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ATTO PRIMO
SCENA II

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MICHELE e MARTINO ESPOSITO – e la voce di ANTONIO

Martino

(facendo capolino di dietro l'uscio a destra) È permesso?

Michele

(che ha le spalle volte a quella porta, non lo vede e non lo sente.)

Martino

(fra sè:) È sordo. (Avanzandosi, lo riconosce.) Papà Michele! (Martino ha fra le labbra una pipa corta e sudicia.)

Michele

Oh! Esposito! Che vieni a fare da queste parti?

Martino

Prima di tutto, a portarvi un po' di buona fortuna. La macchina nuova, inventata da vostro figlio, sarà l'ottava meraviglia del mondo, non ne dubito. Gli applausi si udivano di fuori, come passando innanzi a un teatro. Non dico che… ma… per i malocchi, ci vuol sempre qualche precauzione. (Indica la gobba e gliela presenta.) Toccate, toccate, e ve ne troverete bene.

Michele

Non ci fanno niente, a noi, i malocchi.

Martino

Beati voi! Intanto, l'intenzione di rendervi un servizio io l'ho avuta. Ho una gobba più degli altri, come voi avete un braccio meno degli altri. Potevate utilizzare quello che vi resta e profittare dell'occasione. Non vi garba? Pazienza!

(Il rumore della macchina va diminuendo gradatamente.)

Martino

So bene. Se tutte le macchine nuove avessero bisogno della mia gobba, a quest'ora io starei meglio di un Papa. Però… non dico che… ma… le invenzioni sono una cosa e la fortuna ne è un'altra. Si fa presto a inventare. Chi è che non ve li dà tre numeri per un terno secco? E poi?.. Vederli uscire!.. Qui sta il busillis!

Michele

Mi pare che tu sia venuto a far la cornacchia, qui. Perchè non vai piuttosto a gracchiare sui tetti di chi crepa d'ozio?

La voce di Antonio

A te, Santini: togli completamente la comunicazione. Basta!

Martino

Ho da parlare con Antonio.

Michele

Adesso non si può.

Martino

Ah, già! Dirige le manovre! Comanda la flotta!

Michele

Comanda il buffone che sei! Hai capito?.. E quando parli di quell'uomo, càvati il berretto.

Martino

(comicamente, si cava il berretto) Vi servo. Dovrei scontentarvi per così poco? E non vi arrabbiate, papà Michele, che vi guastate la digestione. Non dico che… ma… la Cooperativa, per ora, ve la riempie la pancia. Io invece, vedete, (toccandosi la pancia) non ci ho niente qui dentro. Non avrei niente da guastare… Eppure, sto attento a non far bile. Un mozzicone nella pipa, e mi diverto. (Riaccende la pipa, che s'era smorzata.)

Michele

Quante chiacchiere che hai!

Martino

E voi non fumate, papà Michele?

Michele

No.

Martino

Vi compiango.

Michele

(un po' rabbonito) Dimmi: com'è che stai digiuno? Non lavori più da Salviati?

Martino

(accostandosi a lui) C'era una volta una scimmia, che se ne stava accanto al fuoco…

Michele

Auff!..

Martino

Questa scimmia si chiamava… (S'interrompe ascoltando.)

(Un altro tentativo d'applausi e di grida festose è represso dalle parole severe di Antonio.)

La voce di Antonio

(la quale si ode più da vicino man mano ch'egli parla) V'ho detto che i battimani e il chiasso non mi vanno a genio!

Michele

(s'alza e va verso il fondo, come per aspettare Antonio.)

La voce di Antonio

(continuando) Vi permetterò d'applaudirmi e ci applaudiremo scambievolmente il giorno in cui avremo consolidata la nostra posizione con un bilancio effettivamente attivo, senza debiti e senza impicci!

Martino

(a Michele:) Non so se mi spiego!

Il diritto di vivere: Dramma in tre atti

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