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CAPITOLO TERZO

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Peyton Drake fissò il suo riflesso e non le piacque quello che vide. La sua pelle era ancora troppo pallida e i suoi capelli castano ciliegia normalmente brillanti sembravano opachi. Perfino i suoi occhi blu avevano un aspetto giallastro. Detestava l’idea di essere ammalata. Certo, la malattia era in remissione, ma aveva messo a dura prova il suo corpo. Se non fosse stato per sua sorella, Eva, sarebbe morta un anno fa. I suoi capelli erano finalmente ricresciuti, ma comunque le arrivavano appena sopra le spalle.

"Smettila di sezionarti allo specchio!" esclamò Eva, entrando in biblioteca. "Sei bellissima, te lo assicuro."

"Non mi piace quello che vedo allo specchio, e comunque quella non sono io." rispose amaramente Peyton.

Avevano allestito la biblioteca per la cerimonia nuziale che si sarebbe svolta lì, a Weston Manor. Quello era il giorno del matrimonio di Eva. Stava finalmente per coronare il suo sogno d’amore con Trenton Quinn, l'uomo a cui era legata…beh, da sempre. Avevano faticato molto per ritrovarsi. Eva era rimasta intrappolata nel passato e non era stata più capace di tornare indietro, così Trenton aveva deciso che sarebbe riuscito a ritrovarla, a qualunque costo. Ma se non fosse stato per l'altra sorella, Serenity, Trenton avrebbe miseramente fallito. Serenity lo aveva riportato indietro dopo che lui aveva ritrovato Eva. Peyton aveva avuto bisogno del midollo osseo di Eva per riuscire a sopravvivere, e Serenity era disposta a fare qualsiasi cosa per fare in modo che Peyton non morisse. Così, Serenity si era scambiata di posto nel passato con Eva, permettendo alla sorella e a Trenton di tornare nel loro tempo.

Peyton era felice per la serenità ritrovata. Serenity, in qualche luogo nel passato, si era sposata con il Duca di Branterberry, ed era rimasta lì con lui. Peyton stava guarendo e ora anche Eva stava per coronare il suo sogno d’amore. Talvolta, Peyton provava una fitta di gelosia per le sue due sorelle. Entrambe avevano trovato degli uomini che le adoravano e che anche loro amavano con tutto il cuore. Avrebbe voluto avere la loro stessa fortuna…

"Ti sbagli – esclamò Eva, interrompendo i suoi pensieri – Sei bellissima e non ti permetterò di denigrarti da sola!”

Lei sorrise. "Grazie. Non concordo con quello che dici, ma comunque grazie per il tuo incoraggiamento."

"Sei davvero la benvenuta, sorella cara! – esclamò Eva, cambiando discorso e battendo le mani eccitata – Non posso crederci che finalmente sto per sposarmi"

"Non avresti dovuto aspettare tanto." mormorò Peyton. Se ripensava a tutto ciò che Eva aveva fatto per lei, Peyton non avrebbe dovuto sentirsi così triste. Si sentiva in colpa, ma non poteva fare a meno di provare un pizzico d’invidia per tanta felicità. "Lo ami da una vita e non avresti dovuto aspettare più di un anno per dirgli di sì.”

"Sai bene perché abbiamo aspettato – disse Eva dolcemente –Era importante per me che tu fossi qui al mio fianco, a condividere la mia felicità. Sei sicura di farcela? "

Peyton s’incollò un sorriso sul viso e pregò che sua sorella la smettesse. Eva era una brava ragazza e lei non avrebbe rovinato il giorno del suo matrimonio con quella stupida invidia. Doveva vincere il suo malumore. Avrebbe finto di essere felice così fortemente e così a lungo che alla fine quel sentimento sarebbe diventato vero. Desiderava con tutto il suo cuore che quel giorno fosse splendido, per Eva.

"Sto bene. Smettila di preoccuparti. I risultati delle ultime analisi parlano chiaro. Il cancro è in totale remissione e ho tutta la vita davanti. Ora vai a prepararti per il tuo matrimonio. Il tempo di sistemarmi il trucco e infilarmi il vestito e ti raggiungo nel salone delle feste. Non vorrai fare attendere il tuo futuro sposo! Non pensi che ha già aspettato abbastanza?" rispose Peyton, sorridendo.

Le risate di Eva echeggiarono nella stanza. "Hai ragione!" trillò, gioiosa. Abbracciò rapidamente Peyton e poi sgusciò fuori dalla stanza. Una volta sola, la ragazza si rimise a fissare il suo riflesso nello specchio e sospirò. Pensò che avrebbe dovuto infilarsi il vestito e sistemarsi un po’. Ma nessun trucco l'avrebbe aiutata. Aveva già provato di tutto e la sua pelle aveva ancora un orrendo colore cadaverico.

I Segreti Del Mio Amato

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