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Il Dialogo non verbale

“Molti altri segni fece Gesù”

(Gv 20,30)

“Toccando il tuo corpo,

possiedo tutto il tuo essere”.

Dio è arrivato fino a noi per rivelarsi, mostrarsi, dialogare. Si fece uomo attraverso altri, o nel suo proprio Figlio, per parlarci di chi fosse lui. La cosa interessante è che realizzò tutto alla nostra maniera, utilizzando segni e parole che potessimo comprendere.

Lui sa che noi uomini comunichiamo tra noi con parole e anche con segni. Dobbiamo scoprire che possiamo costruire dialoghi “verbali” e “non verbali”.

Il dialogo verbale è quello in cui, per realizzarlo, utilizziamo parole, del quale abbiamo già parlato nei due capitoli precedenti. Rifletteremo, qui, sul dialogo “non verbale”. Quello che si realizza con gesti, sguardi, carezze, eccetera.

Quando una coppia vive i suoi primi tempi d’innamoramento, pensa che starà sempre insieme e che con il passar del tempo la relazione sarà uguale o migliore.

Mentre sono fidanzati e nei primi tempi del matrimonio la coppia si accarezza sempre, sperimenta come qualcosa di bello il prendersi per mano, non gli passa nemmeno per la mente che più avanti non si accarezzeranno con la stessa frequenza e sensibilità.

Pochi anni dopo il matrimonio cominciano alcuni cambiamenti. E quasi non sfiora loro l’idea di una carezza. Forse le loro mani sono sempre occupate con un giornale, una sigaretta, un libro, un attrezzo o qualche lavoro in casa? Quando uno va al ristorante si accorge subito di quali siano le coppie di sposati e quali di fidanzati… o la differenza che vi è nel passeggiare o nell’andare in automobile tra una coppia di giovani innamorati e una coppia che da tempo vive da sposati…

La coppia giovane condivide tutto: si abbracciano, guardano le vetrine insieme, non si separano mai fisicamente. Al contrario, la coppia con più anni lo vive in maniera diversa: lei guarda la vetrina, lui fermo al margine del marciapiede (la vetrina lo annoia e ha paura che risulti caro guardarla insieme). In automobile: i fidanzati, quanti sono in auto? Uno o due? Gli sposi: meno male che la portiera ha i braccioli per appoggiarsi, quando poi non c’è il figlio grandicello che manda la madre sul sedile posteriore.

Qualcuno mi diceva un giorno che l’essere romantici è per gli adolescenti innamorati, per gli immaturi, alla fine, cosa da bambocci. Gli ho risposto semplicemente: che povero matrimonio il tuo!

Una coppia si avverte mutuamente quando si accarezza. È diverso dal dialogare solo verbalmente. Esiste un vincolo definito quando si accarezza o si è accarezzati. Allo stesso modo si crea una distanza quando non c’è contatto fisico. Il non stare uniti, ma separati, produce una relazione lontana, impersonale. Un elemento speciale di unità non è presente quando si sta, per tanto tempo, senza qualche contatto fisico. Una coppia di sposi non ha bisogno di accarezzarsi in ogni momento, però quando le carezze sono meno frequenti, sparisce dalla relazione una certa tenerezza e dolcezza.

È più difficile “ascoltare” e “concentrarsi” nell’altro solo con gli occhi e le orecchie. C’è bisogno, anche, delle mani. Si sperimenta facilmente quando uno non è compenetrato nell’altro, le mani evitano questa dimostrazione.

La diminuzione delle carezze è segno di un raffreddamento della relazione, della maggior concentrazione della persona nei propri interessi e appare una sensazione di essere ferito. Inizia solitamente una sensazione di essere isolato, incompreso, utilizzato. Il matrimonio può trasformarsi in una funzione. Si pensa che il tempo del romanticismo sia passato e questo non significa necessariamente che sono disgustati l’uno dell’altro o che rifiutino la responsabilità matrimoniale, però che peccato, hanno perso la “scintilla”, il nuovo che deve essere ogni giorno la vita di coppia, diventa tutto insipido, monotono, l’attenzione risulta dominata da altre cose e non dal coniuge. Si perde la sintonia con l’altro. L’interiorità ha bisogno del corpo per esprimersi. Quando due sposi si toccano giungono a possedersi pienamente.

Per dialogare in coppia

1. Quanto ci accarezziamo? Che effetti scopriamo quando ci accarezziamo meno?

2. Perché ci accarezziamo meno?

3. Chi di noi accarezza con più frequenza?

4. Che cosa ci diciamo quando ci prendiamo per mano?

5. Sappiamo ascoltare il linguaggio non verbale?

Per pregare insieme

Signore,

ti sei comportato secondo

i modi di comunicare dell’uomo,

facendoci scoprire

che il miglior modo di arrivare all’altro

è attraverso il suo proprio cammino.

Aiutandoci a non perdere

la infinità dei modi che abbiamo

per comunicare amandoci,

che ci sintonizziamo sempre

l’uno con l’altro

perché il nostro dialogo verbale e non verbale

non abbia interferenze

di nessun tipo.

Fa sì che mai smettiamo di utilizzare

il nostro linguaggio

per non raffreddare la relazione matrimoniale.

Amen.

Per Costruire L'amore Coniugale

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