Читать книгу Rinascere - Mª Del Mar Agulló - Страница 10
7. Il migliore regalo di compleanno
ОглавлениеKiara si stava affrettando con i preparativi, la torta e il gelato che stava preparando erano quasi pronti. La decorazione di Adriana era meravigliosa, aveva riempito l'intera parte inferiore della casa con i fiori preferiti di Aman, i gerani, soprattutto se erano di colore rosa. Anche il pontile era stato anche decorato con geranei e qualche pianta rampicante, una decorazione che avrebbero mantenuto dopo la celebrazione. Inoltre, Adriana aveva segretamente intessuto un bel vestito blu scuro per Aman. Isaac aiutava Kiara con la torta e Saul stava pescando in modo da poter preparare un pasto di pesce per Aman, che lo amava.
Tutto questo per festeggiare il compleanno di Aman. Compiva diciotto anni. Era metà luglio, faceva molto caldo, tutte le finestre erano aperte. Tutto era pronto per quel sabato, Aman avrebbe avuto il compleanno sognato.
La prima a scendere le scale fu Daria agitando la coda, che salutò uno a uno tutti i membri della famiglia. Poi scese Aman. Quel giorno era raggiante, aveva un grande sorriso sul viso, i suoi capelli erano completamente sciolti, e le arrivavano quasi alla sua vita.
«Che bella!» disse Isaac.
«Che bellezza di nipotina ho!»
«Che cos'è tutto questo ?!» Aman non credeva ai propri occhi.
«Auguri cara» Adriana la baciò.
Uno ad uno i membri della famiglia si congratularono con lei. Era tanto felice!
«Questa torta è per te» disse Kiara con orgoglio, mostrando la sua opera d'arte.
«Grazie mamma.»
«Ti piace la decorazione?» disse Adriana.
«Mi piace molto, sono bellissimi geranei.»
«Questo è il tuo regalo.» Adriana consegnò ad Aman il vestito che aveva cucito per lei.
Saul le regalò un libro, Kiara le diede un cappello originale e Isaac degli orecchini da abbinare al ciondolo che le aveva regalato qualche anno prima.
«Grazie mille a tutti, tutto questo è bello.»
«Te lo meriti, cara. Ho pescato solo per te tutta la mattina.»
«Per me? Ma papà, non era necessario.»
Prima di mezzogiorno, le tre donne della casa andarono a fare una passeggiata per la città, fermandosi di tanto in tanto in modo che Aman ricevesse gli auguri per il suo compleanno. Lì incontrarono la madre di Plamen, che non fu molto educata.
«Che peccato ci siano persone come te.»
«Mi dispiace signora, ma non so di cosa sta parlando.»
«Di quello che hai fatto a mio figlio. Lui ti amava così tanto, eppure per te era solo un giocattolo.»
«Con tutto il rispetto signora, per me non è mai stato un giocattolo.»
«Allora cos'e' accaduto?»
«Ho capito che mi ero sbagliata.»
«Quando era passato più di un anno?»
«Mi dispiace mettermi in mezzo di Aman, ma non dovresti parlare con chi rifiuta di ascoltare, e capire che suo figlio non è perfetto come pensava.» Kiara intervenne per difendere sua figlia.
Aman fu sorpresa dalla reazione della madre di Plamen, che era sempre stata gentile con lei. Da quando avevano chiuso la relazione non si erano più incrociate, nonostante vivessero in un posto piccolo.
«So da chi hai ereditato questa personalità che hai.»
«Come si permette? Insulta mia figlia e me senza motivo.»
«Senza nessuna ragione? Tua figlia ha rovinato mio figlio. Da allora è triste.»
Aman non poteva continuare ad ascoltare gli insulti che quella donna rivolgeva a sua madre e a lei stessa e se ne andò a casa quasi piangendo.
Era il giorno del suo compleanno e la sua famiglia non voleva che quella donna le rovinasse la giornata. Per mangiare presero il pesce, e nel pomeriggio restarono tutti insieme facendo un giro sulla chiatta e ricordando vecchie storie fino a notte fonda.
Poco prima di andare a dormire, una strana sensazione attraversò il corpo di Aman. Aveva freddo nonostante fosse luglio. Uscì dalla sua stanza e andò giù, fino a quando non uscì dalla porta principale. Un ragazzo giovane, un paio d'anni più vecchio di lei, stava camminando verso il nord del villaggio.
«Salve, buonasera, signorina,» lo straniero salutò Aman senza fermarsi.
Aman lo fermò.
«Aspetta. Ti conosco?» ad Aman risultava familiare.
«Penso che se ci conoscessimo mi ricorderei di te.»
«Chi sei? Ti ricorderesti di me? Sono così poco aggraziata?»
Lo straniero scoppiò con una risata.
«Penso che tu mi abbia frainteso. Mi chiamo Florín. E volevo dire che sei la persona più bella che abbia mai visto.»
Aman arrossì. Florin era un giovane molto bello, era ben vestito e aveva carisma, la attraeva come mai nessuno prima.
«Non dovresti andare a dormire? È tardi e in questo momento potrebbero esserci dei malintenzionati.»
«Sei un malintenzionato?» disse Aman divertita.
«Lascio giudicare a te.» Florin sorrise, gli piaceva quella ragazza. «Non mi hai ancora detto come ti chiami.»