Читать книгу Salvato Da Una Ninfa Marina - Rebekah Lewis - Страница 11
Capitolo 3
ОглавлениеIone non andò molto lontano. Poiseidone si avventurava raramente sulla terraferma ed era più tollerante se veniva convocato entro i confini del suo regno liquido che, al momento, consisteva in tutti gli oceani, i mari, i fiumi ed i laghi del pianeta. Con Oceano imprigionato insieme alla maggior parte dei Titani, il dio del mare dell’Olimpo si gustava il proprio potere e il fatto di non dovere condividerlo con molti altri membri del pantheon. Nereo, il padre di Ione, era diventato una specie di eremita ed erano secoli che non si faceva vedere- neppure dalle sue figlie- e ciò poteva avere influenzato la loro tendenza a gironzolare da sole.
Con un po’ di fortuna, Ione si avvicinò ad un relitto, spezzato da anni di deterioramento. All’interno trovò una scheggia di legno appuntita e la usò per farsi un piccolo taglio nell’avambraccio, stringendo i denti al dolore momentaneo. Mentre il sangue fuoriusciva e si diffondeva nell’acqua come gesto di tributo, parlò l’antica lingua del suo popolo, invocando il dio del mare. Pochi minuti più tardi, quando il taglio sul braccio era già guarito, il fondo dell’oceano rimbombò leggermente ed un uomo apparve sul ponte spezzato della nave. Non aveva la pinna come lei; al contrario, si eresse davanti a lei in una corazza a scaglie fatta di pelle di coccodrillo e tenendo in mano il tridente d’argento. Aveva i capelli scuri tagliati corti e lei non lo aveva mai visto con la barba, come era spesso raffigurato dagli uomini nelle sue statue ed immagini.
“Ah, Ione.” Poseidone si guardò intorno, parlandole nella mente. “Siamo lontani da casa oggi, vero?Questa è la costa dell’Inghilterra.Cosa ti porta nel mare del Nord?”
Quindi ecco dove era finita. Si rimproverò mentalmente per essere stata talmente concentrata a salvare James da mettersi a parlare inglese con lui senza accorgersene realmente.
“Sì, io...Ho deciso di vivere per conto mio come molte delle mie sorelle prima di me. E ti ho chiamato per un’ultima richiesta, prima di andare.” Anche se aveva preso la propria decisione sulla terraferma, esprimerla a parole la fece esitare. Ione non ea famosa per la propria spontaneità, eppure questa volta sentiva lo strano impulso di seguire il proprio cuore. Non voleva arrivare al punto da considerare la sua attrazione ed il legame con James come amore a prima vista, ma c’era qualcosa in lui che la attirava come non le era mai successo prima. Non era solo il desiderio di accoppiarsi. Era qualcosa di più.Qualcosa che doveva ancora capire.
Il dio sbattè rapidamente gli occhi, colto di sorpresa, ma abbassò il tridente rivolgendo in avanti le tre punte acuminate. “Ti ascolto.”
“Ho salvato un umano che era ferito ed era stato lasciato ad annegare. Vorrei che guarisse e che tornasse integro.” Aggiunse rapidamente, “E in cambio sono assolutamente pronta a barattare la mia immortalità con la natura umana.” Non voleva che il dio pensasse che lei chiedesse favori senza sacrificarsi in cambio. Il dare doveva uguagliare il ricevere. A meno che un dio non volesse concedere un dono o una ricompensa, le richieste comportavano un prezzo elevato.
Poseidone sollevò le sopracciglia scure. “Sai qualcosa di questo umano?Forse c’è una ragione se lo hanno lasciato a morire. Potrebbe avere mentito riguardo a ciò che gli è successo, per ingannarti. I maschi di qualsiasi specie sono interessati solo a una cosa per quanto riguarda le femmine belle, e gli uomini sono la specie più ingannatrice di tutte.”
Ione si allontanò un po’ a nuoto. Non lo aveva considerato. Comunque, aveva sempre saputo riconoscere l’energia negativa. Non c’era niente in James che la facesse dubitare della sua onestà. Se era una sciocca, pazienza. Era partita in cerca di avventura e cambiamento ed avrebbe mentito se avesse detto che non voleva accoppiarsi con lui-ma non voleva nemmeno dover affogare un uomo che aveva salvato proprio da quel destino, quando tutto fosse finito.
Inoltre, non poteva continuare a camminare tra gli umani, come aveva sottolineato James. Non aveva un posto da considerare casa sulla terraferma, né una famiglia alle spalle, e non conosceva nessuno a cui fare visita per comportarsi bene prima di combinare qualcosa. Avrebbe avuto bisogno di James, per adattarsi ad una vita fuori dalle onde. E se non le fosse piaciuta, sarebbe scappata di nuovo. Vivere un’avventura- anche se il pensiero di lasciarlo così presto le faceva un po’ male al cuore.
“Ho preso la mia decisione.”
Poseidone sospirò. “Non sarebbe meglio se ti accoppiassi con lui e poi io ti cancellassi la memoria, così non dovresti ucciderlo?Le tue sorelle parlano troppo. Sei l’unica Nereide a non avere mai avuto un vero compagno. Prima o poi dovrai farlo, e se questo è ciò che ti trattiene...”
Lei alzò una mano per fermarlo, irritata per la ramanzina, anche se se l’aspettava. “Innanzitutto, non devo accoppiarmi con nessuno se non lo desidero. Sono riuscita a soddisfare i miei bisogni da sola.” Solo perché le ninfe erano creature sensuali che avevano bisogno di stimoli per prosperare, non significava che avessero bisogno di qualcuno di specifico per procurarseli. Beh, non era completamente vero. Le ninfe mortali spesso avevano bisogno di un partner. Quelle immortali, cioè quelle nate nell’immortalità, potevano far fronte alle proprie necessità senza molti problemi.
“Salvatemi dalle femmine testarde.” Il dio alzò gli occhi al cielo. “Dov’è questo umano? Portami da lui.”
Ione nuotò in direzione della costa, infrangendo la superficie, sollevata quando scorse James proprio dove lo aveva lasciato. La sua gioia si trasformò in panico quando si rese conto che lui non si muoveva. Poseidone apparve sulla spiaggia al fianco dell’umano e lo spinse con l’estremità del tridente.
“E’ vivo?”, chiese Ione trasformando la propria coda in gambe ed uscendo dal mare. La magia agiva al massimo per qualche ora, per questo aveva bisogno dell’aiuto di Poseidone se voleva rimanere per sempre sulla terra. “Stava bene quando l’ho lasciato, anche se soffriva molto.” Si morse il labbro al pensiero di avere sottovalutato il suo stato e che lui fosse morto mentre lei era via.
Il dio del mare si grattò il mento guardando di nuovo James. “Ha perso un sacco di sangue dalla ferita, anche se, chiunque l’abbia provocata, ha fermato il sanguinamento subito dopo bruciando la pelle, come se non avesse voluto che lui morisse veramente. E’ molto strano.” La guardò. “Dici che è stato abbandonato ad annegare? Forse è stato gettato fuoribordo?”
Ione si fece piccola. Sembrava doloroso. Nonostante le proprie valide cure, non era mai stata ferita, a parte un taglio o un graffio qui e là. Quindi non sapeva giudicare il livello di agonia che lui stava sopportando. Voleva scoprire chi gli aveva fatto ciò e farlo soffrire al suo posto. “Non saprei. Forse si è tuffato per scappare.” Ione riusciva a scorgere a malapena il suo petto che si alzava ed abbassava, dimostrando che stava ancora respirando. “E’...salvabile?”
Poseidone fece un verso dal fondo della gola e si strinse nelle spalle. “Forse. Ma vorrei valutare questo umano, prima di concedergli qualsiasi dono”. Incontrò lo sguardo di Ione. “Oppure lasciarti con lui. Nonostante cosa tu pensi che sia meglio, non hai mai passato del tempo con gli umani.”
Detto questo, batté con la base del tridente sulla sabbia per tre volte, poi si voltò a guardare l’oceano. Pochi istanti dopo, apparve Tritone, immerso nell’acqua fino alla vita e arricciando le labbra alla vista del corpo incosciente di James. “Cos’è quello?”
“Il cucciolo umano di Ione”, disse Poseidone con un tono annoiato. “Vieni a riva e valutalo, per favore.”
Esalando l’aria in modo esagerato, il dio biondo trasformò le proprie pinne in piedi e salì sulla riva con gambe umane, coprendosi per magia con la stessa corazza di coccodrillo di Poseidone.
Tritone portava i capelli lunghi, di un colore simile a quello di Ione. Lei aveva sempre pensato che i propri colori assomigliassero più a quelli delle figlie di Tritone che di Nereo. Le Nereidi erano talmente brillanti, con i capelli e le scaglie di diverse varietà di verde, blu, viola, ecc..., mentre il suo colore dorato e giallo la faceva apparire slavata e pallida in confronto. Era stata presa in giro senza pietà per questo da piccola. Anche le sue sorelle che vivevano senza coda sulle coste delle isole disabitate o poco popolate, erano più belle.
Ione aveva raggiunto il limite nel sentirsi inferiore e sola. Voleva di più. James poteva essere il catalizzatore verso una nuova vita. Non era costretta a rimanere con lui, se si fosse rivelato cattivo come temeva Poseidone. Se solo avesse potuto aiutarla ad iniziare una vita da umana, sarebbe stato abbastanza. Per un po’.
“Cosa è successo alla sua mano? Uno squalo?” Tritone fece apparire dal nulla una grande conchiglia e la tenne con entrambe le mani, mentre si chinava ad esaminare la ferita. “Sembra recente. Comunque bruciarla è stata una buona idea. Probabilmente gli ha salvato la vita.”
Ione indicò l’acqua. “Forse è stato buttato fuoribordo, oppure è saltato da una barca non molto lontana, in quella direzione.” Considerando il suo stato, Ione iniziava a sospettare che i suoi compagni sulla nave avessero cercato di assassinarlo, anche se non aveva molto senso, visto che avevano cercato di impedirgli di sanguinare. Volevano farlo soffrire ancora di più? Vedere se riusciva a sopravvivere? Glielo avrebbe chiesto, quando si fosse sentito meglio e fossero rimasti soli.
Tritone annuì. “Non dovrebbe essere troppo difficile sapere qualcosa dai pesci. Scusatemi.”
Detto questo, schizzò via, tornando nell’oceano. A volte lei desiderava avere il potere di scomparire e riapparire altrove, come gli dei. Tecnicamente, era una semidea visto che aveva un dio come padre, ma sua madre era stata una ninfa immortale degli oceani, una sirena come lei. Le figlie delle ninfe diventavano anch’esse ninfe.
“Sei veramente sicura di volerlo fare?” La domanda di Poseidone la distolse dai propri pensieri.
Ione annuì. “E’ da un po’ che mi sento insoddisfatta.”
“Ciò non significa che dovresti legarti al primo umano che trovi attraente”, disse lui con un tono di disapprovazione. “Se ti concedo la mortalità, non potrai più tornare indietro.” E
Ione comprendeva la sua cautela. “E’ veramente un piacere per gli occhi, ma non lo faccio per questo. Lui è la mia opportunità. Un’occasione per imparare e visitare questo mondo. Per cambiare.” Tuttavia, mentre guardava James, le prudevano le mani dalla voglia di scostargli i capelli dagli occhi. Desiderava gustarsi le sue labbra di nuovo, questa volta per piacere e non per salvargli la vita...non poteva fare a meno di rimanere aggrappata alla speranza che lui potesse amarla nonostante i suo colori smorti e l’empatia che la teneva a distanza dalla propria vera natura.
“Non puoi passare un giorno o due fuori dal mare per vedere se è quello che desideri? Se faccio quello che mi chiedi, e non ti piace, sarai condannata a vivere lassù con delle gambe per sempre. Niente branchie. Niente pinne. Nessuna immunità contro l’invecchiamento.” Anche se il tono era duro, i suoi occhi erano calorosi.
“Allora andrò avanti, vivrò al massimo i miei giorni mortali e la mia anima viaggerà fino all’aldilà mentre il mio corpo tornerà nel mare.” Le Nereidi, anche quelle con le Oceanidi come madri, erano attratte dai mari piuttosto che dalla vastità degli oceani. Quando morivano, i loro corpi diventavano spuma marina.
“Spero che tu sappia quello che stai facendo”, disse Poseidone mentre Tritone ricompariva, anche se non sembrava convinto. Guardò il suo messaggero. “Cosa hai saputo?”
Tritone fece un cenno verso James e gettò una mano mutilata a Poseidone, che la afferrò. “Si chiama James Harlow ed è il capitano della Grazia di Poseidone. Come puoi vedere, la sua mano è stata tagliata prima che venisse buttato fuoribordo” Poi continuò con un tono asciutto. “Sono giunto alla conclusione che lui non stesse cooperando con le richieste di un gruppo di giovani che volevano prendergli la nave e la sorella. Era un contrabbandiere di brandy, e a volte anche di altre merci, ma trattava il suo equipaggio in modo equo. A parte pescare per cibarsi, non manca di rispetto all’oceano o alla natura, di questo sono certo. Il popolo dei pesci non ha trovato niente di negativo.”
Ione tirò un sospiro di sollievo. Dopotutto non era malvagio, eppure qualcuno gli aveva fatto del male e non l’avrebbe fatta franca. Se lei avesse assunto una forma umana e mortale, avrebbe ancora avuto il controllo della propria magia da ninfa. Un’enorme ondata si abbattè con violenza sulla spiaggia, quindi Tritone e Poseidone si voltarono verso di lei. Lei ammiccò. Quando una Nereide cedeva alle emozioni, spesso il mare rispondeva. “Scusatemi. Non mi piace pensare che qualcuno gli abbia fatto del male.”
Tritone le rivolse un sorriso educato, poi tirò fuori una piccola rete da una borsa agganciata al fianco della sua armatura. La rete era stata tessuta con una magia e preservava qualsiasi cosa contenesse. La sua espressione tesa dimostrava che non la approvava, nonostante si sforzasse di rimanere imparziale. Dopo aver riposto la rete nella borsa, si avvicinò a James e lo osservò di nuovo. “ Nessuno dei miei figli ti attrae, bambina?” Le rivolse uno sguardo indagatore.