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L’errore

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Per tutta la notte pensieri gravidi d’ansia e d’angoscia non fecero chiudere occhio a Boris. L’uomo continuava a chiedersi cosa fosse andato storto nella sua vita e perché la sua amata moglie fosse cambiata così sensibilmente negli ultimi mesi. Ilona all’improvviso si era messa a rimarcare antichi torti subiti e a far notare al marito i suoi hobby superficiali e le sue civetterie con le altre donne. A causa di questi ricordi poco piacevoli la coppia cominciò a litigare molto spesso. Tuttavia Boris seguitava a volere molto bene alla moglie e qui all’estero sentiva molto la sua mancanza. Quando Ilona veniva a fargli visita l’uomo cercava di convincerla ad abbandonarsi a qualche carezza intima. Lei non si tirava indietro, eppure si comportava in modo distaccato, passava molto tempo da sola e non gli raccontava nulla di sé stessa. Era evidente che in quel paradiso si stava annoiando e che era venuta solo per senso del dovere.

Fino a un paio di anni fa, Boris era un avvocato moscovita di grande successo. Si dedicava totalmente al lavoro sacrificando molto del suo tempo libero. Era spesso impegnato nei processi più complessi, quelli che attiravano l’interesse del pubblico e della stampa. Nella capitale il legale aveva creato nel tempo una fitta rete di conoscenze utili a cui ricorreva spesso per sviluppare i propri affari. In venti anni riuscì a mettere insieme una fortuna.

All’improvviso Boris si sentì stanco. Iniziò a sobbalzare ad ogni telefonata, non dormiva bene, controllava per ore gli incartamenti dei clienti senza capire cosa stesse leggendo. Capì di essere sovraffaticato, di avere lavorato troppo, di presentare tutti i sintomi tipici del burnout professionale. Si rese conto che non avrebbe potuto resistere un giorno in più in quell’ambiente professionale carico di tensione. Decise di riposarsi, di abbandonare i casi a cui stava lavorando e di trasferirsi in un piccolo paese affacciato sul mare alla ricerca di pace e tranquillità. Si comprò una casa confortevole con una piccola spiaggia privata e iniziò a vivere come aveva sempre sognato. Tutto sembrava perfetto, tranne quella sensazione di solitudine che lo colse sin dal principio…

Sua moglie infatti non voleva lasciare la rumorosa capitale. Spensierata e piena di vita, Ilona non poteva vivere senza assistere a movimentate jam session, andare alle prime a teatro, sottoporsi a lunghe sessioni di palestra e naturalmente incontrare i suoi innumerevoli amici. Tuttavia, non volendo ammettere la realtà delle cose, al marito e ai suoi conoscenti spiegava in modo diverso la sua decisione di rimanere a Mosca. Ilona insisteva sul fatto che non poteva lasciare la madre da sola, sebbene questa fosse una signora ancora piena di forze e di carica vitale. Boris fu costretto ad accettare la versione della moglie, in quanto non voleva privarla dello stile di vita a cui era abituata.

Ilona andava a trovare il marito una volta al mese e rimaneva con lui per due settimane. Quando Boris si svegliava, sua moglie era già in spiaggia. Nuotava fino allo sfinimento e poi prendeva il sole su una sedia a sdraio di paglia. Boris preparava la colazione, panini caldi, caffè e spremuta d’arancia, e gliela serviva in riva al mare.

“Oh, grazie tesoro,” gli rispondeva lei con voce languida.

A colazione restavano in silenzio, limitandosi a mangiare, bere e ammirare il mare. Dopo aver fatto una breve nuotata assieme ognuno si dedicava alle proprie faccende. Boris andava a pescare con un abitante del luogo in alcune isolette lì accanto, mentre Ilona prendeva la macchina e si recava nella vicina cittadina dove saltava da un negozio all’altro a caccia di souvenir o si fermava nei caffè a parlare con gli altri turisti.

Boris preparava anche il pranzo e la cena, e quando non ne aveva voglia i due andavano in un ristorante distante tre chilometri da casa. Ilona sembrava calma e addirittura amorevole. Non parlava molto, ma non rifiutava le avances del marito e dopo l’amore si addormentava sulla sua spalla come nei primi anni del loro matrimonio.

A volte un litigio rompeva questo idillio. Senza nessun motivo apparente Ilona cominciava a rimproverare il marito piena di rancore e cattiveria, la coppia iniziava a litigare e non si parlava per due o tre giorni. Boris non si spiegava lo strano comportamento della moglie, finché una notte il suo telefono appoggiato sul tavolino del letto non iniziò a lampeggiare.

Ilona stava già dormendo e Boris prese il telefono svogliatamente, pensando che fosse l’SMS di un’amica. Quando lesse il messaggio l’uomo trasalì, il suo cuore ebbe un fremito e iniziò a battere all’impazzata.

“Ciao! Mi manchi già! Ti voglio!”

Stringendo il telefono con mani tremolanti si diresse in bagno. Per sbloccarlo occorreva inserire la password, ma Boris era certo di poterla indovinare al primo colpo, era di sicuro che si trattasse della data di nascita della moglie. Digitò le otto cifre e improvvisamente davanti ai suoi occhi comparvero cuoricini, allusioni scherzose, appuntamenti nella famosa sauna” La tana dell’orso”. Non c’era alcun dubbio, Ilona aveva un’amante! La sua amata moglie, di cui aveva sempre avuto fiducia e non era mai stato geloso, lo stava tradendo con un altro uomo.

Boris comprese immediatamente ogni cosa. Trovò finalmente la spiegazione degli sbalzi di umore della moglie e della sua strana alienazione. Nella sua testa i pensieri turbinavano vorticosi: “Siamo stati insieme per venti anni… la sua vita è diventata noiosa, abitudinaria… Ho lavorato troppo, l’ho lasciata troppo spesso da sola. Nella nostra relazione la scintilla si è spenta… ma non riuscirei ad affrontare un divorzio proprio ora! Non potrei vivere da solo in un paese straniero senza la mia dolce metà…”

Allo stesso tempo Boris era tormentato da un’atroce domanda. Chi era il suo rivale? Controllò la rubrica telefonica della moglie e trovò il nome che cercava. “Questo bastardo si chiama Valera… Cosa devo fare di te, Valera?” Copiò il suo numero su un quadernetto e tornò a distendersi vicino alla moglie che dormiva ignara di tutto. Quella notte Boris non riuscì a riprendere sonno. I suoi pensieri ardevano di gelosia, l’intelletto era troppo impegnato nell’elaborazione di svariati piani di vendetta.

Trovare informazioni sul suo rivale si rivelò per Boris piuttosto semplice. Chiamò un vecchio amico che ricopriva una carica dirigenziale nella polizia, e un’ora dopo ricevette un email contenente i dati dettagliati del titolare del numero di telefono. Boris rimase esterrefatto. Si trattava infatti di un vecchio amico di famiglia, che lo aveva aiutato più volte a riparare la casa di campagna e l’appartamento, lo aveva consigliato sui materiali da acquistare e certe volte si era addirittura recato lui stesso nei vari negozi a reperire quanto necessario. Alto, di mezza età e con folti capelli grigi, era una persona che non perdeva mai la calma e non parlava mai molto.

“A Ilona sono sempre piaciuti questo tipo di uomini,” pensò Boris. La rabbia si impossessò del suo animo ferito, impedendogli di usare la ragione. “Questo disgraziato ha approfittato del fatto che non mi trovassi in patria e ha iniziato una relazione con mia moglie! Lo distruggerò e tutto andrà per il verso giusto!”

Per due giorni Boris cercò un modo di sbarazzarsi del rivale. A un certo punto gli venne in mente che una volta un cliente gli aveva accennato a un indirizzo email in grado di prestare aiuto in tali situazioni. Boris non era sicuro che si trattasse di una cosa reale, eppure decise di tentare lo stesso e scrisse solo queste due frasi: “Ho urgente bisogno di risolvere un problema con una persona. Mi potete aiutare?”.

Gli risposero dopo tre minuti:

“Chi vi ha consigliato di rivolgervi a noi?”

Boris frugò nella memoria e riuscì a ricordarsi il nome del cliente:

Javad.

La risposta arrivò veloce come la precedente:

“Distruggi tutta la corrispondenza e segui le nostre istruzioni.”

I passaggi successivi si rivelarono sorprendentemente semplice. Boris aveva dovuto inviare tutte le informazioni in suo possesso sul rivale e trasferire ventimila euro su un certo conto. Eseguì quanto richiesto il giorno stesso. Ora non gli rimaneva altro che aspettare.

Ilona volò a Mosca. Avrebbe dovuto attendere due settimane fino alla sua prossima visita. Boris trascorse questo periodo di tempo con la tensione alle stelle. Non dubitava che Valery fosse già morto. Ma la sua amata moglie sarebbe cambiata dopo aver perso il suo amante? In che modo? Non riuscì a darsi un minuto di pace, e il tempo trascorse più lento che mai.

I racconti della spiaggia

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