Читать книгу Peccati Erotici Delle Italiane 2 - Giovanna Esse - Страница 8
Decisa, per capire
ОглавлениеSono passati quasi vent'anni da quando mi accorsi che qualcosa non andavaâ¦
La mia ragazzina aveva circa tredici anni e suo fratello due di meno ma lui era già curioso, attratto dal sesso, nonostante fosse così piccolo. Non perdeva mai lâoccasione se si trattava di guardarmi, sotto la doccia, quando mi cambiavo, e faceva di tutto per toccarmi, o per strusciarsi sulla mia intimità . Non ci si faceva troppo caso, ci scherzavamo sopra e tutto finiva lì. Cose da ragazzi, mi dicevo, e pure mio marito la pensava come me. Crescendo, però, le manifestazioni fisiche aumentavano invece di diminuire. Troppe effusioni nei confronti della mamma per essere un ragazzo così cresciuto⦠e sempre, sempre, quel mettermi le mani addosso, come tentacoli di una piovra. Tantâè vero che, cogliendomi spesso impreparata, mi dava fastidio e, a volte, lo redarguivo.
Una volta, distratta dai lavori di casa e inseguendo chissà quali pensieri, entrai nel bagno senza bussare. La porta era appena accostata; avevo le mani impicciate e spinsi lâanta col piede per aprire. Câera mio figlio, dentro, ma ci misi qualche momento a capire ciò che mi si parava davanti agli occhi. Il ragazzo era seduto sullo sgabello, il tronco allâindietro, le gambe allungate e aperte. In equilibrio precario e gli occhi socchiusi, stava venendo, masturbandosi, esattamente nel momento in cui realizzai ciò a cui stavo assistendo. Sono certa che il poverino non mi vide, non fu per malizia che sborrò davanti alla mamma, almeno⦠non poteva prevedere che sarebbe accaduto. Eâ molto probabile che si sarebbe fermato, ricomposto, se solo fossi entrata trenta secondi prima. Ma adesso, nel pieno dellâacme, gli occhi chiusi e il corpo rigido per lâemozione, non avrebbe potuto bloccare lâorgasmo. Infatti venne copiosamente, eruttava continuamente dal pene i fiotti bianchi, sembrava non finire mai⦠ed io, là , immobilizzata dalla sorpresa; incapace di decidere subito quale sarebbe stata la cosa più giusta da fare. Quando si riprese e si accorse di me, si raggomitolò su se stesso in preda al panico. Non lo sgridai⦠non feci niente: dovevo essere, a mia volta, uno spettacolo. Ferma sulla porta, con gli occhi sgranati, con tutti i panni che mi erano caduti dalle mani, sparsi sul pavimento. Lâimbarazzo più totale ebbe il sopravvento⦠tornai sui miei passi senza nemmeno accostare la porta. Quel giorno mi tenni pronta a rispondergli, qualunque cosa il mio ragazzo avesse detto a sua discolpa, ma lui non disse assolutamente niente; semplicemente, per quello e per i giorni successivi, fece del suo meglio per evitarmi. Soprattutto evitava accuratamente di guardarmi negli occhi, anche quando parlavamo tra di noi. Di quellâepisodio non trovai mai lâoccasione per parlare a mio marito. Il tempo passò ed io sperai che tutto fosse dimenticato, con la crescita e con le frequentazioni di un giovanotto. Il mio ragazzo era pieno di amici, simpatico e benvoluto. Questa per me era solo una grande gioia!
Ma una mamma vede meglio di un gatto, naturalmente⦠Così mi accorsi che alcune cose continuavano a capitare, ma adesso non ero più una sprovveduta. Tenevo un certo controllo della situazione; mi ero addirittura preparata dei âdiscorsettiâ ad hoc, da adoperare in caso di bisogno, per rimettere in riga quel mio ragazzo, un poâ troppo innamorato della sua mamma.
E delle cose avvennero⦠Qualche volta si masturbava in camera sua; qualche volta sotto la doccia. Quando ci capitava di restare soli, a volte lasciava le porte socchiuse e non soffocava con troppo impegno i suoi mugolii e i suoi sospiri. Io lo controllavo discretamente, tenendomi pronta a rintuzzarlo, ma non accadeva niente di più, niente che giustificasse un mio intervento troppo drastico o crudele. E così, combattevo la mia piccola battaglia sempre con la stessa arma: lâindifferenza. Lâaltra cosa che capitava, e sempre quando eravamo soli, era collegata a una sua vecchia abitudine: con lâarrivo della stagione calda, andava in giro, quasi sempre, con addosso solo gli slip. Ora che era grande, in casa ci stava molto meno ma, in compenso, quando circolava in mutande, era sempre, immancabilmente e visibilmente, in stato di erezione.