Читать книгу L'Eco Delle Anime - Laura Merlin, Laura Merlin - Страница 11

Оглавление

CAPITOLO 3


LA STELLA È TRA NOI

Geb girava irrequieto su e giù per la stanza. Di tanto in tanto scuoteva la testa e borbottava fra sé e sé.

Sam stava strimpellando qualche nota con la sua chitarra mentre Male e Ny sceglievano accuratamente la loro prossima vittima fra le sei malcapitate fan. Ogni anno era concesso loro di nutrirsi con l’anima di giovani fanciulle, in modo da rafforzare i loro poteri.

Non erano come tutti gli altri demoni che vivevano tra le mura di Kali Phi. Erano di stirpe nobile. Sei fra i settantadue portatori dei sigilli infernali. Era stato affidato loro l’incarico di verificare se e quando si fosse fatta viva la portatrice dei sette sigilli angelici, l’unica in grado di cancellare il patto e ripristinare il mondo di una volta.

In realtà il settimo articolo era stato messo lì per ingannare gli umani e dar loro la speranza che, un giorno, le cose sarebbero potute tornare come prima. Girava voce, però, che l’Onnipotente avesse trovato un modo per ritorcere contro il Maligno il settimo articolo, creando davvero un essere in grado di sconfiggerlo.

Teoricamente nessuno avrebbe potuto portare dentro di sé i sette sigilli angelici, il potere era troppo grande e nessun essere, umano e non, sarebbe stato in grado di farlo. La leggenda che si era diffusa attraverso qualche gruppo di Sovversivi all’interno di Kali Phi parlava di una Stella, un essere non ancora formato in grado di farsi carico di poteri immensi.

Geb non ci credeva, ma sembrava che qualcosa si stesse avverando. Aveva percepito delle pulsazioni in una delle due ragazze che avevano conosciuto a fine concerto. Una vibrazione strana che era andata a stimolargli quella parte nascosta dentro la mente in grado di mostrargli il futuro.

Quale delle due nascondeva un segreto?

La ragazza dai capelli rossi, Nael, non gli era sembrata particolarmente interessante. Dopo che si erano tutti riuniti attorno a loro aveva smesso di parlare. Si limitava a sorridere e a rispondere con un cenno del capo. Era silenziosa e schiva, sembrava avesse paura e volesse fuggire il prima possibile.

Se li temeva così tanto, come avrebbe potuto combattere contro il Maligno?

L’altra ragazza invece… Kayley. I suoi morbidi capelli biondi raccolti in una treccia fatta cadere di lato, gli occhi verdi e puri, la timidezza del suo sorriso. Sì, solo lei poteva essere la Stella separata dal cielo. La chiamavano “Portatrice dei sigilli”, né angelo né essere umano. Costretta a portare i sigilli degli arcangeli e bandita dal cielo e dalla terra perché disobbedì all’Onnipotente.

La sua missione era una sola: sconfiggere il Maligno e riportare il mondo com’era prima dell’Apocalisse Oscura.

Le sei ragazze presenti nella stanzetta erano state imprigionate in una sorta di trance. Erano sedute una accanto all’altra sull’ampio divano della sala prove nel nucleo di Ny.

‹‹Trovo invitante la terza, quella con gli occhi blu enormi e i capelli tinti di biondo. Però mi attira anche la mora con gli occhiali, la trovo tanto scolaretta indifesa. Tu che dici, Geb?››. Male ispezionava le ragazze come fossero scatolette di cibo al supermercato.

Geb si girò verso Male, il vero aspetto da demone faticava a starsene nascosto ed ebbe la meglio. Gli occhi gli si ingrossarono e presero un colorito bianco, smorto. Dalla bocca spuntarono due grosse zanne rivolte all’insù. La pelle cominciò a raggrinzirsi e a scurirsi assumendo una smorfia terrificante.

‹‹L’una o l’altra non ha importanza, basta che ti decidi. Non abbiamo tempo da perdere, ho una cosa importante da dirvi››.

‹‹È una scelta importante pure questa, sai! Posso cibarmi una volta l’anno e devo scegliere accuratamente l’anima con cui saziarmi››. Male parlò senza nemmeno voltarsi. Prese il mento della bionda fra le mani e lo guardò da entrambi i lati.

Geb perse la pazienza, si avvicinò verso la ragazza mora con gli occhiali. La prese per i capelli e le tirò la testa indietro. Avvicinò il viso al suo e spalancò la bocca. Ne aspirò l’anima con un misto di avidità e rabbia, riducendo il corpo della povera ragazza in condizioni simili a quelle di una mummia, avvizzito e pieno di muffa grigia. Si sentì sazio e potente. Un’arma ricaricata e pronta a portare caos e sofferenza dovunque passasse. L’anima della ragazza gli era entrata dentro come acqua gelida rinvigorendo ogni singolo muscolo del corpo.

Quella ragazzina, quella Stella, come la chiamavano quegli ingenui umani, non avrebbe avuto speranze contro di lui. Si sentiva invincibile e pronto a spargere il sangue di chiunque avesse osato mettersi contro il suo Signore.

Gettò a terra il corpo privo di vita che stringeva ancora fra le mani come fosse una bottiglia vuota e si girò verso Male puntandogli un dito minaccioso contro.

‹‹Ti ho tolto l’imbarazzo della scelta, ora sbrigatevi. Tutti quanti! Credo che avremmo un lavoretto… complicato da svolgere››.

‹‹Complicato… quanto?››. Ny aveva appena finito di succhiare l’anima di una trentenne vestita da ragazzina, con le gonne un po’ troppo corte che lasciavano scoperte le gambe sode.

‹‹La Stella! Credo sia tra noi››.

Mik, seduto sulle scale che portavano al piano superiore, alzò la testa di scatto. ‹‹Com’è possibile? Non può esistere, è soltanto una stupida leggenda e noi dovremmo saperlo meglio di chiunque altro››.

Male e Morgan, ancora chini sui corpi delle loro vittime, smisero per un attimo di aspirare l’anima e ascoltarono ciò che stava per dire Geb.

‹‹Una delle due ragazze che ci ha presentato Morgan stasera, Kayley. La bionda sembra avere tutte le caratteristiche, ho anche percepito delle vibrazioni strane. Dobbiamo assolutamente verificare››. Chiuse gli occhi muovendo la testa a destra e a sinistra. Le ossa scricchiolarono leggermente e tornò al suo aspetto umano.

Sospirò e riprese il discorso. ‹‹Penso anch’io che sia strano, ma meglio prevenire che curare. Dopotutto, siamo stati mandati qui per questo, per vigilare che nulla possa ostacolare i piani del nostro Signore››.

Male finì di succhiare l’anima, lasciò cadere il corpo sopra gli altri cadaveri ammuffiti e si avvicinò a Geb incrociando le braccia. ‹‹Come puoi essere sicuro che sia la bionda e non la rossa? Potresti anche sbagliarti››.

Geb si grattò il mento. ‹‹Hai perfettamente ragione. Tutto mi fa pensare che sia la bionda, ma forse è il caso di fare una verifica più approfondita anche nell’altra ragazza. Il Maligno è stato chiaro: eliminare ogni movimento sospetto››.

‹‹È per questo che sono qui io››, disse Male spalancando le braccia in un gesto plateale. ‹‹Poi devo ammettere che mi attira molto. Credo che me la lavorerò per bene prima di assaggiarle l’anima. Mmm, dev’essere così gustosa, così vitale e… Piena di potere in più per me››.

Sam gli tirò dietro una bottiglia d’acqua vuota prendendolo in testa. ‹‹Sei sempre il solito Male! Approfittarsi così delle povere ragazzine indifese!››

‹‹Se è per questo, credo ne approfitterò anch’io››, disse Morgan dando una pacca sulla spalla di Male. ‹‹Ho come l’impressione di interessare alla bionda. Come ha detto di chiamarsi? Ah, si! Kayley››.

Tutti si misero a ridere. Sentivano che per loro era un momento importante, una svolta decisiva. Eliminando la Stella, avrebbero potuto ritornare a regnare nei loro gironi, e magari il Maligno avrebbe deciso di rompere il patto, dato che non ci sarebbe stata più l’occasione che il settimo articolo si verificasse.

In quel caso, avrebbero potuto liberarsi una volta per tutte di quel ridicolo aspetto umano e saziarsi di tutte le anime umane rinchiuse nella cittadella.

Ny se ne stava appoggiato al muro a braccia conserte rimanendo fuori da quel momento di festa.

Osservava Mik.

Non si era ancora cibato, non aveva minimamente reagito alla notizia e sembrava assorto nei suoi pensieri. Chissà cosa gli passava per la testa, non era da lui starsene in disparte. Di solito era sempre il primo a cibarsi, altrimenti Male e Morgan gli rubavano le anime migliori.

‹‹Mik››, lo chiamò. ‹‹Tu cosa proponi di fare? Non hai ancora detto nulla, hai qualche piano da suggerire per caso?››.

Il batterista sussultò. Per un attimo sembrò non ricordarsi di cosa avessero parlato fino a quel momento.

‹‹Ehm… No, nessun piano. L’unica cosa che mi viene in mente è di avvisare il Maligno e metterlo in guardia da possibili attacchi››.

‹‹Buona idea Mik››, disse Geb.

Ny si avvicinò minaccioso a Mik, non era ancora del tutto convinto di lui. C’era qualcosa che non andava, lo percepiva e questo gli dava parecchio fastidio.

‹‹Lo sai che avremmo bisogno di essere tutti in forze per questo momento, vero?››.

Il demone annuì privo di espressione.

‹‹Allora perché non ti sei ancora cibato?››. Gli occhi di Ny si tinsero di nero e l’aria attorno a lui si fece più cupa.

‹‹Ho aspettato che finiste di giocare col cibo, ora è il mio turno››, rispose con aria scocciata.

Ny si spostò di fianco e con un braccio indicò la strada verso l’ultima ragazza ancora viva seduta al centro del divano.

Mik si alzò e avanzò verso di lei. I suoi capelli rossi le ricordavano quelli della ragazza che aveva osservato durante tutto il concerto. Le aveva stuzzicato un ricordo nascosto in qualche angolo della mente. Forse l’aveva già vista prima, era successo qualcosa legato a lei.

Ma cosa? Per quanto si sforzasse non riusciva a ricordare. Vedeva solo i suoi dolci occhi di un verde talmente chiaro da sembrare luminoso.

Per un attimo gli parve di avere ancora il suo viso davanti. Esitò un momento. Poi succhiò tutta l’anima in un colpo, come a voler scacciare quel ricordo.

Il volto della ragazza del concerto sparì.

Non sapeva nemmeno come si chiamava. Forse avrebbe preferito che la Stella fosse lei e non la bionda. Forse, eliminandola, avrebbe fatto sparire quella strana sensazione che provava dentro.

Sì, quella era la soluzione giusta. Stella o non Stella, l’avrebbe eliminata lui stesso e una luce sinistra negli occhi gli confermò che nessun altro l’avrebbe uccisa all’infuori di lui.


Ny evocò un messaggero del Maligno. Da quando erano arrivati in quella dimensione non avevano più avuto la possibilità di parlare con lui di persona. Dopo più di cinquecento anni non sapevano nemmeno che aspetto avesse.

Il messaggero era un Nia-Za, uno dei demoni che vivevano nelle Terre di Nessuno. Erano creature invisibili, incorporee, e indossavano lunghi mantelli neri e sfilacciati. Dovunque passassero portavano morte. Agli umani che, disobbedendo al patto, avevano la sfortuna di passare sotto le loro grinfie venivano inflitte le più atroci torture.

Si presentò di fronte a loro fluttuando nell’aria. ‹‹Ebbene, se mi avete chiamato vuol dire che ci sono notizie importanti per il Maligno››, disse con voce metallica che sembrò rimbombare dentro le pareti della piccola sala.

‹‹Sì, messaggero. La leggenda è vera, la Stella esiste ed è tra noi. Abbiamo percepito la sua presenza stasera››, disse Ny a nome di tutti.

Il Nia-Za alzò la testa. Uno sbuffo di fumo gli uscì da sotto il cappuccio. ‹‹Sapete come comportarvi in questo caso: trovatela ed eliminatela. Il Maligno non ama essere sconfitto››.

‹‹E noi saremmo ben lieti di soddisfare i desideri del Nostro Signore››.

‹‹Bene. Uccidetela, a tutti i costi. Non abbiate pietà né di lei, né di chi tenterà di aiutarla››.

Detto ciò, il messaggero scomparve in una nuvola di fumo nero lasciando dentro la stanza un forte odore di zolfo.

L'Eco Delle Anime

Подняться наверх