Читать книгу Il Metro Dell'Amore Tossico – Romanzo - Guido Pagliarino - Страница 6

Оглавление

Capitolo II

"Oh, amicissimo! Come vanno le tue indagini sulla poesia?" m’aveva salutato espansivo il dottor D'Aiazzo nel suo forte accento napoletano, dopo ch’ero riuscito ad averlo in linea dal centralino della Questura.

"Un premio è giunto ed il poeta chiede", avevo risposto con un improvvisato endecasillabo scherzoso; e avevo precisato: "Ho vinto un importante premio a New York."

In tono compartecipe s'era felicitato, poi, intercalando qualche parola nel suo dialetto come talvolta faceva, e interpellandomi col diminutivo ch'egli stesso aveva a suo tempo coniato, mi aveva domandato: "Va bbuo', Ran, complimenti a parte, che mi chiede o' poeta?"

"Sarebbe per la data di premiazione prossima e per il mio passaporto scaduto."

"Non c'è problema. Fammelo avere qua con le marche e le foto e te lo faccio preparare a ràzzo, che non per nulla fa quasi rima con D'Aiázzo accenti a parte. Anzi no, fa' così: all'ora di cena mi porti il tutto a casa mia, ore 20 in punto! e così ci facciamo pure 'na bella spaghettata e due fettine."

"Ottimo, grazie."

Proprio quella sera avevo sofferto la prima aggressione. Avevo pensato alla rapina d’un balordo e solo a un secondo tentativo d’ammazzarmi, non molti giorni prima del volo per New York, avrei inteso che qualcuno mi voleva morto:

Uscendo di casa per recarmi a cena dall'amico, ancor prima che avessi potuto chiudere a chiave la porta m'ero trovato davanti un uomo, a una quattro metri da me sul pianerottolo, viso nascosto da un passamontagna e guanti alle mani, che mi s'era avventato immediatamente contro con un rasoio aperto in pugno e aveva provato ad assestarmi un fendente alla gola. Il colpo non m'aveva raggiunto perché io, con una mossa dell'arte marziale che avevo appreso in Pubblica Sicurezza, avevo bloccato a metà l'arco della lama e disarmato il braccio criminale facendo cadere il rasoio a terra; immediatamente dopo, avevo pestato per bene l'aggressore su testa, volto e tronco e l'avevo messo in fuga giù per le scale: ero giovane a quei tempi, agile e atletico e, cosa non trascurabile, molto alto, 1 metro e 90, mentre quell'individuo era di media statura per cui, mirando alla gola, aveva colpito da sotto in su con non piena forza. Non avevo ritenuto prudente inseguirlo. Avevo raccolto e messo in tasca il rasoio per portarlo a Vittorio, chiusa a chiave la porta di casa ed ero sceso evitando l'ascensore e prendendo per le scale guardingo. Come m'ero però aspettato, dell'individuo nessuna traccia.

Avevo raccontato sbrigativamente all'amico la mia disavventura, quindi gli avevo consegnato la lama dell'aggressore.

Aveva commentato: "Sono sempre più comuni le cosiddette rapine iniziate dall'esterno, forse avrebbe voluto suonare alla porta e poi entrare sotto minaccia di quel rasoio per derubarti, ma è stato sorpreso dalla tua imprevista uscita sul pianerottolo e, temendo che tu facessi baccano, ha perso la testa e ti s'è avventato contro, cercando di farti tacere col tranciarti la gorgia. Perché nemici mortali tu non ne hai, no?"

"Non credo proprio."

"Ergo dovrebbe essere stato un tentativo di rapina. Hai detto che aveva i guanti, perciò niente impronte se non le tue. Mascherato, dunque nessun dettaglio del volto, a parte gli occhi scoperti: ne hai osservato forma e colore? e dimmi: era alto, basso, magro, grosso? rasoio nel pugno destro o mancino? e ti ha detto qualcosa?"

"No, neanche una parola, rasoio nella destra, gli occhi non li ho notati nella frenesia della difesa, era alto sul metro e settantacinque circa, magro ma aveva spalle larghe ed è sicuramente prestante e forte perché se l'è filata lesto giù per le scale anche se l'avevo riempito di botte."

"È già qualcosina, ma difficilmente lo troveremo, immagino non sia tanto citrullo da essersi fatto medicare in ospedale, comunque dopo la tua denuncia potremo indagare presso i pronti soccorsi; molto intelligente però non dev'essere, perché se no, non t'avrebbe mollato sùbito un fendente col rischio di finir dentro per un fatto di sangue, t'avrebbe solo minacciato a una certa distanza chiedendoti di rientrare in silenzio o, semplicemente, sarebbe fuggito senza farti niente."

"Hm... sì."

"Va bbuo', Ran, domani mattina mi vieni in Questura per la denuncia, anche se capisci che sarà un po’ difficile che lo troviamo, chillo cattamàro1."

Dato che nulla m’era stato rubato, avevo deciso di tralasciare.

Il Metro Dell'Amore Tossico – Romanzo

Подняться наверх