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ATTO PRIMO
SCENA VI

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Elena, Gemma, Filippo, D'Almèna, Del Sannio, poi Teodoro

ELENA

Eh! che galanteria! tutti così.

D'ALMÈNA

E voi ve ne affliggete?

ELENA

Vorrei poter far del male a qualcheduno.

D'ALMÈNA

C'è Filippo per questo.

ELENA

Non basta. (entra Teodoro) Oh, zio!

TEODORO (la bacia in fronte poi saluta Gemma)

Contessa. Non è venuto ancora il mio protetto?

ELENA

No.

GEMMA

Ah! il viaggiatore! Come si chiama?

TEODORO

Il dottor Sarni. Gli ho detto alle nove e mezzo.

ELENA

Sono le nove.

TEODORO

Tu mi cederai un tuo salotto per riceverlo.

GEMMA

E perchè non in questo?

TEODORO

Non sarebbe caritatevole lasciargli indovinare le delizie del soggiorno di Roma, nel momento che sta per intraprendere un viaggio da cui è miracolo se torna.

ELENA

Ma se lo credi un viaggio così pericoloso, perchè lo aiuti ad andarci?

TEODORO

Io non sono il custode del genere umano, e tanto meno dei signori professori, dottori, scrittori, compositori, seccatori e compagnia bella: ci pensino da sè, che la sanno lunga. La spedizione è allestita dal governo Svedese che avea promesso un posto al dottor Sarni. Ma i posti sono pochi ed all'ultimo momento due ufficiali Russi sollecitano l'imbarco: se l'ottengono, il Sarni è scartato. La cosa sarà decisa fra otto giorni e il dottore sapendo che io fui ministro a Stoccolma e che sono amicissimo di quel Presidente del Consiglio, venne da me per una commendatizia un po' calorosa presso quest'ultimo. Ho promesso di scriverla e m'è venuto un fiore d'eloquenza. Nel mio mestiere ho imparato che bisogna sempre aver l'aria di dar molta importanza agli uomini di studio. Quando sapremo se esiste un mare chiuso piuttosto che un mare libero e che ragione hanno i fenomeni elettrici, non avremo rubato il bacino al barbiere e non occorrerà allo Stato nè uno scrigno di più, nè un carabiniere di meno. Ma gli uomini che hanno il coraggio di affrontare un simile viaggio è meglio che lo facciano. Rimanendo in patria, sarebbero capaci di vagheggiare Dio sa che progressi di civiltà e di metterci sossopra ogni cosa.

ELENA

Oh, oh, lo credi da tanto?

TEODORO

Avessi sentito con che fuoco perorava la sua causa! Neanche per andare a nozze. Con che serietà parlava del dovere che ha ogni uomo di giovare agli uomini e di mettere la vita per lo scoprimento di una verità. Non c'è che dire, è un uomo forte.

D'ALMÈNA

Oh! un uomo forte! sentite, Marchesa?

ELENA

E con ciò?

D'ALMÈNA

Un uomo forte. E il vostro proposito di poc'anzi di far andare la testa in giro al primo che aveste incontrato?

ELENA

Parte.

FILIPPO

Buon per voi che non siete esposta…

ELENA

Ad uno scacco? Oh sì che sarebbe così difficile!

GEMMA

Andiamo colle bravate! Ora ti vanteresti di non lasciarlo partire?

ELENA

Gran cosa! Che ne dite D'Almèna?

D'ALMÈNA

Non dico nulla.

ELENA

Non credete che se volessi?

GEMMA

Ma non vuoi.

ELENA (a Teodoro)

Quando parte il tuo dottore?

TEODORO

Posdomani.

ELENA

Presto. È ben deciso di partire?

TEODORO

Irrevocabilmente.

ELENA

Se riuscissi a trattenerlo, che ne direste, D'Almèna?

D'ALMÈNA

Non sarebbe il modo d'ispirargli l'eroismo.

ELENA

Ma vi mostrerei che si possono ottenere dei sagrifizi. Va la scommessa?

D'ALMÈNA

Scherziamo, eh?

TEODORO

Io ci avrei un gusto matto.

FILIPPO

E le vostre paure come agitatore?

TEODORO

Oh! in quelle mani…!

ELENA

Intendiamoci. È un uomo di mondo?

TEODORO

Conosco dei duchi che lo sono meno di lui.

ELENA

Quel viaggio non gli deve fruttar denaro?

TEODORO

Glie ne costa.

ELENA

Va la scommessa? Chi tiene?

GEMMA

Io…

ELENA

Tu? Tu sostieni che parte?

GEMMA

Certo.

D'ALMÈNA

La contessa è la sola persona qui che possa senza scortesia dubitare della riuscita.

ELENA

Oh, state pure dalla sua; non me n'ho per male. Va la scommessa?

FILIPPO

In che termini?

ELENA

Io sostengo che quel signore che deve venir qui ora, il Dottor… non rammento nemmeno il nome, guardate.

FILIPPO

Sarni.

ELENA

Il dottor Sarni, non partirà per il suo viaggio polare.

FILIPPO

Io sto per la Marchesa.

ELENA

No, no. Voglio esser sola. (a Gemma) Vada fra noi due.

GEMMA

Che va?

ELENA

La statua in bronzo della Tuffolina che mi volevano regalare il giorno della mia festa.

D'ALMÈNA

Ah! per la vita d'un uomo!

ELENA

Glie la salvo la vita.

GEMMA

È detta.

ELENA

Siate testimoni. (le due si stringono la mano). Zio, dammi la lettera commendatizia. (a Gemma) Ti do la mia parola d'onore che quella lettera… (a Teodoro) Quando hai detto che intende partire?

TEODORO

Posdomani mattina.

ELENA

Ebbene che prima di domani sera il sig. Sarni avrà quella lettera.

GEMMA

Va bene.

ELENA (a Teodoro)

Me la dài?

TEODORO

Eccola. (le consegna la lettera).

D'ALMÈNA

Oh, Marchese!

TEODORO

Detesto gli uomini superiori.

ELENA

E ora, zio, ti mando via.

TEODORO

Ah!

ELENA

Naturale, se ci sei tu non posso rimettere a domani la consegna della lettera.

TEODORO

Giusto.

ELENA

Le nove e tre quarti.

ANSELMO (entrando)

La carrozza della Contessa del Pallio.

GEMMA

Posso rimanere?

ELENA

Anzi vedrai che poche arti ci vogliono.

(ad Anselmo)

Anselmo, quando verrà un signore a cercare di mio zio lo farete passare.

ANSELMO

Sissignora. (via).

TEODORO

Addio.

ELENA

Ah! Sveglia Del Sannio e portalo con te. Non voglio che il tuo eroe possa credere che la nostra compagnia concilia il sonno. Almeno questo.

TEODORO

Giusto. (scuote Del Sannio) Oh giovinotto!

DEL SANNIO

Eh!

TEODORO

Andiamo?

DEL SANNIO

Subito. Chiudono? (mezzo insonnito va a prendere il cappello ed accenna ad avviarsi con Teodoro).

FILIPPO

Crede di essere al Club.

ELENA

Ciò vendica i nostri saloni.

TEODORO (a Del Sannio)

Non salutate?

DEL SANNIO

Oh diavolo! Cara Marchesa.

ELENA

Vi ringrazio della bella serata che ci avete fatto passare.

DEL SANNIO

Che dite?.. Sono io che…

TEODORO

Presto.

DEL SANNIO

Vengo. Contessa! (s'avvia, quando è vicino a Teodoro gli dice) Oh! Marchese, scusate, non vi avevo conosciuto.

TEODORO

La cimmeria nebbia, come dicono i classici.

Resa a discrezione

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