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6. Tutti possono cambiare in un secondo

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La settimana seguente, un giorno prima dell'arrivo di Plamen, Aman, come al solito, iniziò a dipingere. Da appena due minuti stava continuando un dipinto iniziato pochi giorni prima, quando una coppia di ricchi marchesi si presentarono alla sua porta.

«È così che vivono le persone normali? In queste casette? Così affollate?»

«Buongiorno, ti prego di scusare mia moglie. Siamo i marchesi di Curga. Abbiamo sentito dire che hai un'abilità squisita. Si dice che tu sei la migliore pittrice di tutto il paese, è vero, signorina?»

«Buongiorno, signor marchese. Vede, io sono una pittrice qualunque, non ho abilità particolari.»

«Potremmo vedere qualcuno dei tuoi lavori?» chiese il marchese interessato.

«Certo, seguitemi» rispose Aman, mentre si preparava ad entrare in casa.

«Aspetta, cosa stai dipingendo?» chiese la marchesa senza distogliere lo sguardo dal quadro a cui Aman stava lavorando.

«Oh! È incompiuto. È un punto in cima a una montagna dove c'è un gazebo,» rispose Aman, sentendosi impacciata in presenza dei marchesi.

«Che bello! Lo voglio! Lo porto via! Petre, lo compriamo!» esclamò la marchesa mentre saltellava e alzava le braccia con i pugni chiusi in segno di trionfo.

«Aman? Non è così?»

«Sì, mi chiamo Aman.»

«Quanto tempo ti ci vorrà per finirlo?» chiese il marchese, che era più riservato di sua moglie.

«Un paio di giorni.»

«Appena lo avrai finito lo prenderò. C'è una locanda nella città dove alloggiare?»

«Sì, ce n'è una, ma non so se sarà di vostro gradimento, signore.»

«Ne vale la pena se possiamo comprarti quella preziosità che stai dipingendo, sei una grande artista, quanti anni hai?» chiese il marchese educatamente.

«Sedici.»

«Sei giovane! E sei così bella. Le offerte di corteggiatori pioveranno su di te, e sicuramente, con una buona dote, perché questi dipinti devono valere una fortuna,» disse la Marchesa, di cui Aman non sapeva più cosa pensare.

La personalità della marchesa rendeva Aman nervosa, non sapeva se ridere o scappare, era esasperante, con quella voce così irritante. Non sembrava una marchesa, era volubile, bene in carne e non molto aggraziata. Lui, d'altra parte, così serio ed educato, un uomo di media statura, con pochi capelli e i baffi, un vero marchese.

Aman mostrò loro i quadri che aveva a casa e non aveva ancora venduto, erano tutti splendidi, e tutti incantarono la marchesa, che non piaceva al conte, che si vedeva già in rovina se la moglie amava comprare dipinti, anche se, d'altra parte, non gli importava, gli piaceva Aman.

Uscirono di nuovo e il marchese rivelò il suo vero scopo.

«Abbiamo un figlio piccolo, Remus, e vorremmo che ci dipingessi tutti e tre insieme prima che cresca.»

Aman non aveva mai ritratto nessuno, tutto quello che dipingeva derivava dalla sua immaginazione, dipingere qualcosa che vedeva era facile per lei.

«Certo, sarei felice di farvi un ritratto.»

«Spero che tu sappia quello che fai, non voglio che quando il dipinto è finito non mi riconosca o che tu mi metta un corpo che non corrisponda» disse con arroganza la marchesa, che stava già esaurendo la pazienza di Aman, che si costrinse ad un sorriso per evitare essere scortese.

I marchesi di Curga decisero di rimanere alcuni giorni alla locanda, nonostante i lamenti della signora marchesa, d'altra parte, avrebbero deciso in seguito quali dipinti acquistare.

«Aman, chi erano quei due?» chiese Adriana.

«Il marchese di Curga e sua moglie.»

«Sua moglie? Che vuole sapere?»

«É una maleducata. Appena arrivata la prima cosa che ha fatto è stata insultarci, pensa di essere migliore di noi perché tutto quello che ha, ce l'ha senza alcuno sforzo. Dovrebbe vergognarsi lei e le persone come lei. Non lavorano, non fanno niente e costringono i contadini delle loro terre a pagare loro una decima, mi sembra ingiusto. Noi abbiamo guadagnato tutto ciò che abbiamo, ti giuro che l'avrei gettata nel lago e lasciata lì.»

«Aman, tesoro, che ti succede? Questo non è da te.»

Aman era molto arrabbiata con la signora marchesa, non le piaceva la gente nobile che si riteneva superiore, quando per lei era esattamente l'opposto, loro erano superiori. Aman pensava che se i contadini si fossero rifiutati di pagare la decima, alcuni nobili sarebbero scomparsi e ci sarebbe stata più uguaglianza, addio alla odiata differenziazione di classe.

«Ma Aman, quelle terre non sono dei contadini.»

«I contadini potrebbero trasferirsi, inoltre come hanno fatto i nobili a prendere la loro terra?»

«Aman, calmati. Non ti ho mai sentita parlare così. Non sapevo che i nobili ti infastidissero così tanto.»

«E non lo facevano, finché stamattina la marchesa è venuta a casa nostra per insultarci e a dire una stupidaggine dopo l'altra. Mi dispiace per il Marchese, sembra un brav'uomo, per dover sopportare quella donna, non posso immaginare.»

Quel giorno, Aman avrebbe avuto un'altra sorpresa. Mihaela, la sua migliore amica, le fece visita nel pomeriggio.

«Ciao Aman! É meraviglioso! Non ti stanchi mai di dipingere tutto il giorno?»

«Non dipingo tutto il giorno, prendo anche delle pause. Inoltre, per me, la pittura è la cosa migliore del mondo.»

«Mia madre dice che sei la ragazza più redditizia di tutte le ragazze di Harkaj, penso che abbia torto, per me sei la ragazza più redditizia di tutta la Romania.»

«Mihaela grazie mille, ma anche tu sei una giovane donna molto in gamba.»

Mihaela era alta e snella, con capelli castani e occhi azzurri. Una ragazza molto bella e attraente che era anche simpatica, spontanea, allegra, divertente, tra le altre qualità.

Mihaela giocava con Daria, mentre Aman continuava a dipingere.

«Possiamo fare una passeggiata e poi continui a dipingere?»

«Non posso, devo finire questo quadro quanto prima, è per i marchesi che sono venuti ad Harkaj.»

«Ah! I parenti di Plamen.»

«I cosa? Di Plamen? » Aman era confusa.

«Li ho visti tutti insieme alla locanda, sai che lavoro lì al mattino e alla sera.»

«Plamen è tornato?»

«Sì, è quello che venivo a dirti, ha anticipato il suo viaggio di un giorno per stare con la sua fidanzata.»

«Ed è un parente dei marchesi?»

«Apparentemente sì, famiglia lontana della madre di Plamen. A proposito, oggi Plamen è molto bello.»

In quel momento, la madre di Mihaela la chiamò da casa sua. Aman e Mihaela, oltre ad essere amiche, erano vicine di casa.

«A dopo, Aman.»

A Mihaela Plamen era sempre piaciuto, le sembrava l'uomo più bello che avesse mai visto, e sebbene lei avesse un grande successo con gli uomini, più di Aman, Plamen non l'aveva mai notata. Che Plamen cominciasse a corteggiare Aman era una crepa nella loro amicizia.

Più tardi, quando Aman decise di fare una passeggiata con Daria, trovò Plamen; era molto elegante e sorrideva.

«Ciao» disse timidamente Plamen.

«Ciao Plamen, devo dirti una cosa.»

«Aspetta, devo anch'io raccontarti molte cose.»

«No Plamen, prima che tu dica qualcosa, devo dirti una cosa importante.»

«Non può aspettare?»

«No, Plamen.» Aman cominciò a piangere, sapendo che avrebbe spezzato il cuore di Plamen.

«Che succede mio fiore di mezzanotte?»

«Non mi piace che tu mi chiami così, non mi è mai piaciuto. Penso che tu sia un po’ possessivo. Assomigli sempre di più a tuo padre, e tuo padre è un controllore, voglio vivere con qualcuno con cui mi sento libera.»

«Stronzate! Ciò che conta è ciò che sentiamo e io ti amo. Ti amo, Aman.»

Plamen cercò di abbracciare Aman, ma lei si staccò, il che lo infastidì.

«Beh, io no.»

«Stai per sposarmi, che tu lo voglia o no.»

«Mai» disse Aman singhiozzando.

«Ma non vedi tutto quello che ho fatto, l'ho fatto per te, perché ti amo.»

«Ma io non ti amo Plamen, mi dispiace, troverai un' altra, ed io troverò un altro.»

«Anche no, non troverai mai qualcuno come me.»

Aman stava scoprendo un nuovo lato di Plamen che non conosceva, era autoritario ed egocentrico.

«Lasciala in pace.»

Qualcuno prese la mano di Aman, era Isaac. Ora era più calma. Per un momento si guardarono l'un l'altro senza dire nulla, finché Plamen non si voltò e iniziò a camminare.

«Aman, stai bene?» Era molto spaventato.

«Come sapevi che ero qui e che stava succedendo qualcosa?»

«É tutto molto strano. Ero in panetteria a prendere delle torte dal forno quando all'improvviso mi voltai e vidi che c'era un biglietto sul tavolo.»

«Un messaggio?»

«Sì, un biglietto che diceva che avevi bisogno di aiuto e che eri sulla strada a nord-ovest della città.»

«Ma chi l'ha scritto?» chiese Aman, volendo incontrare il suo salvatore.

«Non lo so Aman, ma Plamen sembrava molto arrabbiato, chissà se ti avrebbe fatto qualcosa.»

«Sì, lo era, sembrava un'altra persona totalmente diversa dal dolce e affettuoso Plamen che conoscevo.»

«Sarà che la Bulgaria l'ha cambiato.»

«Sì, deve essere questo.»

Aman prese Daria tra le sue braccia, che dormiva un po’ e tornarono a casa. Quando arrivarono ormai era quasi buio, era stata una giornata impegnativa, ma alla fine aveva tagliato il giogo che la teneva prigioniera, era libera, libera da Plamen, di nuovo libera.

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