Читать книгу Il trampolino per le stelle: Tre dialoghi e due racconti - Lucio d'Ambra - Страница 6

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(Ora Pierrot, compiuto il suo racconto, si è abbandonato con le braccia e con la testa sul tavolino e, povero ragazzo deluso dal suo sogno prima ancora di viverlo o di tentare di viverlo, s'è lasciato andare alle sue lacrime e ai suoi singhiozzi. Piange, poverino, e si dispera da far pietà. Ma l'amico di Pierrot non si commuove. Non è un poeta, l'amico di Pierrot. È un uomo, semplicemente un uomo e gli uomini non hanno mai pietà per i poeti che invece son uomini disperati di non esser che uomini. Ma ora, d'improvviso, c'è un passettino su per la scala e una mano gratta leggera alla porta. L'amico di Pierrot ha imaginato chi può essere. E, infatti, levatosi, andato in punta di piedi alla porta ed apertala, si trova davanti timida, tra sorrisi e lacrime, con un fagottino sott'il braccio e una malinconia in cuore, Colombina che ritorna, con la pace di Quaresima, al suo poeta innamorato. E, di su la porta, Colombina vede pianger Pierrot che tutto sussulta nella sua giubba. Ha nella melanconia un sorriso di trionfo e interroga l'amico):

COLOMBINA

Poveretto!.... Piange per me?.... Ah, come lo adoro...

(E senza neppure aspettare risposta tutto il suo viso s'illumina di felicità perchè di nulla una donna è felice come del potere di riempir di lacrime gli occhi d'un uomo. E Colombina si slancia verso Pierrot, s'inginocchia ai suoi piedi e leva verso di lui le sue braccia supplici e le sue parole pentite. L'amico guarda un momento e poi brontola andandosene):

L'AMICO

Valeva proprio la pena d'andar fin nella luna per ritornare a terra così, come tutti i giorni....

(Ma Pierrot ha sollevato il volto. Ha visto Colombina. S'è gettato nelle sue braccia. Colombina vorrebbe ancora spiegare la sua assenza della sera prima, l'origine onesta dei suoi piccoli lussi, e ingannare ancora Pierrot, e mentir quando occorre per far pace tra due innamorati, e giustificar tutto quello che è vano giustificare poichè è inevitabile).

COLOMBINA

Ti giuro.... Credimi, amor mio.... È la verità.... Non senti nella mia voce, non vedi nei miei occhi che è la verità?...

(Ma Pierrot le ha tappato la bocca con la mano. E ora si getta su le labbra di lei con le sue labbra per cercar nel bacio certo il solo oblio possibile di tutto quello che è incerto. E, tra un bacio e l'altro, le dice):

PIERROT

No, zitta, zitta, ti prego.... Non dirmi nulla. Non spiegarmi nulla. Non c'è nulla da spiegare. La vita è questa. L'amore è questo. E nessuno può cambiare.

COLOMBINA

Ma tu devi credermi, tu devi ascoltarmi....

PIERROT

No, cara. È inutile. Ti credo, ti credo come se tu avessi parlato. Verità, bugia, hanno le stesse parole, i medesimi accenti, il medesimo sguardo. E chi può mai distinguere, chi può davvero riconoscere? Che importa a te di dirmi la verità se io posso crederla una bugia? Che importa a te di dirmi una bugia se io, senza che tu abbia parlato, son pronto a crederti come se avessi detto la verità.... Non c'è altro da fare....

(Ma invece di baciarlo Colombina si leva in piedi, offesa, imbronciata. Poichè Pierrot tenta di riprenderla lo respinge. Poichè Pierrot cerca di farla ridere, scoppia a piangere).

COLOMBINA

Lasciami... Mi hai offesa. E non mi ami.

PIERROT

Io?... Io ti ho offesa?... E come, come ti ho offesa?

COLOMBINA

Ma sì.... Anche ammesso che una donna dica una bugia non è lecito crederle, mio caro, prima che l'abbia detta. Non è possibile toglierle, credendola prima, l'illusione d'essere stata creduta davvero! Impara a vivere, caro mio, ed a trattar come si deve con le donne....

PIERROT

Hai ragione.... Perdonami.... Tu ragioni a fil di logica ed io son qui pronto ad ascoltarti,..

(E, felice di poter mentire e di ricuperare nella bugia la gioia di sentirsi creduta, Colombina, seduta ai piedi di Pierrot, le mani nelle mani, gli occhi negli occhi, comincia a spiegare, a raccontare....)

COLOMBINA

Non ti ho mentito mai.... Il giovane che mi seguiva l'altra mattina è un parente d'una mia amica e m'aveva raggiunta appunto per chiedermi notizie di lei.... Il merlettino che tu hai trovato nel comò me lo ha regalato quella mia stessa amica, per il giorno della mia festa, ed io avevo dimenticato di fartelo vedere.... Il ritratto di militare ch'era fra le mie camicie, te lo giuro, è capitato lì non si sa come.... Io non lo conosco, quel militare.... Giurerei che è il fidanzato della stiratrice.... E, quanto a questa notte, non credere che io sia andata in giro per i caffè a divertirmi o a ballare.... Ero in casa della zia e alle nove ero già a letto....

(Mentr'ella parla così, Pierrot vede ancora nella massa dei capelli di Colombina qualcuno di quei pezzettini di carta colorata che piovon nei caffè e nei teatri nelle sere di Carnevale. Vorrebbe prenderne qualcuno per farglieli vedere e smascherar subito la gran bugia. Ma ripensa al clown di Banville, al trampolino per le stelle, al sogno nella luna, alla piccola e miserabile verità della terra.... E ride.... Ride per non piangere, come fanno i bambini, le donne e i poeti.... E vede lì accanto il libro delle Odes funambulesques.... Lo riapre. Rilegge i versi):

Plus haut! Plus loin! De l'air! Du bleu!

Des ailes! Des ailes! Des ailes!

(E si rialza ridendo Ali, ali, ali... E per andar dove? E pensa a Totò, marito sedentario, pacifico commendatore, seduto nella sua poltrona accanto al fuoco, i piedi nelle pantofole, intento pazientemente a far versi pazzi nella sua tranquillità borghese ed a cercar rime rare tra le rime obbligate della sua vita d'ogni giorno.... E ride, ride, ride di sè, di Totò, di tutti i poeti, di tutte le poesie... Così ridendo prende il libro delle Odes funambulesques e, aperta la finestra, lo scaraventa giù nella strada. Poi rivà di corsa da Colombina interrotta nelle sue spiegazioni e, ritornato a sedere, prima la bacia e poi l'ascolta: cioè fa prima la cosa necessaria e poi la cosa inutile E Colombina, ostinata riprende la matassina delle sue bugie che Pierrot, ridotto oramai ad essere come tutti, ascolta con aria serena e credula, come fossero sacrosante verità).

COLOMBINA

E quanto poi al ritrattino del militare.... vedi.... posso anche dirti.... posso anche giurarti.... se vuoi.... che a me non piacciono i militari....

(Intanto, per istrada, un piccolo Pierrot di quindici anni ha raccolto il libro delle Odes funambulesques caduto nel fango e, apertolo alla ballata del clown e delle stelle, comincia a sua volta a sognare):

Plus haut! Plus loin! De l'air! Du bleu!

Des ailes! Des ailes! Des ailes!

Il trampolino per le stelle: Tre dialoghi e due racconti

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