Читать книгу Le Tentazioni Di Una Principessa Americana - Dawn Brower - Страница 10
Capitolo 4
ОглавлениеBrianne si era vestita con cura per il ballo dei Dewitt. Indossava un vestito di seta viola con il corpetto coperto da un pizzo bianco. I suoi capelli castano dorati erano decorati con perline ed acconciati in uno chignon. Avrebbe voluto essere eccitata per il ballo, ma avrebbe solo desiderato rimanere a casa. Tutti gli eventi mondani erano diventati noiosi.
Sua madre era al suo fianco, mentre scendevano le scale. I loro arrivo non fu annunciato formalmente come avveniva in Inghilterra, ma comunque la lista degli ospiti era affascinante. “Sembra che tutti abbiano accettato l’invito di Mrs. Dewitt”, disse sua madre. “Dovresti trovare molti compagni di danze stasera.”
Brianne alzò le spalle. “Suppongo di si.” Comunque non le importava. Forse sarebbe potuta scappare ad esplorare la biblioteca. Osservare la collezione di libri di una persona rivelava molto sui suoi gusti e su come era realmente.
Si diressero verso la padrona di casa e la salutarono, poi sua madre le fece cenno di andare. “Vai a parlare con i tuoi amici e divertiti.” A volte sua madre poteva essere l’accompagnatrice peggiore. Non si preoccupava che qualche furfante potesse sedurla? “Io andrò a sedermi con le altre matrone a spettegolare.”
“D’accordo”, disse Brianne e si diresse verso un cameriere che sorreggeva un vassoio di champagne. Prese un bicchiere e sorseggiò il liquido voluttuoso.
“Vedo che le piace lo champagne”, disse una voce maschile. Lei alzò gli occhi ed incontrò lo sguardo di Julian.
“Vada via”, disse lei. Brianne non aveva bisogno che lui le rovinasse la serata. Non avrebbe nemmeno voluto essere lì. “Trovi qualcun altro da infastidire.”
“Ma, principessa”, disse. “Lei è la persona che preferisco qui. Perché dovrei abbandonarla nel momento del bisogno?”
Lei alzò gli occhi al cielo, poi svuotò il contenuto del bicchiere. Un cameriere si avvicinò e lei posò il bicchiere vuoto sul vassoio. “Si fidi di me, milord”, disse a Julian. “Non ho bisogno di lei.”
“Invece sì”, insistette lui, prendendola sottobraccio. “Venga a ballare con me.”
Sarebbe stato maleducato respingerlo, quindi gli permise di condurla in pista. Le note di un walzer riempivano la stanza. Lui la prese tra le braccia e la condusse nella danza senza alcuno sforzo. “Siete bravo.”
“Nella danza?” Lui alzò un sopracciglio. “Dovrei esserlo. Mio padre ha insistito a farmi avere gli insegnanti migliori. Suo figlio non doveva procurargli imbarazzo in società.”
Sembrava quasi…un rimprovero. “Non ha un buon rapporto con suo padre?” Brianne aveva un rapporto meraviglioso con entrambi i genitori.
“Ce la caviamo”, le rispose, senza ulteriori spiegazioni. Distolse lo sguardo da lei, mentre la faceva volteggiare sulla pista da ballo.
Probabilmente lei avrebbe dovuto dirgli qualcosa, ma non sapeva cosa. A volte non aveva alcuna idea di come fare due chiacchiere. Avrebbe preferito leggere un libro che parlare di cose inutili. Per fortuna non aveva bisogno di fare niente. Lui le rivolse di nuovo l’attenzione, illuminandola con uno dei suoi sorrisi affascinanti. Quel tipo di sorriso che poteva tentare una signora a fare cose che normalmente non avrebbe fatto. Brianne voleva credere che ciò non la riguardasse, ma non poteva neppure mentire a se stessa. “E’ bella, stasera.” La voce di Julian era come miele caldo gocciolante dolcezza.
“Non ha bisogno di fingere con me”, lei lo rimproverò. “Non sono una delle sue conquiste.” Si rifiutava di esserlo.
“Non lo farei mai”, insistette lui. “Non c’è niente di falso tra di noi.”
Brianne voleva crederci, ma non poteva. Se lo avesse permesso, avrebbe potuto provare sentimenti reali per Julian. C’era qualcosa in lui che la attraeva. Anche quando faceva del sarcasmo, lei si sentiva attratta da lui. La tentava come nessun altro uomo aveva mai fatto. Le note del walzer terminarono, quindi lei si allontanò da lui. Non si guardò indietro lasciando la pista da ballo. Era giunto il momento di sgattaiolare via e cercare la biblioteca, o almeno un posto nel quale la presenza di Julian non inghiottisse la stanza…
Julian non aveva affatto raccolto tutte le informazioni che desiderava. I suoi resoconti in patria stavano diventando sempre più corti. I suffragisti non avevano fatto alcun progresso nel loro movimento e lui aspettava ordini dall’ufficio in patria. Fino ad allora, sarebbe andato avanti in America ed avrebbe cercato di godersi il soggiorno.
Quel giorno era vacanza per gli Yankees. Celebravano il Giorno del Ringraziamento. Era stato invitato a cena dalla famiglia Collins. Durante il suo soggiorno a New York, aveva iniziato ad apprezzare tutta la famiglia. Persino Brianne… In qualche modo era una sciocca. Non sembrava credere che ci fosse alcuna ragione di cambiare la propria vita. Per qualche motivo, nonostante la sua missione di osservare i suffragisti che volevano una quantità enorme di cambiamenti, Julian si preoccupava dell’atteggiamento indifferente di Brianne. Perché non voleva avere più diritti, più libertà e più scelte? Se a lui avessero negato le libertà fondamentali, non lo avrebbe mai accettato.
Comunque, soffermarsi a riflettere sui meccanismi interiori della mente femminile non lo avrebbe aiutato. Il problema era che non aveva idea di cosa potesse farlo. Tuttavia, la questione poteva aspettare ancora un giorno. Doveva uscire presto per incamminarsi verso la casa di città dei Collins. La cena sarebbe iniziata presto e lui non voleva essere maleducato, arrivando in ritardo.
Julian lasciò la sua stanza all’Hotel Gramercy e si diresse verso l’uscita. Una volta fuori, si incamminò verso la casa dei Collins. Non gli ci volle molto ad arrivare. Salì i gradini due a due, quindi bussò alla porta. Un uomo dai capelli scuri, leggermente brizzolato sulle tempie, lo accolse. “Lord Julian”, disse. “Entri, prego. William ha detto di averla invitato.” William e suo padre erano tornati in città poche settimane prima. A Julian aveva fatto piacere che il suo amico fosse ritornato a New York. Si incontravano spesso al Player Club e si facevano compagnia a vicenda, Il suo soggiorno in America era diventato piuttosto stantio e monotono.
“Grazie, Mr. Collins”, disse. “Per favore, mi chiami Julian. Preferisco lasciare da parte le formalità.” Specialmente quando era presente soprattutto la famiglia Collins. Non aveva bisogno di mantenere le apparenze con loro.
“Bene, Julian”, iniziò Mr. Collins. “Quindi devo insistere che lei mi chiami Rand.” Fece un gesto con la mano. “Mi segua. Sono tutti nel salotto a bere un drink prima di cena.”
Si avviarono lungo un breve corridoio. Le pareti erano di mogano prezioso ed una preziosa moquette blu navy era stata stesa sul pavimento in noce. Delle applique erano allineate alle pareti ed illuminavano il percorso. Entrarono in un salotto. Il sole illuminava la stanza attraverso le grandi portefinestre. Lilliana Collins era seduta vicino al camino, nel quale bruciava il fuoco che riscaldava la stanza. William si trovava dall’altra parte della stanza e si stava versando un bicchiere di brandy. Brianne era seduta su un divano e si fissava le mani. Julian non l’aveva mai vista così contegnosa.
“Julian”, gli gridò William. “Venga qui così le verso un drink.”
Un drink avrebbe potuto aiutarlo ad affrontare quella cena. Non avrebbe veramente voluto essere lì. Ad essere onesto con se stesso, non era affatto sicuro di cosa desiderasse. Julian raggiunse William e disse, “Un drink sarebbe magnifico.” Prese il brandy che William aveva versato e lo sorseggiò. Il liquore bruciava mentre gli scendeva in gola. “Quindi, in cosa consiste esattamente questa festa?”
“Non in molto”, rispose William. “Rendiamo grazie per tutte le benedizioni che abbiamo ricevuto durante l’anno, poi facciamo festa.”
“Giusto”, disse Julian senza sbilanciarsi. Avrebbe dovuto essere grato per qualcosa, ma poteva giurarlo sulla propria vita, non riusciva a pensare a nulla in quel momento in particolare.
“Raggiungiamo la famiglia. La festa del Ringraziamento sarà pronta tra pochi minuti. Una cameriera ci avviserà quando sarà in tavola.”
Si spostarono dove i genitori di William e sua sorella erano seduti. Randall Collins aveva preso la sedia vicina alla moglie; restavano un’altra sedia e lo spazio accanto a Brianne sul divano. William prese la sedia prima che Julian potesse farlo e quest’ultimo imprecò mentalmente. Non voleva sedersi vicino a Brianne. Gli piacevano le loro conversazioni, ma non voleva assolutamente incoraggiarla. William aveva detto che lei era a caccia di un marito e Julian non voleva essere preso in quella particolare trappola. Aveva dei progetti per la propria vita, e non includevano una moglie. Suo fratello avrebbe dovuto sposarsi, visto che avrebbe ereditato il titolo. Julian aveva più scelte ed intendeva esplorarle tutte. Sollevò il bicchiere di brandy e bevve una sorsata. Faceva male come se avesse inghiottito della roccia liquida, raschiando contro la sua gola delicata. Il bruciore arrivò subito dopo, solleticando le ferite aperte. Una nuova sfilza di parolacce gli attraversò la mente e riuscì a stento a contenerle. Le lacrime minacciavano di sgorgare agli angoli degli occhi, ma per qualche miracolo riuscì a ricacciarle. Posò il bicchiere su un tavolo vicino, avendone abbastanza di quel dannato liquido.
Julian fissava il posto vuoto, chiedendosi quanto sarebbe stato maleducato da parte sua rimanere in piedi. Continuò a fissarlo tanto a lungo che avrebbe potuto veramente rimanere in piedi. “Pensa che sedersi vicino a me possa offenderla, oppure si oppone ai divani per principio?” Certamente era stata Brianne a notare la sua posizione eretta e a commentarla.
“Nessuna delle due cose”, negò. “Non voglio sedermi in questo momento.” Una scusa terribile, ma non aveva nient’altro da offrire.
“Mmmm”, mormorò lei.
Julian aprì la bocca per rispondere, ma fu salvato dal rendersi ancora più ridicolo da una cameriera. Un folletto di donna con i capelli biondo chiaro ed il mento appuntito entrò nella stanza. Teneva in mano un campanellino d’argento. Lo fece suonare ed annunciò, “La cena è servita.”
“E’ il nostro spunto”, disse William.
Come se Julian avesse bisogno di sentire cosa significava…Si trattenne dall’alzare gli occhi al cielo, a malapena. Invece di fare un commento ironico, seguì la famiglia nella stanza. Sul tavolo c’erano dei biglietti che indicavano i posti. C’erano sei posti, con dei cartelli con i nomi posti davanti ad ogni sedia. A capotavola c’era il nome di Randall Collins, alla sua destra sua moglie Lilliana e alla sua sinistra Brianne. William era stato messo vicino a sua madre, quindi a Julian restava il posto vicino a Brianne. Avrebbe voluto lamentarsi. No, voleva girare i tacchi ed uscire subito. Era stato proprio uno sciocco ad accettare quell’invito. Ora non aveva altra scelta che sostenere qualche tipo di conversazione con Brianne.
Con molta riluttanza, spostò la sedia e di accomodò. I camerieri servirono del tacchino ripieno, cipolle bollite, ostriche allo sherry, conserva di ribes e patate dolci. Julian mangiava, ma senza prestare attenzione a quale cibo in particolare si metteva in bocca. Non se lo gustava affatto, quindi non importava quale cibo stesse consumando.
“Le devono piacere veramente le cipolle”, disse Brianne con una punta di stupore nella voce.
Julian guardò il piatto della ragazza. Non aveva toccato le cipolle, mentre lui le aveva mangiate tutte. “Sono squisite.” Cos’altro poteva dire? “Non le piacciono?”
Lei arricciò il naso disgustata. “Le odio. Se non fosse da maleducati, sarei felice di versarle nel vostro piatto e farvele mangiare al mio posto.”
“Posso sempre farlo”, le rispose, poi sollevò la propria forchetta. “Sarebbe abbastanza semplice servirmi del contenuto del suo piatto.”
Le labbra di Brianne si sollevarono in un sorriso da bambina. “Prego”. Il divertimento sembrava danzare nei suoi occhi. Lui non l’aveva mai vista così felice e lasciava senza fiato al solo guardarla. Gli faceva desiderare di fare esattamente quello che lei gli aveva suggerito. Se ciò portava alla luce quell’aspetto di Brianne…
“Non dovrei…” Guardò oltre il tavolo. William era occupato a discutere del necessario per l’allevamento con suo padre e Mrs. Collins stava parlando con una delle cameriere.
Julian non riusciva a capire cosa le stesse dicendo e non gli importava molto. Nessuno di loro sembrava prestare molta attenzione a Julian e Brianne. Non era sicuro di quello che provava riguardo a ciò.
Lei sospirò. “Avrei dovuto immaginare che non avrebbe avuto il coraggio di storcere il naso riguardo alla decenza. Lord Julian, lei è veramente troppo antiquato.”
Senza riflettere, lui allungò la mano, prese una forchettata dal mucchio di cipolle nel piatto di Brianne e se le portò alla bocca. Le masticò, poi le inghiottì prima che lei avesse la possibilità di parlare. Tuttavia, Brianne non ci provò affatto…scoppiò a ridere e quella risata riecheggiò nella stanza.
Lui mosse la mano, facendo il gesto di inchinarsi di fronte a se stesso. “Al vostro servizio, milady”, disse Julian in tono scherzoso.
Brianne si asciugò una lacrima nell’angolo degli occhi con il tovagliolo. “Ritiro tutto quello che ho detto prima su di lei. Non è male come pensavo.” Posò il tovagliolo sul tavolo. “Forse mi mancherà persino, quando sarò in Inghilterra.”
Lui aggrottò le sopracciglia. “Scusi…ha detto Inghilterra? Lascia New York?” Il suo cuore sprofondò quasi nello stomaco, ma lui non riuscì a capire perché quella notizia lo mettesse in allarme.
“Sì”, rispose lei. “Partiamo domani per viaggiare su una delle navi a vapore della RandCo. Natale è molto importante per la mia famiglia. Per noi è una tradizione riunirci tutti per tutta la stagione. Andiamo lì dopo il giorno del Ringraziamento ogni anno e restiamo per un paio di mesi.” Lei piegò la testa da un lato “Non lo sapeva? Pensavo che William ne avesse parlato.”
Ora che aveva il tempo di pensarci, la maggior parte delle volte che aveva incontrato William, lo aveva fatto nei mesi di Dicembre o Gennaio. Non aveva mai visto il rapporto tra quei due punti prima. Ciò non faceva di lui una buona spia; comunque, in propria difesa, William non era mai stato l’oggetto delle sue indagini, anche se tutti quei dettagli lo avevano fatto concentrare di più l’attenzione. Cos’altro si stava perdendo e cosa avrebbe dovuto fare per migliorare le proprie capacità di osservazione?