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MESMER E IL MAGNETISMO
XIV
ОглавлениеIl 14 luglio 1789 cadde la Bastiglia e con essa finì pure la moda del magnetismo animale. Bailly, il celebre relatore contro Mesmer, che era già deputato di Parigi, fu improvvisamente nominato Maire di questa città.
Fu lui che andato a pregare il re Luigi XVI di farsi vedere a Parigi nel portargli le chiavi della città, pronunciò davanti al trono il motto celebre “che il popolo aveva riconquistato il suo re„.
Dopo due anni di sindacato,[38] dopo che l'assemblea nazionale aveva deciso che il busto di Bailly fosse messo nella sala delle adunanze, chiamato a deporre come testimonio nel processo che si faceva alla regina Maria Antonietta, Bailly comprese subito che un uragano si addensava sopra il suo capo. Avrebbe potuto fuggire e scampar il grave pericolo, ma non volle.
Quando gli domandarono se conosceva l'accusata: oh sì che la conosco, rispose umilmente; e salutò con rispetto la regina. Dopo, protestò contro le accuse e le imputazioni odiose fatte contro di lei. In quell'istante cessò di essere testimonio agli occhi del tribunale e lo si trattò come un accusato.
La colpa che gli attribuivano era di aver aiutato la fuga della famiglia reale da Parigi.
Bailly che fu prima l'idolo del popolo, abbandonato da tutti, fu con voto unanime condannato alla decapitazione.
Era presente a questo processo come testimonio quel Coffinal tristamente famoso che un anno dopo condannava a morte Lavoisier, il creatore della chimica moderna, pronunciando contro di lui, che era innocente, e senza aspettare che potesse difendersi, le parole terribili: La république n'a pas besoin de savans.[39]
Mai non erasi veduta una folla tanto feroce e così abbietta quanto e come quella che aveva nelle mani il potere della Francia. Beugnot racconta che quando Bailly, il venerabile sindaco di Parigi, fu consegnato alla Conciergierie nelle mani dei gendarmi, questi se lo sballottavano l'uno all'altro dicendo: ecco Bailly, – prendilo il tuo Bailly, – e ridevano come cannibali e gli davano dogli spintoni quasi a farlo cadere perchè il grande filosofo si conservava pacato.
La ghigliottina fu alzata su di un mucchio di immondizie. A mezzogiorno del 12 novembre 1793 Bailly salito sul carro fatale, fu condotto al Campo di Marte. Mentre aspettava che si mettesse in ordine la ghigliottina, un insolente gli disse per scherno: Tu trembles, Bailly. – Mon ami, j'ai froid, rispose con dolcezza la vittima, e furono le sue ultime parole.
La tradizione racconta che Mesmer incontrò per l'ultima volta Bailly sul carro che lo conduceva al Campo di Marte. Aveva le mani legate dietro la schiena e la plebe di Parigi lo insultava per la strada. Mesmer ebbe il coraggio di levarsi il cappello e di salutarlo rispettosamente.
Salutiamo anche noi la memoria di Mesmer. Il suo nome sarà ricordato sempre fino a che vi saranno dei neuropatici, degli isterici, delle persone nelle quali ad un cenno può venire sospesa la volontà e la coscienza, benchè abbiano l'aspetto di essere sane.
Se è vero come credono molti che va lentamente accumulandosi nella nostra razza la degenerazione del sistema nervoso – il nome di Mesmer sarà più venerato nei secoli futuri.
L'alcoolismo, l'abuso degli eccitanti, il desiderio di sensazioni sempre più forti, lo strapazzo del cervello, la trascuranza della educazione fisica, preparano colla eredità patologica nuove generazioni, nelle quali sarà maggiore il numero di quelli che passano facilmente dalla veglia in uno stato di sonnambulismo improvviso.
Ma questi saranno sempre una minoranza minima, e nel suo complesso la nostra razza diventerà più savia e più robusta.
Se la lotta per l'esistenza sarà più accanita, se saranno più disastrosi gli effetti dell'esaurimento e più micidiali lo battaglie del pensiero, si accrescerà la falange dei meno atti, dei neurastenici, dei degenerati, di quelli che cadranno sopraffatti dalla fatica, esaltati dalla debolezza, come i soldati che un grande esercito lascia indietro nelle marcie forzato sulla strada trionfale della vittoria.
Per questi, e per tutti gli altri che non avranno coltura, Mesmer rimarrà un idolo od un taumaturgo.
38
Morand, Le magnétisme animal. Paris, 1889, pag. 40.
39
E. Grimaux, La mort de Lavoisier. Revue des deux Mondes, 15 février 1887, pag. 884.