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2. Guarda come muoiono i mali Prima è dopo, 29.09.2010

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È settembre zero dieci solo il rumore del telefono rotto, solo cose dell’impossibile… non credi un male sarà uguale dappertutto, inutile cominciare una parentesi che si può cadere, chi dice in questa casa di bene come mai parlavi del male, tu non volevi farlo e diventa sempre lo stesso imbarazzo, sono le stesse persone. Io di qua, tu di là non si sapeva ch’era solo un’appartenenza nella vita, non si era imparato che la parola vita si riferisce, alla questione principale dell’aria compresa nel corpo.

Quel che censurato oggi? il ritorno ad esempio mi dici tu a me, e si occupando sempre lo stesso posto sulla terra dei mali arrivano, pensano che sono io te stesso più quante cose non si dicono di oggi o qualcosa di simile. Ora o dopo sentirai il futuro ch’è adesso, in altre parole cosa sarà adiacente a un discorso reale, moderno, elettronico, informatico, software… guarda un orologio e mi capirai, la tua famosa interruzione sociale facile adesso qui diventa dove sei ok, non t’interrompere… in effetti saranno dubbi reali anche i soldi, la macchina, l’esistenza di un male, domani il mare e chi siamo ma davvero. Ti ricordi cosa volevi dire… sembra già tutto risolto, non ci sarà bisogno di fare o dire niente a volte, esistere, esisti! E quante innumerevoli cose non sono state fatte, vuoi vivere in America, prego torna a casa.

Temi quotidiani, persone ancora molto disturbate, molto sarà un aggettivo, quei virus umani invece saranno affari tuoi. Sara o sarà, cari… disfunzioni o corna in siciliano non si riconoscono nei viventi, certo meglio attacchi ai superstiti del pianeta, hai visto lo Stato oggi mangiatore di brio, chi sembra uno svitato, la forza bruta di chi non sapeva diventa un vivo omicidio d’avvocato, anche un po’ distratto e freddo, un quotidiano chi o cosa continua, continua.

Era la fine ma sarà passata, ora si ricomincia ma non sembra risolto quasi nulla, si crede fermamente cos’è il potere o cos’è il dolore, era il passato invece il futuro. Uno Stato presente spento resta una tragedia, un dramma, un istituto dove andare il giorno non dovrebbe essere, i nostri silenzi o anche i mali di oggi, scoprivamo i nostri peccati un giorno, ora cos’è diventato il cielo. I fiori seccheranno anche quest’anno, perché non ero io, non eri tu ma la nostra epoca che disegna una freccia, continua vedrai un grande muro d’avanti, ecco ora ritorna dove eri prima, dove scapperanno i regnanti di oggi, se non in un cucchiaino… quel muro non era immaginario per tutti, ma leggere i giornali e sfogliare del nulla organizzato, servirà assomigliare al vuoto o imparare a digerire il fascismo. Riposi dove la neve non c’è, che graziosa domenica.

Vado a capo per rendere il senso di quale, tra i molti sia questo anno o week-end, questa bella e graziosa domenica anti il falso fascista, annienta il dire che i ladri non lì nominare, vai comincia come da bene anche contro chi sarà anche un po’ assassino. Cari si viveva un tempo… per andare del futuro o precedere chissà cosa si voleva, la nebbia non era considerata ma tutte le persone erano e sono qui, o non ci sono da un’altra parte a casa loro, presenti in economia, in una esistenza interiore tu ti senti classe gentile o pianta verde… mi sembra un processo d’auto eliminazione tale anche dei giorni, o una delle più grandi rivoluzioni sociali dissimulata, sembra l’aria dopo un baco, la poesia ingannatrice invece solo un silenzio. Il denaro come ‘l sangue ci deve arrivare, e orrendo che le persone pian piano scivolano verso il basso, ci sorridono altre espressioni che vanno giù in fondo al resto di noi o i loro silenzi, guarda come muoiono i mali chi non voleva parlare poi, il vuoto o il nulla nei loro occhi, dove sono gli altri, la civiltà, le loro parsimoniose occupazioni, ora sono soli e piangono mah, dico che luce forte ha la verità nel giorno, la settimana scorsa al lavoro, il sangue dov’è assieme i denari, la benzina. Tema cos’era successo veramente, il vuoto! Il semaforo è rosso… ah, il mio ma guarda forse diceva il tuo rosso o si era rotto telefono con chi e dove ancora ci sarà il problema dell’altro anno… hai fame il capo non parla gli stati d’animo, sai vedo tanti dubbi già risolti davanti a me, e la tua anima bionica che nessuno parla.

Note: 1. Pian piano il tempo passa sarà sempre meglio, non ti far imbrogliare poi si semplifica. 2. Queste sono tutte cose e ci sono. 3. La realtà vuole adesso restituita la sua verità. 4. Ci sono tutte le velocità che vuoi, funziona a tutte le velocità.

Odi, ode fine. Prego, verso la prossima ora. Un bacio macchiato, G.

Dillo Tu Te Stesso

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