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La fuga dalla morte
ОглавлениеIl titolo di questo capitolo è anche il titolo del libro. Leggendolo capiremo perché. Ecco nuovo pensiero che mi passa nella testa e suscita in me una domanda: Chi di noi non vorrebbe fuggire dalla morte? Io sono primo che dico si, vorrei. Lei, anche lei. Anche tu. Il signore dietro anche. Alla fine tutti avete alzato la mano. Giusto così. Direi giustissimo. Prima di cominciare prego leggere una barzelletta:
« Sai figlio mio, nonostante tutto quello che si sente in giro, a me sembra che i ragazzi di oggi sono educati meglio dei ragazzi dei miei tempi. Quando ero giovane e passavo per la strada, tutti si giravano e mi offrivano proposte immorali. Per questo spesso non avevo voglia di uscire da casa. Adesso invece posso uscire anche dieci volte al giorno e nessuna proposta immorale. Guarda che bravi ragazzi! Sì mamma! Ma sono passati 50 anni » .
Che cosa voglio dirvi con questa barzelletta? Che ognuno di noi ha i suoi cinque minuti! Essi sono pochi e sono diversi.
Sapete quante persone finora sono vissute sulla Terra? Vi siete interessati? Io, sinceramente, non me né sono mai interessato. Proprio adesso, per la prima volta nella mia vita, provo a cercare i dati della popolazione mondiale. Non è difficile trovarli. Ecco [4] ! Secondo Focus (una rivista scientifica), basandosi sugli studi del demografo Jean Bourgeois - Pichat [5] , si può dire che fino ad oggi hanno abitato il nostro pianeta più o meno ottantacinque miliardi di persone. In questa occasione mi sono posto anche un’altra domanda molto interessante: Quante persone ancora vivranno sulla Terra? Secondo le più recenti stime, aggiornate a luglio 2015, l’Onu prevede:
nell’anno 2030 circa 8,5 miliardi;
nel 2050 9,7 miliardi;
nel 2100 11,2 miliardi.
Incredibile!? Che movimento! Io sono tra di loro. Sembra che non conto niente, ma non è così.
Perché 1+1 fa 2. Senza 1 non sarebbe 2.
Ogni persona che ha vissuto, che vive e che vivrà sulla Terra aveva, ha e avrà i suoi cinque minuti! Preziosi cinque minuti! Preziosi, perché unici e irripetibili e dopo passano lasciando spazio agli altri. Vengono gli altri! Passano anche loro e di nuovo, e così via. Fino alla fine del mondo. Incredibile come gira la ruota nel mondo. Ogni uomo lascia la propria traccia sulla Terra. Io sono tra di loro e adesso tocca a me, e a te. Ho i miei cinque minuti. So quando sono cominciati, ma non so quando finiranno:
tra cinque minuti,
tra un mese,
tra cinque anni,
tra quarant’anni.
Boh? Per fortuna non lo so e meglio non saperlo! Provate a immaginare che conosciamo la data esatta della nostra morte! Contiamo al rovescio: 100 giorni, 99, 66, 14, 7, 3, 2, 1. Domani, morirò domani. Sarebbe un orrore! Sono sicuro che tanti di noi, prima di morire, avrebbero un infarto! L’effetto è lo stesso, ma morire prima dell’arrivo della propria morte? Ma che disgrazia! Morto prima della morte. Provate a immaginare la tensione che cresce fino al massimo. Non voglio pensare. Già mi sento male. Brrrrrrr! Ambulanza! Ambulanza per favore! Ambulanza. Chiamate l’ambulanza! Sto morendo! Lo stesso! Qua ci vuole tripla tisana e una bella e lunga seduta da un buon psicologo!
Tra me e me, sono del parere che è meglio rimanere così come fino a oggi, non sapendo quando arriverà la nostra morte. Meglio così!
Spesso facciamo finta che essa non arriverà mai e neanche la pensiamo. Un grandissimo sbaglio! A questo punto ci vuole un pensiero forte! L’ho trovato, quello di Dalai Lama [6] , Guru spirituale dei Buddisti:
« Quello che mi ha sorpreso di più negli uomini dell’Occidente è che perdono la salute per fare i soldi e poi perdono i soldi per recuperare la salute. Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera che non riescono a vivere né il presente, né il futuro. Vivono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto » .
Ci fa pensare! Vero? Triste! Se per caso vivo così come dice questo grande uomo, la mia vita non ha tanto senso. Pensiamoci bene la vita è breve, unica e non possiamo permetterci a sprecarla perché è molto preziosa. Più preziosa che possiamo immaginare. Veramente dobbiamo pensare! Per che cosa vivo? Per che cosa muoio? Che cosa cerco?
Ho provato a cercare in internet, adesso il mezzo più veloce, qualche notizia di qualcuno che conosce o conosceva la data della sua morte. Purtroppo non ho trovato niente, o per fortuna. Ho trovato invece, e questo mi ha sorpreso, i siti dove possiamo calcolare la data e la causa del nostro decesso.
Com’è possibile? Vi dico sinceramente Non ho calcolato la mia data. Ma ero tentato farlo, non per curiosità, ma per una prova scientifica, per poi dirvi, vero o falso, naturalmente se si rivelasse vero non vi avrei risposto io di persona, penso che questione è chiara. Il mio necrologio vi avrebbe dato la risposta con una bella foto, con la data del calcolo del giorno della mia morte fatto nel sito. Morto!
Sarebbe interessante, ma non lo faccio. Grazie, però non sono curioso. Se siete curiosi voi, non posso impedirvelo. Se volete fate voi! Aspetto l’esito. Fatemi sapere!
Nella mia ricerca, credetemi, molto approfondita, ma anche senza essa già sapevo risultato. Fino ad oggi ho trovato soltanto una persona sulla Terra la quale sapeva il giorno della sua morte. Sapete chi era? Gesù! Era anche altra persona che era preservata dal peccato e dalla corruzione della morte. Sapete chi era? Maria, sua madre! La tradizione della Chiesa dice che Maria non morì, ma si addormentò e con l’anima e con il copro fu assunta in cielo [7] . Lei è la prima creatura umana che gode pienamente il cielo, con il corpo e l’anima. Secondo il Vangelo, che è la Buona Notizia di Gesù, anche noi godremo questa pienezza. Però. Dopo la risurrezione dei morti! Noi non sappiamo quando questo succede. Può essere in ogni momento! Dopo la seconda venuta di Gesù sulla Terra come giudice dei vivi e dei morti.
La morte? Bel problema. Che cosa sia? Spiegandola in modo più semplice possibile, possiamo dire che è un passaggio tra l’al di quà verso l’al di là. Ma!? Questa risposta, sinceramente, non mi soddisfa tanto! Nella storia della Chiesa c’era un grande Santo che si chiama Francesco d’Assisi, il quale ha scritto il « Cantico delle creature » [8] . In quest’inno troviamo una cosa strana. San Francesco chiama la morte, sorella. La morte sorella!? Com’è possibile che san Francesco chiama la morte in modo così gradevole? Sua sorella. Incredibile, ma è vero. Per lui la morte era la sorella.
Sappiamo che la sorella è un nome familiare, vicina, sangue del mio sangue, la conosco bene e lei conosce me, vive con me sotto lo stesso tetto, è figlia di mio padre e di mia mamma, condivido con lei la mia vita, mi aiuta, mi dà consigli, piange con me quando sono triste e ride con me quando sono felice, conosce i miei segreti, gioca con me, con la quale sto volentieri, si preoccupa di me, mi protegge, mangiamo lo stesso cibo, ci divertiamo insieme, mi accarezza, mi abbraccia e mi bacia, voglio stare con lei e quando non c’è mi manca, ho nostalgia di lei. Adesso mi manca soltanto questo: sorella morte ti amo! Ho perso la testa per te. Vado pazzo per te. Fino ad oggi non sapevo che cosa è l’amore! Adesso scherzo. Qualcuno può dirmi esagerato. Sorella morte vuoi sposarmi?
Scusate! forse ho un po’ esagerato, ma non tanto però. Per un attimo mi sentivo come san Francesco d’ Assisi. Sinceramente io a casa mia, con mia sorella non ho mai avuto un rapporto così forte e profondo come san Francesco con la morte, ripeto con la morte. Ti invidio san Francesco!
Perdonami grande santo! Anche voi che leggete queste parole, però!? Tu non sei tanto normale! Sì! Non sei tanto normale! Vero! Tu sei santo! I Santi « non sono tanto normali! » Sono fuori della legge per questo sono Santi. Se san Francesco chiamando la morte sorella pensava tutte queste cose (spero proprio di sì, conoscendolo un po’), allora è una cosa eccezionale e unica al mondo, l’unica in tutto l’Universo. Ecco il testo originale che proviene dal Cantico delle Creature:
« Laudato si' mi' Signore per sora nostra morte corporale,
da la quale nullu homo vivente pò skappare:
guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le tue santissime voluntati,
ka la morte secunda no ‘l farrà male [9] » .
Veramente sono rimasto senza parole! Che godimento pensare di san Francesco e del suo rapporto con la morte, è un banchetto del cibo celeste. Spero tanto che anche voi abbiate la stessa sensazione. Dopo tutti questi pensieri si vorrebbe dire:
« Vieni mia sorella morte
E prendimi il più presto possibile!
Maranatha!
Vieni sorella morte!
Maranatha!
Ti aspetto con nostalgia!
Portami da Gesù!
Maranatha!
Vieni mia sorella morte!
Maranatha! »
Adesso torniamo alla realtà! Almeno proviamo. Il mio rapporto con la morte? Che rapporto ho con la morte? Anche per me è sorella?
Sono un insegnante di religione. Spesso mi capita di affrontare insieme con i bambini della Scuola Elementare i problemi importanti. Tra questi c’è anche la morte. Come spiegare ai bambini, così piccoli, che cos’è la morte? Purtroppo dovevo affrontare questo problema! Come? Adesso vi spiego che illuminazione ho avuto.
Un giorno a scuola, durante la lezione, ho notato una bambina che non era tanto felice. Normalmente era quasi sempre gioiosa. Sembrava un po’ persa, con la testa tra le nuvole. La osservavo e pensavo, che cosa sarà successo? Ho notato anche che ogni tanto asciugava le lacrime. Capite che non potevo rimanere indifferente! Dovevo fare qualcosa! Mentre i bambini facevano dei lavoretti, mi sono avvicinato a lei e domandò: Cosa è successo? Dimmi! Perché piangi? Mi ha guardato negli occhi con un grande dolore. È morta mia nonna! Mi ha risposto. Mi manca! Adesso ho capito tutto! Come aiutarla!? Di fronte alla morte cosa possiamo dire? Niente! Semplicemente dobbiamo essere vicini alle persone in lutto. Un dolore cosi grande non può sparire improvvisamente! Ci vuole tempo. Questo tempo del lutto dura un anno e anche di più. Dipende certamente dalla persona. Il lutto è il tempo necessario per risanare la perdita. Mi sentivo impotente! Però semplicemente ho fatto la domanda ai bambini: Sapete cosa è successo alla vostra amica? Qualcuno lo sapeva e altri no. È morta sua nonna, per questo oggi è così triste. Allora adesso vi racconto che cosa è la morte! Dio ha creato tantissimi Angeli. Sono creature buonissime e il loro compito è servire il Buon Dio e aiutare gli uomini. Sempre sono pronti ad aiutarci. Sapete bene che ognuno di noi ha il suo Angelo Custode. Provate a immaginare che adesso qui noi non siamo soltanto 25 persone, ma 50, perché vicino a ciascuno di noi è il suo l’Angelo. Lui è sempre con noi. Non ci lascia neanche per un secondo. Caro il nostro Angelo. Dio ha creato anche altri Angeli più importanti, sono gli Arcangeli. Tra questi migliaia di migliaia di Angeli, ce n’è uno molto speciale, il più buono di tutti. Il suo compito è accompagnare le persone che finiscono la vita sulla Terra. Sapete come si chiama? L’angelo della morte! La verità è questa, che gli uomini non muoiono, ma dopo la morte vivono in un altro modo, al di là in cielo. Là, sono molto felici. L’uomini quando finiscono la vita sulla Terra, li aspetta un lungo direi lunghissimo viaggio verso il cielo e hanno bisogno di qualcuno che li accompagni e mostri loro la strada. Che li consoli, li accarezzi e dia loro coraggio. Perché le anime dopo la morte si sentono un po’ spaesate in una nuova situazione. Allora in questo momento entra in scena un angelo simpaticissimo, ma veramente simpaticissimo. L’angelo della morte. Tante persone hanno paura di Lui, perché non Lo conoscono. Sbagliano comportandosi così, sbagliano tanto perché non si deve avere paura di Lui. Lui ci vuole tanto bene. Quando la persona muore sulla Terra e improvvisamente si trova in una situazione nuova, si sente spaesata un po’ persa e da sola. Allora cosa fa l’Angelo della morte? Prima la saluta con un grande e cordiale sorriso. Si avvicina e la abbraccia forte forte forte, così come le piace. Prende l’anima sulle braccia. Canta la ninna nana. L’accarezza. Piano piano porta l’anima verso il cielo da Gesù. Quando arrivano al cielo la lascia, le apre la porta e la fa entrare dentro, dove l’anima trova la felicità eterna. Una cosa molto importante è che all’entrata del paradiso l’anima incontra tutte le persone care che sono morte prima di lei e si comincia una grande festa. Una festa che non finisce mai, direi una festone. Ecco la morte! Ci spaventa un po’, però alla fine è bella. Così mi sono rivolto alla bambina. Sai!? Tua nonna non è morta veramente, ma vive in un posto bellissimo e ti guarda con grande amore e puoi essere sicura che la incontrerai ancora. Devi avere un po’ di pazienza. Anche adesso puoi parlare con tua nonna. Lei ti sente e ti ascolta. Sicuramente a tua nonna non piacerebbe vederti trista. Sorprendente! Sapete che cosa è successo? Non mi aspettavo questo. Ho visto un grande sorriso sulla faccia della bambina. Si è alzata ed è corsa verso di me. Mi ha abbracciato fortissimo, mi ha dato un grande bacione sulla guancia e mi ha ringraziato. La sua tristezza è sparita. È stato uno dei più belli giorni della mia vita!
Adesso vi dirò una cosa sorprendente. Sapete che dalla morte non si può scappare. Proprio impossibile. Dobbiamo morire. Io vi propongo morire prima di morire però per vivere pienamente già sulla Terra! Come è possibile? Morire vivo, quando sto bene e pieno della vita. Come vi sembra? Bella proposta! Ma sapete che scopo ha la nostra morte? La vita!
Come vede la morte la Chiesa Cattolica? Ecco vi propongo leggere cosa ci dice Catechismo:
« 1006 In faccia alla morte lenigma della condizione umana diventa sommo [10] . Per un verso la morte corporale è naturale, ma per la fede essa in realtà è salario del peccato (Rm 6,23) [11] . E per coloro che muoiono nella grazia di Cristo, è una partecipazione alla morte del Signore, per poter partecipare anche alla sua risurrezione [12] .
1007 La morte è il termine della vita terrena. Le nostre vite sono misurate dal tempo, nel corso del quale noi cambiamo, invecchiamo e, come per tutti gli esseri viventi della Terra, la morte appare come la fine normale della vita. Questo aspetto della morte comporta un'urgenza per le nostre vite: infatti il far memoria della nostra mortalità serve anche a ricordarci che abbiamo soltanto un tempo limitato per realizzare la nostra esistenza. «Ricordati del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza [...] prima che ritorni la polvere alla Terra, com'era prima, e lo spirito torni a Dio che lo ha dato » (Qo 12,1.7).
1008 La morte è conseguenza del peccato. Interprete autentico delle affermazioni della Sacra Scrittura [13] e della Tradizione, il Magistero della Chiesa insegna che la morte è entrata nel mondo a causa del peccato dell’uomo [14] . Sebbene l'uomo possedesse una natura mortale, Dio lo destinava a non morire. La morte fu dunque contraria ai disegni di Dio Creatore ed essa entrò nel mondo come conseguenza del peccato [15] . La morte corporale, dalla quale l’uomo sarebbe stato esentato se non avesse peccato [16] , è pertanto l’ultimo nemico (1 Cor 15,26) dell'uomo a dover essere vinto.
1009 La morte è trasformata da Cristo. Anche Gesù, il Figlio di Dio, ha subìto la morte, propria della condizione umana. Ma, malgrado la sua angoscia di fronte ad essa [17] , egli la assunse in un atto di totale e libera sottomissione alla volontà del Padre suo. L'obbedienza di Gesù ha trasformato la maledizione della morte in benedizione [18] .
Il senso della morte cristiana
1010 Grazie a Cristo, la morte cristiana ha un significato positivo. Per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno (Fil 1,21). Certa è questa parola: se moriamo con lui, vivremo anche con lui (2 Tm 2,11). Qui sta la novità essenziale della morte cristiana: mediante il Battesimo, il cristiano è già sacramentalmente morto con Cristo, per vivere di una vita nuova; e se noi moriamo nella grazia di Cristo, la morte fisica consuma questo « morire con Cristo e compie così la nostra incorporazione a lui nel suo atto redentore:
Per me è meglio morire per (ϵἰς) Γϵσ ρισνο, ηϵ ϵσσϵρϵ ρϵ φινο αι ονφινι δελλα τϵρρα. Ιο ερο ολυι ηε μορ περ νοι; ιο ψογλιο ολυι ηε μορ περ νοι ρισυσιτ. Ιλ παρτο ιμμινεντε. Λασιατε ηε ιο ραγγιυνγα λα πυρα λυε; γιυντο λ, σαρ ψεραμεντε υν υομο [19] .
1011 Nella morte, Dio chiama a sé l'uomo. Per questo il cristiano può provare nei riguardi della morte un desiderio simile a quello di san Paolo: il desiderio di essere sciolto dal corpo per essere con Cristo (Fil 1,23); e può trasformare la sua propria morte in un atto di obbedienza e di amore verso il Padre, sull'esempio di Cristo [20] : Ogni mio desiderio terreno è crocifisso; [.] un’acqua viva mormora dentro di me e interiormente mi dice: Vieni al Padre! [21] . Voglio vedere Dio, ma per vederlo bisogna morire [22] . Non muoio, entro nella vita [23] .
1012 La visione cristiana della morte [24] è espressa in modo impareggiabile nella liturgia della Chiesa: Ai tuoi fedeli, Signore, la vita non è tolta, ma trasformata; e mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno, viene preparata un'abitazione eterna nel cielo [25] .
1013 La morte è la fine del pellegrinaggio terreno dell'uomo, è la fine del tempo della grazia e della misericordia che Dio gli offre per realizzare la sua vita terrena secondo il disegno divino e per decidere il suo destino ultimo. Quando è finito l’unico corso della nostra vita terrena [26] , noi non ritorneremo più a vivere altre vite terrene. È stabilito per gli uomini che muoiano una sola volta (Eb 9,27). Non c’è reincarnazione dopo la morte.
1014 La Chiesa ci incoraggia a prepararci all’ora della nostra morte (Dalla morte improvvisa, liberaci, Signore »: antiche Litanie dei santi), a chiedere alla Madre di Dio di intercedere per noi nell’ora della nostra morte (Ave Maria) e ad affidarci a san Giuseppe, patrono della buona morte: In ogni azione, in ogni pensiero, dovresti comportarti come se tu dovessi morire oggi stesso; se avrai la coscienza retta, non avrai molta paura di morire. Sarebbe meglio star lontano dal peccato che fuggire la morte. Se oggi non sei preparato a morire, come lo sarai domani? [27]
L audato si', mi' Signore,
per sora nostra morte corporale,
da la quale nullo homo vivente pò skappare.
Guai a quelli ke morranno ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le tue sanctissime voluntati,
ka la morte secunda nol farà male [28] .
1015 La carne è il cardine della salvezza [29] . Noi crediamo in Dio che è il Creatore della carne; crediamo nel Verbo fatto carne per riscattare la carne; crediamo nella risurrezione della carne, compimento della creazione e della redenzione della carne.
1016 Con la morte l'anima viene separata dal corpo, ma nella risurrezione Dio tornerà a dare la vita incorruttibile al nostro corpo trasformato, riunendolo alla nostra anima. Come Cristo è risorto e vive per sempre, così tutti noi risusciteremo nell'ultimo giorno.
1017 Crediamo [...] nella vera risurrezione della carne che abbiamo ora [30] . Mentre, tuttavia, si semina nella tomba un corpo corruttibile, risuscita un corpo incorruttibile [31] , un corpo spirituale (1 Cor 15,44).
1018 In conseguenza del peccato originale, l’uomo deve subire la morte corporale, dalla quale sarebbe stato esentato se non avesse peccato [32] .
1019 Gesù, il Figlio di Dio, ha liberamente subìto la morte per noi in una sottomissione totale e libera alla volontà di Dio, suo Padre. Con la sua morte ha vinto la morte, aprendo così a tutti gli uomini la possibilità della salvezza » [33] .
Scusate che mi sono permesso farvi leggere così tanto dal Catechismo della Chiesa Cattolica, ma spero che no siete pentiti. Valeva la pena. Non ho trovato la miglior spiegazione della morte.