Читать книгу Tutte Le Signore Amano Coventry - Dawn Brower - Страница 5
CAPITOLO 3
ОглавлениеI raggi brillanti del sole filtravano attraverso le finestre del salotto ed illuminavano tutta la zona. C’era veramente troppa luce per leggere ed Abigail aveva difficoltà a trattenere la propria irritazione. Come avrebbe potuto imparare qualcosa sulla mitologia greca, se non riusciva a concentrarsi sulle parole? Borbottò e chiuse il volume, frustrata, poi lo gettò sulla sedia libera al suo fianco.
“Bene”, disse Melinda. Un sorriso soddisfatto le illuminava il viso. “Ora che hai finito di fare l’erudita, ti andrebbe di unirti a me per una passeggiata a Rotten Row?”
Abigail storse il naso, poi sospirò. Forse sarebbe dovuta andare con Belinda per fare un po’ di movimento. Non c’era alcuna possibilità di continuare a leggere con quel sole che la accecava. Forse avrebbe letto ancora più tardi nella sua stanza. Non sarebbe riuscita a fare molto al lume di candela. I suoi occhi si sarebbero un po’ affaticati, ma avrebbe potuto leggere ancora per un po’. “Va bene”, acconsentì. “Verrò con te a passeggiare. Dì a Bessie che abbiamo bisogno di lei e di un valletto per accompagnarci. Dobbiamo essere certe di mantenere intatta la tua reputazione, così potremo assicurarti uno di questi gentiluomini londinesi come marito”, disse con un forte accento scozzese.
Belinda alzò un sopracciglio. “Non ti interessa di mantenere intatta la tua stessa reputazione? Perché no?”
Perché aveva deciso che non le importava affatto di sposarsi. L’uomo dell’altra sera- il Conte di Coventry- l’aveva intrigata, ma era chiaramente un farabutto. Tutte le signore di Londra potevano cercare di domarlo, ma Abigail aveva modi migliori di passare il tempo. Aveva attirato la sua attenzione e ciò era abbastanza per lei. Era stato veramente troppo facile farsi notare da lui e lei non ci aveva nemmeno provato. “Ho le mie ragioni.” Era l’unica risposta che intendeva dare a sua sorella.
“Forse pensi di tenere nascosti i tuoi sentimenti”, iniziò sua sorella. Le sue labbra si sollevarono in un sorriso tronfio. “Ma io ti conosco. Ho visto come guardavi quel gentiluomo l’altra sera al ballo dei Loxton. Ti attraeva. Forse possiamo ancora scoprire la sua identità e trovare un modo per attirare la sua attenzione.”
Certamente sua sorella aveva notato il suo interesse per Lord Coventry. Il conte era bello come il peccato, e probabilmente sapeva peccare meglio della maggior parte degli uomini, ma c’era qualcosa di più del semplice aspetto piacevole in un uomo. “Non ho bisogno di aiuto per questo. Non voglio attirare la sua attenzione.”
Sua sorella chinò la testa da un lato e la studiò. “Mi stai nascondendo qualcosa. Cosa sai?”
“Niente di niente”, la rassicurò Belinda. “Andiamo a Rotten Row oppure no?”
“Va bene”, acconsentì Belinda. “Ti lascerò con i tuoi segreti- per il momento.” Si alzò ed incontrò lo sguardo di Abigail. “Ma scoprirò la verità e allora pretenderò delle risposte.”
Abigail si strinse nelle spalle. “Non c’è niente da scoprire.” Era vero. Anche se Belinda avesse scoperto che lei aveva incontrato Lord Coventry nella biblioteca, non ne sarebbe venuto fuori niente. Nessuno li aveva visti- grazie a Dio. L’ultima cosa di cui aveva bisogno era un matrimonio forzato. Sarebbero finiti tutti e due male alla fine. Abigail aveva l’intenzione di vivere una vita lunga e felice e ciò non avrebbe incluso un matrimonio di convenienza. Comunque, l’attrazione che provava per Lord Coventry sarebbe stata il solo lato positivo di una sua unione con lui. Tutto il resto sarebbe stato completamente superficiale.
Belinda scosse la testa e si diresse verso l’uscita del salotto. “Troviamoci nell’ingresso. Vado a cercare i nostri chaperons per la passeggiata.”
Abigail scosse leggermente la testa. La sua sorellina pensava di sapere tutto, ma non era così. C’erano cose molto più importanti che avere un buon marito. Abigail voleva qualcosa di più significativo nella sua vita. Amava i libri e imparare cose nuove. Se si fosse sposata, forse a suo marito non sarebbe piaciuto che lei facesse quelle cose. Quando una donna diventava una moglie, era sottoposta per sempre alle sue regole. Diventava proprietà dell’uomo. Qualcosa a tal riguardo aveva sempre preoccupato Abigail. Alle altre donne piaceva appartenere a qualcuno, essere accudite e non dovere mai preoccuparsi di niente. Per Abigail, ciò non era affatto facile. Sarebbe stato bello essere amata ed apprezzata, ma un matrimonio di convenienza non includeva sempre quelle cose. L’amore era un sentimento raro nel matrimonio.
Aveva già riflettuto troppo su tutto ciò. Abigail recuperò il libro e lo portò nella sua stanza. Una volta lì, posò il libro sulla scrivania, poi andò verso l’armadio a prendere la sua pelliccia. Forse fuori sarebbe stato abbastanza fresco e non voleva prendere freddo durante la passeggiata. Dopo averla trovata, tornò al piano inferiore e trovò sua sorella che l’aspettava all’ingresso. C’erano Bessie e un valletto con lei.
“Finalmente”, disse Belinda in un tono esasperato. “Possiamo andare. Perché ci hai messo così tanto?”
“Non mi sono resa conto di perdere tempo.” Trattenne la tentazione di alzare gli occhi al cielo. Belinda a volte era talmente esagerata. “Per favore fai strada, cara sorella.”
Belinda aprì la porta ed uscì. Abigail, Bessie ed il valletto la seguirono. Il passo che sua sorella aveva imposto era molto più rapido di quanto Abigail si aspettasse. Iniziò a chiedersi se sua sorella avesse qualche altra ragione per andare a Rotten Row. Forse aveva incontrato un uomo dal quale sperava di farsi corteggiare? Quando fossero arrivate, avrebbe potuto accertarsene. Forse sarebbe stata lei, e non Belinda, a scoprire qualcosa di piccante. Sua sorella sperava di scoprire qualche suo segreto. Bene, forse la sua cara sorellina aveva lei stessa qualcosa da nascondere e cercava di sviare il discorso. Sorrise tra sé e sé. Ora che aveva un mistero da risolvere, non vedeva l’ora di fare la scampagnata a Rotten Row. Di solito deprecava le loro sortite in quel luogo. Questa volta ci sarebbe stato qualcosa di più intrigante che avrebbe attirato la sua attenzione. Ciò la compensava quasi per aver interrotto le ore di studio…quasi.