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CAPITOLO PRIMO

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Un mese dopo…

Billie fissò la scrivania in mogano decorato e aggrottò la fronte. Avrebbe tanto voluto trovarsi in un altro posto. Il duca di Graystone l’avrebbe raggiunta da lì a momenti e ciò che le era parso strano era che il suo maggiordomo l’avesse condotta nello studio di Sua Grazia, per attenderlo. Era venuta a chiedere aiuto al duca, e forse in qualche modo il maggiordomo lo sapeva.

Ma perché il Duca si faceva attendere tanto? Si agitò sulla sedia di pelle. Era scomoda e dura e lei non riusciva a trovare una posizione comoda. Si augurò che il Duca non si sarebbe fatto attendere ancora per molto. Anche se doveva ammettere che aveva paura di parlargli. Billie odiava chiedere l'elemosina, ma non aveva altra scelta. Se il duca si fosse rifiutato di aiutarla ...

Deglutì a fatica. Billie non voleva pensare a una simile eventualità. Il duca doveva aiutarli! Sua madre le aveva detto di andare da lui e lei aveva rimandato quel momento il più possibile. Ma ormai questa era la loro ultima possibilità. I creditori avevano preso tutto ciò che non era inchiodato al pavimento. Non potevano rivalersi sulla tenuta di Siviglia perché era già ipotecata, ma ormai né lei né i suoi fratelli avevano qualcosa da mangiare. Non avrebbero resistito a lungo, purtroppo.

Un rumore di passi strascicati attirò la sua attenzione. Si voltò e vide un uomo anziano entrare nella stanza. Era quasi calvo, con solo dei ciuffi bianchi ai due lati della testa. Aveva uno stomaco prominente e per questo portava i calzoni al di sotto della pancia, ma anche così sembrava che i bottoni del suo panciotto dovessero scoppiare da un momento all’altro. Impugnava con la mano sinistra un lungo bastone, a cui si appoggiava per muoversi.

"Buongiorno, mia cara." esclamò il Duca. La sua voce era un po’ tremante e Billie dovette aguzzare l’orecchio, per capire bene ciò che diceva.

"I miei rispetti, Vostra Grazia.” rispose lei, con un bell’inchino. Billie non sapeva cos'altro dire. E come rivolgersi a lui? Pregò di non apparire stupida e formale. Si schiarì la gola. "Mi auguro che stiate bene, Duca…” Sì, così andava decisamente meglio!

"Non c’è male, grazie.” rispose il vecchio mentre, sempre strascinando i piedi, si metteva sedere sulla poltrona al di là dell’enorme scrivania. Una volta accomodato, posò il bastone e si raddrizzò. Era uno spettacolo molto triste da guardare. Quando fu si fu ben sistemato, il Duca alzò gli occhi verso la ragazza. "Mi ha rattristato sapere della morte dei vostri genitori. Se le mie condizioni di salute me lo avessero permesso, sarei venuto certamente al loro funerale. Ma, come vedete, la salute non mi regge.”

Billie annuì. Era chiaro che il Duca non stava bene. Quando lo aveva sentito avvicinare, aveva avuto l’impressione che ogni suo osso scricchiolasse. "Va tutto bene, Vostra Grazia, è stata una triste cerimonia. Avete fatto bene a non venire.”

In realtà era stata una funzione davvero misera, ma non avevano soldi per permettersene una come si deve. Con quella avevano esaurito le loro ultime sostanze e ora…non rimaneva più nulla. Per questo alla fine si era decisa a mendicare dal duca. “Non ve ne date pensiero, Vostra Grazia. - aggiunse Billie tristemente - I miei genitori sono in pace, adesso.” In realtà suo padre, da quel maledetto egoista che era, non avrebbe perdonato l’assenza del duca…ma era meglio tacere su questa cosa.

Il duca tossì. "Mi duole avervi fatto attendere a lungo, quindi veniamo al sodo. Cosa vi porta da me, mia cara?”

Billie non capiva se il Duca fosse così sbrigativo e informale per cortesia o perché non vedeva l’ora di interrompere quella conversazione. Anche se, a pensarci bene, anche lei non gradiva la compagnia di quel vecchio. C'era uno strano odore nella stanza che temeva provenisse da lui, considerando che prima che lui arrivasse non l'aveva notato.

"Prima che mia madre ..." Billie fece un lungo sospiro per darsi forza - Mia madre ha detto che se avessi avuto bisogno di aiuto sarei dovuto venire da voi." Billie pregò che quell’uomo non la facesse mandare via in malo modo dai suoi servi, per quella sfacciataggine di chiedergli la carità. Le faceva male al cuore doversi ridurre a questo. Se avesse potuto risolvere i suoi problemi in altro modo, non sarebbe mai andata da lui.

"Così vi ha detto? - disse lui, alzando un sopracciglio - Augusta mi ha accollato una grande responsabilità.”

Che voleva dire? "Mia madre aveva fiducia nelle persone.” Altrimenti, non avrebbe mai sposato suo padre, né lo avrebbe seguito ovunque andasse. Se fosse rimasta a casa, forse non sarebbe morta.

"È vero." disse il duca. Si chinò in avanti, appoggiando i gomiti sulla scrivania, poi unì le dita. "Ditemi, Lady Wilhelmina, perché dovrei aiutarvi?"

Billie avrebbe dovuto aspettarsi quella domanda, ma ne rimase comunque sorpresa. Non aveva idea di come rispondere. Sua madre le aveva detto che il duca li avrebbe aiutati…e basta. E se si fosse sbagliata? "Mia madre…"

"Si è sbagliata. - la interruppe il duca, bruscamente - Non avrebbe mai dovuto dare per scontato il mio aiuto!”

Erano condannati! Il duca non li avrebbe aiutati. Stava per scoppiare a piangere, ma si trattenne. Quell'uomo odioso non l'avrebbe costretta a umiliarsi fino a quel punto. "Quindi, se ho ben capito, non avete alcuna intenzione di aiutarci. Lascerete morire di fame me e i miei fratelli! O peggio…”

"Mi dispiace, ma non sono obbligato a occuparmi di voi. Avevo degli obblighi verso vostro padre, è vero, ma con la sua morte quegli obblighi sono decaduti. Ora non vi devo più nulla.”

Era un uomo odioso. "Capisco." E così era. L'egoismo del duca superava di mille volte quello del padre. "Mi dispiace di avervi preso del tempo.” disse Billie. E fece per andarsene…quando il duca la fermò.

"Aspettate. Non ho detto che non mi curerò di voi.”

Billie si fermò e si voltò verso di lui. "Mi è parso invece che così abbiate detto. Cosa vi ha fatto cambiare idea?” esclamò, con durezza.

"Potremmo arrivare a un accordo." La invitò a risedersi con un cenno. "Voi avete qualcosa che m’interessa e, se vorrete soddisfare il mio desiderio, vi prometto che mi occuperò di voi e di quella nidiata di figli che Oscar e Augusta hanno generato."

La guardò maliziosamente e si leccò le labbra, quasi avesse davanti il suo piatto o dessert preferiti. Lo stomaco di Billie si contrasse. “Cosa volete da me?” mormorò. Ma aveva la pessima sensazione di avere già capito, cosa intendesse il duca.

"Tranquillizzatevi - disse il duca - e ascoltatemi. La situazione non è proprio quella che immaginate."

Chissà perché, ma Billie non riuscì a tranquillarsi. Tuttavia obbedì e si sedette di nuovo su quella scomoda poltrona. “Vi prego, non accrescete ulteriormente la mia ansia. Cosa volete?” disse in un soffio.

"È molto semplice. Il mio unico erede è quel mascalzone di mio nipote…e non ho alcuna voglia di lasciargli tutti i miei beni.” disse il duca.

A Billie questa volta venne da vomitare. " E…quindi volete che io ..."

"Mi sposiate e, a Dio piacendo, mi diate anche un erede. Posso farmi fare una licenza speciale oggi stesso e domani mattina potremmo già convolare a nozze. Purtroppo la mia defunta moglie non mi ha dato altri figli, ma sono più che sicuro che voi sarete in grado di farlo. In fondo, vostra madre ne ha avuti ben cinque. Razza prolifica, la vostra!”

L'ultima cosa che Billie voleva era sposare un vecchio, e l'idea di lasciarsi toccare da lui ... Il suo stomaco si contrasse ferocemente. Era una cosa orribile, ciò che le chiedeva il duca! D’altra parte…era anche l’unico modo per strappare dalla fame i suoi fratelli. "Va bene, vi sposerò.” disse in un soffio, prima di cedere all’impulso di scappare urlando dalla stanza.

"Ottimo! - ghignò il duca - Vedrete, sarà un bel matrimonio. Staremo bene, insieme.”

Ma Billie ne dubitava moltissimo ...


Il matrimonio si sarebbe svolto in meno di un'ora. Billie temeva di vomitare quel poco che aveva mangiato.

"Non fatelo! - provò a dissuaderla Teddy, in lacrime - Troveremo un altro modo per sopravvivere!”

"Non c'è altro modo. - disse Billie con fermezza - Devo farlo! In questo modo Carly, Chris e voi sarete al sicuro. E Damon potrà anche frequentare Eton.”

S’incollò un falso sorriso sulla faccia. "Vale tutto il prezzo che devo pagare, e almeno sarò una duchessa." Cercava di non pensare alla prima notte di nozze. Il duca l'avrebbe sicuramente spremuta fino in fondo, nel tentativo di farle fare un figlio.

"Forse sarai fortunata e il vecchio duca tirerà presto le cuoia!” esclamò Carly, acidamente.

"Sarebbe una benedizione! - concordò Chris, e poi guardò Billie - Quante sono le probabilità che ciò accada? In fondo...è molto vecchio.” disse, quasi con ribrezzo.

Billie avrebbe voluto dire alle sue sorelle che sarebbe andato tutto bene. Ma non ci credeva affatto, e non ebbe la forza di confortarle. Per loro la sofferenza era finita, ma per lei ... iniziava adesso. La sua unica consolazione era sapere i suoi fratelli al sicuro e con un futuro davanti. Scosse la testa, poi sospirò mentre il mondo sembrava crollarle addosso. "Se anche morirà, non sarà prima di avere consumato! - mormorò, tristemente - Non credo di essere così fortunata!”

Le gemelle scoppiarono a ridere. “Almeno conservate il senso dell'umorismo. Ne avrete bisogno, dopo che avrete sposato quella vecchia capra! - aggiunse Chris - Vorrei davvero che non vi sentiste costretta a farlo!”

Purtroppo non era possibile tirarsi indietro. "Non c'è altra scelta." disse Billie. Ormai era davvero sul punto di vomitare. Il duca era così vecchio… "Andrà tutto bene." mormorò a se stessa, per consolarsi. E per quanto riguardava l’amore…avrebbe dovuto rinunciarci in partenza. Il duca era stato molto chiaro sui motivi di quel matrimonio. "Ma vi prometto che farò di tutto perché voi abbiate una bella vita…e un giorno sposerete l’uomo che amate.”

Teddy si fece avanti e abbracciò Billie con affetto. “Vi voglio tanto bene e non voglio vedervi infelice! Vi prego, non sposate quell’uomo! E’ solo un vecchio cattivo, che vuole approfittare del nostro stato d’indigenza!” La sua voce tremava, mentre parlava. Era chiaro che stava combattendo con le lacrime.

"Non piangete per me. - la consolò Billie - Forse come moglie non sarò mai felice, ma come sorella sarò orgogliosa di avervi dato un futuro. Rendetemi fiera di voi e godete al massimo di questo dono. Vivete anche per me! In tal modo avrò la mia parte di felicità.”

“Mi dispiace, ma non riesco a rassegnarmi!” rispose Teddy. Fece un passo indietro e si asciugò le lacrime dagli occhi.

Un colpo echeggiò nella stanza. "Il vicario è qui, milady, ed è pronto per celebrare la cerimonia. - disse, compunto, il maggiordomo - Tutto è pronto nel salone delle feste. Vi prego di seguirmi, a Sua Grazi non piace che qualcuno lo faccia attendere.”

Sì, ma a lui non frega nulla di far aspettare gli altri!” pensò Billie, ma non lo disse. Annuì e seguì il maggiordomo, accompagnata dalle sue sorelle. Presto avrebbe pronunciato i voti per onorare e obbedire un uomo di cui sapeva a malapena che esisteva. Un uomo che però avrebbe avuto potere di vita e di morte su di lei. Odiava il solo pensiero di concedersi a lui. Chiaramente sua madre non l’aveva mai istruita sui misteri del matrimonio…ma lei aveva letto qualcosa, su alcuni libri di medicina nella biblioteca di suo padre, dove si era imbattuta in alcuni disegni…a dir poco imbarazzanti. Non capiva bene come fosse possibile raggiungere quel grado di intimità, tra un uomo e una donna…ma almeno adesso un po’ intuiva cosa l’aspettava. Comunque aveva ben capito come nascessero i bambini. In pratica…quell’uomo avrebbe dovuto infilare il suo membro dentro di lei…e fare qualcosa. Non sapeva se la cosa le sarebbe piaciuta o meno…ma credeva proprio di no. Non con quel vecchio disgustoso.

Chissà se con un altro invece le sarebbe piaciuto. Comunque…era meglio non pensarci. L’amore non era per lei e il sesso…quello era riservato a suo marito, e pazienza se quell’uomo le faceva ribrezzo. Per fortuna, non aveva mai creduto all’amore, così non avrebbe sofferto troppo. Aveva fatto un voto con se stessa e intendeva mantenerlo: mai innamorarsi, mai lasciarsi stregare da qualcuno che avrebbe potuto mettere a rischio il futuro dei suoi fratelli. Non avrebbe fatto lo stesso errore di sua madre.

Il salone non era addobbato a nozze, né adorno di fiori. C’era solo il duca in mezzo alla stanza, e accanto a lui un uomo più giovane, ma molto più vecchio di lei. Tirando a indovinare, l’uomo più giovane, che poteva avere la stessa età del suo defunto padre, era il vicario. E il suo futuro marito…beh, probabilmente avrebbe avuto l’età di suo nonno …se fosse stato ancora vivo.

"Bene, eccovi qui! - esclamò il duca - Ora possiamo iniziare." E tese una mano a Billie. "Sono pronta." mormorò lei. Anche se in realtà non lo era. Si avvicinò al duca e al vicario. C'erano anche le sue sorelle, ma tutto cominciò a svanire ai suoi occhi. Billie entrò in una sorta di trance. Forse, estraniandosi dalla realtà, avrebbe sofferto molto meno.

Infatti, in un attimo tutto finì. Era passata circa un’ora, ma Billie non se n’era nemmeno accorta. Oramai aveva rinunciato alla sua vita e nulla sarebbe più tornato com’era. Come in un sogno aveva solo sentito il vicario dire: "Vi dichiaro marito e moglie. Possa il Signore benedire il vostro matrimonio e rallegrarlo con la nascita di molti figli.”

Billie sperò caldamente di no. Avrebbe fatto la sua parte, soddisfacendo la lussuria del duca…ma si augurò fortemente di non rimanere incinta di un uomo del genere…e di rimanere vedova molto presto. Sapeva che era una cosa molto cattiva desiderare la morte di un essere umano…ma non riusciva proprio a trattenersi. Che Dio la perdonasse ...

"Ora che le formalità sono finite, inizia il divertimento! - le sussurrò malignamente il duca in un orecchio - Vi aspetto nel talamo nuziale, mia cara…Non vi fate attendere troppo.”

"Ma come…adesso?” tremò Billie. Neanche il tempo di adattarsi alla sua nuova vita? Le viscere le si annodarono per l’ansia. Aveva sperato almeno in una piccola tregua. Non aveva alcuna voglia di andare ORA nella stanza da letto che l’avrebbe accompagnata per tutto il resto della sua vita, a sollazzarsi con….suo marito. L’aveva già vista, era una camera da letto davvero bella…ma non bastava questo a renderla attraente. Soprattutto, perché era là dentro che avrebbe dovuto sopportare le attenzioni del duca.

"Ormai è fatta. Che senso ha aspettare fino a stasera?” le disse il duca.

Billie deglutì a fatica e andò nella sua stanza, seguita da una serva. Perse ogni capacità di pensare mentre la cameriera l'aiutava a spogliarsi. Quando fu pronta per la notte, la cameriera aprì la porta e subito entrò il duca. Indossava una camicia da notte che a malapena gli conteneva la pancia.

"Lasciateci.” ordinò alla cameriera. Raggiunse Billie. "E ora fatemi vedere cosa ho comprato.” le sussurrò. Il suo respiro era pesante e fetido, mentre armeggiava sul corpo della ragazza. Ad ogni movimento che lui faceva, cercando di spogliarla, Billie arrossiva sempre di più dall’imbarazzo.

Avrebbe voluto sottrarsi…ma sapeva che non poteva farlo. Billie chiuse gli occhi e si preparò al peggio. Poteva farlo, poteva! Se lo avesse ripetuto all’infinito, alla fine ce l’avrebbe fatta! Chiuse gli occhi…

Sentì uno strano sospiro e poi un forte tonfo. Billie aprì gli occhi e fissò il duca che giaceva a terra. Il suo viso era bianco cadaverico…soprattutto se paragonato al rosso rubizzo che gli aveva visto sulla faccia poco prima. Che diamine era successo? Sembrava che…non respirasse più! "Vostra grazia?" La sua voce si spezzò, mentre lo chiamava.

Ma lui non rispose. Billie si chinò e gli controllò il respiro. Oh Dio ... ma era morto! E ora? Che doveva fare? Il matrimonio non era stato ancora consumato ... Una parte di lei gioiva per questo ma l'altra ... era terrorizzata. Non era legittimamente ancora sua moglie e non poteva accampare alcuna pretesa sulle proprietà del duca…o sul suo titolo, e il suo legittimo erede avrebbe potuto benissimo scacciarla dal castello assieme ai suoi fratelli! Come poteva evitare una cosa del genere? Che ne sarebbe stato di lei? Quel mostro non solo l’aveva cacciata in quella tremenda situazione…ma aveva anche avuto il cattivo gusto di crepare prima del tempo! Forse non avrebbe dovuto dire niente a nessuno…e specialmente al nuovo duca. Ma come poteva? Se qualcuno le avesse fatto delle domande dirette…come avrebbe potuto mentire? D’altra parte…il suo matrimonio sarebbe stato annullato, in quanto non consumato, e lei…sarebbe tornata sul lastrico come prima. Oh Dio, che fare?

Mai Sfidare Una Volpina

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