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Capitolo 3 “Calano le tenebre”

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Shinbe atterrò dietro Toya proprio mentre Kyou e Kyoko svanivano. Gli altri atterrarono dietro di lui e rimasero a guardare la potente aura di Toya allargarsi intorno a lui in onde blu fluorescenti.

Kamui era spaventato per la potenza dell’evento a cui stava assistendo, mentre i suoi selvaggi capelli viola ondeggiavano al vento causato dalla rottura della barriera. I suoi occhi sembravano mutare colore a ogni battito del suo cuore impazzito. "Kyoko?" riuscì a chiedere, con voce rabbiosa e tremante. Una scintillante polvere multicolore si disperse nella radura, mentre lui apriva le ali e si alzava in volo al disperato inseguimento di Kyoko e del suo rapitore.

Un lampo lontano sembrò indicare a Kamui la strada. Quando arrivò davanti a Hyakuhei i lunghi capelli del sommo guardiano si agitarono, scossi dall’impeto della sua discesa. Gli occhi color ebano di Hyakuhei si fissarono un attimo in quelli di Kamui, e la rabbia che vi lesse dentro lo fece quasi arretrare di un passo.

"Povero bambino ... hai perso qualcosa?" La voce di Hyakuhei sembrava carezzevole, ma le profondità del suo sguardo rivelavano le sue intenzioni malvagie. Prima si alzarsi di nuovo in volo allungò una mano a carezzargli la pallida guancia, e scoppiò in una risata demoniaca quando il giovane guardiano schizzò all’indietro per sottrarsi al suo tocco.

"Sempre così scontroso." Approfittò della sua confusione per muoversi minaccioso contro di lui. "Vieni da me Kamui, vieni a battermi ... ma come farai senza la tua sacerdotessa?" Conosceva le paure del ragazzo meglio di chiunque altro. Le sue labbra accennarono un sorriso sadico. Dopo tutto ... era lui che aveva inculcato nel ragazzo tutte quelle paure.

Kamui quasi soffocò per il panico che ora sembrava invaderlo. Vedere il mostro di fronte a lui era tremendo quanto percepire il demone che si teneva nascosto dentro ...lo spirito dei sogni. Poteva percepirlo là dentro, nascosto dietro le sembianze di Hyakuhei, che gli scagliava addosso i tremendi ricordi che lui pensava sepolti da tempo e che ora si agitavano vivi nella sua mente: provò l’impulso irrefrenabile di fuggire davanti al suo nemico...

Percependo il terrore di Kamui che invadeva la radura, Shinbe gridò: "Lascialo in pace, traditore!" Alzando il suo bastone, usò il potere telecinetico per frantumare alcune rocce che si trovavano nei pressi e farle rotolare ai piedi dell’odiato zio, al fine di spezzare l’incanto che teneva avvinto Kamui e permettergli di scappare.

Con un semplice gesto della mano, Hyakuhei creò una barriera per difendersi dai frammenti di pietra che vagavano nell’aria dritti verso di lui; poi rivolse di nuovo lo sguardo sul giovane guardiano dagli occhi color ametista: "Non ingerirti in segreti che non conosci, caro nipote.” sibilò.

Kamui cadde a terra, oppresso dalla potenza dei ricordi oscuri che pensava di avere strappato dalla sua mente. Erano ancora dentro di lui e doveva lottare per celargli agli altri. Kamui sbatté le palpebre ... i suoi occhi tornarono alla loro luce normale. Non avrebbe mai ricordato quello che Hyakuhei lo aveva sfidato a ricordare ...Lanciò un'occhiata agli altri guardiani sperando che non avessero capito che cos’era successo.

Toya aveva visto abbastanza e scattò. Alla velocità della luce, invisibile a occhio umano, scomparve e subito riapparve alle spalle di Hyakuhei. Gli strinse un braccio intorno al collo in una presa mortale e ringhiò: "E ora, cosa diavolo pensi di fare ... caro zio?"

Gli occhi di Hyakuhei divennero fessure quando si rese conto che la rabbia di Toya aveva ingigantito il suo potere, che ora era pari al suo. Rendendosi conto che Kamui era fuori dalla sua fascinazione, sorrise in modo ingannevole. "Come pretendi di combattere contro di me, quando non sei capace di proteggere una piccola umana? Hai già fallito una volta!”

Sapeva di essere in grado di tenere avvinta a sé la sacerdotessa con la malia del demone dei sogni. Lo spirito avrebbe mantenuto saldo il loro legame. Prima o poi ... lei si sarebbe offerta volontariamente a lui. Kyou non l'avrebbe posseduta a lungo. Anche in quel momento poteva percepire ciò che stava sognando… Ben presto si sarebbe unito a lei nel sogno.

Con una risata malvagia, il corpo di Hyakuhei svanì, lasciando Toya a urlare ancora una volta di rabbia.

*****

L'oscurità avvolse Kyoko e lei in qualche modo capì che si trovava nella dimensione dei sogni. La realtà intorno a lei svanì sullo sfondo e lei venne ingoiata dalle profondità della sua anima, di nuovo catapultata nell’incubo di prima che aveva ripreso a tormentarla. Provò a combatterlo ... a svegliarsi, in modo da sottrarsi al suo fascino, ma la potenza del sogno era troppo forte.

Il tempo e lo spazio si annullarono, quando rimase prigioniera del suo incubo. Kyoko si sentiva calda, troppo calda, e questa sensazione le rendeva difficile svegliarsi. Lottò freneticamente per uscire da quella oscurità, che la rendeva tanto debole e fragile. Muovendo le dita intorno, sentì sotto di sé una morbida pelliccia: evidentemente, giaceva su un tappeto, che le faceva da letto..

Aprì gli occhi, e vide sopra di lei un lungo soffitto di pietra; lasciò che il suo sguardo vagasse intorno e capì di trovarsi in una sorta di grotta. Sulle pareti di roccia tremolavano delle ombre, generate da un fuoco acceso a qualche metro di distanza da lei. Era tutto meraviglioso, caldo, invitante…come accade nei sogni.

Cercò di mettersi a sedere, ma immediatamente se ne pentì e si stese di nuovo: la testa le doleva terribilmente e si sentiva debolissima…come se fosse stata svuotata di tutte le sue forze. Che cos'era successo?

Le sue labbra si schiusero in un grido silenzioso, iniziando a ricordare. Questa volta ignorò il dolore e schizzò nuovamente a sedere, ma dovette tenersi la testa con le mani quando si sentì girare tutto attorno e le ombre balzarono confuse davanti ai suoi occhi.

Le sembrò di trovarsi al centro della terra, perché qua e là intravide delle grandi stalattiti e dei cristalli di ghiaccio che pendevano dal soffitto. La grotta era piccola, con una minuscola apertura sul davanti, e per questo era così calda: il fuoco riusciva a riscaldarla tutta. Tremò al pensiero di quanto dovesse essere gelida e mortale, senza quelle fiamme…

Chiudendo di nuovo gli occhi e massaggiandosi le tempie cercò di pensare razionalmente. Il Cuore di Cristallo Protettore ... L'aveva frantumato per impedire a Hyakuhei di impossessarsene. Quella era l'ultima cosa che ricordava. Riaprì gli occhi, per poter dare un’occhiata migliore all’ambiente che la circondava.

Guardando sotto di lei, si rese conto di essere sdraiata su una pelliccia di color mezzanotte. Kyoko gemette ... Hyakuhei l'aveva presa, lo sapeva! Atrimenti perché si era ritrovata distesa su quello che sembrava essere un sudario di pelliccia nera e in un buco scavato nelle profondità della terra, come una bara? Solo Hyakuhei poteva essere così sadico.

Avrebbe voluto piangere, ma si trattenne per non cedere alla paura, altrimenti…il suo pianto sarebbe durato in eterno... Si mise a ispezionare il suo corpo, per capire se aveva delle ferite, ma soprattutto per tenere occupata la mente. Quando si avvide che era tutto a posto si sentì un po’ più sollevata. Se Hyakuhei avesse voluto ucciderla lo avrebbe già fatto…o no? Rabbrividì, quando la domanda le galleggiò nella mente…senza trovare risposta.

Kyoko rivolse la sua attenzione all'apertura della grotta. Mentre l'interno della caverna era tutto illuminato, dall’altro lato sembrava terribilmente buio. Si avvicinò all'uscita, quasi spaventata da ciò che avrebbe trovato dall'altra parte.

Sentì la differenza di temperatura quando raggiunse l'apertura. Poteva persino percepire l’aria gelida che penetrava nella grotta e quasi desiderò il calore della pelliccia nera su cui prima era sdraiata. Guardandosi alle spalle, pensò di tornare indietro al calore, ma scacciò rapidamente quel pensiero.

"No!" si disse ostinatamente, massaggiandosi le braccia per tenerle al caldo. Era arrivata così lontano, non aveva intenzione di voltarsi e tornare indietro. Inoltre ... quella era la tana di Hyakuhei e sentirne il bisogno sarebbe stato un errore. Lui era il nemico!

Fece un altro passo e uscì dalla grotta, piombando in un buio senza fine. Kyoko alzò gli occhi e scorse un piccolo raggio di luce filtrare dall'alto. Ma la luce sembrava molto lontana. Tenendo gli occhi fissi su quella luce per orientarsi nel buio capì che doveva essere quasi l’alba.

Trattenendo a fatica un gemito, si chiese da quanto tempo si trovasse lì. Si morse il labbro, sperando di non aver dormito per giorni o qualcosa del genere. Il pensiero di essere sola a un miglio sotto terra la terrorizzava, e la possibilità che Hyakuhei fosse accanto a lei nei pressi le faceva accapponare la pelle per il terrore.

Pensò tra tra sé e sé: "Dovrò lottare contro di lui per impedirgli di gettarmi nel fuoco." Inspirando profondamente, cercò di calmarsi, sapendo di non avere altre alternative ... ma come faceva a tornare in superficie?

Kyoko fece un altro passo nell'oscurità, sperando di scorgere qualcosa, e quello che vide le tolse il fiato. Non riuscì nemmeno a urlare. Non c'era pavimento sotto i suoi piedi! Perse l’equilibrio e cominciò a cadere: senza cacciare un urlo, vide il piccolo raggio di luce su cui aveva posato gli occhi allontanarsi rapidamente e scomparire.

Chiudendo gli occhi, Kyoko si aspettò l’impatto, bramando disperatamente la luce mentre precipitava. Dall'oscurità, calde braccia l’avvolsero per rallentare la sua caduta. Non le importava chi fosse, l’importante era dare fine a quella caduta che sembrava non finire mai. Gridò, e il suono soffocato rimbalzò sui muri di pietra che aveva intorno, mentre si aggrappava saldamente alle spalle muscolose che ora la tenevano: si sentì invadere dal panico, pensando che era stata a un passo dalla morte.

Sentì il calore delle possenti braccia che la tenevano al sicuro, e il contatto con un ampio petto muscoloso. Percepì qualcosa che le sembrarono morbide ali, ed ebbe la sensazione di alzarsi in volo. Capì che la stavano riportando nella caverna da dove era caduta e combatté l’impulso di aggrapparsi con forza al corpo che la teneva. Si concentrò sui muri di pietra, che le apparivano sempre più nitidi a mano a mano che risaliva.

Quando tornò alla luce, Kyoko era troppo spaventata per alzare lo sguardo, intuendo chi era stato a salvarla, ma alla fine la sua innata curiosità la spinse a fissare con gli occhi color smeraldo il suo salvatore. Tremò, quando vide confermarsi le sue paure, e si trovò davanti quel viso perfetto incorniciato da lunghi capelli scuri che sembravano ondeggiare al vento. Se il male aveva un nome…quella era la sua incarnazione perfetta.

"Hyakuhei…" mormorò, e la sua voce era densa di paura e gratitudine allo stesso tempo. Era certo colpa sua se si trovava lì, ... eppure lui l’aveva salvata quando era caduta nel vuoto. Perché l'aveva fatto? Che mistero celava quel demone? Una leggera brezza la investì sulla schiena, e lei si rese conto di essere tornata alla grotta. A che profondità era caduta, se il volo era durato così tanto?

Rimase in silenzio anche quando i suoi piedi toccarono il suolo e lui la riportò al suo giaciglio di pelliccia, ora più simile a un talamo nuziale che a un sudario di pelle nera. Hyakuhei le si sedette di fronte.

I nervi di Kyoko erano tesi come corde di violino. A nulla giovava il fatto che il guardiano sembrasse non guardarla, immerso com’era nei suoi pensieri. Si morse il labbro, sapendo che era inutile cercare di fuggire da lui.

Lo fissò, provando a studiarlo. Se non avesse saputo quanto era malvagio, lo avrebbe trovato incredibilmente bello, quasi quanto Kyou ... anche se Kyou non era scuro come lui. Sembravano l’uno il negativo dell’altro: quanto Kyou era chiaro tanto Hyakuhei era scuro. Quanto Kyou era benefico, tanto Hyakuhei era malefico. Entrambi godevano dello stesso immane potere e un solo loro sguardo era in grado di uccidere…un destino forse migliore per l’eventuale vittima, piuttosto che rimanere soggiogata dalla loro fatale bellezza.

Decise di non mostrare paura, davanti al suo nemico. Provò a calmarsi, alzò il mento verso di lui con aria di sfida e lo guardò fisso negli occhi. "Non ho più il cristallo, con me; quindi perché mi hai portato qui?" Era contenta che la sua voce suonasse ferma e decisa, e si sentì meno impaurita.

Hyakuhei ignorò la sua domanda, limitandosi a fissarla a sua volta. Quella ragazza era decisamente interessante. Sapeva che aveva un grande potere, ma lei ne era completamente all’oscuro. Non si era nemmeno accorta che la sua caduta aveva cominciato a rallentare già prima che lui la prendesse tra le braccia. Anche se non l’avesse salvata, sarebbe atterrata dolcemente in pedi senza farsi un graffio.

Il suo potere era cresciuto, dall'ultima volta che si erano trovati faccia a faccia. Questa volta trovare il Cuore di Cristallo Protettore sarebbe stato più facile, perché sarebbe stata proprio lei ad aiutarlo a trovare i frammenti. In passato si era sentito erroneamente ossessionato solo dalla loro ricerca. Adesso voleva entrambi: il cristallo e…la sacerdotessa.

"Perché mi temi?" le sussurrò dolcemente Hyakuhei, alzando una mano a carezzarle la guancia, e rimase sorpreso quando lei sussultò appena. Voleva convincerlo di non aver paura di lui, ma non si rendeva conto che lui poteva percepire il suo terrore solo toccandola. Aveva ragione ad essere così spaventata, ma lui le avrebbe fatto dimenticare la paura.

Attraverso il contatto con la sua pelle ed eccitato da quegli occhi spalancati che fissavano i suoi, Hyakuhei entrò nella mente di Kyoko, infondendole una sensazione di conforto e sicurezza. Le aveva già lanciato degli incantesimi, prima, ma lei era sempre riuscita ad infrangerli. Questa volta le avrebbe lanciato un sortilegio che non l’avrebbe fatta sentire prigioniera e non l’avrebbe stimolata a lottare contro di lui. Se avesse voluto liberarsi, lei ci sarebbe riuscita comunque, data l’immensità del potere di cui era ignara. L’affascinò con l’ombra di un demone vampiro che aveva recentemente inglobato nella sua anima.

Gli angoli delle sue labbra sensuali si sollevarono in un accenno di sorriso, al vederla quasi incuriosita da ciò che le stava facendo. Ogni residuo di paura scomparve dalla mente di Kyoko.

Avrebbe dovuto saperlo, che era meglio non lasciarsi toccare da Hyakuheii, ma non si era sottratta al suo tocco perché voleva dimostragli di non avere paura. Tuttavia, dopo quella carezza, il cuore cominciò a rimbombarle nelle orecchie e si sentì strana... Si aspettava che lui la ferisse o la imprigionasse…ma non era affatto questo che lui le stava facendo… Nel suo cuore si fece strada una sensazione di calore, e si sentì pervadere dal sonno. Lasciò che lui le continuasse a carezzarle la guancia e chiuse gli occhi.

“Hyakuhei…” sussurrò, felice di non essere più sola in quella caverna.

Vedendo che stava per addormentarsi, lui le si avvicinò e l’adagiò delicatamente sulla morbida pelliccia scura. Salì sul suo corpo addormentato, le si mise a cavalcioni, rimanendo a contemplare la bellissima ragazza prigioniera sotto di lui.

"Sono io l’uomo che amerai, Kyoko ... il mio tocco, la mia voce ... i miei baci." Abbassò le labbra sulle sue mentre lei era ancora inerme... Stanotte avrebbe lasciato che il suo corpo rimanesse addormentato, ma sarebbe penetrato con violenza nella sua mente per rafforzare il legame che stava nascendo tra loro…che l’avrebbe resa sua schiava. L'avrebbe indotta a desiderarlo fino al punto di soffrire tremendamente della sua mancanza, così non avrebbe avuto altra scelta che cercarlo e implorargli di farla sua.

Si sdraiò accanto a lei, la strinse tra le braccia e aspirò il suo profumo. Sorrise a se stesso, sapendo che era ancora così innocente ... una donna in boccio, in realtà. Per quella notte l’avrebbe lasciata così. Si premette contro il corpo di lei, con possessività. Era pura, e ignara del fatto che era completamente in suo potere…Dormiva, e lui poteva penetrare nella sua mente: era sua, ormai!

A diverse miglia di distanza Hyakuhei si agitò e si rivoltò, mentre faceva lo stesso sogno di Kyoko ... Lo spirito dei sogni ora li aveva in pugno entrambi, e nessuno dei due poteva immaginarlo. Il demone rise silenziosamente del caos che aveva creato. Oh, lei era senza dubbio sotto il controllo di Hyakuhei, ma la sua mente no. Quella era sotto il proprio potere! Come quella di Hyakuhei. Ora li possedeva entrambi.

Il frammento del cristallo che lo spirito dei sogni celava dentro di sé gli permise di guardare a fondo nella malvagia anima del Guardiano ... così a fondo che poté oltrepassare il Cuore del Tempo ed entrare in un'altra dimensione. Se si trattasse di un mondo passato o futuro ... non importava: era la sua essenza che cercava. E ora che l’aveva trovata, l’avrebbe usata contro il mostro malvagio che lo aveva incatenato a sé.

Avrebbe alimentato i ricordi di Hyakuhei e della sacerdotessa in modo che conoscessero la sconfitta non una ... ma due volte. Il cuore di Hyakuhei era ormai la terra dei demoni; e i demoni, si sa, vincono sempre.

*****

Kyou stringeva Kyoko, addormentata tra le sue braccia. Chiaramente, nella realtà non erano così vicini ma Hyakuhei l’aveva privato della sua sacerdotessa. Il suo sangue da guardiano ruggì di frustrazione, e lui la strinse ancora di più con possessività.

Alzò una mano per accarezzarle la guancia, ma percepì uno strano calore irradiarsi da lei quando si avvicinò al suo viso. I suoi occhi dorati si fecero cattivi, quando la sentì sussurrare teneramente un nome nel sonno: era quello del suo nemico!

Con un ringhio di rabbia, Kyou cercò di invadere la mente della ragazza e frugare nel suo sogno, ma si trovò davanti una impenetrabile barriera. Strinse gli occhi con diffidenza: era una barriera...onirica? Come osava Hyakuhei creare un legame con Kyoko usando un umile demone del sonno? Le sue labbra si assottigliarono, perché comprendeva la potenza della fascinazione nei sogni.

Sollevandosi a mezz'aria, Kyou inviò un'ondata di potere psichico direttamente contro la barriera e sorrise con perfidia, quando sentì il debole grido del demone dei sogni che fuggiva dalla mente di Kyooko. Poteva percepire anche lo stupore di Hyakuhei, costretto ad abbandonare la dimensione onirica e il suo legame con la sacerdotessa. Si augurò che Hyakuhei fosse ora completamente sveglio, in un mare di sudore freddo ... e di tormenti.

Kyou la spostò più vicino al suo viso, in modo da poterla guardare mentre volava verso la barriera velata che nascondeva il suo castello a tutti. Altri avrebbero visto solo una foresta desolata coperta di rampicanti macerati dalla pioggia, ma lui sapeva vedere al di là dell’illusione dei sogni.

Chiudendo gli occhi, sussurrò parole segrete e il paesaggio oscuro mutò forma, aprendo un varco per lasciarlo passare, e che si richiuse immediatamente alle sue spalle. Il potere delle parole sacre aveva protetto ancora una volta la sua casa dall’irrequieto mondo dei demoni.

La barriera stessa era stata un colpo di genio di suo padre Tadamichi, si diceva per impedire ai nemici di espugnarla. Ma Kyou aveva sviscerato la vera natura di quel muro: era sorto per impedire a Hyakuhei di tornare nella propria dimensione. Era una punizione ideata tanto tempo prima, in ere precedenti, ma ancora così resistente alla magia del nemico. Kyou aveva visto suo zio tante volte dietro quella barriera senza riuscire ad oltrepassarla… Se ci fosse riuscito avrebbe potuto appropriarsi del potere atavico di Tadamichi.

Volò sui giardini lussureggianti che circondavano il suo palazzo, sgusciò attraverso una finestra aperta in uno dei piani superiori, e atterrò silenziosamente sul pavimento di marmo all'interno del palazzo. Si spostò silenziosamente e con grazia in una enorme stanza, in cui si trovava un letto tanto grande da poter accogliere una dozzina di persone.

Kyou si chinò e appoggiò sui morbidi, cuscini la sacerdotessa, che aveva ancora tra le braccia; poi si mise a fissarla intensamente. “Perché l'ho rapita?” si chiese. Ma conosceva già la risposta: “Perché la desidero!” si disse, rabbioso.

Sapeva che Kyoko lo avrebbe odiato, una volta sveglia, e Kyou non voleva che succedesse. Ancora una volta si costrinse a chiedersi perché gli importava tanto cosa provasse Kyoko per lui: da quando avevano importanza i sentimenti degli umani? E di una ragazzina che era già sua, poi!

Ringhiò sommessamente al caos dei suoi pensieri. Come poteva convincerla ad accettare volontariamente di rimanere con lui, senza che lei lo combattesse di continuo? Era un bel problema, per il signore del regno dei demoni.

Se fosse stato qualcun altro a mostrare una tale perseveranza nel combatterlo, non avrebbe perso tempo e lo avrebbe immediatamente distrutto. Ma lei…era la loro sacerdotessa... e lui uno dei suoi guardiani! Non desiderava farle del male, tantomeno ucciderla. Voleva solo tenerla per sé. Questo pensiero lo folgorò.

Avrebbe fatto un patto con lei. Sì, le avrebbe svelato ciò che lei ardeva di conoscere. Solo allora l'avrebbe lasciata andare ... A quel punto, se lei avesse desiderato legarsi definitivamente a lui, non glielo avrebbe permesso. Era stato il pericolo di Hyakuhei che lo aveva costretto a rapirla.

La sua unica preoccupazione a questo punto era il potere del demone dei sogni ... Era abbastanza forte da infrangere la barriera che circondava la sua casa? L'antica magia sarebbe bastata a proteggerla? Non aveva idea di quanto fosse pericoloso, quello spirito. Gli occhi dorati di Kyou si spostarono sul viso di Kyoko, quando percepì i battiti del suo cuore aumentare d’intensità: si stava svegliando!

Si sedette sul cuscino accanto a lei e attese. Per prima cosa, avrebbe cercato di infrangere le sue paure. Soltanto allora sarebbe passato alla fase successiva... legarla a lui per sempre, a qualunque costo.

Kyoko si sentiva come su una nuvola e molto confusa. La sua mano toccò qualcosa di morbido e lei si chiese se stesse sognando di nuovo ... Hyakuhei l'aveva baciata così dolcemente. Perché l'aveva baciata? I suoi occhi si spalancarono, e la prima cosa che vide fu Kyou seduto accanto a lei, con l'espressione di un angelo sconfitto a cui avessero tagliato le ali.

Gli occhi dorati e impassibili del guardiano la stavano fissando. La realtà era così simile ai suoi incubi, che lei ne rimase sconcertata.

Si guardò rapidamente intorno, e vide il pavimento di marmo nero e le pareti di pietra. Il suo primo pensiero fu che quella era proprio la grotta del suo sogno, ma molto più curata. Le ricordava ciò che aveva sempre immaginato dell’interno dei castelli. Grandi arazzi ricoprivano le pareti, concedendo all’ambiente un tocco di raffinatezza, e il cuscino nero e oro su cui stava sdraiata le sembrò addirittura regale.

La sua attenzione tornò su Kyou, che non aveva mosso un muscolo. Ancora una volta i pensieri che aveva espresso nel suo incubo le tornarono alla mente: 'È pericoloso quanto Hyakuhei! Come può essere così bello e tanto malvagio?” Il buio della stanza faceva risplendere la sua aura in modo inquietante, come se lui potesse leggerle dentro e ridere di lei.

Provò lo stesso senso di nausea che l’aveva tormentata nel sogno. Si strinse al cuscino e chiuse gli occhi, pregando che quello fosse solo un altro incubo ... e che presto si sarebbe risvegliata ai piedi della statua della fanciulla, con Toya che la sgridava per la sua incoscienza, di uscire di casa nel cuore della notte. Quando i suoi occhi si riaprirono, deglutì spaventata, perché capì che invece era sveglia e che quella era la dura realtà.

Quando riuscì a spiccicare parola, il suono della sua voce la spaventò. I suoi occhi color smeraldo si spalancarono, perché ancora una volta non riusciva a nascondere la sua paura a Kyou… non poteva mostrarsi così debole, ai suoi occhi.

"Non ti farò del male ... se farai la brava." le disse Kyou, fissandola con insistenza, per vedere le sue reazioni. Sorrise dentro di sé, quando lei lo fissò. "Bene." esclamò. Non sembrava aver voglia di gridare. Era ancora troppo arrabbiata. Il guardiano sorrise con malvagità.

Kyoko lo guardò con odio, al ricordo di quello che lui le aveva fatto ... e proprio lì, di fronte a Toya. Come si era permesso? Sollevando il mento con aria di sfida, Kyoko sibilò: "E cosa ti fa pensare che voglia fare la brava…con te?”

Kyou quasi rimase affascinato, dall’impertinenza di quella risposta. Per gli dei, era davvero dura, quella ragazzina! Malgrado lo odiasse, avrebbe finito per capire che lui non voleva affatto ucciderla, ma proteggerla. Se l’avesse voluta vedere morta, l’avrebbe già fatto, e dal loro primo incontro. Ma l’aria di sfida che le leggeva sulla faccia era così eccitante… e gli stava riscaldando nuovamente il sangue. Dovette fare un vero sforzo per non saltarle addosso.

Kyoko abbassò lo sguardo: non riusciva a tenerlo fisso negli occhi di Kyou. Lui era troppo forte. Non poteva competere col suo potere, non ora. Non con il cuore che le batteva nelle tempie a quel modo. Ciò che aveva letto negli occhi di Kyou l’aveva atterrita…più del pensiero di Hyakuhei.

"Invece dovrai essere brava, se vorrai tornare dai tuoi amati guardiani.” rispose Kyou, con durezza. Si stizzì, quando la vide alzare di nuovo lo sguardo su di lui. Pensava davvero di poter scendere a patti con lui? Di poterlo combattere? Si augurò che fosse così, che quella ragazzina fosse tanto ostinata da farlo. In tal caso…davvero non avrebbe mai più rivisto Toya.

"Chi ti credi di essere? - esclamò Kyoko, con petlulanza - Chi ti ha dato il permesso di toccarmi in quel modo, di abusare di me? Non voglio rimanere con te, ti odio! Riportami subito da Toya…mostro!”

Kyou si lanciò contro di lei e la schiacciò sui morbidi cuscini con tutta la sua forza, poi inalò eccitato il profumo della sua paura… e del suo coraggio.

“Invece rimarrai qui finché lo vorrò io! Se i tuoi amati guardiani non sono in grado di proteggerti, sarò costretto a tenerti con me…per sempre!”

Kyou si sentì invadere dalla rabbia, ripensando al pericolo mortale che aveva corso quando i demoni l’avevano fiutata: quella stupida umana non capiva quanto fosse stata vicina alla morte! Lui l’aveva catturata per il suo bene. Se non l’avesse fatto, ora si sarebbe ritrovata con Hyakuhei…come sua schiava.

Le labbra di Kyoko si aprirono, confuse. "Ma perché vuoi che rimanga qui con te?" Fu allora che si rese conto di quanto i loro corpi fossero pericolosamente a contatto. Lo guardò respirare con eccitazione, e quasi le parve che la sua camicia divenisse trasparente alla luce. Scuotendosi da quell’allucinazione lo guardò, in attesa della sua risposta.

Prima che Kyou potesse rispondere, la porta della stanza si aprì e due bambinetti corsero dentro, ridacchiando. Potevano avere circa sei anni. Entrambi avevano i capelli biondi lunghi fino alle spalle e sembravano identici: probabilmente erano gemelli.

Kyou balzò in piedi, con la strana espressione di un bambino colto in fragrante a rubare biscotti. Kyoko rimase esterrefatta: mai avrebbe pensato di vedere sul viso del guardiano una simile espressione! Cavolo, quando serviva NON C’ERA MAI una telecamera a portata di mano!

Inclinò la testa di lato, fissando i bambini dichiaratamente umani. Che ci facevano lì? E che volevano da Kyou?

"Kyou, sei tornato!" gridarono, correndo verso di lui. Non appena notarono Kyoko, si fermarono indecisi.

"Kyou, lei resta qui?" chiesero all’unisono, spalancando i loro enormi occhi azzurri. Kyou non li guardò nemmeno.

"Hiroki, Hiraru…" li riprese, con voce incolore.

"Sì?" risposero i bimbi.

"Lei resta con noi. Ora lasciateci soli, per favore." La voce fredda e calma di Kyou non turbò i gemelli, che sorrisero a Kyoko e poi, improvvisamente, si diressero verso di lei.

Kyoko si aspettava che le saltassero in braccio, ma rimase estremamente sorpesa quando i gemelli si arrampicarono sulle ginocchia di Kyou e lo abbracciarono con gioia. Ancora una volta, l’espressione sul viso del guardiano era da fotografare, talmente era fuori luogo, e Kyoko si rese conto di non conoscere affatto quello strano guardiano. I gemelli si allontanarono da lui ridendo, quando Kyou gli ringhiò contro per gioco, e scapparono via dalla stanza con gridolini di falsa paura.

Kyoko fissò il suo rapitore. "Che ci fanno qui, quei bambini?" gli chiese. Lui era in piedi di fronte a lei, alto e bellissimo. Esitò a rispondere.

"Hanno chiesto di rimanere qui…e io li accontento.” rispose con lo stesso sguardo inespressivo di prima. Non gli sfuggì lo sguardo di stupore che vide riflesso nel volto della fanciulla. Gli occhi gli scivolarono con lascivia sulle sue labbra morbide e carnose…e perennemente imbronciate.

Kyoko era esterrefatta: ma che risposta era? "Non avevi detto di odiare gli umani?"

Era eccitante guardare quelle labbra. Kyou si avvicinò a Kyoko, e si fermò a pochi centimetri dal suo viso. "Non sono abbastanza intelligenti da avere paura di me." La sua voce era bassa e carezzevole. Kyou distolse lo sguardo dalla bocca di Kyoko, per non subirne il fascino.

Kyoko deglutì, appoggiandosi all'indietro, ma il cuscino non le permetteva di sdraiarsi completamente. Che intendeva dire? Che chi era abbastanza intelligente…lo temeva? Significava che non aveva intenzione di farle del male? Doveva saperlo. "Allora perché io sono qui?" mormorò.

"Perché anche tu non sei abbastanza intelligente da avere paura di me." La voce di Kyou si fece più morbida mentre si avvicinava a lei. Era bello guardare il viso di quella fanciulla e spiarne le emozioni.

Kyoko cercò di tirarsi indietro, per creare un po’distanza tra loro. "Preferiresti che io avessi paura di te?" Rimase senza fiato, quando vide gli occhi di Kyou brillare nel buio come quelli di una pantera. All'improvviso dimenticò perché gli aveva fatto quella domanda.

"Finché ti comporti bene, non hai motivo di temermi. Per ora." mormorò il guardiano. Allungò la mano per toccarle la guancia, ma lei si ritrasse. La luce della finestra dietro di lui si rifletteva nei suoi occhi. Si era resa conto di quanto fosse seducente, con il suo candore e quelle labbra imbronciate? Andò a sedersi lontano, per concederle il suo spazio.

Kyoko lo guardò con curiosità. "Kyou ... dimmi la verità: perché sono qui? Devo tornare dagli altri guardiani e continuare la ricerca dei talismani scomparsi." Non riusciva a capire cosa frullasse nella mente di Kyou e la cosa iniziava a spaventarla. Lui tacque per un attimo e Kyoko sentì lo stomaco contrarsi per l’ansia.

Dopo un minuto in cui Kyou continuava a fissarla senza dire nulla, Kyoko puntò il braccio sul cuscino e si drizzò, avvicinandosi a lui.

Kyou fu tentato dal chinarsi su di lei e baciarla ma, dopo le libertà che si era preso poco prima, temette che la ragazza avrebbe perso definitivamente la fiducia in lui. La guardò alzarsi in piedi senza dire una parola.

Kyoko si sentì girare leggermente la testa e allungò le braccia verso il guardiano per mantenersi in equilibrio; lo guardò con aria di sfida. "Va bene ... Se non c'è un motivo particolare per cui mi hai rapita, allora riportami indietro." Si mosse verso di lui ma, prima ancora di rendersene conto, Kyou era saltato in avanti e l’aveva ripremuta a schiena in giù sul cuscino, ergendosi pericolosamente sopra di lei. Il suo sguardo era furente. Senza mostrare il minimo segno di paura, Kyoko pensò, tranquillamente: “Beh, almeno adesso so che sei capace di mostrare emozioni.” Leggendole nella mente, il mostro l’afferrò per le caviglie e la trascinò verso di sé: ora era completamente sopra di lei, le mani schiacciate sul suo petto e poteva sentire il palpito del Cuore di Cristallo Protettore sotto le sue dita, ma lei non cercò di divincolarsi. “Bene.” continuò a pensare Kyoko.

"Credi che ti abbia rapito senza motivo? Eri in pericolo e non lo hai ancora capito." sibilò.

"Quale pericolo? - ringhiò a sua volta Kyoko - Stavo benissimo, fino a che non sei arrivato tu!”

Lui ansimò, cercando di calmare la rabbia e il ritmo impazzito del suo cuore. Non voleva farle del male, ma non l’avrebbe ancora lasciata andare. Qualcuno doveva proteggerla, e ormai non si fidava dei suoi fratelli. "Non te ne andrai finché non avrò appreso da te quello che m’interessa!”

"Cosa vuoi imparare da me?" Kyoko premette le mani contro il suo petto e spinse forte, per allontanarlo da sé. Quando capì che lui non intendeva spostarsi di un millimetro, lo fissò con frustrazione.

Stava iniziando a perdere la pazienza con quel "principe di ghiaccio", e sulla faccia le si disegnò un’espressione di sarcasmo. I suoi polpastrelli formicolavano per il potere represso, ma si trattenne dall’esplodere, visto che Kyou non l’aveva ancora minacciata.

Kyou fissò incuriosito le emozioni sul viso dell’umana. Le mise le mani sulle spalle e la scosse leggermente. "Questo ... voglio imparare questo."

Kyoko lo guardò accigliata. Di cosa diavolo stava parlando?

La scosse di nuovo: "E anche questo, voglio impararlo."

"Ma che cosa vuoi imparare?" gridò Kyoko, al culmine dell’ira. Poi lo guardò negli occhi, chiedendosi se quel guardiano non stesse dando di matto.

"Sì, questo e anche quell’altra cosa, quello che hai fatto prima." mormorò Kyou. Poi, d’improvviso l’attirò a sé e provò a baciarla.

Kyoko rimase stupita, quando Kyou l’afferrò e le spinse la lingua in bocca, stringendola ardentemente a sé. La sua ira svanì d’incanto e lei rimase lì, inerme, tra le braccia del guardiano, mentre anche il potere del Cuore di Cristallo Protettore svaniva. Provò a divincolarsi, ma senza convinzione.

Kyou la lasciò andare solo quando si accorse che lei aveva smesso di lottare. Aveva cercato di farle capire cosa intendeva, ma probabilmente lei non aveva ancora capito. Continuò a fissarla, mentre Kyoko rimaneva adagiata sul cuscino, con le guance rosse e calde per l’emozione. Quella meravigliosa immagine sarebbe rimasta impressa per sempre nella sua mente. Vide i suoi meravigliosi seni alzarsi e abbassarsi ad ogni respiro. Le sue labbra erano leggermente socchiuse e i lunghi capelli ramati le si allargavano sulla schiena come un manto.

E il suo sguardo…era così innocentemente eccitante…tanto che si sentì indurire il sesso. Era già sua, si era già concessa interamente a lui…e non lo sapeva.

Kyoko si coprì le labbra col dorso della mano per impedirgli di rifarlo: adesso era arrabbiata sul serio! E ancora non capiva: cosa voleva imparare da lei, Kyou?

"Adesso vuoi dirmi DI COSA stai parlando? COSA vuoi che ti insegni?" esclamò, con voce tremante, sperando che lui non la facesse impazzire con le sue domande senza risposta.

Attese un attimo; poi, all’ennesimo silenzio di Kyou esclamò, infastidita: “E allora vai a farti fottere!” Quindi si passò il dorso della mano sulla bocca violentemente, come a cancellare la sensazione del suo bacio.

Per non perdere definitivamente la pazienza con quell’umana, Kyou si alzò e uscì precipitosamente dalla stanza. Perché si ostinava a non capire? Perché non si rendeva conto che lui voleva solo conoscerla? Non poteva liberarla ora ... non mentre Hyakuhei era nei paraggi. Il nemico era così vicino, che era riuscito a prendere possesso dei suoi sogni, lo sentiva.

Kyoko gli gridò. "Voglio andarmene! Lasciami andare! Se non mi dici cosa vuoi da me, allora non posso aiutarti!" Lo guardò fermarsi, la schiena rigida, ma lui non si voltò a guardarla.

Kyou sapeva cosa voleva da lei, e quello era il momento di confessarglielo. "Voglio che mi insegni le tue emozioni umane." Si avviò verso la porta. "Forse allora ... capirò perché non posso fare a meno di proteggerti."

Se ne andò, chiudendo con decisione la porta dietro di sé. Una volta nel corridoio si appoggiò allo stipite. 'È stato ... strano…” pensò, con un sopracciglio alzato. Si raddrizzò rapidamente e si guardò intorno, per assicurarsi che nessuno avesse assistito al suo attimo di debolezza.

Kyou rimase un attimo a riflettere. Se fosse riuscito a convincerla a rimanere, anche solo per qualche tempo, avrebbe capito come fare per sedurla. Era ora di ammettere con se stesso il vero motivo per cui l’aveva rapita… voleva farla sua, voleva essere amato da lei. Per una sola volta nella sua lunga vita, voleva qualcosa che apparteneva a Toya.

Voleva la sacerdotessa per se stesso ... voleva essere l'unico a proteggerla. Era questo, ciò che chiamano amore? I suoi occhi si oscurarono in modo seducente. Era capace di provare sentimenti per qualcuno, lo sapeva benissimo. Ma era così tanto che viveva da solo che li aveva quasi dimenticati, nell’oscurità del suo cuore. Sorrise dentro di sé. Se Kyoko intendeva abbandonarlo ... prima, avrebbe dovuto imparare a conoscerlo.

Per prima cosa, doveva sapere com’era fatto l’amore umano, e sarebbe stata proprio lei a insegnarglielo. Ma per riuscirci…doveva farla innamorare di lui. Il suo sangue regale l'aveva già scelta come compagna e non poteva fare niente per contrastarlo. Non importava quanto duramente lei lo combattesse ... lui avrebbe combattuto con più determinazione.

Gli occhi di Kyou si fecero più luminosi al pensiero che un giorno sarebbe stata lei a implorare il suo amore. Voleva provare tutte quelle strane emozioni. Ora capiva perché suo padre e suoi fratelli pensavano che gli esseri umani fossero così interessanti ... e che valesse la pena di proteggerli. Erano affascinati dalla loro diversità. Ma lui…la maggior parte degli umani non lo interessava ... tranne la sacerdotessa. Era un’ enigma allo stato puro.

Era passato molto tempo da quando il signore del regno dei guardiani si sentiva eccitato da qualcosa..E quella era una battaglia che non voleva perdere.

Il Possesso Di Un Guardiano

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