Читать книгу L'Uomo Di Maggie - Bella Settarra - Страница 9

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Capitolo Uno

Maggie sorrise al bel cowboy che si era seduto di fronte a lei al bancone. Era andato lì tutti i giorni nelle ultime settimane e non dava ancora segno di stancarsi della sua cucina… o della sua compagnia.

“Buongiorno, Maggie. Prendo un caffè e uno di quei dolci alla cannella, per favore.” I suoi occhi azzurri scintillarono mentre si toglieva il cappello e lo posava sullo sgabello accanto a sé.

“Arrivano subito. Sta diventando un’abitudine, non è vero?” gli sorrise. “Non che mi stia lamentando, ovviamente.”

“Sì. Nessuno cucina come te. Vale la pena fare il viaggio fino a qui.” Prese il piatto dalle sue mani, inspirando l’odore di cannella fresca.

“Oh, certo,” rispose, un po’ delusa.

Lui dovette notare la sua espressione. “Di sicuro conosci la strada per arrivare al cuore di un uomo,” aggiunse rapidamente.

Bel tentativo. Lei ridacchiò. “Beh, vorrei che fosse tutto quello che serve,” scherzò.

L’uomo alzò le sopracciglia, bevendo un sorso di caffè. “Non dirmi che sei single?”

Maggie sorrise. “Lo sono,” rispose, ammirando il suo modo sottile di chiederlo. “Lo so che è difficile da credere, non è vero?” Si portò una mano dietro la testa, mettendosi in posa come una modella. Alzando il naso in aria, gli lanciò uno sguardo da cerbiatta prima di scoppiare a ridere. Sapeva di essere troppo vecchia e troppo grassa per sfoggiare un aspetto da top model, ma si stava divertendo a fingere. In realtà era ancora lontana dai trent’anni, ma si sentiva più come se ne avesse centotrenta.

“Non riesco davvero a immaginare come mai tu non sia sposata.” L’uomo sembrava serio, con suo grande stupore.

Lei sospirò, voltandosi rapidamente per non guardare più il suo bel viso mentre si asciugava le mani sul grembiule.

“Possiamo avere un caffè, signorina?” la chiamò un signore anziano che si era appena seduto vicino a una delle finestre insieme a una donna che, immaginò Maggie, doveva essere sua moglie.

“Ma certo.” Maggie si sentì improvvisamente agitata. Non si era accorta del loro arrivo perché era stata troppo occupata a ridere con Aiden Fielding, quello splendido cowboy.

Le tremò la mano mentre versava il caffè, e rovesciò una delle tazze con il bordo della caffettiera, facendo scorrere il liquido nero e caldo lungo il bancone.

“Maledizione!” Si sentì avvampare e capì che stava arrossendo. Fu colta dal panico mentre cercava rapidamente di rimediare a quel pasticcio.

“Ehi, ehi. Stai bene?” Aiden si alzò in piedi in un secondo, spostando ogni cosa fuori dalla portata del caffè che si stava allargando sempre di più sul bancone. La sua voce era calma e gentile e Maggie avrebbe tanto voluto essere composta come lui.

“Sì, ho solo…” Prese un panno e asciugò quello che aveva versato, sorpresa di vedere Aiden tuffarsi dietro il bancone e afferrare una tazza pulita.

L’uomo versò velocemente le bevande e le mise su un vassoio mentre lei continuava ad asciugare il bancone. “Ti sei scottata?”

In un attimo fu proprio accanto a lei, che fu avvolta dal profumo della sua fresca acqua di colonia. Aveva inspirato il suo odore quando era stato dall’altra parte del bancone e, adesso che le era di fianco, aveva l’impressione di essere circondata da quell’aroma inebriante. Era un uomo esteticamente meraviglioso e sembrava in qualche modo interessato a lei. Ma doveva ricordare a se stessa che Aiden era fuori dalla sua portata e anche troppo giovane per interessarle. Nonostante avesse un paio d’anni più di lei, Maggie di solito era attratta da uomini molto più grandi… non che ne avesse avuti poi così tanti.

“Eh… No, sto bene. Grazie,” balbettò, mentre lui la guardava con occhi preoccupati. “Farò meglio a occuparmi di questi.” Prese il vassoio dalle sue mani, sfiorandolo mentre usciva da dietro il bancone per servire i clienti.

“Vi consiglio i dolcetti alla cannella,” disse Aiden alla coppia di signori mentre Maggie serviva loro il caffè.

“Sembra davvero una buona idea,” concordò l’uomo, guardando prima Aiden e poi la moglie. “Cosa ne pensi, Sylvia? Dolcetti alla cannella?”

Maggie notò che il viso della donna si illuminava, più o meno come accadeva a lei quando qualcuno menzionava il cibo in sua presenza.

“Ooh, sì, per favore!” La signora sorrise eccitata.

“Ne prendiamo due, grazie.” L’uomo annuì in direzione di Maggie.

“Nessun problema.” Tornò velocemente al bancone e mise due bei dolcetti caldi su un piatto. Vi poggiò sopra anche due coltelli e un paio di tovagliolini, poi sorrise ad Aiden prima di portarli alla coppia.

“Grazie per l’aiuto. Sei bravo con i clienti,” disse al cowboy quando tornò al bancone. Si era già posizionato sullo sgabello al suo solito posto e stava sorseggiando il caffè.

“Devo fare in modo che tu mantenga il tuo posto di lavoro,” disse con una risata.

“Non è questo il motivo, e lo sai.” Sospirò lei, alzando gli occhi al cielo.

Aiden si accigliò. “Questa è la seconda volta stamattina che dico la cosa sbagliata,” disse, socchiudendo gli occhi. “Va tutto bene, Maggie?”

Lei esitò, sconvolta per avergli rivelato parte dei suoi pensieri. “Oh, certo. E no, non hai detto niente di sbagliato.” Cercò di rassicurarlo ma capì di non averlo convinto. “Va tutto bene, davvero.”

Si mise a sistemare alcuni piatti in modo da non doverlo guardare, però riusciva a sentire il suo sguardo piantato su di sé.

“Ti piace lavorare qui?” le chiese dopo un paio di minuti.

Maggie si voltò di nuovo verso di lui, sorridendo. “Sì, naturalmente.”

Seguì il suo sguardo mentre l’uomo si guardava intorno nella piccola tavola calda. Era un posto accogliente con tovagliette a quadri rossi posti su tavoli con alcune gambe traballanti, circondato da sedie vecchiotte e mal assortite. Alcuni separé occupavano un lato della stanza mentre una fila di tavoli era disposta davanti alle finestre. Dall’altra parte c’era una piccola porta che conduceva in cucina, situata dietro il bancone dal quale Maggie serviva il caffè. Alcuni sgabelli tipici dei bar erano allineati di fronte al bancone dall’altro lato in modo che i clienti, come Aiden, potessero facilmente sedersi lassù e bere una tazza di caffè fumante o fare due chiacchiere con la cameriera.

“È mai affollato, qui?” domandò.

“Non proprio,” rispose Maggie. “Ma è positivo, dato che il capo si rifiuta di assumere altro personale. Dice che io gli costo già abbastanza.”

Maggie ripensò alla miseria che guadagnava lavorando lì ogni giorno. La sua unica consolazione era che si trattava di un lavoro facile e non doveva fare un lungo viaggio per arrivarci. Il problema era che Bracken Ridge, dove si trovavano, era così lontana da tutto che non avevano quasi mai clienti. Il Melrose Motel si trovava di fronte a loro, ma neanche lì gli affari andavano a gonfie vele, quindi non avevano molti ospiti per cui cucinare o a cui servire il caffè. La maggior parte delle persone semplicemente attraversava il minuscolo villaggio per raggiungere città più grandi e interessanti come Almondine e Pelican’s Heath, facendo un viaggio breve e tranquillo.

“Ma se gli affari riprendessero lo farebbe, giusto?” Aiden sembrava pensieroso.

“Sì, come no. Come se potesse succedere.” Si asciugò di nuovo le mani sul grembiule. “Detto tra me e te, è più facile che chiuda del tutto,” gli confessò in modo sommesso.

Aiden sembrava sorpreso. “E tu cosa faresti in quel caso, con l’affitto e tutto il resto?”

“Oh, non preoccuparti per me. È più probabile che mi buttino fuori da quell'appartamento prima di ritrovarmi disoccupata, comunque, quindi non farebbe molta differenza in entrambi i casi.”

Il suo volto scioccato le disse che aveva detto troppo, e si ammonì interiormente per aver lasciato che la sua lingua lunga prendesse il sopravvento. In Aiden c’era qualcosa. Era così facile parlare con lui.

“Grazie mille, cara. La colazione era fantastica.” La coppia di anziani si alzò dal tavolo, dirigendosi verso la porta.

“Sono felice che vi sia piaciuta. Vi aspettiamo di nuovo.” Maggie fu grata per la distrazione e si affrettò a sparecchiare il tavolo, notando che avevano lasciato una grossa mancia insieme al conto.

Quando tornò al bancone, Aiden stava parlando al cellulare. “Sì, digli che siamo interessati,” disse. “Decisamente. Vogliamo quel terreno al miglior prezzo possibile, va bene? Grazie, a più tardi.”

“Tutto bene?” gli chiese, sentendosi delusa quando lo vide alzarsi.

“Come al solito. Sto cercando di comprare alcuni terreni per il ranch, per allargarlo un po’.” L’eccitazione brillava nei suoi occhi mentre annuiva, sorridendo. “Ecco… che ne dici di un drink, stasera? A che ora finisci?” Si mise il cappello.

Lei si accigliò, sorpresa. “Non credi che sia un po’ vecchia?”

“Troppo vecchia per andare a bere qualcosa?”

Lei ridacchiò, col cuore che batteva all’impazzata. Le piaceva davvero quell'uomo e le piaceva la sua compagnia. Aveva ragione, però: stavano solo parlando di andare a bere qualcosa. “Va bene. Stacco alle sette.” Qualcosa le bruciò dentro e non riuscì a fare a meno di sorridere al pensiero di passare del tempo con quel muscoloso cowboy.

“Vengo qui, allora,” rispose lui con un sorriso, gettando una manciata di banconote sul bancone.

“Non vedo l’ora.” Maggie era triste di vederlo andare via ma era bello pensare che lo avrebbe rivisto entro poche ore.

* * * *

Aiden salì a bordo del suo pick-up. Gli piaceva molto Maggie Welch ed era contento di aver finalmente trovato il coraggio di chiederle di uscire. Erano passate alcune settimane da quando si erano conosciuti e gli era piaciuta fin da subito. Sembrava essere sempre felice e allegra, ed era stato uno shock vederla sconcertata e un po’ pensierosa quel giorno. Doveva essere successo qualcosa.

Percorse la strada secondaria verso Pelican’s Heath, aspettando con impazienza il momento in cui l’avrebbe rivista più tardi. Era ovvio che avesse detto la cosa sbagliata quando aveva menzionato il matrimonio. Lo aveva inteso come un complimento ma aveva capito subito di aver toccato un nervo scoperto. E cos’era quella storia di perdere sia il lavoro che la casa? Quella ragazza aveva sempre un’espressione coraggiosa ma era evidente che le cose con le andassero bene tanto quanto si sforzava di farle apparire.

Ben, suo fratello maggiore, lo stava aspettando quando arrivò al ranch. “Non cerco neanche di indovinare dove sei stato.”

Aiden sghignazzò. “Ho un appuntamento con lei stasera.”

Ben scoppiò a ridere. “Ce l’hai fatta!? Cosa diavolo ti ha trattenuto fino ad ora?”

“Molto divertente. Volevo solo aspettare che fosse il momento giusto. Ecco tutto. Non credo sia così sicura di sé come sembra, sai?”

Seguì Ben fino a uno dei prati che si affacciavano verso sud all'interno del Fielding Ranch.

“Non vedo l’ora di incontrarla,” mormorò Ben, scuotendo la testa.

“Tempo al tempo, Ben.” Aiden non era così sicuro che la sua famiglia avrebbe approvato Maggie.

Ben ridacchiò, guardando il terreno davanti a loro. “Beh, sarai sicuramente in grado di impressionare quella ragazza se riusciremo a comprare tutto questo,” osservò.

Aiden sospirò. Sapeva che i soldi e i possedimenti materiali non avrebbero fatto colpo su una ragazza come Maggie, e ne era contento. Non poteva spiegarlo a Ben, però.

“Comunque, ho detto a Walker che siamo interessati,” disse invece, “ma a un prezzo ragionevole. Non possiamo far capire a quel tizio quanto lo vogliamo.”

Ben annuì. “Sì. Non conosciamo nemmeno questo Rossington. Sembra che abbia acquistato alcune proprietà di recente e ora voglia rivenderle. Sapevo che il vecchio Jake Parry era morto ma pensavo che la sua famiglia fosse interessata a mantenere tutto.”

“Forse hanno dei problemi a farcela,” rifletté Aiden. “Credi che avremmo dovuto offrire loro più aiuto?”

“Se somigliano anche solo un po’ al vecchio, probabilmente avremmo dovuto implorare per aiutarli.” Ben sbuffò. “Quella vecchia carogna non ti avrebbe regalato neanche un’ora del suo tempo. Di sicuro non ti ringrazierebbero per avergli offerto il tuo aiuto. Probabilmente lo prenderebbero come un insulto, secondo me. No, credo che abbiamo fatto bene a lasciare che facessero come volevano, fratellino.”

Aiden sospirò. Ben probabilmente aveva ragione. Jake Parry non era conosciuto per essere il più amichevole degli uomini, e la sua famiglia sembrava aver ereditato in pieno quella caratteristica. Era stato un uomo ricco, però, e possedeva molte terre da quelle parti. Se solo avessero potuto mettere le mani sui pochi acri che confinavano con la loro proprietà, sicuramente sarebbe stato un motivo di crescita notevole per il Fielding Ranch.

“Adorerei vedere i nostri purosangue laggiù,” osservò malinconicamente Ben, indicando uno dei campi.

Aiden scosse la testa. “Nah, credo che dovremmo procurarci più quarter horse. Sono dei buoni tuttofare. E se iniziassimo a dare lezioni di equitazione, come ha suggerito Josie, sarebbero perfetti per quel compito.”

Ben si accigliò, guardandolo di nuovo. “Ma pensa cosa significherebbe procurarsi altri purosangue di valore. Darebbero una buona impressione alle persone che verrebbero a seguire le tue lezioni. Lascia che vedano quanto siamo ricchi. Dobbiamo far apparire tutto perfetto e i pochi purosangue che abbiamo non sono abbastanza per mostrarlo.”

Aiden sospirò. Quell’argomento ormai era una costante nelle loro conversazioni. Ben sembrava più interessato a come appariva la loro proprietà al mondo esterno, piuttosto che alle cose pratiche.

“Ma non rimarremo ricchi a lungo se iniziamo a buttare denaro in cavalli da spettacolo,” obiettò. “Possiamo ottenere molti più quarter horse per la stessa cifra e oltretutto saranno utili per i lavori del ranch.”

“Ne abbiamo più che abbastanza. Non abbiamo bisogno di prenderne altri, non al momento perlomeno. Credo che sia necessario aumentare il prestigio dei Fielding, e il modo migliore per farlo sia acquistare solo il meglio.”

Aiden alzò gli occhi al cielo. “Bene, ci penseremo quando avremo acquistato il terreno, d’accordo? Un passo alla volta.”

Ben annuì e sorrise, il che fece pensare ad Aiden che, per quanto lo riguardava, era sicuro di aver avuto la meglio nella discussione. Maledizione!

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