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CAPITOLO TRE
ОглавлениеUn bussare alla mia porta mi spaventò. Chi poteva essere? Diedi un’occhiata all’orologio sul microonde: le quattro pomeridiane di domenica.
Aprii la porta e mi trovai faccia a faccia con due ragazze sorridenti.
Prija mi scavalcò entrando. “Allora, sei pronto per uscire? Ti devi cambiare questa camicia puzzolente!” Esaminò con cura il mio appartamento.
Siskit mi sorrise e mi abbracciò.
“Che bello vederti, Siskit! – le dissi – Credevo che steste scherzando quando mi avete parlato dell’andare fuori a cena!” Chiusi la porta.
“Ti abbiamo avvisato che saremmo venute a prenderti.” Disse Prija, sedendosi davanti allo schermo del PC.
“Ho creduto che non faceste sul serio, perché non vi ho mai detto dove alloggiavo.”
“Che roba è?” chiese Prija, indicando le cifre sul monitor.
“La stima del budget necessario per i lavori di ristrutturazione dell’ospedale e la nostra offerta.”
“Wow, quanti numeri!” Guardo la cifra del totale. “ Cosa? Diciassette milioni di dollari?”
“Si, questa è la stima che hanno fatto i miei soci.”
Prija si alzò. “Siskit, tu che sei pratica di conti, dai un’occhiata a questo.” Porse la sedia alla sorella. “Vai daccapo.”
Le due ragazze cominciarono a scorrere i numeri.
“E’ una cosa piuttosto noiosa. – dissi – Allora, è tutto esatto?”
“Oh Oh! – disse Siskit, indicando alla sorella delle cifre. Scorse velocemente la pagina successiva.
“Che cos’è “il mix pronto?” chiese Prija.
“E’ la miscela di calcestruzzo, pronta per l’utilizzo.” risposi.
“E quante sono dodicimila iarde?”
Feci un rapido calcolo mentale. “Circa 120 camion pieni.”
Le sorelle si guardarono. “Guarda, che c’è un errore sui 120 camion di calcestruzzo.” esclamò Prija.
“Che dici?” Mi fiondai anch’io a guardare lo schermo.
“Guarda. 204 dollari per dodicimila metri cubi di calcestruzzo.” E m’indicò il numero.
“Santo cielo!” Mi precipitai al telefono. “Dovrebbero essere 20.400 dollari!” Feci il numero. “Scendi all’ultima pagina.” IL telefono squillò. “Sottrai 20000 dal totale. Ehi, numero Tre!”
“Che c’è?”
“A che punto siamo con la nostra offerta per i lavori di ristrutturazione dell’ospedale?”
“Che ore sono lì?”
“Le quattro del pomeriggio. Allora? Dai un’occhiata alla cifra totale dei costi.”
“Ma che c’è? – bofonchiò l’uomo dall’altro capo del telefono – Vuoi darmi almeno il tempo d svegliarmi prima di cominciare a urlare?”
“Ma che fai, dormi?”
“Di solito è quello che si fa a notte fonda. Dammi il tempo di aprire gli occhi e accendere il PC.”
Tamburellai impaziente con le dita sul tavolo.
“Ok, sono davanti al PC e sto guardando l’offerta.”
“La vedi la cifra totale per i costi del mix pronto?”
“Aspetta, sto arrivando…Oddio!”
“Proprio così!”
“Dovrebbero essere 20400 dollari, non 204!”
“Esatto. A che punto siamo della trattativa?”
“Beh…”
“Cioè?”
“Abbiamo presentato l’offerta venerdì.”
Crollai sul divano. “Cosa? Che avete fatto?” Sentii la pressione schizzarmi a mille.
“Abbiamo presentato…”
Chi, chi l’ha presentata? Senza il mio consenso?” urlai.
“Io e il numero Due abbiamo pensato…”
“Se quell’offerta verrà accettata, e probabilmente sarà così con quelle cifre, chi pagherà i 20000 dollari di disavanzo sul mix pronto?”
“Io non…”
“Cazzo! Ne hai fatte di stronzate nella tua vita, ma questa è sicuramente il massimo!”
“Lo so, ma ora che…”
“Mettiti subito al telefono e vedi se puoi ritirarla. O se puoi modificarla, se l’hanno già accettata. I miei contabili per ora hanno trovato quest’errore, ma stanno verificando anche tutto il resto. E auguriamoci che non ci sia altro!”
“I…tuoi contabili?”
“Sì. Fammi chiamare subito dal numero Due!” Interruppi la comunicazione e, furioso, lanciai il cellulare sul tavolo.
Le ragazze mi fissavano. Io sprofondai nel divano, a braccia conserte, e tirai un lungo sospiro.
“Chi è il numero Due?” mi chiese Prija.
“Un altro socio in affari.”
“Siamo le sue contabili!” sorrise soddisfatta Siskit.
Sorrisi. “Sì, lo siete, e anche dannatamente brave! Dobbiamo esaminare quel foglio di calcolo da cima a fondo.”
“E se hanno già accettato l’offerta’” chiese Priskit.
“Allora quei 20000 dollari li tireremo fuori dalla liquidazione del numero Tre…se ci sono.”
Prija diede un’occhiata all’altra finestra di testo che avevo lasciato aperta sul PC. “E questo, quando l’hai scritto?” disse, indicandomi il libro appena iniziato.