La vita Italiana nel Risorgimento (1849-1861), parte II
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Various. La vita Italiana nel Risorgimento (1849-1861), parte II
L'OPERA DI CAVOUR
L'EPOPEA GARIBALDINA
LA LIRICA
F. D. GUERRAZZI
I
II
III
IV
V
Отрывок из книги
Tentare in una breve ora l'epopea garibaldina, che vuol dir tutto Garibaldi, sarebbe come voler cogliere in un'occhiata tutta la giogaia delle Alpi. Chi lo potrebbe e da quale altezza? Fra Rio Grande e Digione, i suoi furono trentacinque anni di guerre con intermezzi di solitudini da Nume, o sull'Oceano o sullo scoglio dov'Ei sapeva incatenarsi da sè; e solo la lirica, col suo gesto da folgore, varrebbe forse a pigliarli nella sua luce. Ma se è vero che dell'Epopea il poeta può, se vuole, coglier soltanto il nodo; allora questo nella garibaldina è la Sicilia, la Dittatura, Lui, che privato, povero, disconosciuto, dispetto o adorato, ma in sè gigante cui sono sproporzionati uomini e cose, leva via un re inutile, e fa possibile e sicura l'unità dell'Italia.
Se lo stato dell'anima quale ce l'han fatto i secoli, per quel tanto di scienza che s'acquista via via da tutti, ci lasciasse ancora concepir l'Eroe nel senso antico, certi pochi uomini, da duemila anni in qua, meriterebbero d'esser chiamati eroi quanto Garibaldi: ma forse piace di più riconoscere in lui l'Uomo quale un giorno sarà, perchè ebbe al sommo la pietà, l'amore, l'oblio di sè, e un sentimento vivissimo del misterioso legame che ci giunge con l'Essere da cui emana tutta la legge e tutta la vita, la quale deve divenir alla fine sola bontà.
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Gli anni giovanili di Garibaldi paiono andati via rapidi, per chi li legge nelle sue biografie; ma come furono densi di azione! E il nostro pensiero lo segue ancora su' mari di Oriente dove navigando coi Sansimoniani proscritti, si nutre del Cristianesimo nuovo ch'essi portano per il mondo. Un anno appresso, a Taganrok (1833), un asceta del patriottismo gli rivelerà la Giovane Italia e la formola Dio e Popolo lo conquiderà. Da allora, Garibaldi sarà il Paolo di quella fede.
Passiamo via rapidi su quel momento della sua vita in cui egli entrò nella marineria del Re di Sardegna con propositi di ribelle. Ma chi gli diede in quel momento il nome di guerra di Cleombroto, lo dava a caso, o ravvisava in lui qualcosa del giovane che letto il Fedone di Platone si uccise per accertarsi dell'immortalità dell'anima, o qualcosa del re Spartano di quel nome, morto alla battaglia di Cintra? O forse quel nome gli fu dato per quel senso di procella che par esprimere?
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