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CAPITOLO OTTO

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Thor precipitò fendendo l’aria, tuffandosi di testa nelle acque turbolente del Mare del Fuoco. Vi sprofondò immergendosi totalmente, sorpreso dal fatto che l’acqua fosse calda.

Al di sotto della superficie Thor aprì un attimo gli occhi, pentendosene all’istante. Ebbe la fuggevole visione di strane e orribili creature marine, alcune grandi altre piccole, con musi insoliti e grotteschi. Era un oceano infestato. Thor pregò che non lo attaccassero prima che potesse raggiungere la barca a remi mettendosi in salvo.

Risalì in superficie boccheggiando e si guardò subito attorno alla ricerca del ragazzo che stava annegando. Lo scorse giusto in tempo: si agitava mentre affondava e se fosse rimasto lì ancora qualche momento sarebbe sicuramente annegato.

Thor gli si avvicinò e lo afferrò da dietro prendendolo da sotto le spalle, poi continuò a nuotare con lui tenendogli la testa sopra la superficie dell’acqua come la sua. Thor udì un guaito e un lamento, e quando si voltò si stupì di vedere Krohn: doveva aver saltato dietro di lui. Il leopardo gli nuotava accanto, spruzzando Thor di acqua e gemendo. Thor era straziato dal fatto che Krohn si dovesse trovare in una situazione così pericolosa a causa sua, ma aveva le mani occupate e c’era ben poco che potesse fare.

Cercò di non guardarsi in giro, di non osservare quelle acque vorticanti e rosse e di non badare alle strane creature che affioravano e poi scomparivano tutt’attorno a lui. Un’orrenda creatura, viola e con quattro zampe e due teste, comparve accanto a lui, gli soffiò e poi scomparve facendolo trasalire.

Thor si voltò e vide la barca a remi a una ventina di metri da loro, quindi nuotò freneticamente usando l’unico braccio libero e le gambe, sempre trascinando il ragazzo. Questo si agitava e gridava, facendo resistenza, e Thor temette che lo facesse annegare con sé.

“Stai fermo!” gli gridò duramente, sperando che il ragazzo lo ascoltasse.

Finalmente il giovane si arrese. Thor provò un momentaneo sollievo, fino a che udì un rumore nell’acqua che lo indusse a voltarsi: proprio accanto a lui era emersa un’altra creatura, piccola, con la testa gialla e quattro tentacoli. Aveva la testa quadrata e nuotava proprio verso di lui, ringhiando e agitandosi. Sembrava un serpente a sonagli proveniente dal mare, a parte per la testa troppo squadrata. Thor si preparò mentre il mostro si avvicinava, pronto ad essere colpito, ma poi improvvisamente la creatura aprì la bocca e gli sputò addosso acqua marina. Thor strizzò gli occhi, cercando di eliminare l’acqua.

La creatura continuò a nuotare loro attorno, disegnando dei cerchi, e Thor raddoppiò i suoi sforzi nuotando più velocemente e cercando di allontanarsi.

Stava effettivamente procedendo bene, avvicinandosi alla barca, quando improvvisamente un’altra bestia emerse dall’altro lato. Era lunga, stretta e arancione, con due zanne nella bocca e decine di piccole gambe. Aveva anche una lunga coda che usava come una frusta agitandola in ogni direzione. Sembrava un’aragosta in posizione eretta. Procedeva a pelo d’acqua come un insetto d’acqua e avanzava verso Thor piegandosi di lato e agitando la coda. Colpì il braccio di Thor e lui gridò per il dolore.

La creatura sfrecciava avanti e indietro, continuando a lanciare codate. Thor avrebbe voluto sguainare la propria spada e attaccare quella bestia, ma aveva solo una mano libera e doveva nuotare.

Krohn, che gli nuotava accanto, si voltò e ringhiò alla bestia, un rumore da far rizzare i capelli, tanto che spaventò il mostro che scomparve sotto la superficie dell’acqua. Thor tirò un sospiro di sollievo, fino a che la creatura improvvisamente ricomparve dall’altra parte, colpendolo un’altra volta. Krohn si voltò e iniziò a inseguirla, cercando di prenderla schioccando i denti senza mai riuscire ad acciuffarla.

Thor continuò a nuotare, rendendosi conto che l’unico modo per mettersi in salvo era uscire da quel mare. Dopo un tempo che sembrò interminabile, nuotando più veloce di quanto avesse mai potuto, riuscì ad avvicinarsi alla barca a remi che oscillava violentemente tra le onde. Appena la raggiunse, due membri della Legione, ragazzi più grandi che mai avevano rivolto la parola a Thor e ai suoi amici, si prodigarono per aiutarlo. A loro onore si piegarono in avanti e gli porsero la mano.

Thor aiutò prima il ragazzo, allungando le braccia e spingendolo verso la barca. I ragazzi l’afferrarono per le braccia e lo trascinarono a bordo.

Thor prese poi Krohn e lo tirò fuori dall’acqua facendo salire anche lui sulla barca. Krohn grattò il pianale della barca con gran rumore con tutte e quattro le zampe, gocciolante e scrollandosi l’acqua di dosso. Scivolò sul fondale umido, passando da una parte all’altra dell’imbarcazione. Poi si ritirò in piedi, si voltò e corse verso il bordo per cercare Thor. Guardò verso l’acqua e guaì.

Thor afferò la mano di uno dei ragazzi e proprio mentre si stava tirando sulla barca sentì improvvisamente qualcosa di forte e muscoloso che gli si attorcigliava attorno alla gamba dalla caviglia alla coscia. Si voltò per guardare in basso e rimase pietrificato alla vista di una creatura verdognola simile a un calamaro che lo aveva afferrato con uno dei suoi tentacoli.

Thor gridò di dolore avvertendo degli aculei che gli perforavano la carne.

Si rese conto che se non avesse fatto qualcosa velocemente, per lui sarebbe finita. Portò la mano libera alla cintura, estrasse il pugnale corto e colpì il tentacolo. Ma era troppo spesso e il pugnale non riuscì neanche a intaccarlo.

Ma il gesto fece arrabbiare il mostro: la sua testa improvvisamente emerse, verde, senza occhi e con due mandibole sul lungo collo, una sopra l’altra. La bestia aprì le sue file di denti affilati e si chinò verso Thor. Thor sentiva il sangue che gli scorreva dalla gamba e capì che doveva agire velocemente. Nonostante gli sforzi del ragazzo che stava cercando di tenerlo e tirarlo su, la presa di Thor stava scivolando e lui stava ridiscendendo verso l’acqua.

Krohn continuava a mugolare, il pelo della schiena ritto, piegato in avanti come fosse pronto a saltare in acqua. Ma addirittura Krohn sapeva che sarebbe stato inutile attaccare quella cosa.

Uno dei ragazzi più grandi si fece avanti e gridò:

“ABBASSATI!”

Thor abbassò la testa mentre il ragazzo tirava la lancia. Fendette l’aria ma mancò il bersaglio, volando innocua e andando ad affondare nell’acqua. La creatura era troppo stretta e troppo veloce.

Improvvisamente Krohn saltò dalla barca ributtandosi in acqua e atterrando con le fauci aperte e i denti digrignati sul retro del collo della creatura. Krohn ruotò e scosse la bestia a destra e a sinistra, senza mai lasciare la presa.

Ma era una battaglia inutile: la pelle del mostro era troppo spessa e le fibre troppo muscolose. Sbatté Krohn da una parte e dall’altra fino a farlo volare in acqua. Nel frattempo strinse la presa sulla gamba di Thor: il ragazzo sentiva che l’ossigeno gli stava venendo a mancare. I tentacoli bruciavano da morire e aveva l’impressione che la gamba gli si stesse per staccare dal corpo.

Con un ultimo disperato tentativo Thor lasciò andare la mano del ragazzo e con un unico movimento ruotò su se stesso raggiungendo la spada che gli stava appesa alla cintura.

Ma non riuscì ad afferrarla in tempo: scivolò e ruotò, cadendo di faccia nell’acqua.

Si sentì trascinare via, lontano dalla barca: la creatura lo stava trascinando nel mare. Lo tirò all’indietro, sempre più veloce, e mentre lui cercava di allungare le mani senza risultato, vedeva l’imbarcazione che scompariva davanti a lui. Subito dopo si sentì trascinare verso il basso, sotto la superficie dell’acqua, giù nel profondo del Mare del Fuoco.

Destino Di Draghi

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