Читать книгу Gioco D'Amore - Sophie Adams - Страница 7
ОглавлениеTyler
Me ne stavo seduto sulla sedia del mio ufficio, guardando il viavai di Las Vegas attraverso la larga finestra che attraversava tutta la stanza. A quell’ora, la città del peccato si stava preparando, pronta a ricevere nelle sue strade e nei suoi locali scommettitori, turisti e persone di ogni estrazione sociale. Le insegne luminose si sarebbero presto accese come lanterne colorate per attirare chiunque fosse per strada, impaziente di spendere tutti i propri soldi nei casinò della città.
Avevo sempre amato quel momento. Io, infatti, ero un uomo della notte. Adoravo le luci al neon che brillavano nel cielo scuro, il tintinnio delle slot machine, il suono delle risate e dei bicchieri che si toccavano, mentre i turisti e i giocatori professionisti si radunavano attorno ai tavoli da poker, blackjack e baccarat.
Ero stato cresciuto nel mezzo del trambusto di Las Vegas. Mio padre, un famoso giocatore professionista, passava tutte le sue giornate ai tavoli da gioco. Eravamo solo noi due, dato che mia madre, una famosa showgirl dell’epoca, era fuggita in Texas con il ricco proprietario di un ranch, senza mai guardarsi indietro. Avevo solo cinque anni a quel tempo, perciò mio padre mi portava con lui ovunque. E ciò includeva i più grandi casinò della città.
Imparai a contare le carte prima ancora di imparare a scrivere il mio nome per intero. A dieci anni ero già una leggenda tra i più grandi scommettitori e giocavo meglio di mio padre. A diciassette anni, lo persi per sempre. Morì di cirrosi epatica causata dall’alcolismo. All’età di diciotto anni, vinsi il mio primo milione in un torneo della città.
Poco tempo dopo, comprai il Royale, il mio primo casinò, e divenni un imprenditore. Durante quel periodo imparai tutto ciò che c’era da sapere sul mio nuovo business. Seguendo il consiglio di mio padre di tenere sempre la testa sulle spalle e di investire il mio denaro responsabilmente, cominciai ad avere successo e a fare soldi, tanti soldi. Oggi, i casinò del Williams Group, Royale, Mystery e Luxury, il quale era il mio orgoglio e la mia gioia, erano i tre casinò più grandi di Las Vegas e io ne andavo molto fiero.
Naturalmente, avendo sempre vissuto nella città del peccato, avevo due vizi: le scommesse e le donne. Le prime facevano parte della mia personalità. Ero stato cresciuto per essere uno scommettitore e non solo ai tavoli da gioco. Facevo scommesse con me stesso in qualsiasi situazione mi trovassi. Cose del tipo, quanto tempo ci avrei messo a raggiungere un obiettivo che mi ero imposto, quante ripetute di un esercizio il mio fisico sarebbe riuscito a reggere, quanto tempo ci avrei messo per portare una determinata donna a letto e quanto velocemente mi sarei stancato di lei…cosa che mi rimandava al mio secondo vizio.
Insomma, mi piacevano le donne. Tanto. Di tutti i tipi: bionde, brune, alte, basse, snelle, formose. Avevo sempre avuto una donna bellissima al mio fianco, la quale, generalmente, baciava la terra in cui camminavo e faceva di tutto per soddisfarmi, sia a letto che fuori. Chiaramente, loro erano ben ricompensate con del fantastico sesso e dei regali costosi. La lussuria mi scorreva nel sangue e faceva parte di ciò che ero. Il sesso era fondamentale nella mia vita, alla pari del cibo e del riposo notturno. Era un peccato che non riuscissi a trovare una donna che tenesse vivo il mio interesse per periodi più lunghi. Il record di tempo passato con la stessa persona era di tre settimane. Dopo di che, i miei istinti di caccia si erano risvegliati e avevo cominciato a cercare nuove sfide.
Erano queste considerazioni che mi provocavano quel mal di testa. Barbarella. Solo il nome mi faceva scorrere brividi di paura lungo la schiena. Era una showgirl del Luxury che un bel giorno venne nel mio ufficio per mostrarmi che sapeva scuotere il sedere abbastanza bene da poter essere una delle ballerine di spicco. Una cosa tira l’altra e pensai che sculettasse meglio sulla mia scrivania che sul palco.
Che. Errore. Madornale.
In soli dodici giorni, la bellissima bionda di silicone aveva trovato una via per entrare nella mia vita e prima che potessi avere almeno l’occasione di tirare i dadi, si era trasferita nel mio appartamento. Giunse persino al punto di lasciare un pacco di assorbenti nel mobiletto del mio bagno, vi rendete conto? Quando tentai di tirare fuori il discorso, lei fece il broncio e gli occhi le si riempirono di lacrime, così facemmo sesso. Lo so, lo so, divento un tenerone quando si tratta di belle donne.
La mossa finale di Barbarella fu presentarsi dal gioielliere del Luxury e scegliere un anello di fidanzamento, che io avrei dovuto darle in modo da rinunciare alla mia libertà per quella pazza manipolatrice. La nostra relazione terminò e lei, dato che continuava a seguirmi per tutti i casinò e a chiamarmi al telefono, per poi presentarsi in lacrime nella mia stanza all’ultimo piano del Luxury, perse il suo posto di showgirl.
Elijah minacciò di distruggere le mie parti intime se avessi provato a portami a letto un’altra showgirl, dato che lui, poi, avrebbe dovuto ripetere un altro tedioso processo di selezione per l’assunzione di una nuova ragazza. Ma cosa potevo farci se tutte quelle piume e bichini brillanti degli uccellini di Elijah, nomignolo con cui chiamava le sue ballerine, avevano in me un effetto così devastante?
“Tyler?” una voce risuonò alle mie spalle. Mi voltai e vidi Annie Clark, la mia assistente personale, attraversare la stanza. Indossava un vestito rosso, attillato quanto bastava per essere sensuale, ma non troppo, e decolleté dello stesso colore. I suoi capelli ondulati color miele le ricadevano sulle spalle e storse leggermente la bocca quando mi vide, come faceva sempre. Sapevo che Annie moriva dalla voglia di estendere i suoi servizi di assistente al mio letto, ma era sposata con una delle guardie della sicurezza del Royale. Suo marito era alto quasi due metri e il suo corpo era tre volte il mio, perciò, dato che ci tenevo alla mia salute e volevo rimanere vivo, facevo di tutto per tenerla a bada.
Si fermò di fronte alla mia scrivania e sorrise.
“Elijah ha appena chiamato. Dice che la fila fa il giro di tutto il casinò”, disse, spostando il suo peso su una gamba e girando una ciocca di capelli attorno a un dito.
“Che fila?” domandai confuso.
“Le selezioni per le showgirl del Luxury. Insieme a Barbarella sono volati verso un altro casinò altri due uccellini”, spiegò ridendo. “Posso fare le pre-selezioni al posto tuo, se vuoi”.
Che cosa? Era diventata matta? Le pre-selezioni erano la parte più divertente ed erano sempre state fatte da me.
“No, grazie”, dissi. Mi alzai e mi infilai la giacca. “Manterrò viva la tradizione. Senti se l’assistente di Elijah riesce a organizzare le ragazze scelte o se ha bisogno del tuo aiuto”.
Attraversai la stanza e mi diressi alla reception, dove Annie lavorava insieme a Meg, una donna sulla cinquantina, e la sua assistente.
Mentre Annie correva alla postazione per fare la chiamata, io raggiunsi gli ascensori e ne presi uno che mi portò al piano terra, poi mi diressi verso il luogo in cui sarebbero avvenute le selezioni. L’atrio dell’hotel era vuoto a quell’ora, tranne per quei due o tre bizzarri turisti che uscivano in cerca di avventura. La sera quel posto era molto più affollato, quando centinaia di ospiti e spettatori camminavano sul pavimento di marmo italiano per raggiungere il Bluebells Theater.
Superai i tavoli da gioco, facendo cenni col capo in segno di saluto ai pochi impiegati del turno pomeridiano che mi sorridevano. Tirai fuori la mia moneta fortunata dalla tasca della giacca, mentre l’adrenalina della sfida cominciava a scorrermi nelle vene. Mi fermai alla porta e vidi la lunghissima fila di showgirl che si perdeva in fondo all’edificio. Le ragazze erano quasi tutte molto alte, con il fisico a forma di pera e io scommisi, tra me e me, che, a parte aiutare Elijah a scegliere i suoi nuovi uccellini, sarei riuscito a scovare la mia prossima amante. Una che non sarebbe stata scelta per il Luxury, ovviamente, altrimenti Elijah mi avrebbe ucciso.
Diedi uno sguardo alle bellissime donne e sorrisi nel rendermi conto della quantità di alternative valide per entrambe le posizioni; tuttavia, un movimento nel mezzo della fila attirò la mia attenzione. Una ragazza dai capelli rossi, molto più bassa della maggioranza delle showgirl presenti, si guardava intorno, sorpresa dal numero di persone in attesa del proprio turno. Dopo aver spalancato gli occhi per la sorpresa e aver aperto leggermente la bocca, la quale era a forma di cuore e colorata di un rosso brillante, quasi dello stesso colore dei capelli che le ricadevano sensualmente sulla schiena, si diresse verso la fine della fila, ondeggiando leggermente i fianchi con una grazia che mi fece pensare a una ballerina di danza classica, nonostante le sue curve. Non era alta più di un metro e sessanta. La rossa appoggiò la borsa a terra e, mentre le altre ragazze parlavano vivacemente, ridendo e scherzando tra di loro su chi sarebbe stata scelta, cominciò a scaldarsi. Sembrava molto concentrata. I suoi movimenti, che avrebbero dovuto servire solo a scaldare i muscoli e prepararsi per l’audizione, mi eccitarono come non accadeva da molto tempo, o, più precisamente, come non era mai accaduto.
Non avevo mai avuto un’amante della sua statura e mi domandai come sarebbe stato sentire il suo corpo vicino al mio. Quel pensiero risvegliò un selvaggio senso di lussuria, ma, oltre a questo, il desiderio di prendermi cura e di proteggere quella bellissima donna. Quella sensazione mi spaventò, per cui diedi inizio alle pre-selezioni, prima che la voglia di andare da lei, prendermela in spalla e farla mia proprio lì, in mezzo alla stanza come un cavernicolo, prendesse il sopravvento. Vacci piano, Williams! Dissi a me stesso. Ero un uomo che amava il sesso, ma non un pervertito.
Scommettendo che sarei stato in grado di ignorarla, passai vicino a lei senza guardare nella sua direzione, sapendo che sbirciarla con la coda dell’occhio non sarebbe contato. Sentendomi un po’ turbato ed eccitato allo stesso tempo, mi diressi verso Elijah, il quale mi stava aspettando insieme a Peggy, la sua assistente, e Brian, il suo stagista, un ragazzino che aveva voluto prendere sotto la sua ala da quando lo aveva trovato a girovagare dietro il casinò in cerca di cibo e di un posto in cui passare la notte. Aveva perso i genitori e non poteva essere accettato in alcun ricovero, dato che aveva compiuto diciotto anni due mesi prima della loro scomparsa.
“Ty”, disse Elijah mentre mi stringeva la mano e sorrideva. “Pronto per le pre-selezioni?”.
Le selezioni per il casinò Williams erano leggendarie in città. Facevano parte del fascino naturale dei nostri spettacoli e creavano grandi aspettative tra le ragazze. Tra di loro erano molto competitive e avrebbero fatto di tutto per essere scelte, anche se non venivano selezionate per il posto di showgirl di spicco.
“Certo”, risposi e, dopo averlo salutato, riposi la mia moneta fortunata nella tasca della giacca. Subito dopo, sentii il rumore di tacchi sul pavimento. Mi voltai e vidi Annie attraversare la stanza e venire verso di noi con un portablocco tra le mani: “Cominciamo?”
Iniziammo a camminare lungo la fila. La scelta tra le ragazze era il risultato di bellezza, carisma, sensualità e, ovviamente, fortuna. Mentre passavamo di fronte alle concorrenti, io indicavo chi, in una qualche maniera, catturava la mia attenzione. Coloro che venivano scelte venivano identificate con un braccialetto e fatte entrare nel teatro. Il processo era totalmente casuale e senza alcun requisito base, facevamo solo appello alla mia richiesta di buon gusto.
Alle volte, Elijah mi sussurrava all’orecchio qualcosa su una ragazza che avevo scartato, ma che a lui aveva colpito. La sua opinione era molto rilevante, dato che aveva buon occhio per la tecnica.
Camminammo lungo l’intera fila di bellissime donne, le quali facevano del loro meglio per mettersi in pose sensuali, facendo risaltare le labbra colorate e gonfiando il petto per mettere in mostra il più possibile le proprie qualità.
Di solito, indicavo due o tre donne, a volte anche quattro, che avrebbero ballato per me in un altro luogo. Ovviamente, una alla volta, dato che avevo scoperto molto tempo prima che le showgirl detestavano condividere le proprie mosse. Tuttavia, fino a quel momento, a parte trovarne diverse che potessero fare al caso mio, non avevo sentito quell’istinto di caccia che cercavo. Che cosa mi stava accadendo?
Giungemmo alla parte finale del serpentone e i miei occhi cercarono immediatamente l’ultima ballerina. La rossa. Un piccolo problema che si sarebbe sicuramente evolto in un grosso mal di testa. Sceglierla sarebbe stato così sbagliato a così tanti livelli che non avrei nemmeno dovuto considerare l’idea.
Non è abbastanza alta, dissi a me stesso.
Potrebbe compensare l’altezza ballando molto bene, disse il mio lato calmo.
Non ha abbastanza forza fisica per poter ballare bene, obiettai.
La sua bellezza compensa qualsiasi cosa, rispose l’altra parte.
Ci sono molte altre donne bellissime, dissi, mentre i miei occhi la studiavano, apprezzando ogni curva del suo corpo.
Nessuna delle altre è sexy come lei. Nessuna delle altre risveglia questo sfrenato desiderio in te, mormorò il mio subconscio, mentre indicavo una bionda a caso, nonostante lo sguardo di disapprovazione di Elijah.
Tirai fuori di nuovo la mia moneta fortunata. Testa, l’avrei scelta. Croce, avrebbe dovuto andarsene.
I nostri occhi si incontrarono e riuscii quasi a sentire l’aria vibrare tra di noi, piena di lussuria, desiderio e qualcos’altro che non riuscivo a spiegarmi. Guardai in basso e vidi la moneta nella mia mano.
“E lei”, dissi, indicando la belle petite con il mento, senza toglierle gli occhi di dosso.
Improvvisamente, Annie protestò, dubitando di un mio ordine per la prima volta.
“Ty, ma hai visto la sua statura? Praticamente è una nanerottola.”
Senza staccare gli occhi dalla rossa, misi subito Annie in riga. Avrei dovuto fare due chiacchiere con lei molto presto.
“Annie, sono io che scelgo le candidate. Poi, Elijah. E lei non è nanerottola. È mignon. Il tipo di donna che calza a pennello tra le braccia di un uomo”, sorrisi e la belle petite sembrò arrossire.
Ora sentivo l’eccitazione per la caccia scorrermi nelle vene. Mentre Elijah batteva le mani e dava ordini alle candidate pre-selezionate, io scommisi che avrei avuto quella ragazza nel mio letto quella notte. E non avremmo dormito.