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3. Te lo colorerei Gli aristocratici per terra, 02.11.2010

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Caro diario di vita diletta, pianta amica Giacomo Leopardi verso ottavo vago, e quelli ingiuriano mah, supera, sorpassali saranno i vermi sociali di essi, i discorsi, le abitudini e tanto per cambiare quel problema ancora non risolto oggi, cosa già sai non dovresti toccare con le mani… il falso del nostro secolo, il mostro o l’indecente gobbi in casa, non lo sapevi meglio che non parli poi anche dei disturbi, dei problemi d’identità… la scuola diventa tutto e le manie i nostri amici stomachevoli, a volte non si sa dove portare il pensiero, arrivederci.

Chi sono i nostri mali, che differenza ci sarà tra male e diavolo, chi era quello che sparava dal lato sinistro della testa, mi sembrava un diavoletto uguale a quello nei disegni… perché siamo in un passato la legge in tutto, risolve dei dubbi costruttivi o le creazioni, più tardi questo mio software o la musica, torna indietro è veri affari tuoi questa società ibernata, mi sembra un replay: tu non dovevi parlare, non ci troveranno mai, ma saranno solo miserie moderne, fantasie, allucinazioni il ghetto o il governo essere un male o un diavolo e senti chiedere per piacere, chi pensa di non aver già risolto, quanti diverbi a cui dare un punto, la morte come si dice in gergo o vedrai ragazzi che non parlano e si obbiettano il bene, a casa persi più loro di noi, più di quanto pensavi… ma tu conosci il potere della parola o di cosa volevano dire le parole di prima, grazie una pausa.

Erano dietro la porta i diavoli e i mali, bisogna lasciarli lì saranno così agli occhi ogni quisquilia, più tardi dalle querele alle indagini non fatte dichiarate non coerenti, invertendo il bello con il buono e il cattivo, cosa si può fare oggi anche tra due anni sarà lo stesso, mentre non si compila un programma resta uguale, in più però serve vedere cosa ti stai dicendo alle spalle o all’evenienza fare delle differenze tra i sensi e che guaio senza soluzioni. Buona giornata italiani liberi o passivi, incarcerati statalmente di casa, il tuo pioppeto caro, insaccato principale.

Saranno errori tutti i malintesi, ancora falsi e società dei falsi… un peccato grave poi s’era un male lo Stato, tra l’altro cosa ti alzi a fare, prenditi un caffè sei tu il passato… l’unico trucco qui e che l’altro ha ragione, come il tuo o mio genitore ci vieta ancora, magari che i globi annebbiano la vista. Quanta libertà ehm, deturpata esiste nel fondo, si vive uno stato illegale io mi sento sempre verde, la persona più perspicace ha già capito la modalità d’uso, dato che qui non c’era tutta la libertà e anche senza un’abitudine radicata si risponde alla nostra scorsa unta settimana, senza presentazioni, punto.

Mi sorge un dubbio che ancora pareva un niente, invece era oscuro il nostro ingegno come ordine o qualcosa di pubblico, forse più tardi all’ora di pranzo quel che sembrava sarà già passato, mentre un prodotto resta tuo o no, già muoviti datti una scossa. Il protestantesimo diventa un movimento speriamo, vedrai quanto era presente la nostra casa nel nostro Stato, solo delle questioni agivano nella settimana, chi vede provvede e non si poteva far nulla. Un grande evento succede di pomeriggio, la comunità ora usurata, onesta e miseria, non cadi vieni andiamo l’autunno comincia, con una nuova epoca per questi giorni, come s’era niente giacere per le miserie del nostro passato, cosa vuoi non ti dica sembra veramente grave mente in questa quiete, la nostra gioia è di tutti ma non per tutti. Sarà una cadenza dell’armonia sonora, ripete la vita per renderla più vera, il volgare non è una ripetizione educativa, non si deve seguire quella strada indicata se sembra scorretta, non si dovrebbe nemmeno dire ma già è successo il passato illegale e fascista. La vita ci regala l’oggi, siamo noi quell’astro cadente o chi vedi cadere verso te stesso, non è vero che ti è già successo tu se non lo sai, non è vero che ti prenderanno, in più cosa succederà domani non lo puoi decidere oggi, chissà cosa ci faranno dire anche domani! Sarà nelle nostre mani domani, prenditi tutto ‘l tempo che vuoi vivo, tu e tutte le cose che non sono mai state fatte. Attento a non farti male, per ch’è finito di già il periodo del vuoto, del non essere mai nato, non del nostro strano modo di guardare le cose.

Cosa voleva quel ladro, la nostra bontà senza un credito per il suo reato, e qui un omaggio all’odore del corrompersi addosso sembra troppo, chi ci ascolterà domani se piangiamo ancora! Non sarà finito quel pensiero di tre righe. Un consiglio i soldi che puoi spendere oggi spendili ora poi non c’è più qualcuno, ridi forse siamo noi che c’imbrogliamo in gergo non ci piace… l’ultima persona siamo noi, la più responsabile di questo povero bruciato e ossidato book di persone, e la nostra vera natura nessuno ci dirà mai chi siamo? Perché ci dicono: soccombi di giorno o sei un ladro, cadi o continui a essere inferiore, tutto vero come la bolletta della luce o del gas, poi si può solo come cosa hai già pagato. Rex, lux, vige la legge diventa la matematica, non l’hai capito il perché non te lo può dire… è lui il tuo assassino, il tuo male, il tuo migliore amico o un falso mascherato da lui. Spinti verso il basso, la perdita ci libera si soffoca spenti, chi muore è la disgrazia della casa. Credo nel soffocamento del dolore non nella crescita di un male, come ‘l film la sera ci colorava di valchiria. Era un vuoto ecco perché non si capisce che un quadrato su un quadro non è sul niente, così arriverà il futuro comunque in ogni tempo, come in questo moderno elettronico nulla sfugge al vero o alla legge vera, senti se ti batte il cuore o se squilla il telefono invece di sentire la noia, la valchiria o l’anarchia se per sempre saranno una cosa sola.

Sacro, profano o zombi non si arriva di sopra, salvo che salire quelle solite chiare scale, serve costruirlo con il cemento un muro più che dipingerlo di noia, ma la nostra denuncia sarà un reato di diffamazione, peccato sarà un errore giudicare, così qui nessuno ti fa il bene perché anche domani lo stesso, secondo me resta difficile reggere un mondo diverso che molti non sanno, anche tagliato che confusione dove la denuncia finisce entra l’abitudine, sembrano solo i particolari di una vita destinata a essere cestinata, invece piena di cose buone nelle case e nessuno lo sa, nessuno sarà noi stessi. Dormi di noia o, ancora non hai sonno, nemmeno t’immagini quanti problemi ha chi, insomma dove ti troverò al giorno d’oggi, sai cos’è eretico? Dove sei andata non parlare, che se no si rompe! Chi ha rovinato la poesia ancora da dieci anni e dieci anni ancora è quel virus umano, non si svuotano come delle cartelle il passato o il presente, vaglielo a dire e mandalo a quel paese. Oggi è ancora oggi, guarda il calendario o l’orologio, le altre persone o altro… avanti Cristo saranno delle tabelle appartenenti alla scuola, quelle che ti mancano come mai? Matematica, geografia, lettere o altro.

Quale gran gelato e poi… ci sei tu che non funzioni non io, poi il contrario tu si io no! Calerà il sipario con cinque minuti di anticipo per non far capire, alle persone il tempo che c’era fuori e che ore sono.

Il tuo infetto, ciao Perego.

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