Читать книгу Ginevra, o, L'Orfana della Nunziata - Antonio Ranieri - Страница 30

XXIII.

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Ritornai lenta e penserosa sulla gran via Carbonara, non felice, non infelice, ma annullata dalla folla de' nuovi pensieri e de' nuovi sentimenti che mi aveva destato la stupenda visione che mi era apparsa. Io andava a casa come si va al patibolo, e s'io avessi potuto sperare un momentaneo ricovero da qualunque più inospito mortale, mai più non vi sarei tornata. Ma la solitudine e la notte mi spaventavano: onde io, tutta rassegnata a morire sotto i colpi della mia padrona, e parendomi assai felice sorte quella di morire per una causa così cara, salsi le scale non più pensando a quello che mi sarebbe convenuto soffrire fino al seguente dì, ma al già troppo sospirato momento di rivedere l'amor mio.

Un avvenimento assai improvviso sopraggiunse a liberare me, ed a turbare l'annosa pace di donna Mariantonia.

Era il dì ventiquattro di marzo. La vigilia di questo giorno è memorabile a Napoli; perchè vide entrare nella città gli Austriaci, ai quali ondeggiava su gli elmi una selva d'incruente mortelle. A quei giorni io mi trovai spesso fra le archibusate nella via Carbonara, e, come fu sempre il costume qui, vidi dal più abbietto popolaccio vilipendere quanto v'era di uomini più gentili ed onesti e venerabili. Senza sapere per anche che fosse al mondo coraggio o paura, io, benchè non ancora fuori di puerizia, non aveva mai temuto per me; che gl'infelici, anche bambini, mai non temono di morire. Bene mi si rizzarono più volte le chiome quando pensai all'amato garzonetto, benchè ancora non l'avessi stretto a questo seno. Quando giunsi a casa, trovai innanzi all'uscio di scala un birro, gente della quale era allora gran difetto: però supplivano obbedientemente i soldati austriaci; e di questi ve n'era tre col birro. Costui era venuto per gli otto studenti, da parte del nuovo commessario del quartiere, che li voleva allora allora tutti otto nel suo cospetto. Ma di costoro solo i due abati e don Gaetano erano a casa. Onde donna Mariantonia, tutta smarrita nel volto, pregava il birro con parole e con gesti e con toccamenti eloquentissimi e tutti accomodati a spetrare il cuore di tal maniera d'uomini, dicendo, che i più di coloro non erano a casa e sarebbero tornati assai tardi, però le concedesse sola una notte, e la mattina li avrebbe ella stessa accompagnati tutti in sul commessariato a levata di sole. E:

Via, bello figliuolo, gli diceva sorridendogli così un poco sotto lo sperticato naso, ch'egli pareva a quando a quando prostendere come l'elefante la sua proboscide, fammelo questo piacere di non mi mettere a quest'ora tutta la casa a soqquadro; fammelo per cotesto caro musino...

Ed accoccò tale un bacio sulle luride labbra di quello schifoso manigoldo, ch'io ancora sudo a pensarlo.

Il birro più che mai allungò il naso, nè trovò più nel suo cuore l'usata ferocità. Onde, facendo occhiolino a donna Mariantonia, così a quella maniera sgherresca, e pure volendo conservare il decoro della sua dignità, le disse:

Donna Mariantonia, vossignoria li condurrà tutti e otto in commessariato domattina alle quattordici ore, o io verrò qui per essi alle quindici.

E volgendole amabilmente il tergo, e pure sogguardandola come per averne maggiore speranza al bel desiderio che gli era surto nel cuore, ne andò con Dio; e i tre Austriaci, stati fino allora immobili come tre pezzi di masso, rivolgendosi e movendo dietro a lui con esemplare rassegnazione, diedero finalmente qualche segno d'essere animali.

Dopo la costoro partita, donna Mariantonia, che probabilmente aveva indovinata la causa della chiamata, fu inconsolabile. Non ebbe nè il tempo nè la mente di pensare a me; ed il mio fallo, che in qualunque altro tempo sarebbe stato capitale, quella sera passò perfettamente inosservato.

Ginevra, o, L'Orfana della Nunziata

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