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L'ALLENAMENTO DEI GIOVANI CALCIATORI

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E' opportuno soffermarsi prima sui più gravi errori che sono commessi a proposito degli obiettivi dell'allenamento giovanile.


Il primo errore sta nel rapportare il giovane ad un’immagine ridotta dell'adulto senza considerare che egli ha una personalità ancora in formazione, modi di pensare ancora in evoluzione e soprattutto un fisico e capacità completamente differenti. Non è possibile trasferire nella sfera giovanile l'allenamento degli adulti, magari facendo solo attenzione a ridurre la quantità e l'intensità.


L'incremento delle capacità fisiche non può essere proposto allo stesso modo per i giovani e per gli adulti, anzi ci deve essere un’ulteriore differenziazione anche nello stesso ambito giovanile, secondo le fasce d’età.


Condurre per esempio un ciclo d’allenamenti per ragazzi di 12-13 anni (giovanissimi) avendo come obiettivo il massimo rendimento per raggiungere immediati successi, significa stravolgere lo spirito dell'allenamento stesso; infatti, il ragazzo deve essere condotto gradatamente ed a piccoli passi e negli anni verso il rendimento desiderato.


Una preparazione troppo veloce e precoce, che in genere è sempre collegata al raggiungimento di traguardi ambiziosi per gli adulti, darà notevoli risultati a breve scadenza, ma provoca sicuramente danni che quasi sempre sono irreversibili.

Quando i giovani e gli adolescenti in particolare sono sottoposti ad un eccessivo carico fisico e psicologico diminuisce la loro motivazione per quello che stanno facendo, diminuisce il loro desiderio sino a giungere ad un vero e proprio rifiuto di fronte ai primi insuccessi. Così si può capire come più volte i giovani calciatori dopo l’allenamento con la propria squadra, si ritrovino (in oratorio, in cortile o in spazi aperti) per giocare finalmente a calcio.


Un graduato e mirato allenamento conducono ad un grado più alto di preparazione fisica e atletica in età adulta e la mantiene stabile più a lungo nel tempo.

Alla conclusione del ciclo giovanile il giocatore dovrà:


avere raggiunto una giusta maturazione fisica;

avere acquisito un completo bagaglio tecnico;

avere acquisito un corretto senso tattico;

avere sviluppato le cosiddette "qualità di volontà" indispensabili per ottenere risultati duraturi e cioe’:


● disponibilità al lavoro di gruppo;

● spirito di collaborazione;

● disponibilità ad apprendere e lavorare;

● consapevolezza dei miglioramenti mediante l'impegno;

● desiderio di emergere.


Queste qualità agiscono positivamente non solo nell'ambito sportivo, ma sono di grande aiuto per affrontare la vita e le difficoltà d’ogni giorno.


Accanto a questi obiettivi primari, dobbiamo considerare altri aspetti che rivestono grande importanza per la formazione dei giovani:

– il mantenimento e la cura della salute e dell'igiene personale;

– l'organizzazione e l'occupazione del tempo libero;

– il gioco del calcio ed il relativo allenamento devono rimanere in secondo ordine rispetto     alla scuola o al lavoro;

– l'allenamento non deve comportare rischi per la salute e la futura crescita del giovane;

– la gioia e la serenità devono sempre essere poste in primo piano: evitare quindi allenamenti faticosi, monotoni e ripetitivi (questo non significa che non si possono riproporre esercitazioni gia’ svolte);

– i giovani devono poter sempre ricavare dall'allenamento esperienze costruttive e socializzanti;

– insieme al gioco del calcio i giovani devono poter coltivare altri interessi soprattutto a livello culturale.


L'allenatore del settore giovanile deve sapere riconoscere un potenziale giocatore di calcio valutando le sue capacità e competenze riferite a:


TECNICA:

– globale attitudine al movimento;

– sensibilità  al contatto di palla  ed abilità nel suo controllo;

– buona attitudine a difendere la palla in particolari situazioni di gioco.


TATTICA:

– senso dell'orientamento;

– prontezza nella capacità di giudizio sul programmare in anticipo mosse di gioco in attacco e in difesa.


QUALITA' CARATTERIALI:

– capacità di imporsi;

– risolutezza di propositi;

– costanza di volontà;

– buon comportamento sociale;

– modestia nel sapersi mettere anche al servizio degli altri.

CARATTERISTICHE FISICHE:

– costituzione fisica che lascia intravedere un adeguato e regolare sviluppo;

– potenziali doti atletiche.


Allenare i giovani significa soprattutto riuscire ad attuare correttamente tutte le fasi della strategia generale dell'educazione:


– conoscenza dell'allievo in riferimento al suo sviluppo motorio;

– conoscenza dei problemi educativi nelle varie fasce d’età;

– valutazione continua delle variazioni indotte nella personalità e nella maturazione del giovane, dall'influenza ambientale e dall'azione educativa fisico-motoria.


L'allenatore deve attenersi, soprattutto per i giovani sino ai 14/15 anni, quanto più possibile al principio della polivalenza.


La polivalenza costituisce la via maestra per fare intraprendere agli allievi un serio, corretto e valido avviamento alla pratica sportiva; richiede:

– interventi di tipo analitico (sviluppo della percezione uditiva, visiva, coordinazione sensomotoria, dei movimenti fini);

– interventi di tipo globale (sequenze multivariate, percorsi misti, giochi polivalenti, giochi a squadre);

– interventi tempestivi (la cosa giusta al momento giusto).


Effetti di alcune discipline sportive sui giovani

(G. Frohner, 2002)


Questo porterebbe a pensare che l’insieme di queste attività possa garantire un completo sviluppo dell’individuo.

Ciò non è vero se non organizzando le attività in modo che siano integrate fra loro senza che una sia predominante sull’altra. Motive per il quale si consiglia sempre, relativamente alla formazione di un calciatore, di attuare attività polivalenti soprattutto in età prepuberale e puberale indipendentemente dallo sport che l’individuo sta praticando. Risulta importante quindi che le proposte di allenamento siano comprensive di tutti I fattori (senza dimenticarsi quale sia l’attività principale)

L'Allenatore Di Calcio

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