Читать книгу Il Suo Lupo Imprigionato - Kristen Strassel - Страница 5
ОглавлениеCapitolo secondo
Trina
“È disgustoso”, mormorai a Randy, il sergente di polizia che si era offerto di venire da Ketchum ad aiutarci nell’operazione di salvataggio. Granger Falls non era abbastanza grande da avere un proprio ufficiale della protezione animali e avevo dovuto chiamare i pezzi grossi. Ero stanca di dovermi affidare sempre agli altri per sistemare le cose. Quando mi era giunta voce di possibili combattimenti tra cani alla fattoria di Ryker, avevo immediatamente messo in moto un’operazione su larga scala. Se quella testa di cazzo trattava quei cani così male, chissà la condizione degli altri animali.
Avevo sentito parlare per la prima volta dei combattimenti il mese prima, ma non avevamo gli uomini per andarci o lo spazio che serviva. Il rifugio per animali Forever Home era per gli animali domestici ed eravamo sempre pieni. Inoltre, prima di poter fare qualsiasi cosa, dovevo raccogliere informazioni. Avevo solo una possibilità di fare le cose giuste. La posta in gioco era troppo alta per un errore e ogni secondo era importante. Ora che conoscevo l'esatto numero di capi di bestiame presenti nella proprietà, avevo un piano per portare tutti gli animali al sicuro.
“Non vedo l'ora di fermare questo pezzo di merda.” Randy bevve un sorso della sua birra analcolica e scrutò la folla. Avevamo fatto del nostro meglio per mimetizzarci. Troppe facce conosciute riempivano i posti. Persone che avevo considerato amiche prima di quella sera. Alcuni di loro avevano persino fatto donazioni al rifugio. Che razza di idioti malati di mente potevano venire a una rissa tra cani per divertirsi? Se non fosse stato per gli animali che avevano tanto bisogno del nostro aiuto, sarei sgommata via da quella città maledetta.
Ma ero già scappata dalla mia vita una volta. Non avevo nessun altro posto dove andare.
La gente del paese sedeva fianco a fianco con i poliziotti in incognito, aspettando che quei poveri cani si facessero a pezzi a vicenda. Le mie dipendenti del rifugio, Kiera e Lyssie, erano una fila davanti a me. Mi ero travestita per assicurarmi che nessuno venisse informato del nostro piano: il direttore di un rifugio per animali non sarebbe andato lì per divertirsi. I miei lunghi capelli erano nascosti sotto un berretto degli Oregon Ducks e la cerniera del mio giubbino era chiusa fino alla punta del colletto per nascondermi il più possibile la faccia.
Al vedere i cani entrare rimasi senza fiato e afferrai il braccio di Randy. Il suo braccio era grande e solido e se quegli animali non fossero stati in grave pericolo mi sarebbe piaciuto passare un po' di tempo con lui. Le prospettive di uscire con qualcuno a Granger Falls erano pessime, come dimostrava l'affluenza a quella farsa. Meno male che non volevo uscire con nessuno.
“Ce n’è abbastanza per intervenire adesso. Li guardi! Pelo arruffato, pelle viva per quelle catene. Riesco a vedere le loro costole, maledizione!”
La faccia di Randy impallidì e bevve un sorso del suo drink, probabilmente desiderando che fosse vero alcol. Una volta sistemati quei cani avrei decisamente bevuto qualcosa. Qualsiasi cosa pur di cancellare quell’immagine dalla mia memoria.
“Se li lasciamo combattere, anche solo per un secondo, possiamo denunciarlo per reati più gravi.” L’uomo strinse le labbra distogliendo lo sguardo dal ring. “Voglio inchiodare quello stronzo al muro.”
“Anch'io.” Quasi cinque anni di lavoro nel recupero animali e non era mai stato facile. Ogni volta che pensavo di aver visto tutto, qualcuno arrivava a farmi venire gli incubi. A volte mi sembrava di non poter mai migliorare le cose.
Ryker, il proprietario della fattoria, era al centro del ring con gli avversari di quella sera, in catene ai suoi lati. Meschino, sguaiato e ignorante, aveva capito come radunare tutti nel modo peggiore possibile. Capelli grassi scendevano da sotto il suo cappello da baseball. I suoi abiti erano ricoperti di macchie come quelle di un grembiule da macellaio. Mi mandava un brivido lungo la schiena ogni volta che lo vedevo in città, e ora sapevo perché.
Il cane più piccolo zoppicava. Ryker lo slegò per primo, ma non si mosse. Invece tremava violentemente e guardava indietro verso gli altri cani che erano stati incatenati lungo il muro. Abbaiavano freneticamente, incoraggiandolo o dandogli consigli. Era difficile da capire con il boato della folla, mentre il secondo cane veniva liberato. Questo caricò sul cane più piccolo e gli bastò un secondo per affondare i denti nella sua carne.
“Basta così!” Spinsi Randy, che aveva già lasciato il suo posto, correndo verso il ring. La sua birra finta volò, inzuppando gli idioti intorno a noi. Attraverso le gradinate, i poliziotti scesero le scale con le pistole puntate.
La folla si disperse. La birra pioveva su tutti noi, le panchine traballavano e quasi finii a terra mentre la gente mi spingeva via. Quella sera nessuno voleva espiare i propri peccati.
Randy e i suoi uomini erano concentrati sulla cattura di Ryker e dei suoi complici. Avrebbero avuto un bel daffare. Non si sarebbero arresi senza combattere.
Nessuno impedì al cane sul ring di attaccare l'altro. Il più piccolo ululava e la sua pelliccia grigia era macchiata di rosso brillante.
Passai attraverso la folla, colpendo chiunque non si togliesse dai piedi. Dovevo arrivare sul ring prima che fosse troppo tardi.
Nel caos, non vedevo Kiera o Lyssie da nessuna parte. Non c'era tempo di cercarle. Quel cane aveva bisogno di aiuto.
I cani ai lati del ring erano isterici, ululando e urlando insieme alla folla. Saltai oltre la barriera e corsi al centro della fossa. Il cane più grande non mollava il più piccolo, nemmeno quando mi lanciai su di loro. Dovevo stare attenta. Entrambi i cani erano malati e affamati e non potevo predire come si sarebbero comportati. Nessuno dei due sembrava avere la rabbia, ma con un caso come quello non avrei avuto tempo da sprecare a farmi delle iniezioni quella sera.
Lottando tra un cane e l'altro, coprii il più piccolo con il mio corpo in modo che l'altro non potesse più attaccare.
Respirava ancora, a malapena. I suoi grandi occhi azzurri incontrarono i miei e guaì.
“Trina!” mi chiamò Kiera. “Siamo state spinte nel parcheggio. Abbiamo dovuto convincere i poliziotti sotto copertura che lavoriamo per te.” Cavolo, avevo dimenticato di dare loro delle credenziali. Quell’errore ci era costato del tempo prezioso. “Sta bene?”
“È stato pestato.” Il respiro del cane aveva rallentato, mi auguravo perché si stava calmando e non sanguinava. Solo per precauzione, mi tolsi la giacca e strappai una striscia dalla mia maglietta da usare come laccio emostatico. Non me ne fregava nulla che fossero visibili i miei rotoli di pancia. Non era la cosa peggiore che la gente avesse visto quella sera. Avvolsi delicatamente il tessuto intorno al collo del cane ed esercitai una pressione che fosse la più leggera possibile, ma comunque efficace.
“Cosa dobbiamo fare?” chiese Lyssie.
“Chiama quelli del Controllo Animali. Si aspettano notizie da noi. E prendi le gabbie dal camion. Credo di aver contato sette cani. Come sta l'altro che ha combattuto?”
Non ebbi subito una risposta. “Se n'è andato.”