Читать книгу Resa a discrezione - Giacosa Giuseppe - Страница 3
ATTO PRIMO
SCENA I
ОглавлениеElena, Elvira, Gemma, Masina, Filippo
ELENA
Filippo.
FILIPPO
Eccomi.
ELENA
Chiudete quell'uscio e servite il caffè.
FILIPPO
Subito. (fa per chiudere).
ELVIRA
No, che fate? Almeno si sente quello che dicono. Gli uomini sono così divertenti dopo pranzo.
MASINA
Perchè non vai di là addirittura?
ELVIRA
Se ci fossi io cambierebbero discorso.
ELENA
Che peccato!
GEMMA
O se non lo cambiassero saresti costretta ad arrossire, mentre qui fra donne…
FILIPPO
Brava, ed io?
GEMMA
Come, voi?
FILIPPO
Avete detto qui fra donne. E io cosa sono?
GEMMA
E oramai voi non contate più.
FILIPPO
Che ingratitudine! E poi si lagnano se gli uomini le lasciano in disparte.
ELENA
Non ci lasciano, ce ne stiamo.
FILIPPO
Coll'uscio aperto.
GEMMA
E chi ascolta?
FILIPPO
Le donne hanno sempre un orecchio teso ai discorsi lontani.
ELENA
Quando i vicini non interessano.
FILIPPO
Se è una malignità, non fa colpo; non m'avrò mai per male di cose dette da una donna.
ELENA
Neanche se vi dicessi che siete un impertinente?
FILIPPO
Di questo mi glorierei. (la serve di caffè).
ELENA
Sì, badate a versarmelo adosso.
FILIPPO
Marchesa, siete più nervosa del solito.
ELVIRA
È vero, lo tratti male.
GEMMA
Gli parli così asciutto.
ELENA
La… Filippo. (gli porge la mano).
FILIPPO (baciandola)
Mi piacciono i vostri nervi. Sono gli incerti del mio mestiere.
ELENA
Lo sentite? Mestiere! Con noi esercita il suo mestiere.
FILIPPO
Come devo dire? Arte? L'arte vuole una vocazione e non ne ho nessuna; non sono nel numero degli eletti io. Non c'è mai stata una donna innamorata di me.
ELENA
Chi lo direbbe? (ride).
GEMMA
Ingrato Filippo! (ride).
ELVIRA
È tanto giovine! (ride).
FILIPPO
È inteso, padrone, ridano, non domando di meglio. (serve Gemma) Ce n'ho messo tre pezzi grossi, e una goccia di Cognac.
GEMMA
Bravo.
FILIPPO
Ma intanto eccole tutte occupate dei fatti miei, mentre se ci fosse qui uno degli uomini che sono presi sul serio, tutte loro signore si studierebbero di mostrargli una grande noncuranza… salvo forse a ripagarlo…
ELENA
Oh… oh… oh!
FILIPPO
Parlo delle donne in genere. (serve Elvira) Contessa.
ELVIRA
Grazie.
FILIPPO
Ebbene io mi contento del mio piccolo successo palese… Non do ombra, mi lascio deridere, ad un altro direbbero: favorite di fare… a me si dice: fate. Ricevo ordini e li eseguisco, e servo di zimbello per attirare i tordi. Quando una signora vuole stimolare colla gelosia qualche Narciso ricalcitrante, mi fa l'occhietto dolce a me, quando vuole aver l'aria di fargli un sacrifizio mi manda a spasso; e a questo mestiere, mestiere, Marchesa, se non seggo a tavola, qualche briciola da raccattare, c'è sempre. Io sono il mendicante che raccatta le briciole.
ELENA
Voi siete un vanitoso che vuol far credere ai proprii successi.
FILIPPO
Infatti mi è più caro mi si attribuisca a torto l'amore di una donna, che possederlo davvero in segreto.
ELENA
Siete più sincero degli altri, dacchè lo dite. Ecco tutto.
FILIPPO
E aggiungerò che una certa società che giudica della vostra a distanza…
ELENA
Vi attribuisce su di noi tutti i trionfi immaginabili.
FILIPPO
Io nego sempre.
ELENA
S'intende, senza di ciò non lo crederebbero. Ma ce lo meritiamo. Noi ci pavoneggiamo degli uomini come di gioielli, è naturale ch'essi ci rendano la pariglia. Non c'è uno, dico, non uno degli uomini che abbiamo respinto, che creda alla nostra virtù. Diranno che non ebbero le circostanze a seconda, che siamo fatte di marmo, senza cuore e senza immaginativa.
FILIPPO
Quello che si dice di voi.
ELENA
Quello che si dice di me. Che volete che pensi dei fatti nostri, la gente che non ci conosce, se gli amici ne fanno questo giudizio! – Noi mettiamo ogni studio a dare il peggior concetto possibile dei nostri costumi. Tolleriamo in casa dei discorsi che ci farebbero arrossire a leggerli. Se in teatro si parlasse come parliamo noi, come parlo io molte volte, tutti griderebbero allo scandalo ed alla calunnia, io per la prima. La suprema eleganza è una suprema spavalderia di sicurezza. Riconduciamo a casa, la notte, nella nostra carrozza, seduto al nostro fianco, un uomo che passò la serata a dirci che siamo belle. È vero che ce lo dicono così male! L'uomo che ci era ignoto ieri, oggi lo chiamiamo amico, gli scriviamo un biglietto domani. Ostentiamo una dimestichezza universale, senza intimità, senza poesia, e quindi senza pericoli. La poesia poteva riuscire a turbarci il cuore, ora messe al sicuro, amiamo di scherzare col fuoco. In apparenza siamo cinicamente corrotte, lo siamo timidamente in realtà. In fondo siamo scoraggite. Parliamo d'amore ad ogni momento perchè non ci crediamo più. L'amore è morto e seppellito.
FILIPPO
Boum!!!
ELENA
Si vede che frequentate certi amici…
FILIPPO
E quali?
ELENA
Sapete dove va la sera uscendo di casa nostra? Va all'ufficio, alla direzione, so io come la chiamano, di un giornale…
FILIPPO
Ci sono stato ieri sera, la prima volta in vita mia. Mi ci ha portato un amico per vedere da vicino un uomo che sarà celebre un giorno, se campa.
MASINA
Chi?
FILIPPO
Un uomo che parte domani per il Polo-Nord. Pare che al Polo si debba trovare la soluzione di certi problemi di fisica. Uno scienziato.
GEMMA
Un vecchio?
FILIPPO
No, giovane, più giovane di me, e un bel giovane anche.
GEMMA
Dev'esser bello, se siete andato apposta per vederlo.
FILIPPO
Mi rincresce di non potervelo presentare.
ELENA
Oh guardate, sarà qui a momenti. Mio zio Teodoro gli ha dato appuntamento in casa mia, perchè gli deve consegnare una certa lettera di raccomandazione, e non osa farlo salire sino al Macao. Come vedete, a volerlo conoscere non ci occorre la vostra protezione.
FILIPPO
Sapete, Marchesa, perchè mi punzecchiate tanto? Perchè quei signori, fra cui c'è il mio amico Paolo, stanno di là a fumare invece di venir qui a farvi la corte.
ELENA
Giusto! tanto giusto che… guardate, (va alla porta a destra e chiama) Paolo!
GEMMA (a Filippo)
È lei che lo chiama.
FILIPPO
La Marchesa? lo può fare senza pericolo; è invulnerabile.
ELVIRA
Si capisce, la vedovanza le ha tolto la maggiore causa di debolezza che abbia una donna.
MASINA
Che è?
FILIPPO
Il marito.
ELENA (dopo aver chiamato Paolo è andata a scaldarsii piedi al caminetto a sinistra)
Badate che sento.
FILIPPO
Ci ho gusto. Ho detto che siete invulnerabile.
ELENA
È vero, e mi annoio.