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PARTE I

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Il Mito Imprenditoriale e le piccole aziende americane

IL MITO IMPRENDITORIALE

Esiste una credenza secondo la quale le piccole aziende siano avviate dagli imprenditori. Questo è il Mito Imprenditoriale. Potrebbe essere vero in alcuni casi, ma non sempre.

Quindi, quali sono le persone che avviano le loro piccole aziende in America?

L’ATTACCO IMPRENDITORIALE

Per capire questa confusione, dovremmo dare un’occhiata approfondita alla persona che entra negli affari prima di intraprenderli.

La verità è che molte di queste persone, come la maggior parte di coloro che si gettano negli affari, iniziano a lavorare per qualcuno altro, probabilmente svolgendo funzioni tecniche. Per opzioni non ovvie, qualcosa è accaduto. Potrebbe essere dovuto al tempo o al sentimento di non sentirsi apprezzati al lavoro. Non importa quale sia la reazione, ma all’improvviso, sono stati colpiti del cosiddetto attacco imprenditoriale.

Sono ossessionati dal pensiero di essere indipendenti, diventare i loro stessi datori di lavoro e fare le loro cose. È irresistibile e non c’è modo per andare oltre un simile pensiero.

Devono così avviare le loro imprese.

L’IPOTESI FATALE

La maggior parte delle persone che si cimentano negli affari presuppone che la comprensione del lavoro tecnico in un’azienda sia la stessa cosa della comprensione dell’azienda stessa. Si tratta di un’ipotesi fatale perché sono completamente diverse. Infatti, questa credenza è la ragione principale per quale la maggior parte delle piccole imprese non riscuotono successo.

Un tecnico colpito da un attacco imprenditoriale ritiene che un’azienda sia dove si vada a lavorare. Un cuoco apre un ristorante. Un parrucchiere avvia un salone. Un falegname diventa imprenditore.

Ciò di cui non si rendono conto è che all’avvio del loro business, la loro più grande risorsa diventa la loro più grande responsabilità. Non sapendo come fare lavoro d’impresa, diventano qualcuno che esegue un lavoro molto bene e molti altri nei quali non hanno idea su come muoversi.

L’IMPRENDITORE, IL MANAGER E IL TECNICO

Una persona che avvia un’attività è in realtà un tre-persone-in-una – imprenditore, manager e tecnico. Il problema è che mentre ognuna di queste personalità voglia essere un capo, in realtà nessuna vuole avere un capo. Ciò porta al conflitto.

Si tratta di una guerra portata avanti da ogni persona che guida una piccola impresa. È una battaglia a tre avversari nella quale, sfortunatamente, nessuno può vincere. Per capire perché, dobbiamo conoscere le differenze tra imprenditore, manager e tecnico.

L’IMPRENDITORE

La personalità di un imprenditore è visionaria. Lui vede ogni condizione come un’opportunità. Vive nel futuro ed è più contento quando viene lasciato libero di immaginare sui “cosa-se” e sui “se-quando”. È un innovatore, alla ricerca di nuovi metodi per infiltrarsi e dare vita a nuovi mercati.

L’imprenditore possiede un eccezionale bisogno di controllo. Vivendo nel futuro, deve assumere il controllo delle persone e delle azioni al presente al fine di focalizzarsi sulle proprie idee. Come un innovatore, aspira al cambiamento. Crea molto caos, che lascia preoccupare coloro che fanno parte dei suoi progetti.

Di conseguenza, si trova spesso davanti gli altri e richiede sforzi cospicui per attirare nuovi seguaci. Considerando il mondo come un insieme di opportunità e trascinandosi avanti, l’imprenditore considera la maggior parte delle persone come problemi che mettono a serio rischio i suoi sogni.

IL MANAGER

Il manager è pratico. Senza di lui, non esistono organizzazione e ordine. A differenza dell’imprenditore, la personalità del manager vive nel passato, necessita di ordine più che di controllo, nota sempre problemi nelle iniziative e mantiene istintivamente lo status quo.

Il manager organizza e tiene in ordine ciò che viene creato dall’imprenditore. Se l’imprenditore crea confusione, il manager riordina. Mentre l’imprenditore innova, il manager costruisce un’impresa e una società. La tensione tra le due figure genera il mix dal quale esce ogni grande lavoro.

IL TECNICO

Il tecnico crede che se vuoi che qualcosa vada bene, devi farlo da solo. Secondo lui, sognare semplicemente le cose è inutile. Le cose devono essere fatte.

Mentre gli altri due profili vivono nel futuro e nel passato, la personalità del tecnico è proiettata sul presente – possedendo la capacità di cogliere e realizzare ogni progetto.

In teoria, l’imprenditore provvede a se stesso con nuovi e interessanti lavori da fare, ma il problema è che la maggior parte di questi compiti non è compatibile con il mondo reale. Secondo il tecnico, l’imprenditore gli impedisce semplicemente di portare a termine le cose che devono essere fatte lasciandolo lavorare su qualcosa di nuovo, che probabilmente non dovrebbe essere fatto.

Un altro problema è il manager, che lui vede come qualcuno che lo riduce come parte integrante del “sistema”, che per lui è disumanizzante e viola la sua individualità. Per il manager, lui è solo un altro problema da gestire. Per entrambi, l’imprenditore è una figura che vuole metterli in difficoltà.


Ognuno di noi ha un imprenditore, un manager e un tecnico all’interno di sé, ma sfortunatamente l’equilibrio fra i tre elementi viene raramente raggiunto. La maggioranza delle persone che avviano una piccola impresa sono per il 10% imprenditori, per il 20% manager e per il 70% tecnici. Ovviamente, il maggior responsabile è il tecnico.

INFANZIA: LA FASE DEL TECNICO

Come ogni persona, anche le imprese crescono e cambiano di pari passo. Sfortunatamente, la maggior parte delle aziende vengono portate avanti in base a ciò che vuole il proprietario e non a ciò di cui ha bisogno.

Il tecnico che si accinge a gestire una società vuole il contrario. Anziché una crescita e un cambiamento, vuole prettamente un luogo per andare a lavorare libero da ogni capo. Ciò può essere deleterio per l’azienda.

Comprendere le tre fasi della crescita aziendale è una chiave per scoprire perché la maggior parte delle piccole imprese falliscano e assicurarsi che la tua possa andare avanti.


Nelle fasi iniziali, tu come tecnico pensi che niente sia troppo da chiedere alla tua azienda. Lavori da 10 a 16 ore al giorno, ogni singola giornata. Il tuo nuovo business ti consuma e utilizzi tutto il tempo per mantenerlo in vita. Non stai facendo solo il lavoro che sai fare, ma anche ciò che non sai fare.

Nella sua fase d’infanzia, l’azienda e il capo sono la stessa cosa. Non esisterebbe azienda se il proprietario fosse rimosso. Pertanto, tu sei l’azienda.

Se sei fortunato, tutto il tuo lavoro inizierà ad essere ripagato velocemente. Non solo i clienti stanno tornando, ma stanno anche conducendo i loro amici. Il pubblico aumenta.

Dopo ti renderai conto che starai rimanendo indietro. Più utenti significano più lavoro da fare rispetto a quanto possa gestirlo. Inevitabilmente, il maestro giocoliere inizia a far cadere alcune palline.

L’unica cosa che puoi fare è investire più tempo ed energia sul tuo business. Lavori a casa fino a tardi la notte e hai bisogno di svegliarti più presto del solito per lavorare immediatamente. Anche nei fine settimana, quando dovresti far riposare la tua mente, sei occupato a riordinare la confusione nella quale ti sei trovato. In questo modo, continui a far cadere più palline.

In alcuni momenti, ti rendi conto che non ti sei liberato del tuo capo. Ne hai solo creato un altro a seconda della tua attività.


L’infanzia termina quando ti rendi conto che il tuo business debba cambiare per sopravvivere. La maggior parte dei fallimenti aziendali sopraggiunge quando avviene ciò. La maggior parte dei tecnici si allontana dalla propria attività, Solo i pochi che non lo fanno giungono alla fase dell’adolescenza.

Manuale De L'E-Myth Riveduto E Corretto

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