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P R I M A S C E N A

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Residenza ufficiale del presidente: Arricas è seduto nel proprio ufficio, alla scrivania, sulla quale oltre a molti documenti c’è anche una cartina della città di Nika. Nika è stata conquistata dai ribelli con un colpo di Stato. La situazione, che è già costata la vita ad alcune persone e che ha causato la distruzione di edifici e infrastrutture, rende necessaria un’azione decisa e responsabile da parte del presidente.

MARIA (attraverso il vivavoce)

È arrivato il comandante in capo dell’esercito.

ARRICAS

Lo faccia entrare.

Borba e il suo aiutante entrano.

BORBA

Buongiorno signor presidente.

ARRICAS

Buongiorno signori.

Accomodatevi. Quanto deve durare ancora l’assedio di Nika? La situazione è bloccata da ormai tre settimane. La città continua a resistere, nonostante tutte le vie di approvvigionamento siano state interrotte. La nostra superiorità militare è indiscussa, eppure adesso non saremmo in grado di superare l’ultimo ostacolo? (Breve pausa) Proprio da questo dipende il successo dell’intera azione militare; dovreste saperlo anche voi! Stiamo sacrificando i nostri soldati! Già adesso ci sono troppi morti e feriti. E stiamo sprecando quantità ingenti di armi e munizioni. (Breve pausa) Comincio a dubitare delle capacità dei comandanti dell’esercito! (Borba vuole fare un’obiezione, ma Arricas alza energicamente la mano) Signori, non sono disposto a stare a guardare ancora! (Breve pausa) Probabilmente state pensando: tanto non ne sa nulla di questioni militari e non si interessa a ciò che succede sul teatro di guerra. Invece vi sbagliate di grosso! Io sono responsabile del fatto che vengano evitate inutili sofferenze e che la vita delle persone non venga messa in pericolo in modo insensato. Negli ultimi giorni ho sempre più spesso l’impressione che pianifichiate e mettiate in atto le vostre azioni militari in modo avventato: è da irresponsabili! (Breve pausa, poi rivolto a Borba) Dalla Sua posizione mi aspetto delle soluzioni, possibilmente senza spargimento di sangue! (Breve pausa) Ha finalmente avuto qualche buona idea?

BORBA

No. (Breve pausa.) Non c’è alcun mezzo per riconquistare la città.

ARRICAS (con aria derisoria)

Ah, bene. (Breve pausa, poi continua con tono ammonitorio) Se a Suo parere non c’è alcun mezzo, sarebbe dovuto venire da me già da tempo per consigliarmi di interrompere le azioni militari. (Breve pausa, poi rivolto all’aiutante di campo) E nemmeno a Lei è venuto in mente nulla?

AIUTANTE

Purtroppo no, nonostante abbia pensato molto a lungo a un modo per forzare il sistema di difesa.

ARRICAS (con tono ironico rivolto a Borba)

Se non altro, a differenza di Lei, ci ha pensato. (Breve pausa, poi continua in tono più pacato) Come sapete il quartier generale nemico si trova a Nika, nella roccaforte dei ribelli. In fondo quello che ha tramato la nostra ex ministra degli Esteri non è altro che una classica ribellione. Dunque i ribelli hanno qui la loro centrale (tocca la cartina di Nika) e ora mi domando se è veramente indispensabile conquistare l’intera città o se invece non sia sufficiente catturare la loro comandante.

BORBA

Riuscirà a catturare la leader dei ribelli solo quando la città sarà stata conquistata!

ARRICAS

Lei, come militare, è convinto che ciò che si trova in una città possa entrare in Suo possesso solo dopo aver conquistato la città casa per casa, così come ha imparato all’accademia militare. Però questo causerebbe troppe vittime e bisogna evitarlo! Non ho nulla contro la formazione scientifico-militare, ma ci sono momenti in cui bisogna scegliere strade non convenzionali. Qualche volta le conoscenze specialistiche possono essere un ostacolo. (Breve pausa) A mio parere questo è proprio uno di quei casi.

AIUTANTE

E allora come si potrebbe catturare la comandante dei ribelli?

ARRICAS

Dobbiamo centralizzare le nostre forze armate e per far questo bisogna abbandonare una delle vie di accesso alla città. I ribelli crederanno che vogliamo penetrare in città con un assalto massiccio in un altro punto della linea di difesa. Penseranno che crediamo di poter rischiare che ricevano approvvigionamenti, perché siamo convinti che non gli saranno più utili.

AIUTANTE (entusiasta)

Credo di sapere come continui il Suo piano (breve pausa): mentre noi attacchiamo veramente e con veemenza in un altro punto, i primi mezzi carichi di approvvigionamenti si dirigono verso la città. Sono pochi, ma (breve pausa) e questo è il punto decisivo (breve pausa) ci sono dentro i nostri uomini. Le sentinelle saranno ben felici di entrare di nuovo in contatto con la propria gente nell’entroterra e quindi lasceranno passare i veicoli senza grandi controlli, anche perché gli occupanti saranno equipaggiati come i ribelli. Poiché al fronte c’è carenza di tutto, solo pochi soldati rimarranno nel centro della città; così riusciremo a raggiungere con facilità il quartier generale. Ma – e qui è il punto fondamentale – che vantaggio ne traiamo? La nostra ministra degli Esteri – ex ministra degli Esteri – sarà anche lei al fronte.

ARRICAS (in tono di approvazione)

Proprio così. Naturalmente dobbiamo considerare che la strategia del cavallo di Troia è ben nota. Tuttavia funzionerà, se trasportiamo sui mezzi di approvvigionamento abbastanza cibo, medicinali e magari anche del buon rum. I ribelli hanno urgente bisogno di medicinali per i feriti e ormai sono anche a corto di cibo. (Pausa) Prima ci metteremo in posizione con i nostri carri armati e lanciarazzi. Ma una cosa deve essere chiara: con queste armi li vogliamo solo spaventare! La catena di morti deve avere fine! E poi, per come conosco la nostra ex ministra degli Esteri, sicuramente non sarà al fronte: non può sopportare la vista di morti e feriti. E comunque non conosce il nostro piano.

BORBA

Ma è una contraddizione! Allora perché si è lasciata indurre a una ribellione in cui lo spargimento di sangue è assolutamente inevitabile?

ARRICAS

Adesso basta, non è il momento di parlare di questo! (Breve pausa) Ad ogni modo si troverà nel quartier generale. Per noi non sarà difficile catturarla poiché si aspetta molte mosse ma non questa. Quando avremo preso lei, sarà facile convincere gli altri alla resa.

BORBA

Se è quello che desidera… Io avrei fatto avanzare l’esercito con tutti i mezzi a disposizione.

ARRICAS

Di sicuro non voglio – a meno che non sia indispensabile – far buttar giù la città dai nostri soldati, una pietra dopo l’altra; per poi in periodo di pace fargli rimettere le stesse pietre magari esattamente allo stesso posto.

AIUTANTE

Crede veramente che la ribellione dipenda esclusivamente dalla nostra ex ministra?

ARRICAS

Ne sono convinto. Lei sola ne è la forza propulsiva. (Breve pausa) A proposito del mio tono aspro all’inizio della nostra conversazione: odio quando i miei collaboratori si abbandonano all’inattività e all’indifferenza. Come ho già detto, mi aspetto consapevolezza delle vostre responsabilità e iniziativa personale! Ero così contrariato perché da parte vostra non ho ricevuto nessuna proposta. Tenetelo a mente! (Rivolto all’aiutante) Sarà Lei a occuparsi della faccenda! Al più presto, meglio se questa notte stessa!

AIUTANTE (sorpreso)

Non so se ci sarà il tempo di organizzare tutto! Dev’essere proprio stanotte?

ARRICAS

Sì! Lei si assumerà la responsabilità della prigioniera! Faccia in modo che non abbia fastidi!

AIUTANTE

Dovrà essere portata in prigione?

ARRICAS

Naturalmente! (Breve pausa) Arrivederci signori. (Rivolto all’aiutante) Svolga bene il Suo compito! Questo è molto importante per me.

Il comandante in capo e l’aiutante escono.

Una decisione, Presidente!

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