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L’UOMO

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Terra, dall’ime viscere

Manda di gioia un grido;

Svegliati, e leva un fremito.

Mar dall’immenso lido;

Angelica coorte,

Inneggia e ti prosterna;

Sulle celesti porte

Brilla ineffabil dì;

L’uom dalla mano eterna

Colmo di vita uscì.

Più arcano delle tenebre,

Più delle belve truce

Più libero del turbine

Più bello della luce,

Nel portentoso istante

Al Crëator converso;

Di gloria sfolgorante

Egli già move il piè…

O suddito Universo,

T’apri davanti al re.

Figlio di Dio, recandosi

L’alta promessa ei viene:

«Di nati avrà miriadi,

Come astri e come arene!

A un cenno di quel fonte

Sarà l’oceano aperto;

Quasi lapillo, il monte

A’ piedi suoi cadrà;

La tigre del deserto

Sul dorso il porterà!»

E già gagliardo e nomade

Corre la giovin terra;

Ode i ruggiti, e indomito

Sfida le belve in guerra;

Per mezzo alle foreste

Fiero la tenda inalza;

Cinge l’orribil veste

Dei pardo e del lïon;

Sui geli della balza

Suona la sua canzon.

Ma da quei geli un’intima

Voce soave il chiama:

Scende fratello incognito,

Trova i fratelli… ed ama!

Oh santo il primo amplesso,

Che rannodò i mortali!

Non gemito d’oppresso,

Non ira d’oppressor:

Ma liberi ed eguali.

Con un sei patto in cor!

Ecco una fiamma eterea

In mille spirti è giunta;

L’occhio di mille in candida

Pietra angolar s’appunta.

Curvo sostien le braccia

L’uom verso l’alto immote;

Gli scende sulla faccia

Misterïoso un vel…

È nato il sacerdote,

Stretta è la terra al ciel!

Muto si prostra il popolo

A lui, che vaticina;

Ode i proferti oracoli

Dalla fatal cortina;

E adora un dio; de’ campi

Nella virtù feconda,

Dei päurosi lampi

Nell’infiammato vol,

Nel fremito dell’onda,

Nella beltà del Sol!

Allor le destre in memori

Patti la Fè compose,

I genii del connubio

Si cinsero di rose,

L’uom tra le monde mani

Tolse l’occulto lare,

Negli aditi più arcani


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