglia. Inoltre, Rhetta era cresciuta in una fattoria. Era stata immersa nelle budella fino agli occhi.
"Mi chiamo Rhetta. Sono la fidanzata di tuo fratello."
Lui le guardò la mano come se fosse un serpente pronto a morderlo. "Mi stai dicendo che mio fratello ha una fidanzata?" Il coltello sbatté a terra come per sottolineare la fine della sua frase.
"Te l'ho appena detto,” disse Rhetta. "È quello che sono."
Lui scoppiò a ridere, ma fu qualcosa di sinistro. Prese una mannaia. "Mio fratello ha una fidanzata." Zac. "Questo è fantastico.” Zac.
"Senti, possiamo andare da qualche parte a parlare?"
Lui alzò lo sguardo verso di lei. I suoi occhi la trafissero fino all'anima. Per la prima volta da quando era entrata nel negozio, Rhetta decise che sarebbe stato meglio fare un passo indietro.
"Parlare?" Zac. "Di cosa dobbiamo parlare?" Zac. "Forse vuoi parlare del fatto che mio fratello è il motivo per cui ora sono un mezzo uomo?"
Rhetta lo guardò dall'alto in basso. Non aveva idea di cosa volesse dire. Sembrava un uomo tutto intero, più che sufficiente per chiunque. La sua voce era profonda, più simile al ringhio di un lupo quando fiuta la preda e si prepara a colpire.
Rhetta sapeva che avrebbe dovuto essere intimorita, ma non lo era. Era stata cresciuta da due alfa. Entrambi i suoi genitori avevano quel tratto e, alla fine, era sua madre che avrebbe potuto torcere la gola di suo padre con un semplice tocco dei suoi artigli.
"Ho una gamba sola," ringhiò Rory, facendo il giro del tavolo. Il peso del suo corpo favoriva pesantemente un lato.
Rhetta non poté fare a meno di guardare il corpo slanciato e magro del maschio che aveva di fronte. Era per lo più coperto dal grembiule con parti di stoffa bianca tra le macchie di sangue. In fondo al grembiule, vide due gambe. Anche se una sembrava più rigida dell'altra. Poi lui prese il suo bastone.
Jordan non aveva parlato di una ferita. Anche se, guardando l'omone camminare verso di lei con una leggera zoppia, Rhetta non si sentì come se fosse in presenza di un animale ferito. Le sembrava di essere in presenza di una bestia in gabbia pronta a liberarsi. Voleva fare un altro passo indietro.
Invece, mantenne la posizione. Gli animali selvatici e i lupi maschi possono sentire l'odore della paura. Una volta che l'odore si deposita sulla loro lingua, non ti guardano più se non come una preda.
"O forse vuoi parlare del fatto che è colpa di mio fratello se ho perso la mia fidanzata?"
Anche se la sua voce era profonda e stridente di rabbia, Rhetta vi sentiva del dolore. Le ricordava un cane maltrattato dal suo stesso padrone. Tutto ciò di cui il cane aveva bisogno era una mano ferma e sicura che lo guidasse e lo riportasse a una parvenza di civiltà. La mano di Rhetta si strinse e si rilasciò davanti a lei, ma non la allungò verso l’uomo.
"No, non mi ha detto niente di tutto questo,” gli spiegò. "Mi ha solo chiesto di venire da te e..."
"Perché aveva paura di farlo da solo,” sputò Rory.
"Vuole che tu venga al matrimonio."
Un'altra di quelle risate cupe venne dal suo petto enorme. "Mio fratello, che ha entrambe le gambe e ora ha una fidanzata tutta sua, mentre io non ne ho più una, vuole che partecipi al suo matrimonio?" Quegli occhi grandi la bloccarono ancora una volta. "Questa è una barzelletta. Perché non stai ridendo?"
"Perché non lo trovo divertente. Senti, non so cosa sia successo tra voi due..."
Rory si girò; così velocemente che Rhetta dimenticò che fosse ferito. "Ho perso la gamba! Ho perso la mia fidanzata. Jordan ha la sua gamba. Jordan ha una fidanzata. E tu vuoi che venga al matrimonio di mio fratello che ha due gambe per vederlo sposare la sua fidanzata che non lo ha respinto?"
"Sì, esatto."
"Shelly."
"Sì, Rory?" chiese l'assistente simile a un pennuto.
La donna si dispiegò dall'ombra. Rhetta aveva dimenticato che fosse lì. Dall'altra parte del divisorio, gli occhi di ogni cliente erano fissi sul fondo della stanza.
"Shelly, vai a prendermi la mannaia di mio padre,” disse Rory. "Mi taglierò la gola."
"No, Rory," gemette Shelly. "Non lo farò."
"Non lo farà." Rory ridacchiò mentre la guardava. Poi rivolse di nuovo la sua attenzione a Rhetta. "Mio fratello si prende la mia vita. La sua fidanzata viene a sbattermelo in faccia. E la mia assistente non vuole concedermi la morte."
"Sai," disse Rhetta. "Non sono venuta per farti arrabbiare. Forse dovrei tornare un'altra volta."
"Sai cosa è successo?" Usò la mano libera mano per indicarsi la gamba ferita.
Rhetta si accigliò guardandogli il piede. Non riusciva a vedere la ferita. Sembravano una gamba e un piede normali, coperti da pantaloni e scarpe.
"Sono andato a caccia con mio padre da quando ho imparato camminare. Ho imparato a seguire le tracce e a scuoiare un cervo prima di raggiungere la pubertà. Jordan è figlio suo, ma di un secondo accoppiamento. Nostro padre è morto quando Jordan era ancora piccolo. Ma ho deciso di essere un buon fratello maggiore e insegnargli essere un uomo."
Rory rise. Il suono fece nascere un brivido tra le scapole di Rhetta.
"Jordan odiava la caccia," continuò Rory. "Odia l'aria aperta. Brandisce un coltello solo se è in un ambiente sterile e l'animale è sul suo tavolo operatorio. Quando uccide, lo fa con le medicine e non con i suoi artigli nudi."
"Non ha artigli," disse Rhetta. "Non è un lupo."
"Pensi che sia una scusa?" urlò Rory. "Ogni uomo dovrebbe essere in grado di cacciare e provvedere alla propria famiglia. Ma lui faceva schifo a seguire le tracce. Ogni ramo su cui saltava si spezzava. Così, gli ho dato il compito più semplice della nostra battuta: piazzare la trappola. Ma non è riuscito a fare nemmeno quello."
La temperatura nella stanza sembrò abbassarsi e un brivido scivolò lungo la schiena di Rhetta.
"Qualcosa nel bosco lo ha spaventato,” disse Rory. "Sono andato da lui, per assicurarmi che stesse bene, e ho messo il piede nella trappola."
"Oh, mio Dio," disse Rhetta. "Mi dispiace tanto. Ma devi capire che non l'ha fatto apposta."
"Non importa," disse Rory. “È fatta. E ora non ho più una vita. Jordan mi ha tolto la vita. C'è cattivo sangue tra di noi. Il mio sangue."
Rory si voltò e si diresse verso un corridoio. Chiudendo di fatto la conversazione. Peccato per lui che non conoscesse affatto Rhetta. La conversazione non sarebbe finita finché lei non avesse deciso che lo era. Lo seguì su per le scale.