Читать книгу Cattura - Блейк Пирс - Страница 9
CAPITOLO TRE
ОглавлениеMentre si avvicinava alla Sede Centrale del BAU a Quantico, Riley era di umore terribile. Il viaggio dal suo appartamento a Washington DC era stato peggiore di quanto si fosse aspettata. Il traffico del mattino era stato così intenso e pesante, che le aveva quasi impedito di giungere a destinazione.
Sarebbe stato peggio se fossi venuta nell’altro modo, si disse.
Eppure, non sarebbe stato affatto divertente affrontare quel traffico ogni mattina. E, poi, tornare dopo una giornata di lavoro, sarebbe stato più facile?
Mentre raggiungeva finalmente l’area del parcheggio del BAU, vide due entrate: una per i visitatori e una per il personale.
Quale entrata doveva utilizzare?
Nessuno glielo aveva detto. In effetti, non aveva sentito nessuno da quando aveva ricevuto quel messaggio, dopo la cerimonia del diploma due giorni prima, il messaggio che le diceva del suo incarico a Quantico, non a Washington DC.
Quando aveva ricevuto la nota, era stata certa che fosse stata un’idea dell’Agente Crivaro. Ma ora aveva dei dubbi. Dopotutto, avevano già lavorato insieme ad alcune indagini faticose. L’Agente Crivaro non si sarebbe messa in contatto con lei per parlarle del cambiamento?
Nel frattempo, non aveva proprio idea di che cosa quella giornata le avrebbe riservato; quale futuro era in serbo per lei?.
Riley si rese conto del fatto che, qualunque cosa l’attendesse, tutto ciò che aveva fatto durante l’anno passato l’aveva condotta in quel posto. Quando si era inserita in un’indagine sugli omicidi commessi nel dormitorio del suo college, quando aveva lavorato con Jake su casi mentre era ancora in fase di addestramento, tutto l’aveva portata fino a lì.
Non era una visitatrice.
Era un’agente dell’FBI.
Guidò fino al cancello del personale, dove una guardia di sicurezza era appostata in un gabbiotto.
Riley prese il suo distintivo e lo mostrò alla guardia.
La guardia annuì e disse: “La aspettano.”
Le porse una targhetta con il permesso per parcheggiare e le fece cenno di proseguire.
Riley fu attraversata da una scarica di eccitazione. Era la prima volta che mostrava il suo distintivo dell’FBI per identificarsi, e questo aveva fatto la differenza.
Ho davvero un posto in cui parcheggiare!
Il brivido passò immediatamente, però, mentre Riley guidava intorno alla ricerca di uno spazio vuoto. I ricordi del giorno prima cominciarono ad affollarsi nella sua mente.
Dopo tutte quelle settimane in cui aveva vissuto al dormitorio, era finalmente riuscita a passare due notti e l’intera domenica con Ryan. La loro prima notte era stata davvero eccitante, perché erano stati divisi così a lungo, ma il giorno successivo le cose non erano state particolarmente piacevoli. Ryan non era stato affatto felice del nuovo incarico assegnato a Riley, e dell’inconveniente che avrebbe causato.
Inconveniente!
Riley sghignazzò ad alta voce.
L’inconveniente principale per Ryan era che Riley avrebbe avuto bisogno dell’auto ogni giorno per andare e tornare, lasciando che lui usasse la metropolitana per andare e tornare dal lavoro. Quello era stato un colpo basso per il suo orgoglio. La sua Ford Mustang era uno dei pochi lussi della sua vita, e amava guidarla per andare al lavoro ogni giorno. Lei sapeva che lo faceva sentire come il grande avvocato che sperava di diventare un giorno.
Ryan non si era apertamente lamentato della questione del trasporto, ma non aveva neanche nascosto i suoi sentimenti. Aveva dimostrato fin troppa generosità e spirito di sacrificio, provando a far sembrare che lui avrebbe fatto di tutto e affrontato grandi difficoltà per sostenerla nella sua nuova carriera.
E tutto per quella stupida auto, pensò, accostando in una zona di parcheggio vuota e spegnendo il motore.
Uscì dal veicolo e rimase a fissarlo per un momento. Ricordò la prima volta che aveva visto la Mustang. All’epoca, lei e Ryan erano entrambi studenti del college, al loro primo appuntamento. Era rimasta piuttosto colpita dal fatto che lui fosse arrivato al suo dormitorio con quell’auto e anche dalla sua galanteria, quando era uscito e le aveva aperto lo sportello del lato passeggero.
Osservando ora il veicolo, sospirò.
Quei giorni leggeri in cui lei e Ryan stavano appena iniziando a conoscersi sembravano incredibilmente lontani ora. La Mustang non la colpiva più, e avrebbe voluto che non fosse stata così importante per Ryan.
E, in ogni caso, che cosa c’è di male nel dover prendere la metropolitana?
Lei aveva preso la metropolitana ogni giorno durante l’estate, quando seguiva il Programma d’Internato dell’FBI. Era molto efficiente, ed era riuscita davvero a godersi il fatto di viaggiare mescolandosi ai passeggeri del treno.
Ma, dopo tutto, non era afflitta dall’orgoglio maschile di Ryan.
Entrò nell’edificio e presentò le sue credenziali alla guardia di sicurezza. Quest’ultima lesse il suo nome e le disse che avrebbe dovuto recarsi direttamente nell’ufficio dell’Agente Crivaro.
Mentre prendeva l’ascensore, Riley concluse che questo fatto dimostrava la correttezza della sua intuizione originale, ossia che fosse stata un’idea dell’Agente Crivaro farla trasferire a Quantico. Evidentemente, lui la voleva lì. E Crivaro non era soltanto un buon agente anziano, era quasi una leggenda nell’FBI.
Ma che cosa avrebbe voluto che una novellina come lei facesse il suo primo giorno di lavoro?
Scartoffie, probabilmente, suppose.
Sembrava una prospettiva noiosa, ma sapeva che il suo lavoro all’FBI non si sarebbe rivelato tutto un’avventura. Sebbene, come recluta, avesse vissuto un’esperienza sul campo insolitamente forte, era ancora quello: una recluta. Prendere le cose con calma sembrava davvero una buona idea. Non sarebbe stata tutta un’avventura, ma almeno non sarebbe neanche stato sempre rischioso.
E sarebbe stato bello avere un lavoro regolare, almeno per un po’. Un orario affidabile poteva far migliorare le cose tra lei e Ryan, dando loro una possibilità di abituarsi di nuovo l’uno all’altra.
Uscì dall’ascensore e si diresse in fondo al corridoio fino all’ufficio di Crivaro, poi bussò alla porta. Sentì una familiare voce burbera, che la invitava ad entrare.
Quando aprì la porta, vide Crivaro accanto alla sua scrivania. Indossava giacca e cappello.
Una valigia era ai suoi piedi.
L’uomo dette un’occhiata al suo orologio e disse: “Era ora che arrivassi.”
Riley guardò il suo orologio e vide che non era affatto tardi. In realtà era piuttosto presto. Ma era troppo stupita per dirlo ad alta voce.
“Dov’è la tua valigia?” Crivaro chiese.
“Um, nella mia auto” Riley rispose.
Sebbene non sapesse molto del lavoro di agente del BAU, sapeva però che era sempre importante avere una valigia pronta per andar via all’ultimo momento. Non che si aspettasse di usarla così presto.
Crivaro chiese: “Hai parcheggiato nel parcheggio del personale?”
Riley annuì.
“OK, allora” Crivaro disse, prendendo la sua valigia sulla spalla. “La prenderemo mentre andiamo alla mia auto.”
Crivaro passò a passo spedito davanti a Riley, uscendo dall’ufficio. Riley gli corse dietro per stare al suo passo.
Allora balbettò: “M-ma dove stiamo andando?”
“Abbiamo un caso in Arizona” Crivaro rispose. “Prenderemo un volo commerciale per Phoenix, guiderò io fino all’aeroporto.”
Riley era stordita da questo improvviso sviluppo.
“Quanto tempo resteremo in Arizona?” chiese.
“Per tutto il tempo necessario” fu la risposta di Crivaro. “Non sono solito fare congetture su tali questioni.”
Riley soffocò un sussulto. Questa era l’ultima cosa che si sarebbe aspettata accadesse oggi.
E certamente metteva un bastone tra le ruote alle sue speranze di sistemare le cose con Ryan.
“Potrebbe darmi qualche minuto prima di andare?” Riley chiese al mentore. “Devo chiamare il mio fidanzato e avvisarlo.”
Sempre camminando, Crivaro chiese: “Hai il tuo cellulare?”
“Sì” Riley rispose, continuando a tenere il passo con lui.
“Beh, allora puoi camminare e parlare al tempo stesso, no?”
Mentre Riley e Crivaro proseguivano fino alla fine del corridoio, Riley tirò fuori il cellulare e chiamò Ryan.
Quando lo ebbe in linea, disse: “Ryan, è successo qualcosa. Sto, uh, per andare a Phoenix. Adesso, in realtà.”
Lei poté sentire Ryan sussultare. “Tu cosa?”
“Sì, è una sorpresa anche per me” Riley rispose mentre lei e Crivaro prendevano l’ascensore.
Adesso Ryan era fuori di sé.
“Riley, è una follia. Questo è il tuo primo giorno di lavoro.”
“Lo so” Riley disse. “Mi dispiace.”
“Per quanto tempo starai via?”
Riley deglutì e rispose: “Io, ecco, non ne ho idea.”
“Come sarebbe a dire che non ne hai idea? Che cosa farai comunque in Arizona? Tornerai a casa in tempo per Natale? Mancano solo pochi giorni, sai.”
Questa è una bella domanda, Riley pensò.
Invece di provare a dargli una risposta, Riley disse: “Ascolta, non appena scoprirò quando tornerò ti avviserò.”
“Guiderai fin lì per caso?” Ryan chiese.
“Certo che no. Noi prenderemo un volo commerciale.”
“Come ‘noi’?”
“Io e l’Agente Crivaro.”
Riley e Crivaro uscirono dall’ascensore e si diressero fuori dall’edificio.
Ryan disse: “Se andrai fin là, che ne sarà della mia auto?”
Riley era stupita. Non aveva avuto il tempo di pensare all’auto.
Disse: “Si trova nel parcheggio del BAU qui a Quantico. Non preoccuparti, sarà al sicuro.”
“Per quanto tempo dovrò farne a meno?”
Riley s’infuriò.
“Te la caverai in qualche modo, Ryan” rispose.
“Sì, ma per quanto tempo?”
“Come ho detto, ti chiamerò quando lo saprò io stessa.”
Mentre Riley e Crivaro si dirigevano fuori dall’edificio, Ryan continuò a farfugliare al telefono.
Si tratta soprattutto della sua auto, Riley non poté fare a meno di notare.
Più lui andava avanti, più la cosa la irritava.
Lei e Crivaro stavano attraversando il parcheggio, quando Riley disse infine …
“Ascolta, Ryan, non posso davvero parlare ora. Ti prometto che tornerò da te più in fretta che potrò. Ti amo.”
Poté sentire la voce di Ryan che ancora si lamentava, mentre concludeva la telefonata.
Aprendo lo sportello dell’auto per Riley, l’Agente Crivaro disse: “Va tutto BENE a casa?”
“Non potrebbe andare meglio” Riley brontolò, occupando il sedile del passeggero.
La sua rabbia stava scemando, e ora si sentiva imbarazzata per il fatto che Crivaro non fosse riuscito ad evitare di sentire le sue parole rivolte a Ryan.
Crivaro entrò nell’auto e accese il motore.
Poi, sorrise a Riley e disse: “Ehi, nel caso in cui tu non l’abbia notato, siamo partner ora.”
Sì, l’avevo immaginato, Riley pensò, mentre Crivaro usciva dall’area di parcheggio.
Dunque, poche cose erano chiare.
Lei era un’agente dell’FBI.
Era la partner di Jake Crivaro.
Ed erano diretti in Arizona.
Lei avrebbe voluto avere almeno un’idea di che cos’altro aspettarsi quel giorno.