Читать книгу Personale Sanitario In Tempi Di Pandemia. Una Prospettiva Psicologica. - Juan Moisés De La Serna - Страница 9
CAPITOLO 1. CONTESTUALIZZANDO
L’evoluzione della pandemia
ОглавлениеSebbene i fatti siano recenti e non consentano di analizzare le informazioni in una certa prospettiva, la seguente è una piccola sequenza di date e informazioni relativi all’attuale pandemia, con particolare attenzione alle informazioni sul personale sanitario, prima in generale e poi specificamente in Spagna.
Pertanto, è necessario sottolineare che il nuovo coronavirus del 2019 (n-CoV) com’era inizialmente chiamato, noto anche come “virus cinese” o “virus di Wuhan”, che è il nome della provincia Cinese dove è iniziato il contagio, oggi ha cambiato il suo nome ufficiale in COVID-19, secondo quanto dichiarato dell’OMS il giorno 11 febbraio 2020.
Sebbene il primo caso ufficiale di COVID-19 sia stato segnalato in Cina alla fine di dicembre, alcune indagini indicano che in precedenza c’erano stati vari casi che non erano stati segnalati all’O.M.S. Inoltre, molte sono state le critiche nei confornti di questa Organizzazione, che ha reso pubblica la pandemia solo l‘11 marzo 2020, quando c’erano già più di 1.000.000 di persone contagiate nel mondo (@radio_angelica, 2020) (vedi Illustrazione 7).
Foto 7 Tweet Annuncio della Pandemia
Foto 7 Dal primo caso ufficiale di coronavirus nel dicembre 2019 alla dichiarazione dell’OMS, quando si era già abbondantemente superato il milione di contagiati nel mondo, il nuovo SARS-COV-2 ha messo in ginocchio l’intero sistema sanitario mondiale.
radioangelica.com/noticias/coron…
Un virus, sconosciuto fino ad allora, che si stava gradualmente diffondendo, ma della cui gravità era a conoscenza solo il personale sanitario; in tal modo la popolazione, fino a quando non ha visto le misure adottate dai diversi governi, era “tranquilla”, confidando nelle capacità di reazione del proprio sistema sanitario.
Forse la misura più “drastica” e impopolare adottata gradualmente dalla maggior parte dei paesi del mondo e imposta alle persone per la paura del contagio è stata quella del confinamento in casa dell’individuo, che ha costretto la popolazione a non uscire o a farlo solo per giustificati motivi, in quanto non è tollerabile rimanere detenuti nella propria abitazione o essere puniti con un’ingente multa se si è costretti a uscire. Una pratica di confinamento che ebbe inizio in Cina e con gran stupore del mondo intero, quando la gran parte della popolazione della provincia di Hubei, dove si trova Wuhan, la città dove si verificò l’epidemia, fu in pratica reclusa nelle proprie abitazioni.
Una reclusione forzata che ha poi coinvolto milioni di persone con una decisione presa in una sola notte, qualcosa che fino ad allora sarebbe stato ritenuto impossibile a causa dell’ingente numero di cittadini coinvolti, e che tuttavia è stata applicata il 24 gennaio 2020 (@shildalys, 2020) ( vedere l’illustrazione 8).
Foto 8 Tweet riguardo la quarantena in Cina.
Foto 8 #Coronavirus 24 gennaio 2020, la #Cina mette in quarantena 8 città della provincia di Hubei, confinando nelle proprie case circa 35 milioni di liberi cittadini. Al momento in cui sto scrivendo in Cina si contano 26 pazienti contagiati dal 2019 n-COV. In tutti gli Stati Uniti 63 non ancora confermati.
Una misura controversa perché limita e non rispetta i diritti individuali del movimento e persino del lavoro, ma che è necessario adottare in tempi di crisi sanitaria se si pensa al bene collettivo, ai fini di operare un freno alla diffusione del contagio tra i cittadini.
Questo aspetto non è stato sempre compreso dalla popolazione reclusa, quindi i governi hanno investito milioni in campagne pubblicitarie attraverso i media e i social network per “modificare” la visione di questa misura restrittiva, e farla elaborare dalla popolazione come necessaria sulla base del pericolo che si sta vivendo..
Su modello della decisione adottata dalla Cina e in seguito al numero crescente di casi di cittadini contagiati, l’Italia ha attuato poi le stesse misure restrittive in termini di possibilità di movimento in alcune delle regioni settentrionali, una decisione adottata il 7 di Marzo 2020, per poi estendere la quarantena all’intero Stato.al fine di prevenire gli effetti letali del contagio da COVID-19. Ma poi ogni Stato del mondo ha adottato misure simili, optando in ogni caso per la chiusura parziale o totale delle attività non essenziali, o chiudendo letteralmente il territorio per impedire agli stranieri “infetti” di diffondere la malattia nel proprio territorio. (@Renzo_Utili, 2020) (vedi Figura 9).
Nel caso specifico della Spagna, il primo contagio si è verificato il 31 gennaio 2020 per contagio da cittadino straniero.
Foto 9 Tweet riguardo la quarantena in Italia
Foto 9 ITALIA In base alla rigida quarantena che ha tenuto chiuso in casa 16 milioni di persone, nessuno poteva entrare o uscire se non per motivi urgenti. Ecco la mappa.
Una situazione che ha richiesto al governo di adottare misure non appena il numero di contagiati e deceduti è aumentato, tanto che la Spagna è diventata una delle principali fonti di contagio dopo Cina e Italia.
Ciò dal 14 marzo, quando fu decretato lo stato di emergenza e con esso il confinamento della maggior parte della popolazione nelle loro case, ma esonerando da questa misura il personale essenziale, compresi gli organi e le forze di sicurezza, quelli coinvolti nella fornitura o la pulizia della città e, naturalmente, il personale sanitario.
Foto 10. Evoluzione della curva in Spagna
Diverse misure adottate come il confinamento sono risultate utili per rallentare l’evoluzione della malattia in termini di numero di nuovi contagi, permettendo anche a molti paesi di prevenire il collasso del sistema sanitario (Carlos III Health Institute, 2020) (vedi Figura 10). Tutta gente che vedeva come le proprie famiglie dovevano rimanere confinate a casa mentre loro erano costretti ad andare a lavorare tutti i giorni in luoghi dove non era sicuro che non potessero infettarsi e quindi esporre al virus anche i propri cari. Diverse misure adottate come il confinamento sono risultate utili per rallentare l’evoluzione della malattia in termini di numero di nuovi contagi, permettendo anche a molti paesi di prevenire il collasso del sistema sanitario (Carlos III Health Institute, 2020) (vedi Figura 10).
Per esemplificare questa realtà vissuta dagli operatori sanitari nella lotta contro le conseguenze del COVID-19, di seguito trascrivo un documento inestimabile dal mio punto di vista, dal momento che è la testimonianza diretta di un professionista che “ha combattuto in questa guerra”, per usare le sue parole, e che ha annotato giorno per giorno il modo in cui gli operatori sanitari hanno dovuto affrontare questa pandemia.
Un testo scritto da Juan Abarca Cidon, dottore in Medicina e Chirurgia presso l’Università di San Pablo-CEU, che attualmente ricopre il ruolo di direttore degli ospedali HM, oltre ad essere il presidente della Fondazione IDIS (Institute for Development and Integration of Health ) e vice presidente dell’Associazione spagnola di diritto sanitario. Inoltre egli che è stato anche membro della commissione permanente del Consiglio consultivo del Ministero della salute per sette anni.
Pertanto, giorno per giorno ha postato e condiviso questa esperienza attraverso i social network per pubblicizzare la realtà della lotta degli operatori sanitari attraverso la sua esperienza diretta..
Un documento che condivido con l’autorizzazione dell’autore e che riflette l’evoluzione della pandemia e i suoi effetti sia sui pazienti che tra gli operatori sanitari.
Qui di seguito alcuni estratti di questi post che giudico i più rappresentativi e ordinati per data, così come li ha postatii il dottor Juan Cidon (Abarca Cidon, 2020g, 2020c, 2020j, 2020l, 2020k, 2020b, 2020m, 2020a, 2020i, 2020d, 2020h, 2020e, 2020f)
Foto 11 LinkedIn Rapporto di guerra contro il coronavirus in HM a Madrid 11 marzo del 2020
Foto 12 LinkedIn Rapporto di guerra contro il coronavirus en HM Ospedali 12 marzo
Foto 13 LinkedIn Buongiorno nel giorno di domenica 15 marzo
Foto 14 LinkedIn Un giorno di guerra contro il CV in HM. Probabilmente il giorno 17-03….
Foto 15 LinkedIn Buongiorno. Continuiamo il rapporto di guerra contro il CV in HM Ospedali
Foto 16 LinkedIn Rapporto di guerra contro il CV di lunedì 23-03
Foto 17 LinkedIn Rapporto di guerra contro il CV del 25 marzo in HM Ospedali
Foto 18 LinkedIn Rapporto di guerra contro il CV del 27-03
Foto 19 LinkedIn Rapporto di guerra contro il CV da HM Ospedali del 1-0
Foto 20 LinkedIn Rapporto di guerra contro il CV del 07-04 in HM Ospedali
Foto 21 LinkedIn Rapporto di guerra contro il CV in HM Ospedali del 12-04
Foto 22 LinkedIn Rapporto di guerra da HM Ospedali contro il CV del 13-04
Foto 23 LinkedIn Rapporto di guerra contro il CV in HM Ospedali del 16-04
Foto 11 LinkedIn Rapporto di guerra contro il coronavirus in HM di Madrid il giorno 11 marzo del 2020
Traduzione: Ingresso confermato di 25 pazienti, 3 in Terapia Intensiva, altri 30 da confermare. Decine di urgenze con sintomi compatibili. Cominciano a diminuire le attiva programmatiche e i test diagnostici e riprogrammiamo gli interventi chirurgici per fare spazio ai malati che stanno per arrivare.
Professionale ausiliario massimo 20. C’è il rischio che saremo costretti ad approvvigionarci di materiale protettivo per il personale sanitario. Ma il personale intero…è meraviglioso…la sua professionalità e capacità…Serve qualsiasi cosa. Sono proprio questi momenti in cui ci rendiamo conto dell’importanza del nostro lavoro, perché per primo viene il paziente e la gente che è atterrita. Bisogna fare attenzione ed essere scrupolosi con le misure restrittive. Andiamo.
Foto 12 LinkedIn Rapporto di guerra contro il CV negli Ospedali HM 12 marzo.
Traduzione: Siamo andati a letto a Madrid con 38 casi risultati positivi, 4 in gravi condizioni e qualche dozzina ancora da confermare. L’attività ambulante si è ridotta della metà tra noi quanto tra gli altri gruppi ospedalieri, siamo stati costretti a ridurre anche gli interventi chirurgici già programmati per fare spazio ai nuovi ammalati (chi ha detto che diamo la priorità al denaro?) Siamo molto preoccupati per il materiale sanitario di protezione per il personale che abbiamo per la cui soluzione siamo in contatto con la Comunità di Madrid. Al di là della ideologia un plauso al Counseling per la sua capacità di coordinazione e di guida per tutto ciò che sta accadendo. Abbiamo comprato 15 respiratori per i malati più gravi. Negli altri territori continua a farsi carico la Sanità Pubblica e i Servizi Pubblici, ma la pressione continua a salire e di sicuro nei prossimi giorni ci sarà bisogno del nostro aiuto. Siamo pronti. Il nostro personale specializzato si sta adoperando con encomiabile impegno poiché è per noi molto importante prenderci cura della nostra gente.
Siamo dei privilegiati se potremo essere d’aiuto. Non abbiamo paura ma bisogna andarci cauti e seguire tutte le raccomandazioni. Ci sta crollando il mondo addosso.
Andiamo.
Foto 13 LinkedIn Buongiorno di domenica 15 marzo
Traduzione: Il Buongiorno di domenica 15 marzo. La giornata di ieri in HM a Madrid è terminata con l’ingresso di altri 80 pazienti in modalità di sicurezza, e molti stavano davvero male. Rimaniamo in attesa di eventuali altri pazienti, disposti ad accoglierli al 100%.
Cominciano ad arrivare a Madrid anche pazienti della periferia. Se ce ne sarà bisogno, siamo disposti ad accogliere anche quelli. Molte grazie per i vostri messaggi di supporto per il nostro personale che, senza perdere la forza e il sorriso, consapevoli della gravità della situazione si danno da fare nell’ospedale allungando il turno e facendo tutto ciò che è necessario. Quindi li giro a loro.
Credo che tutti noi stiamo lavorando al massimo delle nostre possibilità e combattendo affinché il contagio non si diffonda. Tuttavia, l’85% della gente non capisce che il virus è molto contagioso e ti prende all’improvviso. Continuiamo adattando le nostre installazioni pronti al peggiore scenario possibile. E continuiamo a chiedere, perché le cose non sono cambiate, che ci forniscano il materiale di protezione…che li tirino fuori da dove gli pare.
Grazie…andiamo avanti…alla fine tutto passerà, state tranquilli.
Foto 14 LinkedIn Un altro giorno di guerra contro il CV in HM. Probabilmente oggi, giorno 17-03…
Traduzione: Probabilmente oggi, giorno 17 marzo, sarà uno dei giorni migliori rispetto a quelli a venire, perché le cose si stanno ulteriormente complicando.
A Madrid ci sono 110 positivi, di cui 17 in Terapia Intensiva e altri 60 ancora da verificare. Stiamo attrezzando i reparti appositi in vari ospedali per i pazienti che verranno. Tutto il personale è assolutamente dedito ai malati e alle loro famiglie…e questo in verità è molto commovente. Si continua razionando il materiale protettivo per il personale. Fuori Madrid c’è un gran fermento. Nell’Ospedale Delfos ci sono 14 pazienti sospetti e in Galizia e a Leon ne stanno arrivando altri.
Tutta l’attività programmatica ha subito un arresto, ma è chiaro che in caso di urgenza siamo a vostra disposizione. (http://Ink.in/gEK2QTr). E’ importante non peggiorare le cose, per favore. Tutto ciò non durerà che 15 giorni…ve lo assicuro.
Rimanete a casa…questo è l’unico modo per contenere il contagio…e molte grazie per il vostro sostegno. Da questa esperienza usciremo tutti più forti.
Foto 15 LinkedIn Buongiorno. Proseguiamo il nostro rapporto di guerra contro il CV negli Ospedal HM
Traduzione: Oggi, 18 marzo, stiamo assistendo ad un’esplosione di casi che non sappiamo come andrà a finire. A Madrid ci sono 160 casi positivi, di cui 25 in Terapia Intensiva e abbiamo cominciato ad accogliere pazienti della Sanità Pubblica L’enorme proble4ma di questa epidemia, a parte l’alta contagiosità, è che nelle ultime settimane i pazienti entrano in Terapia Intensiva al ritmo di 50/100/150 al giorno e non abbiamo la possibilità di assisterli così come si dovrebbe.