Читать книгу Invecchiato per il Caos - Fiona Grace, Фиона Грейс - Страница 5
CAPITOLO DUE
Оглавление"Mi hanno lasciata da sola nell’edificio di vinificazione e ho frainteso quello che potevo fare. Ho usato un sacco di uva che non era affatto destinata a me,” confessò Olivia a Bianca.
Arrossì per la vergogna, ricordando la sicurezza – anzi, l'arroganza – con cui era entrata nell'edificio, con la mente da principiante carica di idee idiote e impraticabili per realizzare vini imbevibili.
"È terribile! Perché ti hanno lasciata da sola? Sanno che non hai esperienza,” disse Bianca in tono sconcertato, il che non fece sentire Olivia affatto meglio.
"Era la fine del periodo di crescita e Nadia, l'enologa, era impegnata per qualche settimana nell'altra nostra cantina, prima di partire per le vacanze. Ha detto che c'era del vino in eccedenza in alcune botti, e che potevo farci degli esperimenti e provare a creare dei blend.”
"Ok. Poi cos'è successo?" Bianca sembrava curiosa.
"Poi sono arrivate le ultime raccolte di uva. Erano destinate a vini specifici che facevano parte del piano di produzione annuale della cantina. Tutti sapevano come utilizzarle, ma siccome c'ero io lì, hanno pensato che fossi la responsabile e hanno ascoltato me, invece.”
Olivia ricordò la propria gioia quando le fu consegnata l'uva appena raccolta, l'ultima della vendemmia autunnale. Aveva pensato, nella sua ignoranza, che anche quella fosse a sua disposizione, e le era venuto un colpo di genio.
Anzi, un colpo di testa, ammise. Ognuno di quei vitigni era destinato a uno scopo specifico. L'uva Merlot per fare il Merlot. L'ultimo, prezioso raccolto di uva Sangiovese, che era stata scarsa quell’anno, per fare il Sangiovese. Le uve Nebbiolo per fare il Barolo.
E così via. Seppellì il viso tra le mani ricordando l'audacia delle sue azioni. Che idiota era stata.
"Ho fatto una scemenza. Le ho usate tutte. Ho sprecato l'uva destinata a centinaia di bottiglie di costoso vino per il mio ridicolo esperimento.”
"Oh, santo cielo!" Bianca sembrava preoccupata.
"Me ne sono resa conto solo oggi pomeriggio, quando Antonio – il più giovane dei tre fratelli Vescovi – è venuto a stilare un rapporto per Nadia, prima di partire per le vacanze. Era sconvolto. È praticamente fuggito quando ha scoperto quello che avevo fatto. Nadia ha un pessimo carattere, ed è la sorella maggiore.”
"Avrei paura anch'io,” convenne Bianca.
"Ho tentato di scrivere una mail a Marcello ma, parlando con te, inizio a chiedermi se non sarebbe meglio scusarmi di persona.”
"Sono d'accordo. È senz'altro meglio. Parlane con lui, mi sembra una buona idea.”
"Come vanno le cose al lavoro?"
Olivia sperava che sentire gli ultimi casini dell'agenzia pubblicitaria sarebbe stato abbastanza per distrarla dal preoccupante compito che l'aspettava ma, mentre lei e Bianca chiacchieravano, la sua mente continuò a tornare allo spaventoso faccia a faccia che ormai sovrastava il suo futuro.
Temeva di vedere la delusione negli occhi di Marcello mentre gli confessava le sue azioni incoscienti.
*
Il mattino seguente, la bufera era cessata. Attraverso la finestra della camera da letto di Olivia entrava una luce fresca e intensa. Si alzò dal letto piano piano per non disturbare Pirata, che dormiva accanto ai suoi piedi, e fissò il panorama.
Le ultime nuvole grigie si stavano dissipando, e il cielo del primo mattino sembrava di nuovo azzurro e amichevole. Olivia amava il modo in cui i raggi più bassi rendevano il paesaggio più suggestivo, con le ombre degli alberi più scure e più lunghe, e le colline e i campi di un verde più intenso e vivido. Solo ora si rendeva conto di quanto fosse stato arido a fine estate, polveroso e di un colore marrone dorato, bisognoso del nutrimento che avrebbero portato le piogge invernali. Olivia decise di andare al lavoro presto, per poter parlare con Marcello prima dell'arrivo di Nadia. Così lui avrebbe capito quanto fosse dispiaciuta e quanto ci tenesse a rimediare.
Magari, una volta che Nadia si fosse calmata, Olivia se la sarebbe cavata con un ammonimento e una decurtazione dello stipendio per rimediare ai danni economici che aveva causato.
Controllò le previsioni del tempo. Quel giorno non era prevista pioggia, il che significava che lei ed Erba potevano andare al lavoro a piedi e non dovevano usare il vecchio pick-up grigio della Fiat parcheggiato a fianco della fattoria.
Olivia aprì l'armadio di legno che aveva comprato in un negozio dell'usato e che aveva impiegato un fine settimana intero per levigare e verniciare. I toni caldi del legno naturale si sposavano perfettamente con la tonalità crema che aveva scelto per le pareti della camera da letto e le tende gialle. La combinazione di colori rendeva la stanza allegra e accogliente, adattandosi anche all'atmosfera della casa di campagna.
Scelse un abito elegante ma pratico per il lavoro, optando per pantaloni beige, stivali marroni e un top a maniche lunghe di una splendida tonalità di verde. Quindi afferrò la graziosa giacca verde e oro dal guardaroba e scese al piano di sotto.
Erba era già appollaiata sul davanzale della cucina, in attesa delle carote del mattino. Dopo avergliele servite nel cortile, che era pieno di erbe aromatiche che aveva piantato lei stessa, Olivia si fece una tazza di caffè. Poi giunse il momento di andare al lavoro, con Erba che la seguiva entusiasta saltellando.
L'elegante edificio in pietra della cantina La Leggenda, lavato dalla pioggia e privo della polvere estiva, emanava un bagliore color bronzo dorato sotto il sole mattutino. Mentre percorreva il vialetto lastricato, Olivia rimirò la piantagione di viti più vicina, sul pendio della collina. Si sentiva orgogliosa se pensava che lei lavorava già qui quando erano state piantate. Adesso le viti, che crescevano in fretta, avevano un aspetto robusto e sano. Anche quelle sembravano in ottima forma, anzi, ancora più rigogliose dopo la tempesta del giorno prima.
Olivia arrischiò un'occhiata alla cantina, prima di avvicinarsi all'ingresso ad arco della sala degustazioni.
Non c'era traccia di Nadia.
Forse sarebbe tornata al lavoro solo l'indomani. I miracoli accadevano, no?
Piuttosto la preoccupava il fatto che l'auto di Marcello non fosse nel parcheggio. Questo poteva significare che stava ispezionando i vigneti, o forse quella mattina lavorava nell'altra azienda vinicola vicino a Pisa. Doveva aspettarlo e essere pronta con le scuse non appena fosse apparso.
Entrando nella sala degustazioni, Olivia spalancò gli occhi. Sembrava che ci fosse un litigio in corso.
"Non, non, non, non!" gridava una voce dall'accento francese. "Come puoi permettere una cosa del genere? È sbagliato, sbagliato, sbagliatissimo. Inaccettabile!”
Olivia riconobbe la parlata di Jean-Pierre Pelletier, il suo nuovo assistente sommelier.
Con chi stava litigando, di prima mattina? Si domandò.
Affrettandosi all' interno per tentare di gestire la sfuriata di Jean-Pierre, Olivia si bloccò di colpo quando sentì l'altra persona replicare urlando.
"Io permetto tutto quello che mi pare. Sono io che comando, qui, e non ho intenzione di sentirmi dire cosa fare da qualcuno che è giovane e ignorante e che ha ancora la bocca sporca di latte!”
Olivia riconobbe la voce dal tono irascibile e l'accento italiano di Gabriella, la direttrice di sala del ristorante.
Gabriella era anche la ex di Marcello. Siccome Olivia aveva provato da subito una scintilla di attrazione per Marcello, e aveva la sensazione che la cosa fosse reciproca, immaginava che fosse per questo che a Gabriella non era piaciuta fin dall'inizio. In realtà, non era semplice antipatia, ma un astio velenoso. Gabriella aveva fatto del suo meglio per ostacolare il lavoro di Olivia e il suo futuro nella cantina.
Beh, era un vero peccato che Jean-Pierre la stesse innervosendo, giusto?
Olivia rallentò fino a camminare con passo tranquillo ed entrò, ascoltando con un pizzico di allegria la lite che continuava.
"Ignorante? Mio padre ha lavorato per dieci anni in uno dei più famosi ristoranti stellati Michelin di Parigi, e mi ha insegnato che il bicchiere per il vino rosso va posizionato alla sinistra del bicchiere per il vino bianco, in una apparecchiatura formale.”
Jean-Pierre non sembrava aggressivo, realizzò Olivia fermandosi per raddrizzare una delle schede di degustazione poste lungo il bancone di legno. Sembrava solo appassionato, come se non potesse sopportare che Gabriella si sbagliasse così clamorosamente.
"Nel nostro ristorante si fa diversamente,” sbottò Gabriella, e Olivia percepì dalla sua voce che era sulla difensiva. Sapeva che significava che Gabriella aveva perso e voleva solo avere l'ultima parola.
"Ebbene, lo fate in modo sbagliato!” gridò Jean-Pierre, e Olivia percepì nella sua voce un'autentica nota di esasperazione.
"Buongiorno, Jean-Pierre. Siamo pronti a cominciare la giornata?" disse, decidendo che intervenire in quel momento avrebbe permesso a Jean-Pierre di avere l'ultima parola, rovinando completamente la giornata di Gabriella.
Jean-Pierre tornò subito nella sala degustazioni, lasciando Gabriella frustrata e a bocca aperta, ancora in cerca di una risposta adeguata.
Snello, moro e appena ventunenne, Jean-Pierre era il candidato che Olivia aveva scelto tra i cinque aspiranti a entrare nel mondo della viticoltura.
Aveva scelto lui per la sua spiccata passione e per la sua indole espressiva. Il modo in cui aveva agitato le braccia in preda all'entusiasmo durante il suo colloquio le aveva ricordato Nadia. Olivia aveva ritenuto che fosse in sintonia con lo spirito italiano dell'azienda e che il suo entusiasmo lo avrebbe portato lontano.
Finora l'istinto di Olivia aveva avuto ragione, ma non aveva realizzato che avrebbe dovuto dedicare parecchie energie a mitigare i suoi burrascosi scoppi d'ira.
"Buongiorno, Olivia. Tutto è pronto per l'arrivo dei turisti. Stavo cercando di aiutare ad apparecchiare i tavoli di là" spiegò, rivolgendole un'occhiata ansiosa.
"La sala degustazioni mi sembra perfetta,” lo lodò Olivia. Provò un impeto di orgoglio osservando la spaziosa sala. Il lungo banco di degustazione luccicava, e le botti di legno esposte sotto il logo della cantina facevano da sfondo perfetto. Lo splendore dorato delle lettere simboleggiava il calore della loro accoglienza e dell'esperienza di degustazione che gli ospiti potevano sperimentare lì.
Le pareti erano rivestite da cartelloni incorniciati con la storia e i vini de La Leggenda, e sui tavoli c'erano dei nuovissimi opuscoli patinati con informazioni più dettagliate, pronti per essere sfogliati dagli ospiti.
Olivia ne andava fiera perché erano una sua creazione. Aveva da poco iniziato a occuparsi del marketing dell'azienda, oltre che del suo lavoro in sala degustazioni, e gli opuscoli erano uno dei modi in cui stava valorizzando il nome La Leggenda.
"Tutte le volte che noti qualcosa di sbagliato nel ristorante, assicurati di dirlo a Gabriella. Dopotutto, dobbiamo mantenere gli standard più alti in ogni settore,” aggiunse alzando la voce, nel caso Gabriella fosse in ascolto. Era sicura che lo fosse, e fu contenta di essere di nuovo in vantaggio su di lei. Ce n’era voluto di tempo.
Quando Marcello le aveva chiesto di assumere un nuovo assistente sommelier, Olivia aveva suggerito per primo Paolo, un cameriere del ristorante che dava una mano con piacere in sala degustazioni nei momenti di maggior affluenza.
Gabriella, però, l'aveva scavalcata, promuovendo subito Paolo a capo cameriere. Era una grande opportunità per l'affascinante studente, perché significava uno stipendio più alto e non dover più lucidare i bicchieri, compito che detestava.
Olivia era rimasta delusa, deducendo a ragione che Gabriella l'avesse fatto solo per farle un dispetto.
Adesso era contenta che Jean-Pierre, assunto poiché Paolo non era più disponibile, sembrasse possedere un'incredibile capacità di infastidire Gabriella. Non era la prima volta che si scontravano. Olivia non poteva fare a meno di provare una piacevole soddisfazione ogni volta che li sentiva alzare la voce. Sperava che questo servisse a mostrare a Gabriella che le azioni meschine potevano avere conseguenze indesiderate.
"Per le prossime settimane, abbiamo una sorpresa speciale per gli ospiti,” disse a Jean-Pierre. "Se scelgono il menu completo della degustazione, possono assaggiare il primo spumante Metodo Classico della cantina La Leggenda.”
Gli occhi di Jean-Pierre si illuminarono. Olivia aveva già constatato che lo spumante, e in particolare lo champagne francese, era il suo vino preferito.
"Mi fa piacere. Penso che questo spumante sia eccezionale,” si entusiasmò lui. "Sono certo che gli ospiti lo apprezzeranno.”
"È un trionfo della vinificazione,” concordò Olivia.
Il riferimento alla produzione del vino le provocò un nodo d'ansia alla bocca dello stomaco, ricordandole che l’aspettava un mondo di guai.
E, in quel momento, una voce penetrante risuonò dall'esterno della sala degustazioni.
"Olivia! Dov'è Olivia? Devo parlarle immediatamente.”
Il cuore di Olivia sprofondò fino al pavimento dalle piastrelle luccicanti. Con la coda dell'occhio, vide Gabriella appostata all'ingresso del ristorante con espressione bramosa, come se intuisse che per Olivia erano in arrivo dei guai.
Era arrivata Nadia.
Olivia non aveva avuto modo di scusarsi con Marcello e ormai quella possibilità era andata persa. Avrebbe dovuto affrontare tutto il peso della furia di Nadia, e il suo terribile errore sarebbe stato svelato a tutto il personale della cantina.