Читать книгу L'Uomo Di Maggie - Bella Settarra - Страница 12
ОглавлениеCapitolo Quattro
Maggie sentiva la pancia dolere mentre si dava da fare per pulire tutti i tavoli del piccolo locale. Strofinò le tovagliette di plastica fino a quando non furono tutte perfettamente lucide, poi prese una brocca d'acqua per riempire i piccoli vasi con i mazzetti di fiori selvatici che aveva posizionato al centro di ognuna.
Aiden era ancora seduto al bancone quando finì, così decise di dedicarsi al lavaggio delle finestre, qualunque cosa per evitare di dovergli parlare. Con un po' di fortuna, lui avrebbe capito il suggerimento e se ne sarebbe andato.
La gola le faceva male dopo aver pianto per la maggior parte della notte, e sapeva che il suo aspetto non era messo meglio. Le erano comparse delle borse sotto gli occhi e la pelle appariva pallida per colpa della stanchezza. Non aveva quasi chiuso occhio, il che era davvero ridicolo. Erano usciti insieme solo una volta, ma era stata una serata perfetta dall'inizio alla fine. Non si era accorta di quanto lui le piacesse fino a quando non lo aveva cacciato. Le era sembrato davvero genuino e non era apparso scioccato quando aveva visto le condizioni del suo appartamento. Ma, a pensarci bene, tornava tutto. Aveva avuto pietà di lei e le aveva dato dei consigli ogni volta che era andato alla tavola calda, dandole anche dei soldi con la scusa della mancia. Aveva flirtato con lei e le aveva fatto credere di essere interessato prima di chiederle di uscire. Era un uomo intelligente. Poi l'aveva volutamente portata in un ristorante chic dopo averle detto che uscivano solo per un drink, al massimo per un pasto veloce da qualche parte. Stava chiaramente cercando di farla sentire a disagio e fuori dalla sua portata. Beh, era davvero un idiota se pensava di poterla prendere ancora in giro. Sorrise mentre ricordava la loro conversazione sul vino, poi ricordò anche come poco dopo lui aveva pensato che le sue conoscenze provenissero tutte da un libro.
Non sa proprio niente.
“Posso avere un altro caffè?” le chiese quando Maggie andò dietro il bancone per prendere un secchio di acqua pulita per sciacquare le finestre.
I suoi grandi occhi azzurri sembravano tristi, e di sicuro non stava sorridendo.
“Certo.” Prese la caffettiera e gli riempì di nuovo la tazza.
Aiden appoggiò la mano sopra la sua mentre lei si allontanava, e Maggie si voltò sorpresa.
“Maggie, mi dispiace per la scorsa notte.” La sua voce era bassa e gentile.
Lei si strinse nelle spalle. “Non ti preoccupare. Non sono così arrabbiata.”
Il dolore negli occhi di Aiden era ben visibile e Maggie si sentiva male solo a guardare quello sguardo chiaro, ma non c'era modo che gli permettesse di vedere quanto l'avesse fatta stare male in realtà. Maggie aveva stupidamente pensato che ci fosse qualcosa tra loro, ma per tutto il tempo l'uomo l'aveva solo presa in giro, mostrandole fino in fondo quanto fosse povera in confronto a lui. E ci è riuscito.
“Per favore Maggie, lascia che ti spieghi.” Le strinse forte la mano mentre lei tentava di allontanarsi, e la ragazza si guardò rapidamente intorno per vedere se qualche cliente li stava osservando. Nessuno sembrava fare caso a loro.
“Non c'è niente da spiegare, Aiden. Hai già detto e fatto tutto.” Strinse di nuovo i denti mentre sentiva le lacrime minacciare ancora una volta di scenderle lungo le guance. La sua gola era stretta da un nodo che quasi le impediva anche di respirare, lo stesso che era cresciuto durante la notte e che non sembrava per niente disposto ad allentarsi.
“Non volevo insultarti,” le disse con fermezza.
“Allora perché lo hai fatto?” Lo fissò, trovando più facile mostrargli la propria rabbia piuttosto che il proprio dolore.
“Stavo solo scherzando. So che sei una persona intelligente e gentile. Diavolo, è una delle cose che più amo di te. È stato così bello uscire con te ieri sera che quando me ne sono andato avevo già voglia di rivederti. Voglio ancora rivederti.” Parlava in fretta e Maggie faticò a stargli dietro perché era ancora concentrata sulla prima parte del discorso. “È una delle cose che più amo di te.” L'aveva detto davvero?
I suoi occhi la stavano implorando di credergli, e Maggie sospirò mentre con lo sguardo seguiva una coppia che usciva dalla tavola calda.
“Pensi di essere migliore di me, vero?” sbottò.
“No.”
“Hai pensato che mi sarei sentita in imbarazzo in quel ristorante, che mi sarei resa ridicola. Speravi che mi sentissi fuori luogo e usassi la forchetta o il coltello sbagliati, o una cosa del genere. Eri così scioccato quando ho iniziato a parlare di quel maledetto vino. Scommetto che la mia conoscenza enologica ti ha rovinato la serata.”
Aiden scosse con forza la testa. “Ti sbagli, Maggie.”
“E hai insistito per pagare completamente il conto perché pensavi che non me lo sarei potuto permettere, non è vero? Mi hai persino accompagnato a casa per poter storcere il naso di fronte al mio minuscolo appartamento. Bene, Signor Sapientone, hai avuto la tua dose di divertimento. Ma sai una cosa? Non mi interessa. Ho più conoscenze nel dito mignolo di quante potrai mai averne tu in tutto il corpo, quindi non pensare di essere migliore della povera cameriera che hai invitato fuori ieri sera, perché non conosci proprio un bel niente di me.” Gli sputò quelle parole con rabbia, socchiudendo gli occhi nel tentativo di rimandare indietro le lacrime che le pungevano con forza le palpebre.
Fallì miseramente.
Voltandosi in fretta in modo che lui non potesse vederla piangere, strappò la mano dalla sua presa e fuggì nella piccola cucina. Non le dava alcuna privacy, dato che la parete era formata da vetri che le permettevano di tenere d'occhio la sala quando era intenta a cucinare, ma sbatté lo stesso la porta e ci si appoggiò contro.
Prese un fazzoletto dalla tasca del grembiule e si soffiò velocemente il naso prima di asciugarsi il viso. Consapevole di essere osservata, andò verso il lavandino e si lavò le mani, le asciugò e solo a quel punto lanciò un'occhiata al di là del vetro. Fu sorpresa di vedere che anche l'ultimo cliente se n'era andato, lasciando i soldi sul tavolo, e che Aiden era l'unica persona rimasta lì dentro. Era ancora seduto su quello sgabello dietro il bancone.
Maggie ribolliva dalla rabbia. La scenata che gli aveva appena fatto aveva fatto fuggire i clienti? Se era così, il Signor Burton non avrebbe dovuto scoprirlo, o l'avrebbe senza dubbio licenziata. Aprì la porta e si diresse verso il bancone, dove Aiden stava sorseggiando il caffè.
“Se perdo il lavoro saprò chi ringraziare,” gli disse con veemenza.
Lui fece schioccare la lingua. “Se perdi questo lavoro di sicuro ne troverai uno migliore. Lo sa il cielo se sei in gamba.”
Non era la risposta che Maggie si era aspettata, e in qualche modo la spaventò.
Aiden alzò le sopracciglia di fronte al silenzio che giunse da lei. “Sei molto più di una semplice cameriera che cucina e serve ai tavoli in una piccola tavola calda, vero?” disse. “Si capisce a occhi chiusi che non appartieni a questo posto. Sei… molto più di tutto questo.” Agitò una mano, indicando quello che li circondava.
Maggie si sentì svenire. Aiden aveva ragione. Era molto, molto più di una semplice cameriera.
“Co-come fai a saperlo?” La voce le uscì più debole di quanto avesse desiderato, ma quel groppo in gola le impediva ancora di parlare nel modo giusto.
“È ovvio, Maggie.” Scosse la testa con un sorriso. “Hai ragione riguardo all'esperienza. Di classe e intelligenza ne hai a bizzeffe, e sì, hai più tutto di quanto io avrò mai.”
“Non volevo dire…” Si sentì improvvisamente imbarazzata per il modo in cui gli aveva parlato poco prima. Dopotutto era un Fielding.
“No, dico sul serio. La classe è qualcosa che non puoi imparare. O ce l'hai o non ce l'hai, e tu, mia cara, ne hai da vendere.” Le sorrise. “Non so dirti quanto mi dispiace per come sono andate le cose ieri sera, bellezza. Mi sono divertito così tanto con te. Non volevo affatto che finisse, figuriamoci che finisse in quel modo. Sono un idiota. Lo riconosco.”
Il cuore di Maggie si sciolse mentre parlava, e la ragazza si ritrovò a fare un passo nella sua direzione.
“No, dispiace a me. Avrei dovuto capire che stavi solo scherzando. Ho reagito in modo esagerato. Temo di avere la tendenza a farlo. Sono un po' troppo suscettibile per il mio stesso bene.” Il nodo alla gola iniziò lentamente a sciogliersi mentre sentiva anche il peso sullo stomaco cominciare ad alleggerirsi.
All'improvviso Aiden era dall'altra parte del bancone, intento ad avvolgerla con le sue braccia calde e muscolose e a baciarla con un trasporto e una dolcezza che Maggie non aveva mai provato in vita sua. L'odore della sua acqua di colonia la circondò in una nebbia di felicità e tutto il suo corpo si rilassò come non le accadeva da molti anni. Dovette stringere le cosce per alleviare la tensione quando sentì l'erezione di Aiden premerle contro, mentre il loro bacio si faceva ancora più intenso. Maggie fece scorrere le dita tra i suoi capelli biondi e morbidi mentre si perdeva nelle profondità dei suoi occhi azzurri. Dio, era bellissimo.
Entrambi sussultarono e si separarono di scatto nel sentire la porta aprirsi. Maggie arrossì quando Aiden le rivolse un sorriso prima di tornare dall'altra parte del bancone.
“Va tutto bene, bellezza?” Le fece l'occhiolino e prese il cappello.
Maggie annuì mentre un grande sorriso contento le allargava le labbra.
“Bene. Non dimenticarti di metterli nell'acqua, okay?” Indicò il grande mazzo di fiori che aveva appoggiato sul bancone.
“Grazie.” Maggie li sollevò, lasciando che il loro odore la circondasse.
Aiden le rivolse un cenno della testa e si diresse verso la porta proprio mentre la coppia appena entrata prendeva posto a un tavolo. Il modo in cui i due clienti sorridevano le fece capire che avevano visto il bacio, ma a Maggie non importava. Era orgogliosa che un uomo bello come Aiden avesse voluto baciarla. E che volesse rivederla.
Entrò in cucina e riempì una grande brocca con dell'acqua a temperatura ambiente in cui infilò con cura i fiori. Li mise sul bancone, rendendolo subito molto più caldo e accogliente. Adesso poteva lavorare e ammirarli al tempo stesso, ricordando nel frattempo lo splendido cowboy che glieli aveva regalati.
* * * *
Fu una giornata tranquilla nella piccola tavola calda e Maggie passò quasi tutto il tempo a pulire. Era consapevole che la maggior parte delle cose non erano da fare, ma si sentiva così piena di energia da non riuscire a restare ferma.
Mentre spazzava sotto uno dei tavoli accanto alla finestra, notò un giornale dimenticato sulla panca sicuramente da uno dei clienti. I quotidiani erano un lusso che al momento non poteva permettersi, quindi fu contenta di vedere che era di quel giorno. Lo mise da parte, dicendosi che lo avrebbe letto durante la pausa caffè, che arrivò dopo pochi minuti dato che non c'era più niente da fare.
Si stiracchiò, poi saltò su uno degli sgabelli al bancone e si versò una bella tazza di caffè fumante. Non c'erano clienti da più di un'ora ed era sicura che presto avrebbe potuto chiudere il locale. Forse qui sopra ci sono altri annunci di lavoro? Appoggiò il giornale sul bancone e iniziò a leggere le notizie di cronaca della comunità locale.
Un articolo in particolare attirò la sua attenzione e si sentì gelare il sangue nelle vene. Oh, Dio. C'era una fotografia che ritraeva una coppia sorridente e un lungo articolo che parlava dell'uomo. Sembrava che un certo Robert Rossington si fosse fidanzato di recente con una donna del posto, Lorraine Parry, e che stesse pianificando alcuni cambiamenti significativi nella grande tenuta della fidanzata.
Maggie scosse la testa mentre l'articolo diventava ridondante, parlando del ricco uomo d'affari e della sua natura benevola, dipingendolo come una sorta di eroe che meritava di essere adorato per i suoi numerosi impegni benefici.
Ma non era un eroe. Era un prepotente… e un ladro. Maggie lo sapeva, anche se non aveva prove per dimostrarlo. Chiuse gli occhi mentre una voce del passato le riempiva la mente, informandola che uno dei suoi conoscenti aveva scoperto che il direttore della sua banca stava per essere indagato per frode.
Avevano vissuto in una grande casa di campagna che, sebbene ipotecata più volte, aveva rappresentato uno status symbol per Robert e un posto sicuro per Maggie. Robert aveva assunto una governante per permetterle di trascorrere più tempo a scrivere, dopo il successo del suo primo libro, Guida moderna al galateo sociale. Sembrava che molti dei proprietari terrieri si fossero fatti strada nei circoli più esclusivi proprio come loro, ma coloro che provenivano da famiglie già ricche li avevano guardati con perplessità.
Il suo libro era finito di colpo in cima alle classifiche, fornendole grandi guadagni e ottimi diritti d'autore, che l'avevano portata a essere invitata nei circoli e nelle riunioni della società locale, dove aveva tenuto discorsi e fatto interviste. Maggie era diventata una specie di celebrità ed era perfino apparsa in un programma televisivo diurno, che aveva fatto impennare le vendite e aumentato gli ingaggi per nuove presentazioni e interviste. L'educazione era una delle parti fondamentali descritte nel libro, e più volte le era stato chiesto di aiutare i “nuovi ricchi” su base individuale, aiutandoli a nascondere la propria ignoranza e i modi un po' rozzi dietro una falsa etichetta, pagandola profumatamente per il suo lavoro.
Il suo fidanzato, col quale stava da diciotto mesi, era improvvisamente diventato famoso per associazione, e aveva usato quella nuova posizione a proprio vantaggio, prendendo in prestito denaro e influenzando le decisioni della comunità in base al proprio nome… o meglio, in base a quello di Maggie.
Aveva anche iniziato a frequentare persone dalle quale Maggie si sarebbe tenuta alla larga, e ben presto era caduto nella presa del gioco d'azzardo in un modo così profondo da farla diventare una vera e propria dipendenza. Ovviamente, Maggie non si era accorta della gravità del suo problema fino a quando non era stato troppo tardi.
Su sua insistenza, dopo la soffiata sul manager fraudolento, Maggie aveva ritirato tutti i soldi dalla banca, temendo di perderli per colpa di una possibile bancarotta, e li aveva nascosti fino all'ultimo centesimo nella cassaforte posta all'interno dello studio di Robert. Erano passati solo un paio di giorni quando, dopo un evento letterario, era tornata a casa ed era stata informata che la cassaforte era stata svaligiata e che tutti i soldi erano spariti. Lo sceriffo non aveva indagato troppo a fondo, dicendole che trattandosi di contanti non segnati molto probabilmente non li avrebbe mai ritrovati. L'atteggiamento evasivo dei cosiddetti agenti di polizia aveva destato i suoi sospetti sulla natura della rapina, ma era stato solo quando le attività di Robert – compresa la sua dipendenza dal gioco d'azzardo – erano venute alla luce che lei aveva finalmente realizzato la verità.
Avendo accumulato debiti su debiti, il suo fidanzato aveva iniziato a giocare d'azzardo per cercare di tirarsi fuori dai guai. Poteva anche essere una soluzione veloce e prolifica, se solo fosse stato un bravo giocatore di poker, cosa che non era, quindi aveva solo accumulato altri debiti. Per alleviare il dolore delle perdite continue si era gettato sull'alcol, riducendosi sempre a uno stato di ubriachezza pesante, aiutato e incoraggiato dai suoi nuovi “amici” che, ovviamente, erano sempre più che disponibili a unirsi a lui per aumentare il suo conto al bar locale.
Il lavoro promozionale e i seminari di Maggie avevano riempito la maggior parte del suo tempo e non era stata in grado di scrivere un altro libro, nonostante fosse il suo più grande desiderio. Ignara dei problemi economici del suo fidanzato, aveva iniziato a donare parte dei suoi guadagni a enti di beneficenza locali, un gesto di cui Robert si era preso tutto il merito… a insaputa di Maggie.
I suoi sforzi per discutere di questioni finanziarie con lui avevano avuto come unico risultato quello di far aumentare la sua furia, e una notte, quando aveva insistito più del solito, si era beccata anche un occhio nero. Non era stato solo il suo fidanzato a picchiarla, quella notte. La verità l'aveva colpita con molta più violenza.