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1^ parte
CAPITOLO 3

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Cara Alessandra,

vale anche per me, la confidenza che si instaura da contatti frequenti in qualche modo rende più fluido e intenso il rapporto, sento che questo riavvicinamento ci fa bene.

Sarà necessario arrivare ad una perfetta condivisione perché alla fine, dovrò chiederti due cose molto importanti.

Per ora non posso anticiparti altro tranne che proseguire il racconto.....

L'amicizia è alla base della vita di Francesca, dovunque si inserisce, lei, suscita coesione e simpatia. Intorno a lei, si alza, come un nugolo di consenso e tutto sembra così naturale.

Con l'inizio dell'avventura della scuola elementare si ricomincia d'accapo.

Tutte nuove conoscenze, lei è impaziente, si fa scattare la foto vestita da scolaretta col grembiulino e lo zaino fiammante, davanti alla porta di casa non vede l'ora di uscire .

L'emozione è mascherata dalla curiosità e dalla voglia di voltare pagina.

La mattina alle h 7,30 è sempre la prima ad essere pronta. Organizzatissima, sa sempre cosa deve mettere nello zaino e soprattutto, mostra molto interesse per ciò che si appresta ad apprendere. E poi sembra subito ben inserita. La sua classe è abbastanza vivace, soprattutto i maschi sono molto irrequieti, ma lei, come al solito, riesce a difendersi ed anche ad essere generosa .

L'anno scolastico 2000-2001 è quello in cui Francesca inizia le elementari, le sue priorità sono lo studio e la danza.

Naturalmente la scuola elementare che lei frequenta è a tempo pieno e le lezioni terminano alle 16.30. E tre volte a settimana c'è anche la frequenza in palestra per la danza.

Interrogativo come fare ? Noi lavoriamo a Roma e le scuole dei ragazzi sono a Frascati, la scuola elementare di Francesca e la scuola media di Gabriele sono attigue. E questo è già un risultato; ma per quanto abbiamo cercato di organizzarci, non riusciamo a coprire tutti gli spostamenti.

Sono costretta a chiedere un part-time e questo ci consente di avere un margine maggiore di tempo. La mattina si arriva a scuola col pulmino giallo.

Facciamo amicizia con una ragazza meravigliosa dal nome Laura.

Lei- Laura- ha un lampo di genio e mi dice” Non preoccuparti per Francesca, c'è una bambina, Lorena, che abita accanto alla palestra di danza- posso accompagnarla direttamente a danza se vuoi. Visto che esiste già una fermata dello scuolabus.” Meraviglioso!!!!

Così la mia piccola al mattino parte con due zaini- uno per la scuola, ed uno per la palestra. Nel tardo pomeriggio andiamo a riprenderla dopo il corso di danza.

In questo modo possiamo sdoppiarci e seguire anche Gabriele a scherma.

Le maestre sono contente di lei e mi dicono che Francesca è un'alunna generosa e serena, che aiuta volentieri chi ne ha bisogno, instaurando con i compagni un buon rapporto. E' sempre entusiasta di ogni attività didattica e le sue capacità le hanno consentito di raggiungere ottimi risultati in tutte le aree del sapere.

Con queste premesse, tu ti abitui, e ti sembra naturale che tutto vada per il meglio.

Sai che lei intesse amicizie preziose e si fortifica ogni giorno di più.

Il gruppetto delle sue preferite è costituito da Alessia, Ilaria, Elena, Noemi ed altre.

Con Elena si crea una specie di simbiosi. Anche lei arriva a scuola con il pulmino.

Anche lei per problemi organizzativi, deve fare lunghi percorsi con lo scuolabus, poiché sua madre – capofamiglia- è costretta ad andare al lavoro presto e per tutto il giorno. Quando Elena torna a casa ormai alle 17,00 trova sua sorella maggiore ed insieme devono studiare.

Loro organizzatissime un giorno mi annunciano che studieranno insieme a casa di Elena. Strategia -Ci arriveranno con lo scuolabus-.

Cosi ho dovuto firmare una speciale autorizzazione da consegnare alle maestre e all'autista del pulmino ma loro sono riuscite nel loro intento.

L'amicizia con Elena travalica i banchi di scuola, c'è un rapporto intimo che le porta ad organizzarsi anche una vacanza insieme. A casa della nonna di Elena a Norcia.

Lei è così decisa che non si riesce a dirle di no. E così prima dei nove anni, Francesca già si prepara da sola, la prima valigia per partire.

Con Alessia è ugualmente un bel rapporto, sembrano affiatatissime:. Qualche volta alla fine dell'anno scolastico, si incontrano anche al centro estivo di Capocroce e li il divertimento è sempre tanto.

più tardi negli ani ho trovato uno scritto di Alessia su facebook che parla così dell'amicizia con Francesca:

Ce l'ho ancora quel disegno......al piano terra ci doveva essere lo studio e sopra la nostra casa. Dovevamo andare a convivere.....la regola era: accetteremo tutti gli animali, possiamo guarire anche i coccodrilli!) ci eravamo proprio impegnate a fare quel disegno!

E pensare che quel giorno in classe non ci volevo proprio entrare.... mi ero fermata fuori dalla porta a piangere, avevo paura della maestra che strillava troppo! Poi sei arrivata tu, mi hai dato un bacio, mi hai preso per mano e mi hai portato dentro ….. era proprio un bel disegno!

L'alunna Francesca cresce di pari passo con la ballerina.


Giugno 2001 saggio di danza al teatro dell'oratorio di Capocroce, le foto la ritraggono sul palcoscenico col tutù rosa, danzare in una armonia perfetta con assoluta semplicità.

A pensarci oggi sembrava tutto così normale . Allora, tu ,quella gioia, la davi per scontata.

Ciò che la nostra bambina esprimeva attraverso la danza, era poesia, bellezza,arte, gioia.

Una volta una insegnante in palestra, disse “Chi è la mamma di questa danzatrice? Un po' intimorita mi feci avanti e dissi “Sono io la mamma” e lei “Signora sua figlia ha una attitudine assoluta per la danza, la sua postura e le sue gambe sono perfette; solo il 20% delle ballerine può vantare tali qualità. La segua nel suo cammino di ballerina, sarà un vero talento”.

Rossa in faccia, ma orgogliosa, la accompagnai alla sua lezione .

La sua faccia neanche a dirlo splendente di sorrisi.

Il leit motif della sua vita è sicuramente la gioia, espressa o trattenuta nell'animo , che affiora appena Nella primavera 2003, a Pasqua, c'è un altro motivo ad illuminare il viso di Francesca: entra a far parte della nostra vita familiare un cane : un cucciolo, incrocio tra un pastore maremmano e un pastore tedesco.

Bellissimo! Sono andati a sceglierlo Gabriele Francesca e Raffaele tra una cucciolata di 6 cagnolini.

Lo hanno scelto perché era l'unico, che incuriosito, si è staccato dalla mamma cagna e dagli altri cuccioli per saltellargli intorno.

Tornando a casa ho trovato un biglietto appeso sul cancello: “Ciao mamma, siamo andati a scegliere il cucciolo !!!!!!”

Ricordo la faccia di tutti loro e soprattutto di Francesca. Intenerita e allo stesso tempo entusiasta di quel batuffolo dal corpo bianco e con il muso che aveva un colore di chi sembrava averlo intinto in un secchio di miele.

Francesca, sarà stata l'incoscienza della più piccola, ma infilava la sua faccia nella scatola, che lo conteneva e non voleva saperne di staccarsi da lui.

Il nome scelto dai ragazzi per il cane è Scotch, si come il wiscky; precedentemente avevamo avuto per un breve periodo un cane trovatello che si chiamava Tequila.

Il cane si presenta subito come un tipo, un po' irrequieto: un giorno lasciato in cantina per una breve pausa, è riuscito a togliere il tappo da una botte e l'abbiamo trovato inzuppato di vino.

Gabriele con pazienza e tenacia lo ha ripulito tutto e ha capito subito, che bisognava dargli delle direttive e cercare di educarlo, in qualche modo.

Ma nel prosieguo della storia, Gabriele suo malgrado si accorgerà che non è poi così semplice. Perché anche Scotch è, come tutti, del resto in famiglia, un tipo molto indipendente ed ama fare di testa sua.

A luglio 2003, dobbiamo correre dal veterinario perché cominciamo subito con una frattura del cucciolo.

Ricordo Gabriele preoccupato a convincermi a portarlo a far vedere dal veterinario “Mamma penso a tutto io lo metto nel bagnapiede, lo carico in macchina, tu devi solo guidare, ti dirò io la strada, non possiamo aspettare che torni papà dal lavoro, il cucciolo soffre troppo.””

E così, maldestra, ma impietosita e preoccupata, sono riuscita a portare Scotch a destinazione, accompagnata dai miei due figli così premurosi.

Sempre a luglio 2003 io sono piuttosto impegnata, ad aiutare mia sorella a traslocare.

Sono parzialmente distratta dagli eventi e ricordo le acrobazie per riuscire ad essere presente, la sera della fine del centro estivo di Capocroce.

Dopo una giornata intensa passata a scaricare pacchi, di corsa una doccia, e alle h.19,00 sono pronta per la solita festa di fine centro estivo.

Durante lo spettacolo Francesca dà il meglio di sé, ma io quasi non provo più meraviglia, mi sembra così normale vederla volteggiare con naturalezza e soprattutto vederla divertirsi in mezzo agli altri.

L'estate -si sa -passa in un baleno e presto siamo di nuovo sui banchi di scuola con nuova lena ed entusiasmo.

Il ritratto di Francesca alunna è delineato dalla pagella che alla fine dell'anno scolastico 2003-2004 la descrive così

“L'alunna ha evidenziato notevoli capacità di osservazione e riflessione, ha saputo organizzare modi e tempi del suo lavoro ed ha acquisito un buon livello di competenze in tutti gli ambiti disciplinari.

Ha raggiunto un ottimo livello di autonomia e di autostima.

L'alunna riesce a stabilire rapporti di sincera solidarietà con i compagni bisognosi di aiuto e di rispetto verso gli adulti. Mette a disposizione le proprie capacità senza far pesare il proprio aiuto. E' una persona matura e responsabile anche nel rapporto con le insegnanti.”

A ridosso dei dieci anni di età si comincia a delineare un piccolo cambiamento nell'atteggiamento di Francesca:

La sua irrequietezza e la voglia di essere parte degli altri, comincia ad essere sottolineata da una nota che giunge alla mia attenzione a fine anno scolastico 2005, che recita:

–”Francesca riconosce la necessità di rispettare le regole che stanno alla basse del vivere nella comunità scolastica anche se, qualche volta si fa coinvolgere dalla esuberanza dei compagni.

Si evidenzia inoltre che è molto curata da parte dell'alunna l'attività grafico pittorica.

IL 2005 è anno importante per noi tutti.

A maggio Francesca riceve la sua Prima Comunione, nel Santuario di Santa Maria di Capocroce.

E sì, quante cose sono cambiate anche nell'oratorio.

Don Vincenzo il 9 aprile 2004 cessa di vivere. Noi increduli lo apprendiamo durante la messa di Pasqua l'11 aprile nella chiesa della Madonna di Capocroce.

E pensare che aveva tanto insistito la mattina di Giovedì Santo perché gli portassi i ragazzi per la preparazione della Pasqua,

“Dobbiamo organizzare la processione aveva detto”.

Io come al solito condizionata dal lavoro gli avevo risposto-” Io posso pure portarteli, anzi ne sono felice, ma chi me li riporta a casa alle ore 13,00 ?

Io sono ancora al lavoro a quell'ora!”

E lui premuroso -”Sicuro a casa te li riaccompagno io.” Ok al mattino alle 7,40 davanti all'oratorio don Vincenzo attende Gabriele e Francesca, ed insieme consumano una abbondante colazione.

Una bella mattinata , ricca di eventi raccontano i ragazzi quanto rincaso la sera, “Sai mamma alle 13,00 puntuali don Vincenzo ci ha riaccompagnato a casa.”

Come fai a credere che la notte stessa tra giovedì e venerdì Santo abbia cessato di vivere?

Tutti noi ne abbiamo sofferto intensamente; una figura così forte, pieno di energia e di amore! La Comunione di Francesca sarà infatti celebrata presso la stessa chiesa ma da un altro sacerdote il nuovo parroco.

Cambia tutto nella vita dell'oratorio, ma Francesca insiste, lei vuole partecipare comunque al centro estivo, lei lì ha le sue amicizie, e non intende rinunciare alla sua porzione di socialità e divertimento.

Gabriele ormai sedicenne è in Irlanda. E' partito per una vacanza studio a Kork.

Francesca che ha accettato sempre volentieri in quegli anni la presenza di suo fratello, stavolta punta i piedi e dice :”io voglio partecipare, non importa se lui non viene, io mi iscrivo.”

E' li in quegli anni che il rapporto con gli amici si arricchisce di nuove emozioni e si fa sempre più serrato. Francesca sembra libera ormai, tagliato il cordone ombelicale, sviluppa quell'autonomia anche nei rapporti umani che la contraddistingue .

In quel periodo amica del cuore è Elisa C.

In effetti all'inizio quando si presentano, si rendono conto, di essere le sorelle di 2 ex compagni di scuola. I rispettivi fratelli erano in classe insieme al liceo.

L'atmosfera del centro estivo dell'oratorio di Capocroce era completamente cambiata, non più l'entusiasmo e il cameratismo di una volta, l'energia e la coesione scatenata da don Vincenzo.

Tutto questo mancava senza dubbio, ma Francesca diceva che con Elisa riusciva comunque a star bene e a divertirsi.


Dedicata a Francesca da Elisa C. – tratto da facebook


“Te che la mattina appena sveglia sei nella mia mente, te che mi ricordi l'estate, le goleador, i polsini neri, gli 883, le tue converse fiammeggianti, il tuo biglietto d'auguri, il tuo modo un po' coatto di chiamarmi “amo”…e il mio scherzarci sopra; te che mi ricordi le risate a crepapelle, le verticali addosso al muro, le giornate al mare e le partite a calcio; te e i nostri segreti; te e al nostra amicizia; te che mi vieni in mente in quegli istanti lasciati un po' a metà; te che non mi lasci mai; te che torni in ogni mio pensiero; te che diventi ogni mio pensiero; te e i miei sospiri; te e la mia voglia di abbracciarti; te che mi manchi da morire; te che sei l'amore..


ed ancora Elisa su un altro post


….Ciao Amore mio, ho il tuo biglietto tra le mani: C'è scritto che mi vuoi bene, che sono fondamentale per te. Te lo ricordi amore mio? Eravamo formidabili tu ed io. Ricordi come ci chiamavano gli animatori? Pankettona e Pankettina. Ricordi le infinite partite a pallavolo? Quel campo maledetto su cui ci sbucciavamo puntualmente le ginocchia. Ricordi quando dividevamo la merenda.... quando ci bastavano gli spiccioli per comprarci le gomme e la tua gomma diventava automaticamente la mia?


Che coppia che eravamo a biliardino! “ Chi vince regna!” e noi vincevamo sempre amore mio. Ripenso a quando la gente ci chiedeva da quanto tempo fossimo amiche e noi rispondevamo che eravamo sorelle: Nessuno lo avrebbe detto. Tu alta ,magra, con quegli occhioni così espressivi ed i capelli neri; ed io invece.. biondina, alta la metà di te.


Com'è strana la vita eh! Perché io avrei pagato oro per averti come sorella.... ma te lo immagini? Avremmo conquistato il mondo: Vorrei tornare indietro amore mio, rivoglio quei giorni felici, quando niente e nessuno poteva fermarci. Mi chiedo ….... te, l'allegria, la grinta, la gioia fatta persona.


L'estate 2005 apporta diversi cambiamenti, per la prima volta la partecipazione ai centri estivi si estende anche all'esperienza dell'oratorio di Villa Sora, complesso salesiano a Frascati.

Qui l'ambiente è molto più esteso, ci sono circa 10 squadre, i ragazzi partecipanti sono quasi 800 suddivisi in varie età .

E' una piccola città in movimento: te ne accorgi perché si muovono ad ondate, ogni squadra ha il suo colore ed il suo nome.

Anche qui nomi derivanti da personaggi della mitologia, animali, eroi dei fumetti.

Ogni volta che i ragazzi escono dal teatro dopo la premiazione della squadra vincitrice c'è una tale folla che stenti a riconoscere tuo figlio/a.

Per partecipare a questa esperienza in effetti l'età minima richiesta è 12 anni.

Ma per Francesca – con la complicità della mia amica Flavia, che ha provveduto ad iscrivere sia sua figlia che la mia – viene dichiarata un'età maggiore.

E così si apre il varco anche per questa splendida esperienza.

Da quell'anno e negli anni anni successivi la nostra vacanza poteva essere programmata soltanto nella settimana di interruzione tra un centro estivo e l'altro .

Anche l'oratorio di Villa Sora, diventa per Francesca un luogo meraviglioso e pieno di bei ricordi.

Sicuramente l'essere inserita in un contesto sociale con ragazzi più grandi, è uno stimolo importante per crescere ed aprirsi sempre di più.

Anche qui c'è un sacerdote che accompagnerà Francesca negli anni a venire, lui ci conosceva già dalla data del nostro matrimonio, lui terrà uno sguardo lungo su Francesca.

Anche lui è convinto che si tratta di una ragazza meravigliosa e sensibile.

Don Luigi segue con passione il coro dei salesiani ed ogni volta che incontra Francesca non manca mai di esortarla a convincere suo padre Raffaele a partecipare ai canti.

Altra nota di rilievo nell'estate 2005 è il cambiamento relativo al saggio di danza.

Il viaggio” è il titolo del saggio di ginnastica artistica svoltosi il 4 giugno, presso il palazzetto Palasport Banca d'Italia a Frascati.

E sì, per la prima volta, Francesca sceglie di frequentare -nella stessa palestra dove faceva danza classica- il corso di ginnastica artistica.

Non è un tradimento nei confronti della danza classica.

Solo una diversa esigenza del suo flessuoso corpo e forse un cambiamento nel suo modo di essere.

Forse uno step della sua crescita.

Curiosa coincidenza, la sua insegnante coreografa, conosce già Francesca, poiché è stata anche sua maestra di matematica alle scuole elementari.

Contesto di piena fiducia e collaborazione consente a Francesca di sperimentare questa disciplina sportiva con entusiasmo e con ottimi risultati.

Cambia anche il contesto, si abbandona momentaneamente il teatro, per spostare la performance in un palazzetto dello sport. L'adrenalina è alta .

Francesca non tradisce emozione.

La mattina del 4 giugno alle h. 9,00 l'accompagno in palestra per le prove, è scrupolosa come al solito e forse crescendo sente di più la responsabilità, ma con la sua compagna di scena Michela sembra molto affiatata, loro devono rappresentare gli alieni.

Dal Programma....del saggio

Anno 2005 la navicella spaziale, proveniente dallo sconfinato universo, è appena atterrata sul nostro multiculturale pianeta. Da essa fuoriescono 2 alieni, a noi invisibili, spediti qui da i loro sapienti per studiare ed arricchirsi con la nostra moltitudine di usi e costumi. Nel loro giro del mondo incontrano tutte le nostre società culturali; così come sono venuti se ne vanno pacificamente!!!


Alle h. 12,00 quando vado a riprendere mia figlia è tutto cambiato

– Michela si è infortunata ad una caviglia e Francesca dovrà tenere la scena da sola.

Se qualche preoccupazione le ha attraversato il cuore e la mente, non è dato sapere, da perfetta attrice ha mantenuto equilibrio fino alla fine.

La serata è andata benissimo al di sopra di ogni aspettativa.

Come se fosse naturale, diventare all'improvviso, l'unica protagonista.

Alla fine dello spettacolo tutti gli intervenuti hanno applaudito a lungo e con calore per riscattare l'impegno dimostrato da tutti i partecipanti durante l'anno.

Elena, la sua amica delle elementari, era visibilmente emozionata per Francesca , e alla fine dello spettacolo l'ha abbracciata fortissimamente .

Altro cambiamento segnato dall'estate 2005 è la fine del ciclo scolastico delle elementari, e l'inizio previsto a settembre della scuola media presso l'istituto san Nilo a Grottaferrata.

Francesca mostrava una certa diffidenza, una volta aveva anche provato a contestare. ”Perché devo sempre cambiare contesto-località per la scuola , perché sempre scuola a tempo pieno? E se poi non conosco nessuno , dovrò farmi tutti amici nuovi?”

Ho cercato di rassicurarla, “”Vedrai che andrà tutto bene e che ne sarai entusiasta, mi hanno detto che è una scuola speciale e che è molto difficile essere accettati.

Poi non abbiamo alternative, io finisco di lavorare alle h. 15,00 e sono a Roma.

Per essere da te alle h. 16,15 a Grottaferrata ho già i miei problemi.

Piuttosto speriamo che abbiano accettato la tua iscrizione in quanto non siamo residenti.

Altrimenti l'unica possibilità è andare a scuola a Roma.””


Non so se con queste parole ho contribuito a spaventarla di più. Alla fine di luglio 2005 abbiamo avuto conferma dell'iscrizione e in cuor mio ero contenta.

Quella scuola mi era stata segnalata da un'amica che incontravo sul treno tutte le mattine la mamma di Ilaria.

Nota bene (Anche Ilaria sarà compagna di ballo di Francesca negli anni successivi).

Mostrai interesse perché si trattava di una scuola a tempo pieno, assoluta rarità; a detta delle mie colleghe non esisteva una scuola media con orario prolungato neanche a Roma.

In effetti nelle ore pomeridiane della scuola media dell'istituto San Nilo si studiavano discipline aggiuntive di notevole interesse.

C'era un interesse specifico per il cinema e la letteratura.

Erano ore scolastiche dedicate anche al dibattito e alla lettura dei giornali.

Inoltre proprio per quegli anni scolastici, era previsto un corso di canotaggio che si svolgeva dalla primavera in poi al lago di Castel Gandolfo.

La fatidica scuola media Zampieri, si rivela ben presto anziché un boomerang, una scelta effettivamente azzeccata e, da svantaggio che doveva essere, diventa invece punto di forza.

Unico inconveniente, l'anno scolastico stranamente per la prima media, iniziava venerdì 9 settembre.

Me lo ricordo bene, perché siamo stati costretti a tornare prima del week end, appositamente per questo motivo.

Ci eravamo concessi 4 giorni di vacanza sul Monte Conero proprio dal 4 settembre. La prima parentesi da coniugi dopo tanti anni.

“Cominciamo bene pensai” ed invece valeva la pena.

La scuola era bellissima, appena ripitturata e rinnovata.

I professori sembravano alquanto socievoli e pieni di buone intenzioni.

Quella mattina ho visto, per la prima volta sul viso di Francesca, un velo di preoccupazione.

Ma poco dopo appena arrivati nella grande hall della scuola all'improvviso vedo che si illumina, e corre incontro ad una ragazza bionda. Le salta letteralmente al collo .

Lei si chiama Flavia, abita a Rocca di Papa, ma loro si erano già incontrate in palestra a Frascati l'anno precedente.

Da lì la scintilla, Francesca acquista fiducia e sembra ambientarsi bene.

Scopriremo poi che la parentesi dei tre anni di scuole medie, segneranno completamente il cambiamento di Francesca ed anche della nostra famiglia.

La classe di Francesca è la 1^ D ed è proprio quella che svolge il programma per l'orario prolungato.

A loro sarà data la possibilità di approfondire, insieme alla professoressa di Italiano, oltre alla letteratura, temi come il cinema ed il teatro.

Le escursioni in tali ambiti saranno frequenti e piene di interesse. Un vero laboratorio di creatività.

Tenere accesso l'interesse dei ragazzi a tutti i livelli. Questa è la mission della scuola.

Perfetta direi oltre la più rosea aspettativa.

Tra i professori con cui Francesca instaura una perfetta sintonia c'è la professoressa di disegno, che è molto comunicativa e sollecita i ragazzi chiedendo di esprimersi con la creatività sui più svariati temi

Francesca come è noto è molto curata nell'attività grafico -pittorica e la sua professoressa lo apprezza molto E' di questa epoca e precisamente dell'ottobre 2005 uno dei suoi disegni più belli dal titolo emblematico “l'albero della fantasia e della musica” un manifesto per le promesse del suo futuro.

Se ripenso a quel periodo ricordo solo l'orgoglio la mattina, quando accompagnavo i ragazzi a scuola entrambi a Grottaferrata- Gabriele al liceo Touschek Francesca alla scuola media Zampieri.

C'era una atmosfera di entusiasmo quando li lasciavo la mattina , l'entusiasmo di chi si appresta a vivere una giornata interessante, con l'attenzione a mille e soprattutto una grande aspettativa per ciò che riguarda i rapporti umani.

Da entrambe le parti alunni e professori.

Mi sentivo orgogliosa, avevo scelto proprio la scuola migliore, e riuscivo con un orario ridotto comunque a seguirli in tutto.

Facevo varie acrobazie ma ci riuscivo. Dopo anni di problemi al lavoro, mi ero ritagliata anche un ruolo importante in ambito amministrativo.

Ricordo che pensavo – adesso mi riprendo tutto! Questo è il mio momento vincente.

E sì, in quegli anni quando sei genitore di due bambini piccoli, sei sotto ricatto. Ma ora cominciavano a crescere e ci riempivano di soddisfazioni.

Obiettivi economici pressanti finalmente cominciavano a scemare. Mi sentivo ancora abbastanza giovane e agguerrita per ritagliarmi un ruolo importante, finalmente, come madre, moglie, lavoratrice e donna.

In quel periodo l'attenzione è volta ad organizzare tutto . Ad ottimizzare i tempi, lavoro, casa, figli.

In effetti però non riuscivo a godermi veramente la mia famiglia, ma questo è il prezzo da pagare.

Questa cosa riesco a capirla solo oggi. Un giorno un po' stanca, forse nervosa, ricordo mi sono sentita dire da mio marito “Sei sempre inquieta, sul tuo viso sempre tensione, proprio non hai capito niente, e pensare che i nostri figli non ci hanno mai dato problemi!

Tu non sai neanche quello che vuol dire figli che ti danno problemi!”

Sul mio viso credo si sia fatto buio – gli ho risposto infuriata “Perché mai dovrebbero darcene!”

Ero così, graniticamente, ottusamente, sicura di quello che avevo, perché mai avrei dovuto dubitarne?

In fondo avevo lottato sempre duramente, naturalmente insieme a mio marito, per difendere la mia famiglia ed il lavoro .

In fondo ce lo meritavamo di non avere altri problemi!

*******

Nella mia mente vedevo solo l'incessante tentativo di arrivare dappertutto e di dare ai nostri figli quello di cui avevano bisogno.

Dal mio modo di vedere questi erano già abbastanza come problemi.

Il fatto di non aver mai potuto mollare un attimo, da quando erano venuti al mondo, mi sembrava già abbastanza, come difficoltà da affrontare.

E il fatto di esserci in qualche modo riusciti, senza l'aiuto di nessuno, rendeva noi, e i nostri figli, sicuramente speciali.

Rimasi mortificata da quell'osservazione, ma granitica e ottusa, continuai a pensarla a modo mio e andai dritta per la mia strada.

P.s. Ricorda questo passaggio ci servirà nel prosieguo della storia.


Per ora mia cara ti saluto perché il prossimo capitolo sarà ricchissimo.

E dovrai essere molto attenta e concentrata.

Aspetto tue notizie affettuosamente Loretta

ti voglio bene!

Ti Presento Francesca

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