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CAPITOLO OTTO

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Chris non sapeva cosa stesse accadendo. Un secondo prima si era trovato nell’ufficio di Madama Ossidiana, ascoltandola mentre lo avvisava che un fallimento nella sua prossima missione avrebbe avuto come risultato un orribile inferno per lui, e adesso si trovava… ovunque si trovasse.

Tutto quello che poteva vedere attorno a sé era nero. Si sentiva molto calmo, un po’ come se stesse dormendo.

Delle immagini iniziarono a scorrere nella sua mente. Vide dell’acqua, torbida e vorticante. Poi sentì l’orribile puzzo di liquami.

Di colpo la paura lo attanagliò quando si rese conto di dove si trovava. Il fiume Tamigi! No!

Madama Ossidiana l’aveva rispedito in quel posto orribile? Questa seconda missione era stata una specie di elaborato stratagemma, un modo per sollevare le sue speranze solo per distruggerle di nuovo mandandolo in questa tomba di acqua? Il terrore iniziò a divorarlo.

Chris poteva sentire l’acqua contro la sua pelle e tutto l’appiccicoso residuo delle tossine nel lurido fiume. L’odore nelle sue narici gli faceva venire le lacrime agli occhi.

Stava roteando in cerchio, come se si trovasse in un vortice. Poi, all’improvviso, vide con la coda dell’occhio qualcun altro. Non era solo.

“Oliver?” gridò Chris incredulo.

Anche il suo insignificante fratello era lì, e pure lui roteava nell’acqua tumultuosa. Cosa stava succedendo?

Le onde si infrangevano attorno a loro spingendoli a riva. Chris atterrò nel fango, ansimando per recuperare il fiato. Le luci lampeggiavano come fari psichedelici attorno a lui.

Sollevando lo sguardo, Chris vide da dove venivano quelle luci. C’erano due portali sulla riva, davanti a lui, entrambi arrugginiti e dall’aspetto fatiscente. Erano loro ad emettere quelle luci elettriche.

Mentre le luci lampeggiavano tutt’attorno a lui in modo disorientante, Chris tentò di alzarsi in piedi. Poteva vedere Oliver a mezzo metro da lui. Anche suo fratello stava tentando di tirarsi su.

Christopher si rese conto che si stava dirigendo verso il portale.

Non c’era tempo da perdere. Ancora con la pancia appoggiata nel fango, Chris allungò un braccio verso Oliver, stendendolo il più possibile e afferrando una caviglia di suo fratello.

Ma Oliver era come una biscia e si divincolò nel fango. La sua caviglia era scivolosa per l’acqua e per la sporcizia tossica del fiume.

Nonostante la forza di Chris, Oliver riuscì a sfuggire alla sua stretta. In un secondo era passato attraverso il portale, che di colpo si richiuse. Le luci si spensero, abbandonando Chris nel buio.

Chris prese una grossa boccata d’aria. Si mise a sedere di scatto e si guardò attorno, completamente frastornato.

Il volto di Madeleine si materializzò davanti a lui.

“Stai bene, Chris?” gli chiese.

Chris deglutì il pesante nodo che aveva in gola e capì che era stato tutto un sogno. Aveva avuto un incubo, la sua mente gli aveva riproposto l’orribile momento in cui non era riuscito a uccidere Oliver durante l’ultima missione. Ora era più determinato che mai a non permettere che la cosa accadesse di nuovo.

Si guardò attorno e vide Natasha e Malcom e pochi metri da lui che si spolveravano i vestiti dopo il burrascoso viaggio.

“Cos’è successo?” chiese Christopher a Madeleine.

“Siamo appena passati attraverso il portale,” spiegò lei. “Devi esserti addormentato.”

Malcom alzò la testa di scatto e ridacchiò, come se dormire in un portale fosse segno di cattive maniere o qualcosa del genere.

Gli Ossidiani

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