Читать книгу La Fuga Dalla Morte - Andrzej Budzinski, Andrzej Stanislaw Budzinski - Страница 7

Salve a tutti e tutte coloro che vogliono essere felici!

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La prima domanda che desidero proporre è: Chi di noi non e essere felice? La risposta è molto facile: Tutti quanti vogliamo essere felici! Provate, per favore, a trovare una persona che non vuole essere felice. Penso, e almeno spero, che non ne esiste nel mondo neanche una. Tutti, in modo fai da te, cioè personalizzato, la cerchiamo e troviamo tante, o meglio dire, tantissime proposte di essa. Sorprendente quante. Più o meno otto miliardi! Il numero delle persone che oggi vivono sulla pianeta Terra. Sorprendente!? Interessante, nonostante tutto, che siamo così tanti non siamo capaci trovare una soluzione perfetta che soddisfarebbe tutti quanti. No! Impossibile! Il motivo? Molto semplice. Ognuno di noi è diverso, allora pensando logicamente, ognuno di noi la vede un po’ in altro modo, dipinta con le altre sfumature e colori. Questo che da felicità a me per forza non deve dare a te e viceversa. Si potrebbe dire che tutti e ciascuno potremmo presentare la propria ricetta della felicità. Chissà, potrebbe essere interessante e, cosa strana, tutte avranno qualcosa dalla verità. Una ricetta di più e un’altra di meno, ma forse messe tutte insieme possono rispecchiare la vera felicità come i puzzle costruiti da tantissimi pezzi. Ogni elemento da solo non ci dice niente, ma messi tutti insieme creano un bellissimo quadro e se manca un pezzo, l'immagine non è completa. Si vede un buco. Si vede vuoto. Ci vogliono tutti per creare la felicità sulla Terra, non deve mancare nessuno. Altra cosa molto importane. Il mondo dove viviamo ci propone le diverse soluzioni della felicità. Siamo bombardati dalle proposte. Sono così tante che creano in noi la confusione e in qualche maniera ci cancellano da vista la vera felicità, oppure meglio dire, che ci disturbano di seguirla e di realizzarla. Purtroppo volendo o non, sentiamo queste proposte, perché sono dappertutto e dimostrate in modi diversi. In TV, in radio, in internet, per la strada, sulle vetrine, nei giornali, in modo cartaceo ed elettronico. Siamo circondati e bombardati dalle proposte.

Pubblicità! Ecco, un vero problema. Tutte le aziende lo fanno! noi? Stiamo in mezzo, soffocati e direi stufi. Dobbiamo sapere, però, che loro non ci propongono la vera felicità. Nel suo posto ci propongono i surrogati che ci ingannano cambiando la vera felicità in piacere e godere. In questo modo ci distraggono dalla vera felicità spostando la nostra attenzione verso le cose che non hanno niente da fare con essa. In questo modo diventiamo gli uomini anestetizzati, insensibili alla felicità vera. Concentrati su se stessi, sul proprio piacere e nella ricerca continua e infinita delle sensazioni che non possono mai saziare la nostra fame della felicità. Perché questi surrogati che ci propone il mondo di oggi sono come un miraggio [34] nel deserto, cioè una illusione che porta in direzione della delusione più profonda, verso la tristezza e svuotamento interiore e alla fine alla perdita dell’identità.

Illusione = Delusione !

Volendo o non volendo, consapevolmente o inconsapevolmente siamo coinvolti. Una cosa triste: se vogliamo vivere in questa società purtroppo non possiamo scappare dalle pubblicità.

Certo! Bella domanda! Come possiamo sfuggire da questo bombardamento? Si! La soluzione esiste! Isolamento totale! Un po’ in maniera di Robinson Crusoe [35] sull’isola, da solo, senza i mezzi di comunicazione. In questo modo saremmo fuori dalla società e finalmente potremmo godere la nostra felicità. Si è vero saremmo protetti dal bombardamento della pubblicità illusoria, ma purtroppo anche privi della possibilità di agire per migliorare la società. Intuiamo che questa idea è quasi impossibile da realizzare.

Conoscete sindrome dello struzzo? Quando lo struzzo sente la paura, oppure quando è in pericolo, nasconde la testa nella sabbia. In questo modo si sente al sicuro e tranquillo. Che ingenuità e stupidità. Perché facendo così diventa la preda molto facile da catturare, altro che protetto e al sicuro. Noi comportandosi così sicuramente non ci salviamo. Non possiamo scappare tutti. In questo caso la fuga non è una buona soluzione. Perché non possiamo essere veramente felici sapendo che nel mondo vivono le persone infelici, per un semplice motivo, la vera felicità non è un godimento personale e isolato, ma una condivisione con gli altri. La vera felicità desidera essere condivisa.

Un esempio perfetto per noi, come sempre è Gesù. Lui è venuto sulla Terra portandoci il cielo, il Regno di Dio. Ha lasciato il cielo, posto della vera e infinita felicità ed è venuto qui, sulla Terra. Sappiamo che la Terra non è un posto tanto felice. Perché ha fatto questo? Per portarci la felicità. Per portarci il Regno di Dio. I Vangeli ci dimostrano Gesù che cammina verso Gerusalemme (cfr. Mt 16,21) [36] .

Sapiamo che cosa lo aspettava in questa città. La morte sulla croce! Però Gesù non fugge, ma va ad affrontare la realtà che lo aspetta. Anche Lui doveva vincere la paura della sofferenza e della morte. Però non sfugge. Rimane e affronta con coraggio il suo destino! Perché Gesù fa questo? Perché desidera la nostra felicità! Facile è sfuggire e lavare le mani dalla responsabilità. Facile è essere indifferenti alla infelicità altrui. Però la verità è, che impossibile essere felici sapendo che milioni di persone nel mondo sono infelici, che soffrono. Impossibile! Se riusciremo essere « felici » vedendo l’infelicità degli altri è una cosa molto triste e significa, che già siamo diventati le persone anestetizzate e insensibili alla sofferenza. Purtroppo lo scopo dei «mentori » di oggi, di questo mondo è preciso - anestetizzarci alla infelicità degli altri. Come lo fanno? Lo vediamo e sperimentiamo ogni giorno davanti alla TV. Ci proiettano le scene reali, le immagini orribili delle sofferenze altrui creando dentro di noi l’abitudine e piano anche l’insensibilità. Tanti di noi purtroppo guardano queste scene della sofferenza reale come un film, oppure uno spettacolo. Dove vogliono portarci? All’epoca dell’Impero Romano nei tempi delle persecuzioni dei cristiani? Dove la folla, negli anfiteatri, affamata di sangue guardava con l’entusiasmo l’omicidio delle persone. Più sanguinose scene erano, applaudivano di più. Pazzia! Pura pazzia! Pazzia disumana! Purtroppo noi oggi partecipiamo queste scenate orrende, certamente in modo diverso, moderno, seduti comodi sui divani davanti alla TV mangiando popcorn o patatine e bevendo coca cola. Cosa vi pare? Non è vero? Noi stiamo bene! La nostra reazione? Ecco un bel problema da analizzare. Come è la nostra reazione vedendo queste scene? Adesso propongo un piccolo intervallo per rilassarci un po’. Provate rispondere alla domanda, certamente ognuno di noi personalmente: Come mi sento vedendo in TV le scene delle sofferenze?

Mi toccano?

Sono scioccato?

Mi fanno star male?

Sono dispiaciuto?

Sono indifferente?

Creano in me le emozioni?

Non riesco a guardarle?

Sono insensibile?

Provate rispondervi come vi sentite vedendo le scene orrendi nell’arena moderna del ventunesimo secolo davanti al TV o in internet?

Una necessità urgente è il cambiamento della mentalità della società, non fuga da essa, ma rimanere e cominciare a cambiarla cominciando da se stesso. Se io divento diverso, migliore, anche la società si migliorerà. Se lo stesso faranno gli altri allora in questo modo insieme possiamo cambiare il mondo. Dobbiamo rimanere! Dobbiamo affrontare bombardamento! Dobbiamo cambiare lo stile di vita! Non dobbiamo accettare tutto che ci propongono! Però! Insieme e uniti! Questa è proprio una parola magica e significa collaborare per il bene comune. Ripeto ancora una volta, la fuga non è la migliore soluzione per risolvere i problemi del mondo. Guardiamo Gesù, il suo atteggiamento. Lui ci dà non soltanto un esempio, ma anche ci avverte:

« Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà. Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso? Chi si vergognerà di me e delle mie parole, di lui si vergognerà il Figlio dell'uomo, quando verrà nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi (Lc 9,23-26) » .

Per Gesù non esiste la diplomazia o mediazione per soddisfare avversari, ritirandosi in dietro, per lasciarli lo spazio. La regola è chiara, non si discute con il male. No, e ancora No! O tutto, o niente! Non ci sono compromessi. Purtroppo tanti di noi fanno finta che tutto è ok. Chiudono un occhio, spesso anche due. Si può fare anche così, ma dobbiamo sapere che il tale comportamento non elimina i problemi e nemmeno li risolve. Li lascia come erano prima permettendoli allo sviluppo. Non vediamo i problemi! Non vogliamo vederli! Questo, però, non cambia la realtà che problemi esistono. Vi dico esistono e come. Si sviluppano. Si rinforzano. Diventano sempre più difficili da sradicare. Ai problemi piace che non li vediamo, oppure fingiamo che non esistono. Comunque, a parte di tutto questo discorso, ognuno di noi cerca la felicità in modo suo, sbagliato o meno sbagliato. Però la cerca e direi che questo è molto positivo. Allora? Gesù, ci insegna:

« Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto (Mt 7,8) » .

Guardate, gli credo e propongo anche a Voi: Credeteci. Cercate e bussate. Allora!? Cosa sta succedendo!? Perché ancora non l’abbiamo trovata? Rispondetemi. No. Perdonatemi. Non rispondete a me, per carità, ma a voi stessi! Perché ancora non l’abbiamo trovata!? Però, per favore sul serio, almeno una volta. Facciamo i seri. Qui si tratta della nostra vita e della nostra felicità. Spero che sentite che si tratta di una cosa seria e molto importante. Cosa dico, serissima. Stra-serissima! Personalmente non voglio aspettare il cielo per essere felice. Vorrei essere felice già qui, sulla Terra. Non voglio aspettare il cielo per goderla. Voglio assaggiarla già qui. Gesù ci dice: « Il regno di Dio non viene in modo da attirare l'attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: Eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi! (Lc 7,21) » . Che cosa è questo Regno? Ditemi per favore!

La croce?

L’ultimo posto?

L’umiliazione?

La persecuzione?

Stare zitti?

Accettare tutto?

Soltanto questo? Perdonatemi, ma non ci credo! Qui sulla Terra deve essere qualcosa di più bello! Mi sentite!? Grido, sono stufo! Voglio essere felice già qua, in ogni posto dove sono, sulla Terra. Mi sentite!? Grido! Grido ancora di più e non smetto, finché tutti mi sentano. Cosa me interessa! Sono sicuro che anche voi avete lo stesso desiderio. Mica siete diversi da me! Vogliamo essere felici! Dai gridiamo insieme. Gridiamo per la felicità. Basta fare finta che tutto va bene. Basta nascondere la verità sotto le coperte e ridere quando abbiamo voglia di piangere. Sei soddisfatto/a pienamente della tua vita? Sei felice? Se

sì! Fermo/a! Dico fermo, non muoverti. Pian pianino, prendi questo libretto e buttalo giù dalla finestra. Tu sei a posto, non hai bisogno. Sai, forse cadendo dalla finestra, questo libretto, colpisce qualcuno che ha bisogno della felicità. Su coraggio. Buttalo, puoi fare un favore a qualcun altro. Lo hai già buttato? Allora adesso godi la tua felicità - auguri! Ci vediamo più tardi. Se no! Rilassati. Prepara la tisana. Siediti sulla poltrona. Sdraia le gambe. Respira profondamen te. Chiudi gli occhi. Stai tranquillo e beato. Conta fino a cento. Bravo/a. Già hai fatto il primo passo. Hai detto la verità, e come ci dice il caro Gesù: «la verità vi farà liberi (Gv 8,32)».

Anche tu hai detto la verità e questo è il primo passo. Già l’hai fatto. Questo momento è il più felice della tua vita. Hai detto la verità. Godi questo momento. Non sono pienamente felice! Non sono soddisfatto pienamente della mia vita! Non sono pienamente felice! Bravo/a, complimenti! Adesso vorrei e proprio lo desidero, perché vi voglio tanto bene, raccontarvi una storia, inventata, ma saggia:

«Un vecchio contadino e suo figlio abitavano in un piccolo villaggio. Per vivere, entrambi lavoravano duramente tutto il giorno un pezzo di terra, avendo a disposizione solo un cavallo per tirare l’aratro. Un giorno il cavallo scappò su per le colline e ai vicini che consolavano il vecchio contadino per la sua sfortuna, questi rispondeva: Sfortuna, fortuna, chi lo sa?. Dopo una settimana il cavallo tornò portando con sé dalle colline una mandria di cavalli selvatici, e questa volta i vicini si congratulavano con il contadino per la sua fortuna. Ma la sua risposta fu: Fortuna? Sfortuna? Chi lo sa?. Poi accadde che suo figlio, mentre cercava di domare uno dei cavalli selvatici, cadde, rompendosi malamente una gamba. Tutti pensarono che si trattasse veramente di una grande sfortuna. Non il contadino, la cui unica reazione fu: Sfortuna? Fortuna? Chi lo sa? Qualche settimana più tardi, l'esercito entrò nel villaggio, imponendo a tutti i giovani abili la coscrizione obbligatoria: quando videro il figlio del contadino con la sua gamba rotta lo lasciarono stare. Questa fu una fortuna? Una sfortuna? Chi lo sa? [37] »

Questo racconto si potrebbe continuare all’infinito e anche facilmente applicare nelle nostre vite. Significato? Dal male può uscire il bene e dal bene il male. Bene e male, spero lo sappiate, sono due fratelli che camminano insieme. In breve. Non tutto è oro quello che luccica! Aggiungerei anche il mio centesimo: Non tutto quello che non luccica non ha valore.

Caro Gesù, senza di Te tante cose non sarebbero chiare. Tu dalla morte sulla croce, quando non potevi né muoverti né difenderti, hai tirato fuori la cosa più preziosa - la salvezza.

Vero è questo: Dio permette il male perché da esso può

tirare fuori il bene. Eccome! Gesù ha ricevuto il male e ci ha restituito il bene come un filtro che pulisce dalla sporcizia.

La Fuga Dalla Morte

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